capitolo 48

804 23 0
                                    

ALLIE'S POV

Sentivo come dei martelli all'interno della mia testa che ad ogni martellata mi facevano pulsare le vene sulle tempie in modo stratosferico.

Aprii gli occhi leggermente e guardai la stanza: eppure non me la ricordavo così ieri, era ben diversa.

Mi girai nel letto e richiusi gli occhi, accoccolandomi al cuscino accanto a me.

Un momento...

Il cuscino non può essere così caldo e non può avere un battito cardiaco...

Aprii di scatto, stavolta, gli occhi e guardai la figura accanto a me: Josh stava dormendo tranquillamente accanto a me, con un braccio sotto la sua testa e l'altro sopra la mia.

Spalancai di poco la bocca e cominciai a sudare freddo. Cosa cazzo era successo la scorsa notte?
Avevo un vuoto incredibile ed in più quel mal di testa non se ne voleva proprio andare.

《Devi smetterla di fissarmi così la mattina, altrimenti mi sciupi》lo sentii dire e subito dopo aprì gli occhi, facendo comparire quel sorriso beffardo sul suo viso.

Aprii e chiusi gli occhi in continuazione e mi sollevai a sedere.

《Ah...》gemetti dal dolore non appena una fitta mi colpì sia alla testa che allo stomaco.
Josh si alzò dalla sua posizione e mi guardò con occhi preoccupati.

《Ti prendo un'aspirina ok?》disse e subito dopo si alzò, andando a prendere le medicine nel bagno.

Perché cavolo era gentile con me?

Ritornò dopo pochi secondi con una pasticca bianca ed un bicchiere, riempendolo d'acqua.

《Tieni, ti farà bene》disse porgendomelo ed io, titubante, lo presi, bevendo tutto in un sorso.

Sospirai, riappoggiandomi con la schiena verso la testiera del letto e lo guardai: aveva un'espressione preoccupata in volto e la cosa mi sorprendeva.

《Perché fai così?》gli domandai dopo alcuni minuti e lui mi guardò confuso, sedendosi nel lato opposto del letto.

《Così come?》
《Come se ti importasse qualcosa di me》dissi con voce atona, priva di emozioni.

Lui sospirò e si passò una mano sul suo ciuffo nero.

《Allie smettila di farmi sembrare il cattivo della situazione》ammise ed io sbarrai gli occhi.
《Come sarebbe a dire?》
《Sarebbe a dire che da quando che ci conosciamo non facciamo altro che...litigare》disse quasi esasperato ed io lo guardai sempre più sbalordita.

《Ma se sei sempre stato tu ad attaccarmi con qualche frecciatina o battutina di poco gusto!》esclamai ad alta voce ma me ne pentii, portando una mano alla fronte.

《Si lo so che sono uno stronzo e...mi dispiace per quello che ti ho fatto passare》rivelò ed io aprii gli occhi di scatto, guardandolo attentamente.

Ma stava scherzando o diceva sul serio?

Calò un silenzio imbarazzante, che durò per alcuni minuti, rotti poi dalla mia risata incontrollata.

《Cosa ne hai fatto del Miller stronzo che conoscevo?》domandai ancora ridendo e notai sul suo viso spuntare un piccolo sorriso.
《Forse...quel Miller deve cercare di tenere a bada la sua rabbia repressa》ammise, guardandomi serio ed io smisi di sorridere, annuendo.

《Dunque...seppelliamo le nostre asce di guerra?》domandai, accennando ad un piccolo sorriso e lui annuì, ricambiando.
《Credo proprio di sì》e con quella frase, si alzò, andando all'armadio e prese una maglia nera a maniche lunghe.

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora