Capitolo 19

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Il silenzio aleggiava fra le studentesse come un vento rinfrescante, riempiendo la stanza e sussurrando lievi parole di conforto alle orecchie delle ragazze quando passava su di loro, posandosi sui loro corpi addormentati e adagiandosi alle loro forme come una coperta pesante; viaggiava sul pavimento, sollevandosi fino al soffitto come una specie di palloncino: si gonfiava, godendo della sua stabilità, e sfruttava il completo non-rumore per salire, levarsi come vittima di un incantesimo, e toccare il soffitto, flettendosi sulla volta in legno e compattandosi con essa, spargendo il suo effetto soporifero rilassante per tutta la stanza; cadeva in piccole gocciole, come pillole, sulla pelle delle scolare, lasciando che sotto il suo tocco le cellule si rigenerassero, vittime inconsapevoli della bellezza inconsunta del silenzio che le copriva come una specie di bolla.
"Driiin"
La sveglia disegnò una crepa sulla bolla, rompendola irrimediabilmente, mentre con un piccolo pop la stanza tornava alla vita.
"Porca puttana!"
"Alice!"
"Sono stata io, cugina"
Rose strinse gli occhi. Li aprii all'improvviso, girandosi di scatto, fendendo il leggero sole che trapassava dalla tende scarlatte.
Si alzò a sedere, osservando la stanza in penombra, mentre i corpi delle sue compagne di stanza si muovevano all'unisono, cercando di districarsi dal labirinto di coperte nel quale erano sprofondare la sera prima, mentre gli ultimi residui del sonno svanivano, come briciole di pane mangiate dagli uccelli voraci, per lasciare il posto alla consapevolezza delle prime lezioni dell'anno.
"Chi mi ha chiamato?" Domandò la voce impastata di Alice, mentre le ultime parole venivano inghiottite dalla stanchezza di uno sbadiglio.
Rose si passò una mano sugli occhi.
"Niente"
Si scoprii dalle coperte, l'impprovviso freddo le colpii le gambe, ma lei quasi non se ne rese conto. Scese dal letto, andando verso le finestre e, con un unico scatto deciso, le afferrò e le aprii, lasciando che la luce del sole entrasse come una lancia gialla nelle stanza.
Simultaneamente, si levarono i lamenti delle sue compagne, in perfetto accordo con i raggi che solleticavano le loro palpebre ancora stanche.
"Rose" sibilò Alice, ancora lottando con le coperte. Sbuffò e le lasciò stare, si tirò su sui gomiti, i capelli castani scompigliati e gli occhi che lanciavano lampi. "Chiudi.Quella.Finestra.Ora."
Rose si voltò verso di lei, spostandosi i capelli rossi con le mani.
"Vuoi arrivare in ritardo i primi giorni di lezione?"
"Non mi disturberebbe, si"
Rose la guardò male, inclinando la testa di lato.
"Cosa?"
"Muoviti a prepararti, Alice, non esiste che io arrivi tardi" disse Rose e, con un ultima occhiata di avvertimento verso l'amica, si diresse al bagno, chiudendosi la porta alle spalle. La luce soffusa entrava nella stanza, posandosi sulle mattonelle chiare e pulite come adesivi, allungando le sue mani gialle per toccare tutto, dagli specchi grandi quasi per intero, ai lavandini che brillavano sotto la sua luce, tingendo il manto in acciaio con piccoli brillantini dorati.
Rose scosse la testa, raccogliendo i capelli in una coda bassa, e si diresse al lavandino. Lo specchio era proprio davanti a lei.
Rose, un po' intimorita, studiò la sua immagine riflessa, facendo scorrere gli occhi azzurri su tutta la sua pelle.
Strinse le mani al lavandino, alzandosi sulle punte.
Forse non c'era. Forse lui aveva torto.
Però... Il desiderio che avesse ragione ardeva come fuoco rovente nel cuore di Rose. La ragazza si sospinse in avanti, avvicinando il viso alla sua replica, senza neanche riuscire a distinguere quale fosse il vero e quale la copia senz'anima.
Il suo naso sfiorò la superficie fredda.
Solo un secondo.
I tonfi della porta la fecero sobbalzare, riempiendo l'aria come proiettili.
"Rose!" La voce di Roxanne, abbastanza arrabbiata, le arrivò soffusa da dietro la porta "muoviti, non abbiamo tutto il tempo che vogliamo"
"Ar-rivo" balbettò Rose, cercando di nascodnere il tremore nella voce.
Roxanne si interruppe un attimo, come se avesse percepito qualcosa.
Rose trattenne il fiato.
Con uno sbuffo, Roxanne si girò, e Rose sentii i passi che si allontanavano sempre di più.
Lasciò andare il fiato in un sospiro di sollievo.
Non poteva più perdere tempo.
Aprii l'acqua, chinandosi verso il lavandino e lavandosi la faccia. Non lanciò più occhiate al suo riflesso.
Rose prese un asciugamano e si asciugò la pelle, strofinando le lentiggini che ricoprivano per intero il suo volto.
Posò l'asciugamano e uscii, entrando nel più completo caos del suo Dormitorio.
I vestiti volavano da una parte all'altra, attraversando l'aria come frecce di multi colori, mentre la luce del sole sottolineava il loro tragitto con scie dotate; cadevano lentamente al suolo, gonfiandosi a palloncino in modo molto simile a un paracadute.
Scarpe, pantofole e altri oggetti più o meno pesanti atterravano violentemente sul pavimento, riempiendo con il loro tonfo pesante le pareti, e rendendo più pazze le cinque ragazze.
Gli strilli, invece, fendevano i timpani come lame sulla pelle.
"Alice, vuoi Alzarti!"
"Padma, ridammi immediatamente le mie scarpe!"
"Rox, non rompere!"
"Tu a me non lo dici..."
"Mi devi ancora restituire il vestito rosa, Sam!"
"Ma che dici!"
"Alice!"
A volte le voci si sovrapponevano, lasciando un attimo interdette le proprietarie, ma le parole si sentivano bene, scandite chiare, viaggiavano sulle pareti come palle rimbalzati.
Estremamente fastidiose.
Rose sbatté la fronte al muro, mentre le sue compagne continuavano con la lite.
"Sam dammi quel vestito!" Gridò Padma Finnigan, in piedi sul suo letto, prendendo un cuscino come fosse un arma.
Dall'altra parte della stanza, Sam Wood la fissò in cagnesco, una mano dentro il baule e l'altra che brandiva la bacchetta.
"Alice Longbottom!" Ringhiò Roxanne, i capelli neri ingarbugliati sulla sua testa come elastici "o ti alzi tu, o ti giuro che vengo la a prenderti"
Alice si tirò su sui gomiti, riducendo gli occhi a due fessure.
"Fallo" la sfidò, nello stesso momento in cui Sam diceva "vieni a prendertelo"
Roxanne e Padma scattarono all'unisono, una contro l'altra, e per poco non si urtarono nel volo.
Rox spiccò un balzo tanto alto da sembrare più un canguro che una sedicenne, e atterrò sgraziatamente sul letto di Alice, mentre questa strillava il suo dissenzo ricoprendo l'invasore di insulti.
Padma, invece, scese di botto dal letto, dirigendosi verso l'amica e allungando le mani verso il baule della ragazza.
"Roxanne, spostati!"
"Lo hai voluto tu"
"Padma, mollami!"
"Scordatelo!"
Rose lanciò uno sguardo verso Sam e Padma, impegnate in una specie di Wrestling verticale sul baule della prima, e poi ad Alice e Roxanne, una sopra l'altra, che lottavano ancora in pigiama con in sottofondo i lamenti del letto.
Ci mise un attimo a decidere dove dirigersi.
"Roxanne, scendi da Alice!" Urlò, mentre le altre due ragazze si tiravano i capelli. Rose lanciò loro una breve occhiata, prima di saltare sul letto e afferrare la cugina per la vita.
"Ahhh! Mollami, Rose" si dibatte Roxanne, scalciando l'aria, mentre con uno sforzo immane Rose la gettava giù dal letto.
Alice sospirò di sollievo.
Roxanne cadde come un sacco di patate nero sul pavimento, e dal botto che procurò doveva anche essersi fatta molto male.
Si tirò seduta, spostandosi i ricci neri dagli occhi e massaggiandosi la testa.
Portò gli occhi scuri su Rose.
"Non eri tu a voler arrivare in orario alle lezioni?"
"Si" Rose rispose affannata. Si chinò sulle ginocchia "possibilmente tutte intere, però"
Roxanne sbatté le palpebre, fissandola perplessa.
"Cosa c'è?"
Rox si alzò, l'espressione sempre confusa e una mano che si toccava la fronte a intermittenza.
"Non posso andare a lezione in orario e non spaccare qualcosa.
Devo per forza fare entrambe le cose"
Rose chiuse gli occhi, maledicendo chiunque le avesse dato una cugina così pazza.
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Alla fine, le quattro ragazze scesero di sotto, indossando la loro divisa perfettamente e in ordine.
Sam e Padma se ne erano andate dopo di loro, e Rose non sapeva come fosse andata a finire la lite delle scarpe e del vestito.
Aveva paura a chiedere.
Lei, Roxanne e Alice, però, stavano già attraversando i corridoi di Hogwarts, spalancando le porte della Sala Grande e dirigendosi al tavolo dei Grifoni.
I ricci di Roxanne erano stati domati, e, seppur rimanevano ancora liberi di movimenti propri, cadevano con una parvenza di eleganza e ordinatezza adatta alla scuola. Ballavano sulla testa della mulatta a ogni movimento, rimbalzando coma una pallina di ping pong.
Alice, invece, aveva stretto i capelli castani nella solita cosa alta, e ora ondeggiava dietro le sue spalle come un arbusto al vento.
Rose si sedette al tavolo, al fianco di Roxanne, trovandosi a fissare quasi incredula tutti i Tassi che si stavano preparando a fare colazione.
Riconobbe Frank e Lorcan, uno accanto all'altro, che parlavano fitto fitto, e, dietro di loro, al Tavolo dei Corvonero,Molly II, Dominique, e Lucy, le cravatte rispettivamente di Grifondoro e Tassofrasso delle ultime due che stonavano con l'azzurro-blu della Casa di Molly.
Ma nemmeno le regole delle Case potevano impedire a quelle tre di consumare i pasti insieme.
Rose sorrise internamente, mentre Alice le si sedeva difronte, oscurandole la visuale.
Rose trattenne uni sbuffo.
"Allora" disse Roxanne, allungandosi sul tavolo per prendere del succo di zucca "voi che materie seguite, quest'anno?"
Rose prese del becon e se lo mise nel piatto.
"Antiche Rune, Difesa Contro le Arti Oscure, Babbanologia, Erbologia, Pozioni, Incantesimi ,Trasfigurazione e Cura delle Creature Magiche" rispose velocemente.
"Fiù" Roxanne fece un sospiro ammirato "Tanta roba"
"Io seguo Babbanologia" disse Alice, prendendo delle uova e sorbendosi un occhiataccia da Roxanne "Difesa, Pozioni, Trasfigurazione, Cura delle Creature Magiche, Divinazione e Incantesimi, Erbologia"
"Bha" fece Roxanne, bevendo il suo succo. Abbassò il bicchiere e si pulii la bocca "sono esattamente come te, Alice, questo vuol dire che posso tenervi d'occhio"
Alice la fulminò con lo sguardo, addentando furiosamente il suo uovo.
"Più o meno come me" disse Rose, cercando di prendere in mano la situazione e di intercedere fra gli sguardi furiosi che le sue amiche si stavano lanciando "e come Albus, più o meno seguiamo tutti gli stessi corsi"
Alice si voltò verso di lei, un soppracciglio inarcato.
"E perché sai di Albus?"
"Perché è mio cugino"
"Non fare l'ingrata, Longbottom" la stuzzicò Roxanne, che venne bellatamente ignorata.
Alice inclinò la testa di lato, la coda castana si adagió sulla sua spalla.
"E te lo sei imparata a memoria?"
"Si" Rose la guardò ovvia, versandosi del succo.
"Minkia" si complimentò Roxanne, guardandola un attimo a occhi sgranati, per poi tornare a mangiare la sua colazione. Stirò un ghigno "bhe, almeno rendi le cose più facili..."
Rose non capii.
"E perché lo hai detto?" Chiese Alice, socchudendo gli occhi e guardandola truce.
"Oh, tranquilla Alice" Roxanne le rivolse un sorriso sporco "qua nessuno cerca di rubarti le cose"
Rose fece scattare le soppracciglia verso l'alto, ora più confusa che mai.
"Bhe.. perché lo ritenevo importante..."
"Credi che ci interessi?" Sibilò l'altra, sporgendosi sul tavolo con i gomiti. La coda le cadde nel piatto.
"O non so Alice, a te interessa?" Le fece scherzosa Roxanne, puntandole contro la forchetta. "Sai, il nostro cuginetto é molto-"
"Perché lo chiedi?" Domandò Alice, brusca, non riuscendo tuttavia a nascondere un vago rossore sulla guancie, probabilmente dovuto al caldo nella Sala.
"Bhe, sai sappiamo che ti interessa..." Rox lasciò la frase in sospeso, guardandola allusiva.
A Rose sfuggii una risata, e si beccò un occhiataccia dalla castana.
Alice sbuffò, alzandosi.
"Si, molto divertente"
Rose, che si era impegnata per trattenere le risate, tornò seria.
"Stavamo scherzando" disse calma, guardandola con i grandi occhi blu.
"Ah ah, che divertente!" Sbottò Alice, prendendo la sua borsa e issandisela in spalla.
"Ohh qui qualcuno si é offeso o sbaglio?" Disse Roxanne, la voce di scherno.
Rose le diede una gomitata.
"Alice, dove vai?" Chiese all'amica, che si stava armando di uova.
"Dal nostro cugino Albus?" Domandò Roxanne, allusiva, beccandosi un altra gomitata da parte di Rose.
"A lezione!" Ringhiò Alice, allontanandosi dal tavolo.
Roxanne si alzò, gridandole dietro.
"Tranquilla, vi lascieremi la vostra Privacy!"
"Fottiti" Alice alzò un dito medio nella sia direzione.
"Ali, dai, andiamo insieme!" Provò a dire Rose, ma l'amica non la sentii.
Aveva tenuto la voce bassa temendo di attirare troppo l'attenzione.
Alice scomparve oltre le porte della Sala Grande, la borsa in spalla che la piegava sotto il suo peso.
Roxanne sbuffò, tornando seduta.
"Che permalosa..."
"Anche tu avresti potuto smetterla" la rinbeccò Rose, prendendo un pezzo di Becon. La cugina alzò gli occhi al cielo.
"Quando saremo in classe le sarà già passata, sai come é fatta meglio di me" disse, tornando a mangiare.
"Lo spero" borbottò Rose, affondando con la forchetta il suo cibo.
Qualche minuto dopo avevano finito, e si stavano dirigendo ai sotterrani.
Quel posto era quasi sempre pieno di muffa, e l'aria pesante, come se il Lago schiaccesse quel piano sotterraneo.
L'illuminazione era così scarsa che Rose più volte diverte accendere la sua bacchetta, giusto per controllare dove metteva i piedi.
Roxanne, invece, saltellava allegra al suo fianco, incurante dei possibili rischi.
Rose non sapeva come facesse.
"Credi che Alice sarà ancora arrabbiata?" Chiese alla cugina, mentre continuavano ad avanzare e un capannello di studenti fece il suo ingresso nella loro visuale.
Roxanne si strinse nelle spalle.
"No, non credo"
"Io penso di sì" mormorò Rose.
Rox fece scattare la testa verso di lei, i ricchi neri le frustrarono il viso.
"Scommettiamo?"
Rose si fermò, fissando la cugina per chiederle mutamente se fosse seria i meno. Roxanne replicò il suo sguardo, senza ombra di ilarità a fare capolino nel suo volto.
Rose sbuffò, continuando a camminare e dandole una spallata.
"Andiamo..."
La classe stava entrando, quando le due cugine raggiunsero i compagni.
Non era molto numerosa, solo poche persone avevano preso Oltre Ogni Previsione, per riuscire a entrare nella classe anche il sesto anno.
Rose e Roxanne entrarono nell'aula circolare, la semi oscurità ragnava sovrana negli angoli più nascosti e inospitali. Spesso, da quanto Rose aveva potuto osservare, quei posti erano stati occupati dalle persone che volevano esiliarsi dalla materia, e non essere viste mentre si distraevano.
Rose afferrò la cugina per un braccio, spronandola ad accelerare il passo, mentre con gli occhi cercava Alice.
La individuò subito: era seduta ai primi banchi, due posti vuoti ai suoi fianchi, con i libri di testo già sparsi sul tavolo e le braccia incrociate al petto, lo sguardo azzurro che si perdeva chissà dove seguendo il flusso di congetture della ragazza.
Rose sorrise e, tirando a forza Roxanne, le si avvicinò.
Si fermò davanti a lei, aspettando un ok, mentre teneva ferma Roxanne per non farla andare via.
Alice alzò le iridi chiare, guardandole scocciata.
"Che aspettate?" Sbuffò "sedetevi"
Rose lasciò andare la cugina, prendendo posto alla destra dell'amica. Roxanne si sedette dall'altro lato.
