capitolo 21

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ALLIE'S POV

《Sono sfinita》mi buttai a peso morto sul mio amatissimo letto, facendo ridere Harper, che si sdraiò in pancia in sotto sul letto.

《Immagino, oggi sei stata davvero grande》esclamò ed io risi.
《È una cosa ormai normale per me, per cui non la vedo più grandiosa come un tempo》dissi sincera e lei annuì.

Mi alzai poi dal letto, guardando l'ora sul mio orologio sul comodino: erano ormai le 8 passate di sera.

《Hai fame?》domandai ad Harper, dirigendomi verso l'armadio per cambiarmi.
《Mmm...diciamo di sì》disse ridacchiando ed io le lanciai una maglia lunga.

Lei la guardò confusa.

《Non vorrai mica stare per tutta la serata con quei jeans stretti?》dissi ovvia e lei alzò gli occhi al cielo ridendo.

Io presi una felpa gigante, anch'essa lunga, che mi arrivava al di sotto delle cosce. La maglietta di Harper era lunga come la mia felpa e titubante si guardò più volte allo specchio.

《Dici che è troppo corta?》mi domandò ed io ridacchiai.
《Ma smettila! Siamo solo noi tanto, chi ti deve vedere?》dissi e lei annuì.

Andammo poi in salone, prendendo una mega coperta di quelle morbidose e accesi la tv, mettendo Netflix.

《Posso scegliere io? Ti prego ti prego ti preeego!》disse portando le mani davanti alla faccia in segno di preghiera ed io scoppiai a ridere, passandole il telecomando.

《Si ma niente di sdolcinato ok? Altrimenti decido io》dissi e lei annuì freneticamente, cominciando a girare sulle varie serie tv e film in prima pagina.

《Preparo i popcorn intanto》l'avvisai  ed andai in cucina, accendendo il microonde.

Nel frattempo che aspettavo che si cuocessero, mi voltai di spalle al microonde, appoggiandomi al ripiano della cucina e cominciai ad osservarla.

Era troppo grande per una ragazza di soli 18 anni. La casa era troppo grande per una semplice ragazzina come me.

Ripensai al giorno dell'incidente, quando rividi mio padre steso su quel lettino nella sala operatoria, inerme, senza vita. Tutta la mia intera vita cambiò da quel maledetto giorno.

Mia madre cambiò completamente. Io cambiai completamente. Ogni giorno per quasi 1 anno, ero sempre chiusa dentro alla mia camera, a rimanere sotto le mie coperte, a piangere disperata, soffocando i singhiozzi con le lenzuola per non farli sentire.

Sentii mia madre ogni notte piangere per la perdita di suo marito. Il clima ormai dentro quella casa si era ormai distrutto e col passare degli anni andò sempre peggiorando.

Mia madre col passare del tempo nemmeno mi rivolgeva più la parola, mi ignorava completamente, entrando e uscendo da quella casa per andare a lavorare nel suo ufficio in centro.

Io ero ogni giorno a casa, da sola, a soffrire in silenzio, con nessuno al mio fianco che potesse confortarmi o meno.

Poi arrivò quel giorno, quel fatidico giorno, in cui mia madre mi abbandonò, lasciandomi a casa da sola, per sempre.

Mi abbandonò al mio destino, non volendo più sapere di me e come andavo a finire.

Mi aveva scritto un biglietto, nemmeno me l'aveva detto a parole, un biglietto con scritto una frase ben chiara:

Ricomincerò la mia vita da capo, non voglio più sapere niente delle persone del mio triste passato. Spero che te la caverai da sola, so che sei forte bambina. Mi dispiace, mamma》

Risi amaramente a quel ricordo, a quel fottuto biglietto che stracciai in mille pezzi, buttandolo nella pattumiera ed urlai.

Urlai per la disperazione, urlai per il mio gran dolore che avevo come un macigno dentro di me. Urlai per un padre perso troppo presto, per una madre che mi aveva abbandonata senza un reale motivo. Urlai per la perdita del mio amato eroe, del mio grande eroe, colui che c'era sempre stato per me, ovunque io andassi.
Urlai per tutto quello che era successo, accasciandomi a terra, sbattendo i pugni ripetutamente per terra, facendomi male.

Ma urlai sopratutto perché ormai ero sola. Ero rimasta da sola, con le mie forze.

Avevo soli 16 anni, come potevo cavarmela? Come potevo affrontare tutto quello?

E ringraziai che già mi ero iscritta al maneggio, che cominciai a fare amicizia con Ethan, con Kate, con tutti coloro che erano là.

Pensai che non ero più sola.

Cominciai a diventare più autonoma, anche vivendo in casa da sola, cominciai a cucinare, a pulire la casa, a stirarmi e lavare i miei vestiti.

Ebbi molti dubbi sull'abbandono di mia madre, ma una cosa che mi era sempre rimasta era che forse quel abbandono, lo aveva già premeditato da tempo, ormai.

Ecco perché mi aveva portata al maneggio e che dovessi accettare di lavorare con loro, perché sapeva che altrimenti sarei rimasta completamente da sola, che in qualche modo avrei avuto qualcuno accanto a me.

Ma...come posso saperlo? Come posso sapere se tutto questo lo aveva organizzato da mesi o che era successo tutto per un caso?

Tutt'ora non lo sapevo e pensavo che non l'avrei mai scoperto, infondo era da ben 2 anni che non vedevo mio madre.

Mi mandava solo per via posta ogni mese alcuni soldi, per forse mantenermi, ma più di quello del resto, non l'avevo proprio più vista e ne sentita.

Il microonde suonò, risvegliandomi dai miei pensieri che ormai dovevo conviverci.

Presi una ciotola e ci misi dentro i popcorn, andando verso il soggiorno.

Harper aveva scelto una serie tv da vedere e risi nel vedere cosa aveva scelto: Shadow hunters.

Mi sedetti e con la coperta mi coprii le gambe, appoggiando la ciotola in mezzo a noi.

《Come mai questa serie?》domandai curiosa e lei sorrise a trentadue denti.
《Perché ci sono dei fighi della madonna, cioé guarda Alek e Jace...ne vogliamo parlare?》domandò ovvia ed io scoppiai a ridere, mettendo play al primo episodio.

Sospirai nel ricordare che su quel divano, ogni sera, ci sedevamo io e mio padre a guardare ogni volta un cartone disney diverso.

Io seduta tra le sue gambe e lui dietro di me che mi abbracciava, cominciando a cantare le canzoni che si sentivano ogni volta che cantavano.

Alcune volte si univa a noi mia madre, ridendo per la scena buffa che le toccava vedere ogni sera, ma alla fine era felice.

Noi eravamo felici, come una vera e propria famiglia.

Sentii dopo un po il campanello suonare ripetutamente ed entrambe sobbalzammo dal divano.

Guardai l'orologio e notai che erano ormai le 9 e mezza di sera.

《Chi è Allie?》domandò preoccupata Harper ed io scossi la testa, andando nello sgabuzzino.

Uscii tenendo tra le mani una mazza da baseball e lei spalancò gli occhi.

《Cosa ci fai con quella?》
《Se dovesse essere un ladro o un assassino, saprei come difendermi》dissi e la vidi agitarsi sempre di più, mentre io mi avvicinai alla porta silenziosamente.

Il campanello continuò a suonare e di colpo aprii la porta, portando la mazza dietro le mie spalle.

Spalancai subito dopo gli occhi nel vedere chi fosse.

Ethan alzò le mani in segno di resa e mi guardò con occhi sbarrati.

《Wo wo, accogli così tutti i tuoi ospiti?》domandò ed io lo guardai più incredula, notando che dietro di lui c'erano tutti i ragazzi.

Ma che cazzo stava succedendo?

Non eri nei miei pianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora