Capitolo 90

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Matthew

Raggiungo April mentre sta parlando con Simon e Catherine nascosti in un angolo del corridoio, in modo che nessuno li possa sentire. Se Ryan scoprisse il nostro piano sarebbe la fine e io non voglio questo. Il fatto che già il mio nuovo alleato stia parlando con Simon e Catherine dei nostri affari comporta un grandissimo rischio.

Da lontano sento Cat borbottare qualcosa, un po' come se fosse stupita della notizia che ha appena ricevuto. Che cosa si staranno dicendo quelle due? Simon rimane in disparte fino a quando non poggia lo sguardo su di me. Solo in quel momento decide di invitarmi ad entrare nel loro piccolo gruppetto.

«Di che cosa stavate parlando?» domando guardando negli occhi Cat per invogliarla a parlare, mail suo sguardo è cupo e non capisco proprio che cosa abbia. In fondo tra i due, quello più arrabbiato dovrei essere io.

«Niente di che. La cara April ci stava gentilmente raccontando come vi eravate conosciuti. Non sapevo fosse stata la tua prima ragazza.» domanda retoricamente sorridendo, ma io quel sorriso lo conosco benissimo.

«Che c'è?! Sei per caso gelosa?» domando a bruciapelo conoscendo perfettamente le sue debolezze. Dice che non mi ama più? Bene! Che lo dimostri allora! La mia dolce cognatina è stata ben lieta di partecipare a questo mio nuovo piano, perché di certo quella balla che mi ha raccontato Catherine con quegli occhi mica me la bevo di certo. So perfettamente che c'è qualcosa che non va in tutta la situazione e intendo scoprirla al più presto. In fondo con Cat funzionano così le cose: lei è così trasparente che ci metterò pochissimo tempo a smascherarla. In fondo è così debole nonostante cerchi di nasconderlo che lei nemmeno lo sa. Grazie ad April potrò fare scattare in lei quella molla che neanche sapeva di tenere nascosta perché quando si ama realmente una persona non vorresti vedere il tuo uomo con nessun'altra a prescindere dal legame che li tieni uniti, perché la paura di perderlo permane fino alla fine dei giorni.

«Vorrei ricordarti che quella a lasciarti sono stata io, non di certo tu. Quindi perché dovrei essere gelosa?» domanda, ma la sua faccia afferma tutt'altra cosa. La gelosia la sta divorando e dentro di se non sa come fermare questo tornando che le sta coinvolgendo tutti gli organi presenti nel suo corpo: uno in particolare è palese che abbia accelerato la sua attività. Il suo cuore non la smette di battere e lei lo sa benissimo. Lo sa lei come lo so io.

Simon che ormai mi conosce da tantissimi anni corruga la fronte nell'osserva una scena simile. Non so se sia mai arrivato a conoscere la sorella di Claire, ma di certo non si è bevuto la mia stronzata. Oramai mi conosce troppo bene e lo capisce perfettamente quando sto mentendo.

Prendo per mano April chiedendole se le posso offrire un caffè. E lo vedo. Lo vedo come Cat stia sputando fiamme da tutte le parti del suo viso. Con gli occhi la incenerisce inconsapevole che il tutto sia una stupida messa in scena. E allora capisco di aver vinto, di aver ragione. Qui c'è qualcosa sotto che lei non vuole dirmi, ma io lo scoprirò.

«Penso che sia andata bene la messa in scena, o mi sbaglio? L'ho percepito il suo odio verso di me, nonostante fosse perfettamente a conoscenza che tra di noi non c'era più niente. Certo se mai ci sia stato!» ride correggendosi immediatamente per quello che stava per dire. La zittisco mentre continuiamo a camminare. Il mio piano è perfettamente riuscito e io sono orgoglioso di quello che sto muovendo. «Cosa pensi che ci sia realmente dietro il suo improvviso abbandono?» domanda a un certo punto April mentre svoltiamo l'angolo del corridoio senza farci vedere da nessuno. Non rispondo perché in fondo non so esattamente cosa le sia passato in quel momento per la testa. L'ho osservata in questi giorni e non è mai andata a lavorare. Il primo giorno pensavo che stesse lavorando da casa o almeno così pensavo fino al pomeriggio dato che non è uscita un minuto per prendere una boccata d'aria fresca. Rimanevo davanti casa sua, nascosto dentro la mia macchina sportiva mentre osservavo come Adam facesse avanti e indietro da quella casa. Dalla postura si percepiva che era preoccupato per qualcosa, o per meglio dire per qualcuno. Rimanere lì ogni giorno mi ha dato la certezza che c'era qualcosa che non andava. Era distrutta. Lo sentivo dentro di me che qualcosa non andava perché una donna che lascia il suo uomo non si lascia distruggere in questo modo rimanendo in casa per più di due giorni. Una donna che non ama più è felice finalmente di camminare per le strade respirando un'aria diversa, un'aria nuova che fino a quel momento non aveva mai respirato.

«Non lo so, ma so per certo che in tutto questo casino ci sia lo zampino di Ryan. Si è preso la mia azienda e non permetterò che si prenda anche la mia donna. Vuole giocare con il fuoco? Bene! Adesso è arrivato il momento di appiccare l'incendio.»

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