capitolo 86

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ALLIE'S POV

Vuota.

Ecco come mi sentivo in quel momento.

Vuota.

Era passato un giorno e decisi la mattina stessa che avrei saltato scuola per un giorno, anche se sapevo che avevo un interrogazione importante, ma non me ne importò.

Avevo deciso di andare al maneggio e fare una passeggiata nel bosco con Spirit.

Avevo bisogno di pensare da sola, senza nessuno intorno.

C'era una breve pioggerellina che bagnava le foglie degli alberi che ci facevano da riparo.

Spirit camminò lentamente, spostando la testa di tanto intanto per guardare cosa si nascondeva dietro i cespugli.

Ripensai alle parole di Susan.

Sapevo che dovevo lasciar perdere.

Sapevo che aveva detto quelle parole solo per ferirmi.

Ma non potevo dimenticare il loro significato.

In tutti quegli anni in cui ero rimasta sola, avevo cercato di cambiare il mio essere interiore, cercando di diventare una persona migliore.

Cercando di risultare normale agli occhi delle persone e non come un'estranea che le era appena caduto il mondo addosso.

Così mi sentivo.

Un'estranea.

A volte pensavo che non centravo niente con il mio gruppo; a volte pensavo che stavano con me solo perché gli facevo pena e che non mi muovessi da sola come una nuvola passeggera.

Ma volevo davvero non credere a quello.

Volevo credere che forse loro tenevano veramente a me, anche se ero fatta così.

Ripensai al discorso fatto da Josh non appena ci conoscemmo, in quella camera la prima volta che giocammo ad obbligo e verità.

All'inizio non gli piacevo per niente, era vero, ma non potevo dimenticare le parole che disse, inerenti ai miei due migliori amici, che tra l'altro nemmeno conoscevo così bene a quanto pare.

Era tutto una nuvola di segreti e misteri nascosti, che io non potevo sapere o per lo meno scoprire, visto che ero la prima a tenere dei segreti.

Spirit si fermò per un momento per mangiare da un cespuglio, ma non gli dissi niente, continuando a stare immersa nella mia mente.

Le parole di Susan vorticavano inpersistenti nella mia mente, facendomi sospirare ogni momento.

Anche lei, non conoscendomi per niente, aveva capito che razza di carattere mi portavo dietro; che razza di persona fossi.

Ma ormai non potevo farci niente, ero così.

Tentavo sempre di isolarmi in quei momenti in cui sapevo di essere vulnerabile, sapevo che le persone avrebbero osato approfittare per farsi dire qualche mio segreto più profondo e personale.

Per cui mi rifuggiavo nella mia tana, stando con l'unico essere che sapevo di cui potevo fidare davvero.

Spirit, come se avesse letto i miei pensieri, nitrì piano, continuando con il suo andamento lento e tranquillo.

Gli poggiai una mano sulla sua criniera e sorrisi tristemente.

Era l'unico essere che non avrebbe potuto farmi domande di cui non volevo dare una risposta.

Anche se mi fidavo ciecamente di Harper e stavo incominciando a fidarmi di Melany, era meglio che neanche loro sapessero del mio carattere vulnerabile in quei momenti.

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora