"che vorresti dire con 'credo sia successo qualcosa si grave'?" Domandò Rose, cercando di non far trasparire troppa ansia dal suo tono.
"Siamo in una scuola. Sicura.
Sorvegliata. Non può accadere nulla di troppo grave. Vero?"
Alice rimase in silenzio per tanto tempo. Tenne gli occhi su Rose, ma sembrava costarle un certo sforzo.
"Vedi" disse piano, come se tenesse che Rose le saltasse alla gola da un momento all'altro, al minimo movimento sospetto. Potrei sul serio farlo "io non penso sia così. Ho...
Credo ci sia qualcosa, qualcosa di..."
"Cosa?" Sbottò Rose. Si accorse vagamente che la sua mano tremava, e si affrettò a nasconderla dietro la schiena. Poi guardò di nuovo Alice "Da dove lo hai capito? Cosa te lo ha fatto intendere?"
"Rose, io..."
"Alice PARLA" la obbligò l'altra.
Alice la fissò un secondo, interdetta, poi sospirò.
"E a te non importava, di Scorpius, eh?" Fece con un lieve sorriso.
Rose la guardò malissimo.
"Ok, allora" Alice tornò seria. Per la prima volta, deviò gli occhi da quelli di Rose. Li puntò fuori dalla finestra, come se si stesse perdendo in qualche ricordo. "Io dopo l'uscita fallimentare con Scorpius" Rose sentii una stretta al cuore per via di quelle parole "sono andata a cercare Al. Dovevo...spiegargli il perché avevo accettato.
Scorpius mi aveva detto di provare a cercarlo-"
"E lo hai trovato?" La interruppe Rose, per niente pronta ad aspettare.
Alice le lanciò un occhiataccia "sì.
Cioè no."
"Sì o no?"
"Lo ho trovato" spiegò Alice, "ma lui non mi ha visto"
"Non ho capito"
"Intendo dire" disse Alice alzandosi "che quando lo ho visto volevo parlargli. Volevo dirgli e spiegargli le cose...ma lui era impegnato a fare altro. Stava fissando dei fogli...fogli per niente di buono avviso. Volevo chiedergli di chi fossero, ma quando ho provato ad avvicinarmi lui si è voltato ed é corso via"
"Dove?"
"Nella Sala Comune di Serpeverde, presumo" Alice si strinse nella spalle "ma non é questo il punto." Continuò cambiando tono.
"Ah" Rose si abbandonò con un gemito contro lo schienale della sedia "perché, c'è un altro punto?"
"Diciamo che non ci siamo nemmeno vicine" disse Alice comprensiva.
Rose alzò lo sguardo, stanca. Sentiva il cuore martellarle nel petto all'impazzata, pronta a saltarle fuori dal corpo. Un lieve strato di sudore freddo, in cui si era tradotto tutta la sua preoccupazione che quasi le toglieva il fiato, le impelava la fronte, ghiacciandosi come scheggie congelate sulla pelle. Le mani le tremavano, mentre la mente ragionava a qualsiasi cosa le parole di Alice potessero implicare. Qualsiasi cosa che poteva includere Scorpius.
Lo stomaco le si chiuse in una morsa orribile.
"Ovvero?" Si sforzò di chiedere.
Alice esitò. Si avvicinò alla finestra, guardando sempre fuori, gli occhi azzurri persi nel cielo del medesimo colore. Tamburellò con due dita contro il davanzale, un suono incredibilmente fastidioso che sembrava andare a tempo con il cuore di Rose. E non faceva altro che farle aumentare di tanto l'ansia.
"Vedi, ho visto molto Albus. Da quando eravamo bambini comunque stiamo vicini. Prima eravamo amici, adesso molto di più..." Si fermò un attimo, e Rose comprese che la sua migliore amica aveva paura di aver rovinato tutto quel giorno. Per un momento avrebbe voluto dirle qualcosa di confortante, ma la voce non le uscii. "E diciamo che lo conosco bene. Molto bene" continuò Alice "lo ho visto molte volte arrabbiato, deluso, preoccupato, spaventato...
So riconoscere le sue emozioni sul suo volto."
"Sei sempre stata brava a capire le persone dalla loro espressione" le fece eco Rose a differenza mia.
Alice fece un tenue sorriso, e Rose lo vide dal riflesso sulla finestra. "Già.
Ma, appunto per questo penso sia una cosa grave."
Rose drizzò le orecchie "in che senso?"
"Non hai visto la sua espressione sul suo viso" disse Alice in tono sacrale.
Si voltò verso Rose, l'espressione serissima "era così esplicita che perfino tu avresti capito"
Rose balzò in piedi. "Dove é?"
"No, fra te e Scorpius non c'è niente" le fece il verso Alice. Rose assottigliò lo sguardo, l'espressione più cattiva che le venisse per farle capire che non era il momento di scherzare.
Alice alzò le mani.
"Voglio solo sapere se davvero mi devo preoccupare" disse Rose "posso saperlo o devo avere per forza una qualche relazione di tipo romantico per essere preoccupata per lui?"
"La tua preoccupazione, in questo caso, rasenta l'ossessività"
"Non é affatto vero! Sono solo...
Mi importa di lui, ok?"
Alice fischiò. "Ti lasci andare così ai sentimenti? Il tuo autocontrollo dove é finito?"
"Ma la vuoi piantare? Hai appena detto che pensi ci sia qualcosa di grave! Smettila di scherzare!" Esclamò Rose dandole una spinta. Alice la guardò sorpresa e shocckata, ma l'altra ci fece caso a stento "e sai, inizio a pensare che tu stia esagerando"
"Non sto affatto esagerando" ribadì Alice con un cipiglio offeso "voglio solo provare a farti aprire gli occhi"
"Farmi aprire gli occhi su cosa?"
"Su te e Scorpius!" Disse lei come se fosse ovvio.
Rose chiuse gli occhi. Il cuore continuava a essere una specie di martello pneumatico nel petto, e la voce era quasi isterica. Continuava a pensare ai possibili problemi che avrebbe potuto avere Scorpius, alle conseguenze a cui queste potevano portare, e lo stomaco le si chiudeva sempre di più, senza lasciarle quasi lo spazio di respirare.
Ma non voleva dare ragione a Alice. Voleva oppure resistenza, continuare a negare la sue affermazioni, ciò che le parole lasciavano trasparire.
Non poteva accettare l'eventualità che Alice stava mettendo sulla conversazione. "Perché ti ostini a negarlo?" Continuò Alice.
Rose si alzò. Era sicura di ciò che diceva. "Per lui non conto niente.
É inutile che sa parte mia ci sia interessamento"
"Non penso." Ribatté l'altra. Rose la fissò scettica "Me ne sono accorta durante la nostra uscita. Non prestava mai veramente attenzione a me.
Era distante, come se pensasse a altro"
"E cosa ti fa credere che pensasse a me?"
"Perché tu ci speri" le rispose Alice.
Rose la guardò inarcando un soppracciglio. Perfino nell'ansia più totale una freccia di confusione riuscì a fare breccia dentro la sua preoccupazione. Non capiva cosa intendesse la sua migliore amica, e aveva una strana paura a chiederlo.
E aveva la netta sensazione che...
"Ti sei inventata tutto" le disse, capendo all'improvviso. Alice non poteva sapere come erano le dinamiche scolastiche, non poteva intuire da un paio di fogli visti (ammesso che quello fosse vero) che si trattava di Scorpius, e che fosse una cosa grave. Nemmeno lei, che era così brava a capire le emozioni umana dal viso, avrebbe potuto evincere così tante cose da una espressione.
Era impossibile, se ne rese conto Rose con rabbia.
Voleva solo...Rose non lo sapeva, ma di certo la stava prendendo in giro.
Alice! Lei non se lo sarebbe mai aspettata.
Alice la guardò a occhi sgranati. "Cosa?"
Rose sbuffò.
"Non mi aspettavo tu mi dessi della bugiarda" Alice rimase in silenzio, ancora troppo presa alla sprovvista dal comportamento di Rose per riuscire a alterarsi come avrebbe voluto. "Volevo solo aiutarti"
"Non c'è niente in cui tu mi debba aiutare!" Sbottò Rose, il tono talmente acido che per un attimo lei stessa si sorprese.
"Volevo solo farti capire che ti importa di Scorpius" ribatté Alice.
"Sì, perché é una persona é sono preoccupata per lui!" Urlò Rose, esasperata. "Mi dispiace per lui, ok?
Abbiamo parlato certe volte, e...
Mi dispiacerebbe se gli succedesse qualcosa. Ok?"
"Anche io sono sua amica." Disse Alice "Eppure non mi preoccupo così.
"Perché non sei empatica."
"Quindi saresti così agitata per qualsiasi altra persona nel castello che fosse nei panni di Scorpius?" Domandò l'altra, facendo socchiudere gli occhi a Rose. Possibile che non capisse? Perché diamine doveva sempre vedere ciò che non c'era?
Perché non riusciva ad accettare il fatto che, se anche Rose avesse provato qualsiasi minima cosa nei confronti di Scorpius, lui non la ricambiava? Messe così, le cose, sarebbe stato inutile anche provare ad avere un qualche tipo di relazione.
Lei non gli interessava, Rose doveva estirpare il minimo interesse che invece provava per Scorpius.
Minimo. E, per farlo, non doveva confermarlo a Alice.
Ma non riusciva a sopportare l'idea che potesse accadergli anche la più piccola delle cose.
"Ci stai pensando adesso, vero?" Le chiese Alice.
Rose sobbalzò, mentre un calore le si propagava per le guancie.
"Ti conosco" continuò Alice, sorridendole. Sembrava già essersi scordata l'accusa di Rose. Perdona in fretta "lo vedo da come lo guardi, dalla tua determinazione ad aiutarlo.
Da quanto ci rimani male per la sua opinione su di te.
Ma ti posso giurare che é più buona di quanto tu possa credere"
"Tu conosci me, ma non conosci lui" rispose Rose. Fece un passo indietro, poggiandosi contro il muro."non puoi esserne certa. Non puoi dichiarare con sicurezza ciò che dici"
Alice si strinse nelle spalle. "Alle volte nella vita bisogna azzardare.
Se non provi, non lo saprai mai"
Rose la guardò, perplessa. Le mani continuavano a tremarle, ma la sincerità e la certezza nel volto della sua migliore amica, mischiata a una punta di divertimento appena accennata nel sorriso, la tranquillizzarono.
Prese un profondo respiro, e il viso di Alice assunse una nota decisa"Cosa mi consigli di fare?"
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Scorpius si rigirò nel letto per la trentesima volta. Albus non lo aveva lasciato in pace per niente. In tutto quel tempo avevano parlato, Scorpius gli aveva spiegato quanto fosse grave la malattia, in cosa consistesse quell'intervento, ed ora era sfinito.
Così so era messo sul letto, e aveva provato a riposarsi.
Tentativo inutile: rimaneva sempre sveglio.
E sapeva anche il perché.
Continuava a pensare a Rose. All'inizio dell'anno aveva accettato abbastanza bene l'idea di morire.
Gli era parso qualcosa di inevitabile. Che doveva succedere sempre, in qualsiasi caso. Che non c'era speranza.
E aveva provato a consolarsi dicendosi che c'era altro dopo la morte, che sulla vita terrena non perdeva poi molto. Sì, come se potesse davvero essere così.
Aveva sedici anni, letteralmente tutto il tempo per farsi una vita. Godersela, viverla.
E la malattia gli portava via tutto. Non gli dava speranza.
Però Scorpius lo aveva accettato. Si era detto che doveva andare così, che lui non aveva colpa e che era stato sfortunato.
Certo, non era colpa sua - Scorpius non si era mai colpevolizzato per la sua malattia. Come poteva? - e di certo era stato sfortunato, ma adesso c'era e lui non poteva fare niente per cambiare le cose.
A una certa aveva anche iniziato a sperare avvenisse in fretta. Non sopprtava di vivere con la costante paura che avrebbe potuto collassare da un momento all'altro, che avrebbe potuto morire così. Vivere con l'ansia di morire da un momento all'altro non é bello. Per niente.
Voleva abbandonare il mondo il prima possibile. Voleva che tutto avvenisse in fretta, così non avrebbe sofferto.
Lo sperava, almeno. Ma considerava veramente ingiusto se non solo dovesse abbandonare la vita, lui che me aveva avuto solo un assaggio, e dovesse dire addio alla persone con cui sperava di passare il resto di anni, ma fosse stato anche doloroso.
Dopotutto quello a cui rinucniava, la cosa migliore che potesse fare il fato era di dargli un po' di pace nel momento del passaggio. Solo quello.
Ed era questa l'idea che aveva accompagnato il ragazzo per tutto quel tempo. Sommata all'idea di non perdersi niente, che tanto non aveva niente di speciale di cui vivere, era il motivo per cui aveva accettato la morte.
Adesso non era più così. Per qualche strano motivo si era innamorato di Rose Wealsey. Forse era stata la determinazione della ragazza a resistere ai suoi insulti, la corazza con la quale lo affrontava ogni giorno, il suo nome demordere per aiutarlo e sí, anche l'interesse che aveva mostrato per il suo futuro. O forse erano stati i pensieri degli altri, come gli altri la vedevano, che lo avevano aiutato a uscire dall'indifferenza nei suoi confronti e a vederla per come era davvero.
Ma non era questo. Non nel dettaglio.
Rose era una ragazza fantastica. Scorpius si chiedeva come potesse essere stato circo
Aveva provato ad allontanarla, ma non c'era riuscito. Chissà, forse la mossa con Alice aveva definitivamente distrutto la poca fiducia che le era rimasta in lui.
Magari adesso Rose non avrebbe più voluto sul serio niente più a che fare con lui. E in teoria il piano era funzionato.
Ma adesso se ne pentiva. Adesso desiderava solo essere stato più gentile con lei. Desiderava solo che i loro momenti insieme non fossero stati quei litigi, quelle offese.
Avrebbe voluto fare e conservare ricordi molto più lieti, ricordi in cui lei non ci rimaneva male per le sue parole. Avrebbe voluto consolarla, asciugare quelle lacrime che spesso, invece, era lui a causare.
E si odiava per questo.
Ma doveva pensare al bene di Rose. Ormai era fatta, lui aveva giocato la sua carta. Gli rimaneva da sperare che i danni fatti a lei fossero pochi.
Almeno quello. Poi la morte avrebbe potuto essere anche fra le più atroci, trasportarsi più a lungo.
L'importante era che il suo piano, di cui adesso si rendeva conto quanto fosse stupido, sortisse almeno un effetto di quello che aveva sperato. Solo uno.
Non poteva tornare indietro e cambiare ciò che era, poteva solo sperare che non avesse sortito solo effetti negativi.
Ci sperava tanto che un po' aveva iniziato a crederci. Magari davvero l'allontanamento avrebbe alleviato le pene di Rose. Magari...magari lei lo avrebbe dimenticato. Sì, ovvio. Scorpius era stato troppo cattivo per sperare che lei conservasse un posto per lui nel suo cuore. Ed era un bene.
Eppure aveva la costante paura di lasciarla ferita. Farle ancora del male.
L'aveva distrutta per troppo tempo, quando era ancora in vita; la possibilità che anche la sua morte le recasse dolore era inaccettabile per parte di Scorpius.
Rose era stata come vetro fra le sue mani. Lui l'aveva scagliata a terra, più volte, e ora piangeva perché i pezzi non tornavano più al loro posto. Ma era colpa sua.
Quindi, se davvero l'uscita con Alice l'avesse ferita, sì, ma fosse anche bastata a Rose per farle dimenticare di Scorpius, lui era felice. Almeno, la sua morte non le avrebbe fatto male.
Sebbene fosse felice di avere una possibilità concreta di averla allontanata, così che non soffrisse, una parte di lui, una parte egoista, voleva dirle tutto. Andare da lei e dirle la verità, dirle cosa c'era dietro i suoi modi sgarbati, dirle cosa c'era dietro quelle offese. Quei modi.
Voleva giustificarsi. Voleva farle sapere che non la trattava in quel modo perché la odiava, e non sopportava di morire sapendo che lei credeva lui la trattasse male perché avesse fatto qualcosa di sbagliato.
Voleva che lei sapesse la verità. Voleva il suo perdono, anche se dentro di lui c'era un morbo che si stendeva fino al cuore, correva sulla sua pelle accelerando l'orologio della vita.
Facendo ticchettare i secondi come fossero anni.
Anche se poteva collassare tutto da un momento all'altro - e allora l'operazione a giugno sarebbe stata davvero inutile - voleva rischiare, correre da lei e dirle tutto. Voleva andare da Rose anche se il rischio di crollare davanti a lei era alto, e non solo per le sue emozioni.
Ormai la malattia era a uno stato davvero avanzato. Scorpius dubitava potesse fare davvero qualcosa per rallentarla. Non ci sarebbe manco arrivato, a giugno. E Albus si era ammalato di speranza.
E, se lo avesse detto a Rose, lo avrebbe fatto anche lei.
Ma magari non mi vuole più parlare il pensiero dava sollievo e tormento a Scorpius nel tempo stesso. Lo rallegrava e lo rendeva triste. Da un lato adorava la possibilità che Rose non sentisse niente alla sua morte, che non ci rimanesse male. Dall'altro non sopportava il fatto che lei lo dimenticasse; che lo ricordasse solo come il suo bullo a Hogwarts, che non sapesse la verità dietro le sue azioni.
Che pensasse davvero che lui la odiasse.
Certo che lo saprà pensò Scorpius girandosi su un fianco ovvio che lo saprà.
Dopo la mia morte. Le persone le diranno che la trattavo così per allontanarla. Tutti capiranno cosa stavo facendo. Nessuno c'è l'avrà con me. Non possono biasimarmi. Ansi, mi ammireranno per il mio coraggio.
Chiunque avrebbe preferito rimanere in compagnia, dire a tutti come stava fin dall'inizio, essere consolato.
Ma così gli altri avrebbero sofferto.
Io invece ho preferito rimanere solo, allontanare tutti e soffrire io, al posto di lasciare agli altri il fardello di ciò.
Sì, questa era una cosa che tutto sommato poteva andare. Scorpius avrebbe potuto anche affidare a Albus il compito di dirlo a Rose. Magari le avrebbe lasciato una lettera da leggere dopo la sua morte dove le spiegava tutto...
Però forse doveva parlarne con Rose.
Di persona. La lettera era da vigliacchi, avrebbe vanificato qualsiasi sforzo di coraggio che lui aveva impiegato da quando aveva scoperto la malattia.
Questo, dopo tutto quello che le aveva fatto, lo doveva alla ragazza. Era una correttezza nei suoi confronti.
Ma rischiava di soffrire. Avrebbe...
Però lo doveva. Rose, al suo posto, lo avrebbe fatto.
E no, non era la sua parte egoista che prendeva il soppravvento, non era assolutamente la parte di lui che voleva a tutti i costi continuare a vederla, conservare un ricordi di lei felice, insieme a lui. Non era quella parte che gli stava facendo prendere la decisione.
Non era perché la voleva, che stava andando da lei a dirle la verità.
Era solo per correttezza. Rose meritava di sapere tutta la verità. Saperla da Scorpius. E poi, se anche lui fosse stato zitto, ci avrebbe pensato Albus a dirlo alla ragazza.
Quindi era meglio se lo faceva direttamente Scorpius. Lo batteva sul tempo.
E poi, si sarebbe anche pentito di non averle detto niente.... ma forse l'avrebbe solo resa più triste.
Lui non voleva soffrisse.
Ma non poteva sopportare che lei non sapesse. Lei doveva sapere, e doveva essere lui a dirle tutto.
Niente scuse.
Scorpius si alzò, stranamente deciso.
Sì, aveva fatto la sua scelta.
Scorpius balzò in piedi. Si mise i guanti coprendo le cose che si ritrova al posto delle mani, e uscii svelto dal Dormitorio. Non ricordava dove fosse andato Albus, e nemmeno gli interessava.
Scese le scale, sbucò in Sala Comune, lanciò un cenno di saluto a Hugo Wealsey e Medelain Heartquake - che stavano entrambi leggendo. Uno vicino all'altro, come se avessero dimenticato i loro disappori.
Strano.
Uscii dalla porta...e si fermò.
Non aveva la più vaga idea di dove si trovasse Rose. Nessun indizio, nessun modo per rintracciarla e la sola possibilità di trovarla era passare al setaccio un castello grandissimo, con tante porte e passaggi segreti, anfratti in cui nascondersi... praticamente un impresa impossibile.
Scorpius sbuffò. Forse era destino.
Forse non l'avrebbe trovata a prescindere.
Ma devo. La voglia di dirle tutto era troppo forte. Scorpius avanzò, uscii dai sotterranei...senza sapere più dove andare.
Dove poteva essere? Scorpius ripensò alla ragazza, ai posti che frequentava, a dove potesse passare del tempo libero...
E la soluzione gli illuminò il cervello.
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In The Name/ Scorose.
FanficTutti concordano sul fatto che Rose Weasley é una delle persone più buone al mondo: sempre gentile e altruista con tutti ( e con tutti, ovviamente, comprendo anche gli animali, dai più piccoli e innocui ai più grandi e pericolosi) pensa prima alle n...