"Scusate" mormorò Alice stancamente, passandosi una mano sugli occhi chiusi "non so cosa mi sia preso prima"
"Oh capita" le rispose Rose, tranquilla.
"Bhe" Roxanne stirò di nuovo un ghigno, gli occhi marroni brillarono di una scintilla che non prometteva niente di nuovo "io ho qualche idea su cosa-"
Rose si allungò, mollando le un pestone sul piede.
"Ahia" esclamò Alice, guardandola male. Socchiuse gli occhi "ma che hai?"
"Scusa" mormorò Rose, fulminando la cugina con lo sguardo.
Roxanne alzò gli occhi al cielo.
"Bene, studenti! Avete preso tutti posto?" La voce giovanile di Lumacorno fece sobbalzare le tre ragazze, che puntarono all'unisono gli occhi sul professore. Erano tanto impegnate a parlarsi fra di loro che si erano dimenticate di essere in aula, a scuola.
Il professore, intanto, sorrise sognante, passando in rassegna gli occhi sulla classe.
"Sono così felice che ci siate tutti.
Vedrete, sarà un anno divertente anche se dovete studiare per i M.A.G.O, ma non temete, se vi applicherete e studierete con costanza seguendo i miei consigli, riuscirete a passarli"
"Mi scusi, professore" disse una voce strascicata con una nota di ironia appena percettibile, dietro Roxanne "ma, fino a prova contraria i M.A.G.O sono l'anno prossimo, non ora.
Sa che siamo al sesto anno, vero?"
Rose, come gli altri studenti, si voltò verso chi aveva parlato.
Scorpius aveva ancora la mano alzata a metà, un espressione scocciata sul volto, e gli occhi grigi che fissavano inespressivi il prof.
Lumacorno rimase un attimo spaesato, proprio come il resto dei presenti. Perfino Albus, accanto all'amico, lo guardava come se fosse appena impazzito.
Ed era una reazione plausibile.
Scorpius Malfoy si era sempre distinto per la sua educazione e il rispetto che provava verso i professori.
Non era mai successo che interrompesse una lezione né, tanto meno, che desse a un insegnate - per giunta a Lumacorno, uno dei pochi che lo aveva distinto dal cognome - del rintronato.
Lumacorno rimase un attimo in silenzio, grattandosi la nuca.
"Bhe, signor Malfoy, non ho mai sofferto di perdita di memoria a breve termine" stiracchiò un sorriso "non penso che sia arrivato il momento proprio ora"
"Sa, professore, con l'età che avanza..." Ghignò Scorpius, lasciando basiti tutti.
Albus gli mollò uno scappellotto dietro la nuca, fulminandolo con gli occhi verdi.
Oh Merlino.
Lumacorno lasciò cadere la mascella, fissando il ragazzi da sopra la massa riccia di Roxanne.
Non nascondeva bene lo sgomento.
"Speriamo di no, signor Malfoy" disse, lanciadoli un occhiata non troppo buona. Si voltò per tornare alla cattedra.
"O lo spero per lei!" Urlò dietro Scorpius, ghignando.
Albus gli mollò un altra pedata.
Lumacorno si voltò verso di lui, lo sguardo corrucciato.
"Signor Malfoy, se interruppe di nuovo la lezione la mando dalla preside e toglierò punti alla sua Casa.
É un avvertimento" disse Lumacorno, calmo, i baffoni da tricheco tremolavano sulla bocca, come se si stesse trattenendo dal dire altro.
Scorpius sbuffò.
"Bhe-"
"Professore, le assicuro che Scorpius non interromperà più la lezione" intervenne Albus, tirando una gomitata nelle costole dell'altro.
Scorpius lo fulminò con gli occhi.
"Bene, grazie signor Potter" Lumacorno sorrise. Lanciò un ultima occhiata ai due Serpeverde e tornò aspettare. "Bene, in questo anno (che il signor Malfoy si é premurato di specificare come sesto) studieremo pozioni più avanzate di quelle viste fino a ora"
"E meno male" borbottò Scorpius, troppo a bassa voce per farsi sentire dal Prof ma abbastanza alto perché Rose, Alice e Roxanne lo capissero "se no rimaniamo sempre allo stesso punto."
"Sta zitto" gli intimò Albus.
Scorpius alzò gli occhi al cielo.
"É inutile che parli così, Al solo perché ora ci può sentire" sussurrò Scorpius, ignari delle tre paia di orecchie che lo ascoltavano "sai cosa penso di lui:
É solo un idiota patentato che é riuscito a mantenere il suo posto qui solo grazie alla Seconda Guerra Magica"
"Questo non é vero!" Si infervorò Rose.
Scorpius e Albus posarono gli occhi su di lei, rendendosi conto che li stavano ascoltando.
Albus mise su una faccia offesa, mentre Scorpius si limitò a inarcare un soppracciglio biondo.
"A tu dici, Weasley?" Le chiese a bassa voce, in modo che solo loro cinque potessero sentire "non é che vuoi fare solo la ruffiana?"
Rose si sentii accendere dalla rabbia, mentre Roxanne socchiudeva pericolosamente gli occhi, fulminando Scorpius con lo sguardo.
Rose si tirò indietro sulla sedia, e si sporse oltre Alice. Parlò e, nonostante la voce bassa, una nota chiaramente irosa spiccava fra le file di suoni.
"Scorpius, Horace Lumacorno ha combattuto coraggiosamente durante la Guerra, ed ha anche affrontato Voldemort prima Di Harry, si merita il suo posto qui" lo difese Rose, cercando di rimanere il più calma possibile e di non risultare scortese agli occhi del ragazzo.
Scorpius si spinse in avanti, urtando il suo calderone.
"Adesso lo chiami anche per nome?" Le chiese "Weasley, non sapevo foste così in intimità"
La mascella di Rose cadde, mentre gli occhi le si sgranarono e un lieve rossore si propagava sulle sue guance.
Era troppo sconvolta per rispondere.
Albus fissò sorpreso l'amico, mentre Alice prendeva uno sguardo scandalizzato.
Roxanne, invece, aveva la risposta pronta.
"Malfoy, cosa ti é successo in quest'estate, hai deciso che fare il bravo ragazzi é passato di moda?" Domandò, la voce piccante.
Scorpius la fulminò con lo sguardo, gli occhi grigi accesi.
"Chiudi quella fogna, Weasley!"
Rose lasciò cadere la mascella ancora più giù.
Nonostante non conoscesse bene Scorpius, si erano sempre bellatamente ignorati e, anzi, lui era sempre stato molto rispettoso.
Non si era mai rivolto in quei termini, a nessuno.
"Scorpius smettila, ti stai solo rendendo un grandissimo ridicolo, e spero che tu non fossi serio, prima"
Come se avesse riaqquistato la parola, Rose sussurrò la frase, indirizzandola con ira verso il Serpeverde.
Affilò lo sguardo azzurro, mentre i suoi occhi mandavano lampi.
Scorpius le lanciò un occhiataccia.
"Cosa é Weasley, prima difendi me da lei e ora lei da me? Hai cambiato sponda nel giro di un giorno?"
"Ragazzi!" Lumacorno li richiamò all'ordine, sbattendo una mano sulla cattedra.
"Accidenti" sussurrò Alice "non mi ero accorta di lui"
"Potreste seguire la lezione, per favore?" Chiese, severo "mi sembrava di aver detto al Signor Malfoy di non interrompere più la lezione"
Scorpius alzò gli occhi al cielo.
"Si, ci scusi professore" disse Rose, guardandolo mortificata.
Lumacorno si addolcii.
"Oh, non fa niente signorina Weasley!" Agitò una mano in aria, mentre Scorpius borbottava un insulto a mezza voce "l'importante é che ora presti attenzione."
Rose sorrise.
"Ovviamente, professore"
"Bene" Lumacorno batté le mani, tornando a spiegare.
Ma Rose non lo ascoltava più, le parole di Scorpius le vorticano nella testa, riempendo il suo cervello e impedendole di concentrarsi.
Lanciò un occhiata al ragazzo in questione, stravaccato sul banco che giocava con la piuma, sotto gli sguardi di fuoco di Albus.
Che cosa voleva dire? Si era offeso perché lei aveva preso le parti di Roxanne e non le sue?
Ma non aveva senso. Non c'era alcun filo logico che collagasse quel ragionamento alle parole di Scorpius.
Gli lanciò un altra occhiata, perplessa.
Scorpius, poi, non avrebbe dovuto essere sorpreso. Avrebbe dovuto aspettarserlo, saperlo in anticipo.
Anche se erano solo conoscenti, quella consapevolezza doveva essere consolidata in lui, dopo tutti quegli anni e estati passate insieme.
Lei era e sarebbe sempre stata dalla parte delle vittime, indipendente da tutto.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora