Capitolo 33

89 1 0
                                    

"James ha esagerato"
"Ali..."
"Noi siamo studenti, non animali da macello!"
"Alice..."
"Non doveva azzardarsi!"
"Ma..."
"Adesso si sentono i postumi! Sono atroci!"
Rose sospirò, guardando l'amica accanto a lei. Stavano camminando verso la Sala Comune dopo la cena, Roxanne che marciava più avanti a passo di marcia, ancora decisa e arrabbiata a tenere il muso per la litigata con Lily.
Non avevano più spiccicato parola, dopo quello che aveva detto loro Rose. Erano come rimaste in un silenzio di attesa, un limbo sempre sull'attenti, tanto tese che, se avessero visto un movimento anomalo, sarebbero saltare in aria con la stessa velocità di un gatto. Sembrava che ognuna fosse persa nelle sue congetture - anche se Rose dubitava che Rox e Alice stessero pensando al ragazzo, cosa che invece lei stava facendo - e avevano rispettato in religioso silenzio le altre, senza azzardarsi a rompere il sottile strato di concentrazione creato intorno a loro come un incantesimo difensivo.
Poi Alice aveva sbattuto una gamba, e la sua imprecazione gridata con sorprendente voga aveva infranto per sempre lo specchio pensoso che a Rose già mancava.
Ed era iniziato lí, che Alice aveva preso di mira James, il capitano, rendendolo responsabile delle sue sventure e dei suoi dolori, ormai la questione del ragazzo nuovo completamente dimenticata.
"James non ha il diritto di trattarci come stracci. Non può spremerci tanto da farci sudare dalle ascelle!" Continuò Alice, accasciandosi contro una parete di marmo massaggiandosi la gamba dolente; stringeva le labbra come se dovesse trattenersi dall'urlarle di nuovo. "Non siamo degli stupidi giochini"
Rose avrebbe voluto dirle che era libera di mollare la squadra quando voleva, e che James non aveva esagerato con l'allenamento, anche perché lei lo aveva fatto per intero e stava benissimo, ma decise che tacere fosse la meglio cosa.
Dopotutto, le bastava di già Roxanne con un pessimo umore, non le serviva assolutamente inimicarsi anche Alice.
"Anche Lily un paio di battute poteva risparmiarsele!" Urlò Roxanne, ormai quasi alla fine del corridoio, senza voltarsi "i Potter non sanno proprio quando é il momento di fermarsi"
"I Potter" replicò Rose, lanciando alla schiena della mulatta uno sguardo fulminante "sono i nostri cugini"
Roxanne agitò una mano in aria.
"Dettagli"
"In realtà..."
"Tutto molto interessante" le interruppe Alice, reggendosi malamente al muro per issarsi in piedi "davvero, ma adesso ho un problema più importante"
Roxanne sbuffò.
"Cosa?" Domandò scocciata, mentre invertiva la rotta e si dirigeva dalle altre due a passo cadente; sembrava che il ritardo per il riposo le facesse anche più male del torto (ancora non confermato) che le aveva inflitto Lily.
Rose le lanciò un occhiataccia, prima di chinarsi verso la migliore amica.
Alice le fece un furtivo sorriso di gratitudine, prima di poggiate le mani sulle sue spalle e issarsi su di lei.
Rose la prese come meglio poteva, barcollando sotto il suo peso.
"Non riesco a camminare" spiegò Alice, mettendo in braccio intorno al collo di Rose.
Roxanne fece scorrere lo sguardo su di loro come se fossero solo un curioso animaletto da compagnia; c'era una sfumatura di ovvio nelle sue iridi scure.
"Lo vedo"
"Ma non mi dire!" Sbottò Alice, fulminandola con lo sguardo; allungò una mano verso di lei "aiutami"
"Ma anche no!" Disse Roxanne, facendo una smorfia; arretrò di un passo.
Rose la fissò allibita.
"Rox..." Mormorò con gli occhi fuori dalle orbite "ma che ti prende? Io non c'è la faccio da sola"
"Lo vedo"
"Hai messo le frasi a ripetizione?" Domandò Alice, pungente.
Roxanne le lanciò un fugace sguardo di collera.
"Certo che no." Si passò una mano fra i rischi scuri "é solo che..."
"Che...?" Rose la incitò a finire.
Roxanne resse il suo sguardo per un attimo, poi voltò la testa verso la finestra. Sbuffò.
"E va bene, vieni Alice" si arrese di malavoglia, mettendosi dall'altro lato di Alice rispetto a Rose.
Alice allacciò l'altro braccio dietro il collo scuro di Roxanne. Tutte e tre, con la castana in mezzo che saltellava per andare a tempo con le altre due, si misero in marcia verso la Sala Comune di Grifondoro, senza quasi pensare alle scale che avrebbero dovuto affrontare.
Camminarono per i deserti corridoi di Hogwarts per tanto tempo, fermandosi di tanto in tanto a riprendere fiato, e solo quando si trovarono davanti alle imponenti scale che portavano alla loro Sala Comune, e Roxanne lanciò un verso tanto sconcio tanto forte, Rose si ricordò di qualcosa.
"Miseriaccia!" Sbottò, sbattendosi violentemente una mano in fronte.
"Lo so" Roxanne annuii, i ricchi le ballarono sulla testa come palline nere "dobbiamo lasciare qui Alice e andare da sole"
"Cosa?" Alice la fulminò con lo sguardo.
"Niente"
"Non quello" disse Rose, scuotendo la testa; si districò dal braccio di Alice (la ragazza, improvvisamente senza appoggio, ai aggrappò con tutte le forze a Roxanne che, per la sorpresa, quasi cadde) e si allontanò dalle due.
Roxanne la guardò malissimo.
"Oh, e poi sono io quella che viene vista come una pazza eh? Cosa é, una punizione perché non sono corsa subito da voi ad aiutarvi? Non é colpa mia se la deficiente qui presente-"
"Ehy!" Alice era indignata.
"- senza offesa - si sia fatta male con in non nulla.
Sai perché non sono venuta? Cri-"
"Roxanne" Rose la guardò calma, mentre estraeva dalle pieghe del suo vestito una boccetta trasparente; aprii il tappo "volevo dire che ho del Anti-MagicDolore, bastano un paio di goccie per fare cessare ogni genere di acciacco o rematismo"
"Non ho remautismi" disse Alice, offesa.
Venne ignorata.
"E perché non lo hai detto subito!" Sbottò Roxanne, mollando la presa su Alice, che cadde pesantemente al terreno, e sfilandole la boccetta dalle dita "avremmo fatto prima"
"Ahy"
Non mi dire pensò Rose "non mi é venuto in mente" si giustificò, facendo un sorriso di scuse; sfilò la bocchetta dalla mano di Roxanne "mi dispiace, Alice."
"Anche a me" borbottò Roxanne.
"Rose" Alice la guardò intensamente, con le irdidi azzurre che si trattenevano a stento dal lanciare lampi "dammi qualsiasi cosa tu abbia.
In questo momento, sono capace di ingerire qualsiasi cosa pur di non soffrire"
"Bhe in realtà non si ingerisce, semplicemente..." Rose di interruppe, vedendo la faccia esausta di Alice "va bene. Devi solo mettere una goccia dove ti fa male il muscolo. Poi aspetteremo un paio di minuti per far si che faccia effetto."
"Fantastico"
Alice si allungò e lasciò che Rose le desse un mano la boccetta trasparente. Si versò una goccia nel polpaccio, abbassando quel tanto che bastava la calza che portava.
Per un paio di secondi non successe niente: rimasero perfettamente ferme un po' sbigottite, poi un piccolo fumo verdastro si alzò dal punto dove la goccia era penetrata nella pelle e divenne sempre più denso, fin quasi a sembrare concreto; un attimo dopo, scoppiò, dissolvendosi in piccoli frammenti smeraldi, lasciando le tre ragazze più confuse di prima.
"Allora" domandò Roxanne, impaziente, riprendendosi dalla sorpresa "riesci a camminare?"
Alice mosse incerta la gamba, piagando il ginocchio con la stessa attenzione che avrebbe messo se le avessero appena tolto un gesso. Guardò le altre due con espressione indecifrabile.
"Non mi fa più male" disse infine.
"Prova ad alzarti" Rose allungò una mano verso di lei, e Alice, ancora un po' tramortita, vi si aggrappò. Quando fu in piedi, un espressione di pura sorpresa le attraversò il volto.
"Ah" si staccò da Rose "é... Fantastico.
Nel senso, non sento più niente" alzò lo sguardo verso Rose "che cosa era? Dove lo hai trovato?"
Rose arrossì lievemente.
"Oh, ne lo ha dato l'infermiera l'anno scorso. Mi ha dato la ricetta dicendo che era una delle pozioni più utili le fosse mai servita. Nelle estate ne ho fatte un paio"
"E basta?" Chiese Roxanne, una strana sfumatura nel tono di voce; la fissò stralunata "Hermione...questa é una pozione utilissima! Potremmo usarla quando ci facciamo male a Quiddich, in modo da non fare sospendere la partita"
Rose scosse mestamente la testa, chiudendo il tappo della boccetta; se la rinfilò nella tasca. "É utile solo per le ferite lievi, e spesso causa assuefazione. Inoltre un uso spropositato del l'Edera Vic - componente principale - causa dipendenza"
"Che peccato" commentò Roxanne, realmente delusa "sarebbe stato ottimo per quei Bolidi sleali di Serpeverde. Almeno, se ci avessero colpito, si sarebbero beccati il fallo senza metterci fuori gioco!"
"Già" disse Alice; sorrise "si sarebbero beccati l'inculata di imbrogliare come loro solito senza nemmeno riuscire nel loro intento"
"Chi é che imbroglia di solito?" Chiese una voce irritata alle loro spalle.
Rose si voltò di scatto, i capelli rossi che disegnarono un perfetto semicerchio intorno a lei.
Non le sembrava possibile che, con tutti i momenti nei quali Albus avrebbe potuto passare, lui avesse scelto proprio quello in cui loro generalizzavano la Casa di Serpeverde.
Ma, come si era resa conto poco prima, la fortuna non era dalla sua parte.
Albus era appoggiato a braccia conserte al muro, i capelli sparati, come al solito, in tutte le direzioni, un ghigno sfacciato in volto e uno strano cipiglio risentito a incupire gli occhi verde smeraldo; probabilmente avrebbe preferito nascodnere il fatto due essersela presa per così poco, ma Rose lo conosceva troppo bene per non accorgersene.
Dietro di lui, illuminata parzialmente dalle candele, spiccava una chioma platinata, con i capelli rigorosamente tirati indietro e i riflessi rossastri che si perdevano nelle insenature più buie.
Scorpius aveva un aria annoiata.
"Al" mormorò Rose, mortificata, pentendosi di non aver interrotto le chiacchere delle sue amiche, e anche di aver tirato in ballo la pozione "noi...non volevano essere scortesi...
Insomma" Rose arrancava, non sapendo che dire "sappiamo che voi non siete così"
"Però siamo Serpeverde" disse Scorpius, sbadigliando.
"Rosie" Albus le sorrise, avvicinandosi di un passo. "Non ti preoccupare, non c'è la siamo mica presa. Sappiamo cosa siamo"
I suoi occhi, però, ombrati da un aria di risentimento, dicevano il contrario.
Rose cercò qualcosa di intelligente da dire, frugò nel suo cervello cercando una qualsiasi battuta - magari anche già detta da uno dei suoi zii - per stemerare la tensione che sentiva palpabile nell'aria. Quando non  la trovò si voltò verso Alice, chiedendole un muto aiuto con gli occhi.
Alice incrociò il suo sguardo e le sorrise, annuendo con un cenno; Rose si pentii immediatamente di ciò che aveva fatto: aveva riconosciuto lo sguardo di zizzania che aleggiava negli occhi della amica.
"Oh, Albus, effettivamente" disse sfoggiando un ghigno "anche voi fate parte della squadra"
Albus si accigliò.
"Che vorresti dire?"
"Oh andiamo" sbuffò Roxanne, parlando per la prima volta "sai cosa intende"
"No" replicò Albus, una nota dura a rendere aspra la sua voce "no, non lo so"
"Roxanne" Rose richiamò la cugina in se, prima che potesse dire qualcosa di troppo affrettato.
Lei la ignorò, gli occhi che lampeggiavano.
"Il Bolide che ha messo fuori gioco la squadra di Corvonero l'anno scorso." Disse, maligna; avanzò di qualche passo "Ti rammenta qualcosa? Il fatto che, se non fosse stato per il vostro colpo sleale, Corvonero sarebbe stato in cima alla lista e avrebbe vinto la Coppa?"
"Roxanne" Alice le lanciò un occhiata di avvertimento.
Albus storse le bocca, una smorfia risentita si faceva spazio sul suo volto.
Rose sperò che non dicesse niente.
Da quella volta, da quando una mossa contro le regole era costata loro la vincita della Coppa,  la squadra di Corvonero si era attrezzata di più contro i Bolidi, chiedendo anche alla Preside il permesso di fare degli incantesimi avanzati alle loro scope, in modo da avere degli effetti più attenuati; Rose credeva che la MecGrannit non lo avesse concesso - anche lei era stata una giocatrice di Quiddich, e quindi conosceva quanto fosse importante i ruolo dei pesanti Bolidi - e sotto sotto ne era stata convinta. Per questo si era sorpresa quando la Preside aveva accordato loro quel permesso. Si era sempre chiesta quali tesi avessero portato i Corvonero per riuscire a convincere e a smuovere una roccia decisa - che aveva sempre tenuto distanti la bacchetta e le scope (a mala pena era d'accordo che gli studenti l'avessero mentre giocavano) - ad accondiscendere a qualcosa del genere. Aveva sempre pensato che non lo avrebbe mai permesso.
Da allora, però, era quasi impossibile mettere fuori gioco un giocatore di Corvonero. Per questo James sperava che i Corvonero perdessero contro Serpeverde: aveva paura di non riuscire a batterli.
"Bhe" disse Scorpius, affiancando Albus; aveva un espressione incredibilmente calma in volto, e sarebbe sembrato che non gli importasse, se non fosse stato per i lampi che le iridi grigie lanciavano illuminati dalle candele "almeno noi siamo abbasstanza intelligenti da ricordarci delle nostre risorse, e sai, evitare di fare fatiche inutili"
Rose arrossì: allora avevano visto tutta la parte della pozione.
"Sempre meglio che imbrogliare" ribatté Roxanne.
"É successo una volta!" Sbottò Albus "ed é stato dato rigore!"
"Imbroglioni di Casa, imbroglioni nella vita"
"Sempre meglio che avere una mente tanto ristretta da non riuscire a uscire dalle piccole stupidità e sottigliezze  che rendono il Mondo Magico terribile per chiunque porti un etichetta considerata non idonea e comune con gli altri" sputò Albus, furioso, rosso in volto; si passò una mano fra i capelli, prima di rivolgere alle tre una smorfia "ci rendete la vita un inferno"
Roxanne fece una faccia confusa.
"Non ho capito"
Albus scosse la testa, ancora arrabbiato. Sbuffò.
"Lascia perdere. Certe cose le persone come voi non le possono capire"
Rose prese un cipiglio contrariato, ma non disse niente. Non aveva ancora trovato la voce.
Albus e Scorpius lanciarono loro un altro sguardo, prima di voltare loro le spalle e incamminarsi nelle direzione dove erano venuti, verso i sotterranei.
Rose si sentii incredibilmente in colpa; si sentiva sprofondare, come se il pavimento avrebbe potuto inghiottirla.
Avrebbe dovuto evitare che Roxanne dicesse quelle cose! Avrebbe dovuto stoppare la conversazione prima che si arrivasse a un punto del genere! Anzi, non avrebbe dovuto nemmeno permettere che si iniziasse una conversazione dei genere. Avrebbe dovuto immaginare che poteva finire in questo modo.
"Ah e comunque" aggiunse Albus - Rose, per un solo istante, sperò che dicesse che non gli importava niente di ciò che gli avevano detto - voltandosi e guardandole con serietà "Serpeverde é solo un nome che ci é stato affibbiato, privo di significato: non dice chi siamo realmente"

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora