La settimana era passata monotona.
Roxanne c'è l'aveva ancora a morte con Lily (anche perché, la sua famosa Pluffa in mignatura, non era ancora uscita fuori) e le teneva il muso con una determinazione che, se applicata ad attività più fruttuose, l'avrebbe di certo resa una delle streghe migliori del suo corso. La ignorava in Sala Grande, la punzecchiava mentre faceva i compiti nella Sala Comune, e più volte Rose era stata costretta a dissuaderla dal lanciarle una fattura - anche perché, conoscendo come Ginny avesse insegnato alla figlia a proteggiersi, c'era più possibilità che fosse Roxanne quella a finire in infermeria a seguito di uno scontro magico, non il contrario; con Alice, invece, la pace sembrava ancora lontana anni luce, e Rose passava letteralmente da una all'altra correndo all'impazzata nei corridoi così velocemente che, più di una volta, era andata contro a altri studenti (compresi, Medelain Heartquache - che aveva alzato gli occhi al cielo, più che altro perché Rose tentava di farsela amica; e Scorpius Malfoy, che non aveva perso l'occasione di darle della "Immanura" e "irresponsabile").
Per non parlare del fatto che Roxanne sembrava in guerra aperta un po' con tutti e tre - Albus compreso, ma Rose aveva la sensazione lo facesse più per abitudine che per reale rancore nei suoi confini - lanciava continue frecciatine agli allenamenti e si scontrava a muso duro con Lily nella Sala Comune di Grifondoro, che a quanto pareva non aveva gradito l'essere stata accusata "ingiustamente" - a suo dire.
Rose cercava di mettere pace fra gli animi, ma non era cosa facile; aveva anche chiesto aiuto a James e Fred ma i due, dando prova della loro irrazionale stupidità e divertimento solitario, si erano limitati a sorridere e a dirle di "stare tranquilla, tanto tutto si sarebbe sistemato".
Rose credeva vivamente che non sarebbe stato così e, quando aveva esposto il problema a sua cugina Dominique - Caposcuola di Grifondoro - lei le aveva garantito che avrebbe fatto qualcosa, premurandosi di specificare, però, che non era colpa sua ciò che stava succedendo fra i suoi amici, non doveva preoccuparsi delle liti scoppiate da meno di metà mese come se fossero una sua responsabilità.
Come se non lo sapessi aveva pensato Rose un po' frustrata, allontanandosi impettita e trattenendo uno sbuffo irritato per il mancato aiuto.
E ora era anche il dodici settembre, ovvero la prima riunione dei Prefetti di quell'anno.
Rose credeva che non sarebbe mai riuscita a fare tutto.
"Sam, vuoi uscire dal bagno, per favore?" Chiese Padma Finnigan, battendo elegantemente una mano sulla porta di legno, la divisa di scuola mollemente appoggiata sulla sua spalle che ondeggiava in modo incontrollato a ogni suo minimo movimento, mentre la gonna nera che si era infilata stringeva la pancia in una morsa quasi assente, dato anche il fatto che la ragazza se la tenesse con la mano libera. Sopra di essa, in un contrasto accecante ma affascinante, spiccava la camicia bianca, stirata, che si adagiava perfettamente al suo corpo, aderendo come una seconda pelle; la cravatta rosso e oro era legata al suo collo, senza però essere stretta.
"Arrivo" la voce di Sam Wood rispose ovattata da dietro la porta.
"Muoviti"
"Quel bagno non é solo vostro, lo sapete, vero?" Roxanne, intenta ad abbottonarsi la camicia sulla pelle scura, lanciò uno sguardo risentito a Padma, la smorfia arcigna che la caratterizzava in quel periodo impressa sul suo volto come un tatuaggio.
Padma alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente.
"Puoi aspettare" disse piano Rose, sorridendo alla cugina, e uscendo dal letto.
L'altra le lanciò un occhiata in tralice e ovvia, che valeva più di mille parole.
"Sam, ma hai fatto?" Sbottò Padma, spazientita, battendo più violentemente alla porta.
"Subito!"
"Dobbiamo andare tutte a lezione" le ricordò Alice, infilandosi la gonna e stringendosela on vita. La cravatta era legata al polso; Alice la prese e guardò l'ora "che, tra parentesi, iniziano fra venti minuti"
"Come venti?"
"Si, Sam, venti. Se tu non ti fossi richiusa in quel bagno come se ne dovessi uscire vestita per andare a un ballo te ne saresti accorta anche tu!" Disse Roxanne, ringhiando e quasi sputando le parole, mentre armeggiava a legarsi la cravatta. Sembrava più che dovesse slegare una corda che la stava strangolando, o un Wrestling verticale con un oggetto in animato, e, a giudicare dai violenti strattoni che dava, Roxanne doveva essersene accorta. E non doveva andarle troppo bene.
Rose sospirò, mentre riprendeva u vestiti che aveva ordinamento riposto la sera prima e se li infilava.
Probabilmente, rifletté mentre si infilava le calze grigie, avrebbero dovuto saltare la colazione per avere una possibilità di arrivare in tempo alle lezioni.
"SAM!"
"ARRIVO, PADMA!"
Come una furia, Sam uscii dal bagno, sbattendo così violentemente la porta contro il muro da farne cedere un po'.
Fissò l'amica con un cipiglio severo, gli occhi che dardeggiavano.
"Finalmente!" Sospirò Roxanne e, lesta, si infilò nella stanza.
Rose non aveva fatto in tempo nemmeno a muovere mezzo passo.
Alice guardò la porta chiusa per l'ennesima volta con una specie di rassegnata disperazione, mente si conteneva dall'urlare addosso.
"Bhe" disse infine, mettendosi la divisa sulle spalle; gli occhi si socchiusero lievemente "addio al mio momento bagno"
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Rose e Alice camminavano velocemente verso la Sala Grande, mentre quest'ultima continuava a rassettarsi correttamente la divisa in continuazione, tanto che Rose temette le fosse venuto un tic.
Quando entrarono nelle alte porte di legno, la Sala gremita di persone esplose in tutta la sua confusione.
Le due ragazze furono investite da un vociare alto costante e discrininuo che le destabilizzò un po'.
Alice lanciò uno strano sguardo a Rose, mentre si massaggiava l'orecchio dolorante; fece scattare le coda castana di lato con un movimento del collo, lasciando definitivamente in pace la sua divisa.
La sorpresa, evidentemente, era stata troppo grande.
Rose si strinse nelle spalle.
"C'è più eccitazione del solito"
"Eh?"
Rose ripeté la frase, urlando, e Alice annuii come per darle ragione. Disse qualcosa, ma Rose non lo sentii in tutta quella caciara.
Rose e Alice attraversarono velocemente la Sala, lasciando che lo studenti che conoscevano filassero loro affianco senza che li salutassero.
Rose, al tavolo dei Tassi, riconobbe Lucy, ormai del settimo anno, e Frank e Lorcan, seduti uno accanto all'altro, rispettivamente del sesto e del quinto anno; le due spille di Prefetto luccicano sul petto di entrambi, spiccando sulla divisa in parte nera.
Accanto, nel tavolo dei Corvonero, Louis parlava animatamente con Cristian Bott e Lysander Scamander, e altre quattro persone.
Quando Rose passò loro accanto, capii che si trattava della nuova e rinnovata squadra di Quiddich di Corvonero.
"C'è il tempo di fare colazione" osservò Alice, sedendosi al tavolo, mentre la nota sorpresa nel suo tono diventava più che evidente.
Rose le si sedette accanto, la borsa sulla spalle.
"A quanto pare"
Davanti a loro, nel tavolo dei Serpeverde, Albus alzò una mano in segno di saluto, ormai completamente dimenticata la lite avuta qualche giorno prima.
Alice arrossì, mentre rispondeva al ciao con uno sguardo basso.
Rose non fece niente, invece. Lo guardò intensamente, facendo assumere ai suoi occhi una sfumatura severe ben conosciuta al ragazzo - anche perché era uno dei pochi con il quale Rose la utilizzava.
Albus capii, e le fece un sorriso di scuse. Rose non lo ricambiò.
"Che succede?" Alice, insospettita, fece scattare la testa da un cugino all'altro, mentre si prendeva una brioches e la metteva nel suo piatto.
Rose le lanciò un occhiata implicita.
"Lo sai"
L'altra non disse niente.
Rose mangiò velocemente, tenendo sempre sotto tiro il cugino, che sembrava ignorarla con tutto se stesso. Alla fine, Albus si alzò e, come chiamata da una calamita, Rose fece altrettanto.
Alice le lanciò un occhiata neutra e di avvertimento da sopra la sua colazione.
"Cosa?" Chiese Rose, inarcando un soppracciglio.
"Non essere troppo dura"
Rose le sorrise.
"Mi ci vedi a essere dura con qualcuno?"
"So che sei capace di tirare fuori il peggio di te se una situazione lo richiede" ribatté Alice, versandosi l'acqua; la guardò da sopra la brocca di vetro "ti chiedo solo di non farlo in questo contesto"
Rose sospirò "va bene..."
"Grazie"
Rose non capii l'ultima parola. Stava per chiedere spiegazioni all'amica, quando notò la chioma di Albus che stava sgusciando fuori dalla Sala Grande, lesta come se fosse certa di non essere vista.
Anche troppo.
Rose saltò la panca, inseguendo la testa corvina del cugino. Per poco perse l'equilibrio e quasi cadde. Si appoggiò a suo cugino James e si rimise dritta, puntando verso le porte di uscita.
Vide Albus non appena si fu lasciata alle spalle il rumore della Sala, soffocato dalle imponenti porte di quercia.
Marciò decisa verso di lui, come lo era solo con affari che riguardavano il suo migliore amico.
"Albus" lo chiamò perentoria, tanto che il ragazzo quasi cadde.
Lui sobbalzò, voltandosi di scatto.
Sbiancò vedendola, ma tentò di nuovo di sorridere.
"Rosie..."
"Niente Rosie" disse lei, più dura di quanto volesse; si fermò a un passo dal cugino, incrociando le braccia al petto "ma che ti é saltato in mente?"
Albus sembrò farsi piccolo per l'imbarazzo. Abbassò lo sguardo.
"Non era niente..."
"Non era niente?!?" Ripeté Rose, una nota stridula nel tono. Lui la guardò allarmato.
"Niente di grave" specificò Albus, mettendo le mani avanti. Indietrggiò di qualche passo "un innocuo scherzo di inizio anno"
"Innocuo scherzo di inizio anno"
Albus sorrise; ricevette solo un occhiataccia da parte di Rose.
"É stato divertente..."
La mascella di Rose cadde.
"Divertente? Divertente? É così che chiami imbucarsi a una lezione di inizio anno e farsi mettere in punizione?"
Albus la guardò sorpreso. Probabilmente non si aspettava che Rose conoscesse i particolari in quei dettagli.
"Bhe, in realtà..."
Rose alzò una mano per interromperlo "mi é venuto il dubbio il primo giorno di lezioni, quando ti ho visto nei sotterranei per la prima volta, Lumacorno che sembrava stranamente sorpreso di vederti. Anche io ero sospetta: non ricordavo che seguissi Pozioni.
Ne ho avuto la conferma una settimana fa, quando Lumacorno ha detto che il tuo nome non figurava nella lista. Ho capito che ti eri imbucato alla prima lezione, e Malfoy ti ha fatto scoprire con quelle battute piccanti"Albus deve per parlare, ma Rose lo interruppe di nuovo "non ti ho detto niente fino ad esso perché volevi fartela passare liscia,a non ho intenzione di reggerti il gioco con altri professori. Non voglio che li prendi in giro a questo modo, non loro che sono anche eroi di guerra."
Albus rimase in silenzio per un po', mettendosi le mani nelle tasche. Abbassò la testa, i capelli corvini si riversarono in avanti come una cascata nera.
"Non lo ho avrei rifatto" borbottò in fine, contrariato.
Rose si addolcii.
"Volevo che lo sapessi"
Lui sbuffò, scalciando la pietra.
"James lo fa sempre"
"A me non importa di James" disse Rose, cercando lo sguardo del cugino, ancora incollato al terreno "sa lui cosa fare, sa di essere bravo e puo permettersi di fare qualche marachella"
"Cosa vorresti dire, che io non posso?"
"Che tu sei più a rischio"
Albus alzò lo sguardo, evidentemente sorpreso dalle parole della cugina. Aprii la bocca sul punto di chiedere qualcosa ma, proprio in quel momento, le porte della Sala Grande dietro di loro si spalancarono, riversando centinaia di studenti con indosso divise di diversi colori che affollarono il corridoio in un unica grande onda. Travolgente e spietata.
Rose non riuscii più a prendere Albus.
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Rose si gettò sulla poltrona della Sala Comune sospirando di sollievo.
Sprofondò nel tessuto scarlatto quasi quanto i suoi capelli sentendosi circondare dal conforto. Le sfuggì un verso di piacere.
Alice, accanto a lei, le lanciò un occhiata da sopra la pergamena che stava scrivendo. Inarcò un soppracciglio.
"Giornata pesante?"
"A chi lo dici" Rose si girò di pancia, guardando l'amica con espressione stanca. Allungò le gambe vicino al camino, beandosi del terpore caldo che la riscaldava in quelle fredde giornate di settembre. Anche se il freddo non era ancora inoltrato, sentiva che la stagione dei malanni si stava avvicinando.
Faceva davvero molto freddo. Per un attimo pensò a come fosse la Sala Comune dei Serpeverde, immersa nelle placide acque del Lago Nero e coccolata da un alone di gelo del basso.
Si chiese se Hugo avesse freddo. Probabilmente una coperta in più non gli avrebbe fatto certo male.
Alice la guardò ghignando, mentre intingeva la piuma nel calamaio.
"E la tua grazia?"
"Momentaneamente in in pausa" Rose si tirò su a sedere, sdraiandosi scomposta sul puff.
Alice le lanciò un altra occhiata.
"Immagino"
"Sono seria" Rose sospirò, passandosi una mano sulle palpebre abbassate "mai vista una giornata più stressante di così"
"E ricordati che oggi hai anche la riunione dei Prefetti"
Rose scattò a sedere come una molla. Si sbatte una una mano sulla fronte, maledicendo le sue dimenticanze.
"Vero..." Sbuffò "che palle"
Si sentii una specie di risucchio, come se dell'acqua venisse sputata, e Alice iniziò a tossire in modo incontrollato.
Rose la fissò vagamente, preoccupata, battendo possenti manate sulla sua schiena.
"Ehy, calmati e respira!"
Alice, il viso completamente rosso, si batte il pugno sul petto, cercando di fare ciò che Rose le diceva. Dopo qualche minuto si placò, e riuscii a guardarla con un espressione sconvolta, le iridi azzurre come due pagluzze di cielo azzurro nel tramonto rosso.
Rose inclinò la testa di lato.
"Cosa?"
"Da quando dici parolacce?" Chiese lei, sgranando ancora di più, se possibile, giù occhi "ci conosciamo da tanto tempo, ma non ti avevo mai sentito pronunciare una"
"Oh" Rose le batté una mano sulla spalla, sorridendo dolce "non capiterà più, se tu turba tanto"
"Che hai capito" Alice le sorrise, eccitata; la tirò in un abbraccio scomodo "benvenuta nel Club sorella"
"Ora devo proprio andare" disse Rose, districandosi lievemente a disagio - anche se non capii subito il perché - dall'abbraccio con Alice e tirandosi su.
Alice la guardò sorridendo, evidentemente senza accorgersi dell'imbarazzo di Rose. O, più probabilmente, non volendo farlo pesare all'amica.
"Ma certo" le fece un pollice in su "vai e spacca tutto"
"Non c'è niente da spaccare in queste riunioni. Se mai dovesse capitare mi vieterebbero di parteciparvi ancora"
Alice mosse una mano in aria.
"Vai e basta."
Rose, lanciando un ultima occhiata all'amica, si fiondò fuori dal corridoio, spingendo il Ritratto della Signora Grassa e sbucando nel silenzio ovattato di quello che era Hogwarts finito l'orario di lezione.
Camminò per diverso tempo nella direzione opposta, con solo i suoi passi a rimbombare sulle pareti, unico rumore a farle compagnia in quel silenzio assordante.
Era vero. Alice aveva ragione.
Stava diventando più volgare.
Se ne era accorta da un bel po'. Già la settimana prima, alla seconda lezione con Lumacorno, quando non aveva fatto altri che usare parole non troppo lusinghiere per descrivere chiunque fosse entrato in contatto con il professore di pozioni.
Ma anche durante quella settimana aveva iniziato a voler ribattere sempre, a immaginare di offendere qualcuno con quelle parole così proibite, che poco si addicevano a lei.
Solo ora che, però, Alice Ielo aveva fatto notare, Rose aveva iniziato a preoccuparsi.
Perché, così, di punto in bianco, non voleva altro che essere molto meno aggraziata?
Pubertà? Possibile, a meno che, però, a lei la scarica di ormoni non fosse arrivata con diversi anni di ritardo rispetto ai suoi compagni, che l'avevano illusa di essere una ragazza educata. O di essere immune a quel carattere ribelle che sboccia quando ci si fa una propria opinione, spesso anche contro quella che hanno i propri genitori.
Immune un cavolo pensò frustrata ho voglia di essere maleducata.
Le dispiaceva. Le aveva sempre dato fastidio quando qualcuno, intorno a lei, aveva usato un linguaggio più scorririle, anche se non aveva mai detto alcun rimprovero esplicito per non risultare antipatica. O maestrina.
O entrambe.
Però non aveva mai voluto diventare una scaricatrice di Porto come Roxanne o Alice.
Certo, le dava un po' irritazione quando loro usavano in linguaggio così grezzo in sua presenza, ma non aveva mai detto niente per paura che l'avessero lasciata sola. E poi, era la loro vita: entrambe erano libere di essere più o meno volgari.
Ma Rose, ugualmente, non avrebbe mai voluto diventare così esplicita e offensiva. Avrebbe potuto davvero ferire qualcuno, seriamente, se non avesse imparato a controllare la prima risposta che il cervello le suggeriva in quel periodo.
O le persone avrebbero potuto etichettarla come "ingrata" o "bocca sporca".
Rose aveva il terrore che potessero trarre un idea sbagliata della sua persone dalle parole che usava.
Quindi non poteva permettersi di lasciarsi andare ai suoi istinti.
Avrebbe dovuto controllarsi.
Si, questa era la scelta migliore.
In quel momento, si ritrovò davanti alla Torre di Corvonero, la porta ad arco con la testa d'acquila che la fissavano come in attesa.
Rose allungò una mano ma, prima che potesse poggiarla sul pomello a forma di uccello che spiccava come uno spuntone di roccia dalla porta, il becco aguzzo di questo di spalancò, lasciando andare una voce profonda.
Rose ritrasse la mano sorpresa.
"Non é l'io né il tu, si chiama col tutto e col niente.
É nero e bianca, ma non resta traccia!"
Rose sbatté le palpebre, un attimo troppo sorpresa dall'indovinello per potersi concentrare sulla soluzione.
Solo dopo un paio di secondi ragionò sul fatto che doveva rispondere per riuscire ad aprire la porta. Si mise a pensare.
Stava giusto per rispondere quando, una voce che lei conosceva bene la precedette, rispodendo annoiata.
"Le stelle"
"Ottimo ragionamento" si complimentò la porta, aprendosi.
Rose si voltò di scatto, lievemente irritata.
Fissò il ragazzo davanti a lei con uno sguardo fulminante, che non riuscii a trattenere.
L'altro replicò uno sguardo annoiato.
"Vuoi entrare Weasley, o aspettiamo che si richiuda e faccia un altro indovinello?" le chiese ironico con voce strascicata, mentre giocava con la sua cravatta di Serpeverde.
Rose spalancò la bocca, offesa, ma si obbligò a non essere cattiva.
Non troppo almeno.
"Stavo per dirlo io"
Lui le lanciò un occhiata scettica.
"Ma davvero? Se eri ferma davanti a quella porta da quindici minuti. Quando lo volevi dire, dopo Natale?"
"Ragazzi?" La voce di Molly fece capolino da dietro di loro, poggiandosi sulla porta "venite?andate solo voi"
Rose socchiuse gli occhi, e solo ora le saltò all'occhio qualcosa che prima non aveva notato.
O meglio, a cui non aveva ragionato.
Venite?
Perché Scorpius Malfoy avrebbe dovuto partecipare a una riunione fra Prefetti, se lui non lo era?
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In The Name/ Scorose.
FanfictionTutti concordano sul fatto che Rose Weasley é una delle persone più buone al mondo: sempre gentile e altruista con tutti ( e con tutti, ovviamente, comprendo anche gli animali, dai più piccoli e innocui ai più grandi e pericolosi) pensa prima alle n...