capitolo 8

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《Quindi Talete è nato nel 622 a...oddio non mi ricordo!》esclamò disperata Harper mentre io risi a non finire.

Era da ben mezz'ora che cercava di impararsi le date dei maggiori filosofi perché aveva avuto la brillante idea di farsi volontaria, anche se non sapeva le cose.

《Allie aiutami invece di ridere!》disse guardandomi male ed io smisi, asciugandomi una lacrima dagli occhi.
《Ok ok, perché hai deciso di farti volontaria se non sai nulla? Hai addirittura sbagliato la data》dissi e lei spalancò gli occhi.

《Come ho sbagliato?!》
《Si, Talete nasce nel 624 a Mileto, in una famiglia molto importante》
《Ma quello non era Anassimandro?》
《No cara Harper, Anassimandro invece nasce nel 610》
《Fatti tu volontaria! Cavolo, sai tutto!》esclamò alzando le mani al cielo facendomi ridere.

《Io sono stata già interrogata》
《Quanto hai preso?》
《9+》
《Ah, ma dai!》disse chiudendo il libro con forza e lì non resistei più che scoppiai a ridere più di prima, facendola sbuffare.

《Si si, ridi ridi, arriverà un giorno in cui sarai in ansia come me in una materia》ribbattè ed io smisi di ridere.
《Be matematica, io davvero lì sono negata》affermai e lei mi puntò un dito contro.
《Ah! Ecco una materia dove ti batto》disse ridendo ed io alzai le mani in segno di resa.
《Touché!》esclamai e scoppiammo a ridere.

Eravamo fuori al cortile, sedute sull'erba visto che avevamo un ora di buco e nella prossima avremmo avuto appunto filosofia.

《Oh mio dio!》esclamò sussurando, riaprendo di nuovo il libro di filosofia.
La guardai confusa e lei alzò gli occhi al cielo.

《Non ti voltare!》
《Perché?》
《Stanno arrivando》
《Ma chi?》
《Loro!》
《Loro chi Harper?》
《LORO!》esclamò quasi urlando, coprendosi il viso con tutto il libro.

A quel punto mi voltai e vidi Scott, Ethan e James venire dalla nostra parte.

《Ehi piccoletta!》
《Ehi idiota!》esclamai di rimando ed Ethan mi scompigliò i capelli con una mano, facendomi cadere all'indietro.

《Ehi ragazza misteriosa, è da un po che non ci si vede》disse Scott facendomi un occhiolino.

Faceva l'occhiolino a quasi tutto il popolo femminile e tutte ovviamente gli sbavavano dietro, solo che con me non attaccava.

《Ciao anche a te ragazzo acido》
《Perché acido?》
《Boh, giusto per darti un nomignolo come fai te》dissi e lui rise, sedendosi di fianco ad Harper, che non si era tolta ancora il libro dalla faccia.

James mi sorrise e si sedette accanto a me, seguito da Ethan, che guardarono confusi la ragazza davanti a loro.

《Harper perché tieni quel libro all'incontrario?》le domandò Ethan e lei parve come risvegliata da un lungo sonno, togliendo il libro e girandolo nel verso giusto.

Quasi scoppiai a ridere alla scena e lei arrossì immediatamente.
《Ehm...ecco, cioé...si legge bene al contrario sai?》disse in pieno imbarazzo.
《Davvero?》
《Si, ehm...è utile per rilassare i muscoli della mente, dovresti provare》disse e li non mi trattenni e scoppiai a ridere di gusto, portandomi una mano sulla pancia.

Tutti mi guardarono confusi, mentre Harper mi trucidò con lo sguardo.

《Allie piantala di ridere di me!》
《Scusa ma mi fai morire Harper》dissi e lei sbuffò, portandosi le braccia al petto incrociandole.

Subito l'occhio di Scott cadde su quella parte, ovvero il seno, che era leggermente scoperto dalla maglietta a V che si era messa quel giorno Harper e mettendo le braccia in quel modo , lo stava risaltando ancora di più.

Si aveva un bel seno prosperoso, a differenza mia che il mio era più piccolo.

Harper si voltò verso di lui e vedendo che gli stava guardando proprio lì, portò le braccia lungo i fianchi, spingendo Scott dalla spalla.

《Scott sei un pervertito!》
《Scusami bellezza, ma non è colpa mia se le tue tette escono fuori da sole dalla maglietta》affermò facendole l'occhiolino ed Harper arrossì all'istante.
《Non è affatto vero! Sei tu l'unico maniaco che va a vedere queste...queste cose》disse e lui scoppiò a ridere, seguito da me e gli altri due.

Harper era proprio innocente e molto delicata nel parlare, cioé l'opposto di me.

《Se ti sente mio fratello ti uccide》
《Chi? Bandana man? L'ho visto nella classe di matematica e stava appoggiato al banco forse dormendo》disse ed Harper alzò gli occhi al cielo.

Guardai l'ora e mi accorsi che mancavano solo 5 minuti all'inizio della lezione. Presi la borsa e mi alzai, seguita dallo sguardo di tutti.

《Signori, purtroppo devo lasciarvi per andare a lezione》dissi e tutti annuirono, poi Harper si alzò venendo dalla mia parte.

《Andiamo》disse ed io risi leggermente.
《Ma come? Non rimani con questi simpatici ragazzi che ti fanno i complimenti sulle tue fantastiche tette?》dissi e la vidi colorarsi di rosso tremendamente sul viso, prendendomi da un polso e trascinandomi con se verso l'entrata.

Sentimmo le risate dei 3 farsi sempre più lontane e non appena varcammo la porta, Harper mi tirò un leggero schiaffo sulla spalla.

《Allie io ti uccido!》
《Naaah! Tu mi ami》
《Ah no, hai perso quell'onore》disse e velocizzò il passo, arrivando dritta nella classe di filosofia.

Mi sedetti vicino a lei, continuando a sorridere furba.

《Eddai, sai che scherzo. Sono solo degli idioti》affermai e lei annuì soltanto, arrossendo leggermente.
《Basta che non ne parliamo più per il resto della giornata ok? Stasera te ne parlo meglio...》disse ed io la guardai confusa.

《Stasera dove scusa?》
《A casa mia ovvio》
《E quando l'avresti deciso?》
《Ah giusto! Mi ero completamente dimenticata...vorresti venire a casa mia stasera a dormire?》disse sorridendomi a trentadue denti.

Io alzai gli occhi al cielo sorridendo.

Questa ragazza era tutta matta: prima sembrava sul punto di farmi a pezzi, ora mi invita addirittura a dormire da lei per dirmi chissà che cosa.

《Mm va bene, accetto》dissi e lei sorrise ancora di più.
《Ma prepari tu la cena》l'avvisai e lei mise subito il broncio, facendomi sghignazzare.

Entrò all'improvviso la professoressa, chiudendo la porta in modo brusco, facendoci sussultare a tutti quanti.

Harper spalancò gli occhi e li chiuse subito dopo.

《Ok, posso farcela, posso farcela, posso farcela》
《Pensa a Scott che ti guarda le tette...》
《Allie io ti uccido, ti giuro!》

《Signorina Anderson, prego venga qua alla cattedra per iniziare l'interrogazione》la richiamò la professoressa e lei si alzò con il libro in mano, andando verso la cattedra.

Lei si voltò verso di me, cercando rasssicurazione, ma io portai le mani sul seno facendo finta di ingrandirlo con le mani.

Lei spalancò gli occhi e si rivoltò in avanti, sedendosi davanti alla professoressa.

Cercai di non ridere forte e cominciai ad ascoltare la sua interrogazione.

Chissà cosa avremo combinato quella sera a casa sua...

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora