Capitolo 17

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Matthew
I miei occhi continuano a rileggere le parole che sono incise nero su bianco su questo pezzo di carta. Nella vita poche volte ho provato una sensazione simile, una sensazione che mi blocca il respiro e che mi fa tornare lucido. Gli ultimi grammi di alcool che erano in circolo nel mio corpo sono ufficialmente svaniti, lasciando spazio all’adrenalina che non smette di scuotere il mio ego. Qualcuno vuole giocare con me, vuole distruggermi e o non so che cosa fare per impedirglielo. È la prima volta che mi ritrovo in una situazione così scomoda. Prima d’ora ho sempre risolto i miei problemi quasi schioccando le dita. Ho lottato per vincere le mie battaglie, mentre adesso non so da dove iniziare. Catherine è seduta accanto a me, le nostre mani incrociate mentre con l’altra tengo il pezzo di carta ormai stropicciato.
<< Matthew, in quanto tuo avvocato ti chiedo di riflettere su chi possa volere tutto questo. Io non conosco ancora alla perfezione i precedenti di questa azienda, quindi in questo momento non ti posso essere di grande aiuto ma… >>
<< La mia società non ha avuto alcun problema. Non almeno di questo genere e di questa gravità. Dio mio, sono così stupido. Dovevo leggere quelle carte prima di firmare. Non ho mai lavorato così superficialmente prima d’ora e questa volta convinto di potermi fidare dei miei dipendenti ho sbagliato. Non pensavo potessero arrivare a così tanto! >> rifletto su ciò che è accaduto stringendo ogni tanto la sua mano così forte da farle quasi male. Lo sento da come guarda le nostre dita intrecciate, ma le resiste, resiste perché capisce che il suo dolore non è minimamente paragonabile al mio.
<< Sei sicuro che siano stati i tuoi dipendenti? >> a volte mi stupisce l’ingenuità di Cat, perché in questi due giorni che ho imparato a conoscerla ho capito che non è affatto una ragazza ingenua.
<< E chi sennò? >> domando retoricamente voltandomi per guardarla negli occhi. Non so se stia per piangere ma in essi noto tutta la sofferenza che sta provando in questo momento. << È brutto da dire lo so, ma solo loro possono essere le persone che possono essere accusate. Loro portano i documenti nel mio ufficio quando necessitano di una firma. Maledizione io mi fidavo, capisci?! >> La cosa più brutta che una persona possa subire nella vita è un tradimento da parte delle persone che ti sono più care. Allora è vero quando dicono che bisogna sempre guardarsi le spalle dal tuo amico, perché a volte lo stesso può essere più letale di un nemico. Ed è quello che sta succedendo a me in questo momento. Senza che io me ne accorgessi mi hanno distrutto silenziosamente, mi hanno tolto tutto senza che io me ne accorgessi e adesso ciò che reputavo mio si trova nelle loro mani.
<< Non è entrato nessun negli ultimi mesi che tu non conosci e a cui tu ingenuamente non hai mai fatto caso? Magari qualche azionista, qualche imprenditore, qualche concorrente. >> Scrollo la testa negando tutte le ipotesi nate dal cervello del mio avvocato. Nessuno è entrato in azienda a parte i miei dipendenti e gli addetti alle pulizie, ma loro li esclude a priori. Nessuno, per quel poco che li conosco, ha l’ambizione di lavorare in un’azienda, di prestigio in particolar modo. Ma se non sono stati i miei dipendenti come sostiene Catherine, chi potrà mai essere l’artefice di tale cattiveria?
“Sorpreso di tutto ciò che si può fare alle tue spalle? Attento perché adesso sei un burattino nelle mie mani. Devi limitarti semplicemente a stare al mio gioco e nessuno si farà male, principalmente la tua nuova donna.” Mi soffermo ancora una volta sula parola donna. A chi si potrà mai riferire se nella mia vita le uniche donne più importanti della mia vita sono le mie due sorelle? In quest’ultimo periodo non ho neanche intrapreso nessuna relazione, né per gioco, né in modo serio. Solamente il pensiero di rientrare a casa e dover pensare anche ad una figura femminile mi metteva in ansia, perché troppo stanco del lavoro per concederle le giuste attenzioni che si meriterebbe. E poi avere una donna nella mia vita per ora non è nei miei piani. Mi diverto molto spesso, è vero, ma negli ultimi mesi non ho fatto altro che dedicarmi al mio lavoro per cercare in tutti i modi di eccellere.
<< A quale ragazza si riferisce poi? >> domanda Catherine curiosa, perché si sa: la curiosità è donna. << Non saprei. >> le confesso scrollando le spalle. << È da mesi ormai che non ho una relazione. Le uniche donna presenti nella mia vita sono le mie sorelle, ma non le sento da mesi ormai a causa del lavoro che mi ha ostacolato. >> Parlare con Catherine è sempre più facile grazia alla sua predisposizione ad ascoltare. È genuina sotto tutti gli aspetti e la sua bontà colpirebbe qualsiasi uomo, persino un’idiota come me sempre dedito al suo lavoro.
<< E se qualcuno ci avesse visto? >> domanda saltando letteralmente da sopra il mio divano. La luce della luna illumina semplicemente pochi spazi così accendo l’abatjour posta sul mobiletto dello studio. Corrugo la fronte non riuscendo a capire a cosa si possa riferire. Visto a fare cosa? Dopotutto siamo due colleghi di lavoro, che cosa potrebbero mai ottenere facendo del male a Catherine? Le espongo la mia teoria rassicurandola. Certo che a volte le donne potrebbero vincere il premio per i migliori filmini mentali! << Ma quali filmini mentali?! >> grida assetandomi un colpo sulla spalla. Ma dico: è impazzita per caso?! << E se ci avessero visto mentre ci baciavamo? >> lancia poi la bomba insinuando il dubbio nella mia testa. Cavolo e se avesse ragione? In fondo non erano le donne ad avere quella cosa che chiamano sesto senso?
<< Perché dovrebbero colpire te? >> domando poi cercando in tutti i modi di rimettere nel modo corretto tutti i pezzi. La situazione sta diventando più grave del previsto. << Voglio dire, neanche ci consociamo. So a mala pena il tuo cognome e ti identificano già come la mia nuova donna? Tutto questo non ha completamente senso! >> mi alzo di scatto dal comodo divano in pelle iniziando a vagare per l’intero ufficio. È da mesi che non mi diverto con qualcuna e ora che faccio una stronzata, coinvolto dalle mie sensazioni per la prima volta e non dal piacere fisico, vengo punito così?
Si, perché è vero che in quel bacio non ho provato solo passione fisica. In quel bacio ho ritrovato me stesso e la voglia di vivere per la prima volta dopo tanti mesi fuori dal mio ufficio di quella maledetta azienda. In quel bacio ho ritrovato la spensieratezza che avevo quando ero adolescente, quando avevo le idee ancora confuse e che ho perso diventando il vertice di questa società a me cara. Per la prima volta ho abbracciato il mio cuore proteggendolo dalle scartoffie della vita lavorativa. Per la prima volta, dopo tanto tempo, grazie a quel bacio, il mio cuore è tornato a vivere, perché dopo tanti incubi, dopo tante notti insonne finalmente in quel bacio ho sentito qualcuno che mi poteva proteggere dal peso del mondo che grava sulle mie spalle. E so che è una cosa strana non conoscere una persona e provare tutto ciò, ma voi credete nel destino? Credete in quella cosa immateriale che viene tirata in ballo solo quando la nostra vita è caratterizzate da continue disgrazie?
Litigo con un amico? Ci allontaniamo per sempre? È il destino.
Muore una persona a noi cara prima del previsto? È il destino.
Non arriviamo in tempo al luogo dell’incidente a causa del traffico? È il destino.
Veniamo licenziati per un ritardo di qualche minuto? È il destino.
Ma chi lo dice mai “è il destino” quando incontriamo una persona che potrebbe rendere migliore la nostra vita?


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