Hug my heart

Capitolo 6

Matthew

Sono fermo nel mio ufficio ad osservare il curriculum della mia nuova dipendente. Non mi sono mai occupato io del suo colloqui, bensì il mio dipendente, ormai quasi amico Simon Smith, gestore delle risorse umane.

Di quell'uomo ormai mi fido ciecamente e se dice di vedere del potenziale nella giovane nei laureata allora io mi fiderò di lui.

Conquistare la mia fiducia comporta notevoli sforzi, ma lui è riuscito ad abbattere tutti i miei ostacoli e a farmi vacillare come se fossi un uomo provo privo di esperienza.

Sul fascicolo c'è scritto che la ragazza si è appena laureata e che ha raggiunto notevoli obiettivi lavorativi presso le aziende più prestigiose di questo periodo. So che cosa l'ha portata in questa grande città.

Purtroppo essere uno stagista comporta numerosi sacrifici a partire dalla propria retribuzione a concludere con le ore lavorative quasi superiori a quelle di un normale lavoratore e io questo lo so bene.

Prima di lavorare in questa azienda, o per meglio dire, prima della morte di mio Nonno la mia testa non aveva ancora capito carriera che volevo intraprendere, così appena laureato ho iniziato a lavorare in un bar come cameriere per poi diventare un vero e proprio stagista presso una grande impresa. Facevo gli straordinari, ma il mio stipendio era sempre misero. È stato grazie a questo lavoro che poi successivamente ho capito chi volessi diventare. Ho ringraziato il buon Dio che ha permesso la morte inaspettata di mio nonno, il quale, dopo averci parlato e dopi avergli espresso tutte le mie idee e i miei buoni propositi, mi ha lasciato le redini di questo gioiellino, che adesso posso definire a tutti gli effetti mio: la Parker Corporation oggi è la società più discussa degli ultimi tempi.

Grazie al mio talento sono riuscito a risollevare le sorti di questo stabile evitando un netto taglio dei costi per il personale, cosa che apparentemente sembrava strettamente necessaria. Ho tranquillizzato tutti i dipendenti, i quali non vedevano di buon'occhio la mia giovane età, ma con il passare del tempo sono riuscito ad ottenere la loro più totale fisico e dedizione.

Ancora una volta mi soffermo sulle poche righe che descrivono la giovane Catherine. La ragazza penso che sia veramente da ammirare dati i suoi sforzi e la sua passione. Alla sua età io ancora non avevo per niente le idee chiare e passavo il mio tempo a corteggiare le ragazze che più mi attraevano, mentre lei invece sembra che abbia già in mano il suo futuro.

Ora capisco perché Simon l'abbia voluta assumere. Dietro quella giovane età di si nasconde la tenacia, la passione, tutti i requisiti che servono a questa società per mandare in alto il nome della mia "aristocratica" famiglia.

Ancora non la conosco, ma già fermo dalla voglia di assegnarle i primi compiti e di vedere come si rapporta con questi tipi di esperienze abbastanza nuove per la novellina.

Lavorare qui da noi significa avere coraggio e in questo momento sono curioso di tastare quello suo. Se non sarà all'altezza penso che il dirigente delle risorse umane l'abbia informata su cosa potrà succedere.

Finalmente deciso di chiudere il fascicolo e di andarla a trovare per presentarmi come si deve, ma quando faccio il mio ingresso una serie di scorbutiche parole si riversano sul mio conto e una cosa che non sopporto è proprio questa.

La guardo con astio e disprezzo mentre lei continua ad inveirmi contro. Solo Dio può sapere quanto coraggio ci voglia per urlare contro il proprio capo e lei c'è riuscita.

Qui dentro, in questo stabile, ancora nessuno aveva varcato la soglia della relazione lavorativa. Neanche quando i miei dipendenti hanno scoperto della mia intrusione nell'azienda si sono rivolti a me con certi toni e posso assicurarvi che quattro anni fa pensavo veramente potesse scoppiare una guerra con i miei subordinati.