Capitolo 29

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"Porco Merlino!"
Rose sospirò, troppo avvezza alle imprecazioni di Alice per esserne realmente sorpresa. Ormai non aveva neanche più bisogno di sentirla: si conoscevano da così tanto tempo che Rose riusciva a prevedere quando Alice avrebbe imprecato. E la sua precisione era impeccabile; probabilmente le lezioni di Divinazione, quel poco che me aveva prese, erano servite.
Rose si voltò piano, inarcando un soppracciglio. Dovette trattenersi dal ridere.
Alice, i capei sciolti che ricadevano disordinati sulle sue spalle, era stesa per terra, gambe all'aria, immersa in un mare di libri voraci che sembrava volessero mangiarla. I colori allegri e vivaci delle copertine stonavano molto con la faccia rossa e l'espressione irosa sul volto di Alice, che spiccava in quell'insieme di colori univoci e delle stesse tonalità dell'arcobaleno come un ombra in un pomeriggio pieno di sole.
"Rose, non ti azzardare a ridere!" La minacciò Alice, e Rose dovette premersi con forza una mano sulla bocca per non far trapelare alcun suono. Alice provò a rialzarsi, districandosi da quelle pagine piene di informazioni, con scarsi risultati. Si mise sui gomiti, cercando di alzare il resto del corpo con la forza delle braccia, ma sembrava che qualcosa la attaccasse al terreno, come una specie di calamita. Sbuffando scocciata, Alice lasciò perdere, ricadendo pesantemente al terreno. Ci provò una seconda volta, aiutandosi con la spinta delle gambe. Niente. Pareva incollata al terreno di marmo.
Quando falli per la terza volta, Rose si era ripresa, smettendo di ridere e lasciando che l'ilarità sul suo volto sfumasse per fare spazio alla premura.
Rose prese un sospiro e, gentile, le sorrise.
"Serve aiuto?"
"Oh no" disse Alice con l'affanno, mentre cercava ancora di alzarsi "no, certo che no, Rose, non vedi come mi sto divertendo? Ho sempre desiderato tanto rimanere incagliata fra degli stupidi libri - se li difendi" aggiunse, riconoscendo lo sguardo contrariato che aveva fatto capolino negli occhi di Rose  "giuro che metto fine alla nostra amicizia."
Rose sorrise, piegandosi sulle ginocchia e mettendosi al suo fianco. La gonna di Hogwarts si aprii sotto di lei come un fiore.
"Bhe" disse spazzolandosi la stoffa "allora posso andare"
Il tonfo che fece il corpo di Alice cadendo al terreno, probabilmente per la fatica mischiata alla sorpresa, fu una risposta più chiara di un "NO" urlato contro di lei.
Rose scosse la testa e, presa la bacchetta, l'agitò sul groviglio informe di braccia, gambe, libri e pagine.
Meno di un attimo dopo, gli oggetti inanimati venivano portati via dal corpo di Alice, volteggiando nell'aria come piume al vento e creando una corrente di colori cromatici che, ordinatamente e con la stessa calma di un fiume, si dispose al suo fianco, rientrando nella borsa ancora aperta in una cascata di strisce luminose quasi accecanti.
Alice perse un attimo a guardarlo, gli occhi colmi di gioia, sorpresa (probabilmente aveva creduto ci sarebbe voluto più tempo - abbastanza per saltare la lezione) e ammirazione che conferivano una nota vacua alle iridi chiare, e poi, come se si fosse ridestata all'improvviso, rotolò di lato, scivolando via dalla zona dell'incidente.
"Però" disse distesa sulla schiena, lo sguardo perso oltre le volte del soffitto del corridoio, che venivano inghiottite da un oscurità per la quale le candele erano troppo lontane per scalfirle, "é stato facile"
"Per te" replicò Rose, dolce, senza rancori. Si alzò e porse all'amica una mano.
Alice, ancora riflettendo sugli angoli invisibili alla vista del castello, quasi non la notò, e Rose dovette richiamarla un paio di volte prima di avere la sua attenzione.
"Eh?" Fece lei, muovendo pigramente gli occhi e mettendo a fuoco la figura di Rose. "Oh già" allungò una mano e, afferrata quella lentigginosa di Rose, si issò su, spazzolandosi distrattamente la veste.
"A che stavi pensando?" Chiese Rose, mentre rimetteva la sua bacchetta in una tasca interna della gonna.
"Mm" Alice si chinò per afferrare la sua borsa. Si chinò su di esso e ne estrasse qualcosa. "Al fatto che sono senza coda"
"Ed è tanto grave?"
Alice, le mani che già armeggiavano con la matassa di capelli marroni e cercavano di raccoglierli in un laccino, la guardò accigliata e vagamente ovvia.
"Ma certamente"
"Interessante" Rose si chinò a prendere la borsa, nascondendo il fatto di alzare gli occhi al cielo: l'ossessione di Alice per legarsi i capelli la faceva innervosire, sopprattutto perché la riteneva priva di senso. Forse era che la preferiva a capelli sciolti, o forse per il fatto che lei non li legasse mai - nonostante fossero crespi - ma non aveva mai sopportato quell'abitudine, anche se non ne aveva mai fatto presente con l'amica. Sarebbe risultata scortese e invasiva.
Il rumore eleatico del laccino - che ruppe per un attimo il silenzio tombale nel quale erano calate -molto simile a uno schiocco di frusta, informò Rose che Alice era pronta.
Si voltò verso di lei, mettendosi la borsa a tracolla sulla spalla.
Alice sorrise, sistemandosi meglio la sua.
"Andiamo?"
Rose non ebbe il tempo di risponderle.
"ECCOVI FINALMENTE, ALLORA NON SONO IN RITARDO!"
Rose sobbalzò tanto che la borsa le scivolò via dalla spalla, cadendo con un tonfo abbastanza sonoro al terreno; mentre Alice, tanto presa alla sprovvista, si voltò così velocemente da scivolare sulle mattonelle di marmo, e cadere lunga distesa al pavimento. Di nuovo.
"Hermione! Alice, vi ho cercato d'apperutto." Urlò Roxanne mentre saltellava tranquilla verso di loro. La sua voce era così alta e acuta che qualche quadro, intorno a loro, si tappò le orecchie, rimproverandole.
Rose temette passasse oltre le pareti, e catturasse attenzioni indesiderate.
"Shh" sbottò la rossa, portandosi un dito alle labbra, mentre fulminava la cugina con lo sguardo. Non voleva attirare occhi indiscreti.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora