Capitolo 28

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I corridoi di Hogwarts erano tutti uguali. Li stessi muri, quadri, armature, poggiate agli angoli per dare una parvenza di medioevo che sbiadiva per le candele incantate, lo circondavano sfilando accanto a lui con la stessa monotonia con la quale avevano fatto tutti questi cinque anni. Con la stessa rutin delle onde del mare.
Ormai credeva di riuscire a riconoscere ogni singolo mattone che componeva quell'antico castello.
Scorpius camminava spedito diretto in Sala Grande, dalla quale proveniva l'intenso rumore del chiacchericcio degli altri studenti, che già si stavano gustando il pasto. Non faceva altro che pensare a ciò che era appena successo.
Quel Tomas. Come aveva osato? Non sapeva cosa significava dare rispetto agli studenti più anziani? O lo aveva dimenticato?
Di certo, se gli avesse messo ancora i bastoni tra le ruote, Scorpius sarebbe stato ben felice di ricordaglielo. Magari una volta per tutte.
Scorpius svoltò un angolo, trovandosi difronte alle imponenti porte di pietra della Sala Grande. Riusciva a intravedere il Tavolo di Serpeverde, dove i suoi compagni vagavano già dando il loro meglio per spolverare i piatti.
Solo uno era fermo, immobile. Si guardava attorno come se cercasse qualcosa.
Albus.
Un vago senso di colpa gli attanagliò lo stomaco, una morsa gelida in cui faticava perfino a respirare. Scorpius lo scacciò, scuotendo la testa.
Non era quello il momento.
Accelerò il passo, arrivando velocemente nella Sala. Albus gli aveva tenuto il posto, e gli fece cenno di sedersi accanto a lui.
Dopo un attimo di esitazione, Scorpius ubbidì.
"Dove eri finito?" Lo aggredí Albus, una nota di irritazione tanti evidente nel tono che sembrava grattare le parole. Si fiondò a capo fitto sul piatto, come trucidando la carne che vi era dentro, lanciando quale occhiata di risentita pazienta all'amico.
Scorpius alzò gli occhi al cielo, prendendo educatamente la forchetta.
"Ero in bagno" rispose "adesso uno non può andare nemmeno in bagno?"
"Mi stai mentendo" Albus lo fulminò con gli occhi verdi.
"Vuoi togliermi punti?" Scattò Scorpius, ancora provato per ciò che era successo poco prima.
"Ti sembra per caso che io abbia nominato la questione delle Case?"
"Era implicito"
"Ma se non sono nemmeno Prefetto!"
Scorpius sbuffò, passandosi una mano sul volto. Parlò ad occhi chiusi.
"Chiederesti a un tuo cugino di farlo" disse pensando alla Weasley.
"Perché dovrei farlo" Albus si tirò su, seriamene preoccupato "anche io sono Serpeverde"
"Non ti é mai importato niente della Coppa delle Case" Scorpius alzò gli occhi al cielo, infilando il suo tacchino "non ti sei mai preoccupato di guadagnare punti per la nostra Casa e non pensi mai se una tua azione potrebbe portarli a perdere. Hai sempre detto che la trovi una tradizione stupida" gli lanciò un occhiata in tralice "ed é per questo che saresti capace di togliere punti a Serpeverde pur di darmi una lezione.
Mi stupirebbe se ora se decidessi che ti frega qualcosa."
"Non sono io quello che ultimamente sta minando una inutile vittoria alla Coppa delle Case, facendo perdere punti ed odiare dai professori" borbottò Albus, guardarono da sotto in ciuffo corvino.
Scorpius fece scattare la testa verso di lui, socchiudendo gli occhi. Valutò se fosse opportuno iniziare una discussione, ma quando vide che Albus stava già tornando a mangiare con sguardo un po' perso scosse la testa, decidendo di lasciar perdere le parole dell'amico. Dopotutto, essere così amici concedeva qualche privilegio.
"Ti va di andare nelle Stanza delle Necessità, sta sera?" Chiese a un tratto Albus, guardando qualcosa oltre il tavolo di Serpeverde.
Scorpius alzò lo sguardo su di lui, vagamente perplesso.
"Perché?"
"James e Fred si sfidano a mangiare più uova di Doxy, oggi."
"Ah"
Il tono tranquillo di Albus escludeva qualsiasi tipo di preoccupazione nei confronti della salute del fratello. Ma, rifletté Scorpius, James Sirius Potter era abbastanza famoso per fare certe uscite e non procurarsi nemmeno un taglio.
Scorpius si strinse nelle spalle.
"Va bene, non vedo perché-"
"Ottimo"
Scorpius aveva la netta sensazione che Albus non lo stesse ascoltando.
Gli lanciò un occhiata in sottecchi, sospetta, e cercò di seguire il suo sguardo.
"E dimmi, Al, tu vuoi andarci perché...?"
Albus alzò le spalle.
"É mio fratello"
"E ovviamente non c'entra niente chi ci sarà nella Stanza, vero?" Chiese Scorpius, accompagnando la domanda con un occhiata maliziosa e eloquente al tempo stesso. Prese a girare a vuoto la forchetta nel piatto, causando un rumore a dir poco sgradevole.
"Mm" Albus era ancora troppo concentrato nella sua ricerca per capire davvero cosa implicassero le parole di Scorpius. "Si credo ecco, certo"
Scorpius alzò gli occhi al cielo, vagamente divertito.
"Sai chi ci sarà, sta sera?" Chiese ancora, cercando di punzecchiarlo come stava facendo con il suo tacchino.
Albus rispose distrattamente.
"Sicuramente Roxanne, Rose, Lily penso anche Louis-"
"E una certa Alice Longbottom?"
Un vago rossore si propagò per le guancie di Albus. Colto in contro piede, il ragazzo sobbalzò, lasciando cadere la forchetta nel piatto.
Scorpius represse una risata parecchio di scherno.
"Alice non c'entra assolutamente per quello che faccio!" Sbottò Albus, riprendendo la sua forchetta. Lanciò un occhiataccia a Scorpius, quando questo fece un verso scettico.
"E allora perché-"
"Voglio solo vedere mio fratello in imbarazzo, per una volta" lo precedette Albus, guardandolo di traverso. Provò a portarsi alla bocca un pezzo di carne ma, impegnato a tenere il broncio difronte all'espressione divertita di Scorpius, sbagliò mira, pugnalandosi una guancia.
"Ahia!" Esclamò Albus, più per la sorpresa e lo stupore per che per il reale dolore.
Scorpius sbottò definitivamente a ridere, mentre, accanto a loro, Medelain Heartquache seguiva il suo esempio senza nascondersi troppo.
Albus sbuffò, guardandolo male.
Tirò un pezzo di pane in testa a Medelain, che si impigliò fra i capelli biondi della ragazza, e si beccò per questo diverse offese da parte della Serpeverde,che cercò di districarsi alla meno peggio.
Scorpius si tappò la bocca con la mano, per evitare di essere beccato a sbeffeggiare Medelain dalla diretta interessata e, quindi, ricevere una fattura in testa. Il suo volto divenne completamenta rosso, mentre cercava di reprimere le risate.
Albus lo guardò aspettando paziente.
"Finito?" Domandò calmo, inscenando un soppracciglio scuro. Una macchia rosa spiccava sulla sua pelle scura, proprio in prossimità della guancie. Si potevano ancora vedere i denti della forchetta incisi nella carne.
Scorpius prese diversi respiri.
"Si" disse, la voce che tremava per la troppa ridarella - Albus alzò gli occhi al cielo - e gli occhi grigi che trattenevano delle lacrime. Si poggiò sullo schienale, il volto in fiamme "si, finito"
"Bene"
"Ora capisco perché vuoi vedere tuo fratello in imbarazzo" continuò Scorpius, asciugandosi una guancia "tu riesci a fare la figura del coglione senza impegnarti!"
"Ah ah, molto divertente" Albus lo fulminò con lo sguardo, tirandogli una gomitata nelle costole.
Scorpius lo ignorò.
"Attento che se ti vede la tua Alice sarà costretta a rifiutarti! Vuoi qualche consiglio per farla tua?" Chiese, le spalle ancora sussultavano per il divertimento.
Albus strinse le labbra, guardandolo male. Poggiò con poca grazia la forchetta nel piatto, e si girò completamente verso di lui sulla panca. Socchiuse gli occhi.
"Io. Non. Provo. Niente. Per. Alice.
A parte amore fraterno" disse, serio "vedi di ficcartelo in quella testa, Scorpius"
"Allora vedi che ammetti di provare amore per lei?"
"É come una sorella per me!" Sbottò Albus, vicino a una crisi "fra noi due non potrebbe funzionare! Se la baciassi mi sembrerebbe un incesto!"
Scorpius gli lanciò una lunga occhiata.
"Cosa?" La voce di Albus era vicina all'isteria.
"Per caso immagini di baciarla?"
"No!" Albus si passò una mano tra i capelli "porco Salazar...Non c'è niente fra me e lei. Giusto qualche pinzicchiamento sul Quiddich"
"Non ho mai capito perché ti interessasse la Coppa di Quiddich e non quella delle Case" affermò Scorpius, tornando a mangiare.
Albus sbuffò, irritato.
"C'entra, adesso?"
"No" Scorpius scosse la testa "ma tanto entrambi sappiamo ciò che provi per Alice, ed entrambi sappiamo come andrà a finire"
"Argh" Albus sbatté con forza la testa sul tavolo, sempre più scocciato. Parlò fra i denti "lo vuoi capire o no, che non ci sarà mai niente fra di noi? Siamo SOLO AMICI e nient'altro"
"Dimmi Albus" ribatté Scorpius. Albus alzò un poco la festa per guardarlo "quando ti ripeto queste cose, la notte, ci credi davvero o capisci di star mentendo a te stesso?"
"Io ci rinuncio"
"A capire i tuoi sentimenti?" Scorpius lo guardò ironico "sapevo che eri stupido, ma credevo che perfino uno come te potesse arrivare a conclusioni così semplici"
Albus aprii la bocca per rispondere, oltraggiato, ma Scorpius alzò una mano per zittirlo.
"Senti, queste cose le so meglio io di te, quindi zitto e ascolta: tu sei cotto di Alice ma se troppo stupido per capirlo. Fidati" aggiunse, ignorando il dito medio che gli stava rivolgendo Albus "sono certo di cosa dico, a differenza tua."
Albus cacciò una risata smorzata.
"Si, e tu mi conosci meglio di me stesso, eh? Solo perché sei il mio migliore amico?" Alzò le soppracciglia "Scorpius, mi deludi, credevo che nemmeno tu potessi cadere in queste smielate sciochezze"
"Oh, Albus, tranquillo" replicò Scorpius, un sorriso cattivo che gli icurvava le labbra verso l'altro "credevo che i nostri anni passati insieme ti avessero ormai fatto capire a pieno ciò che penso riguardo a certe cose: sono tutte cazzate.
Ma" aggiunse, avvicinando il viso pallido a quello perplesso di Albus "so certe cose per altri motivi" e gli lanciò una lunga occhiata eloquente.
Negli occhi di Albus passò, per un momento, un attimo di smarrimento, poi i suoi occhi si sgranarono, e la comprensione fece capolino nelle iridi verdi.
Scorpius sorrise, tornando al suo pasto. Vantarsi delle sue capacità non gli era mai piaciuto, ma se si aveva a che fare con soggetti così determinati a rinnegare l'ovvio come Albus era spesso l'ultima risorsa che aveva, e l'unica che l'amico era disposto ad ascoltare fino in fondo.
La mascella di Albus cadde, lasciando intravedere la distesa martoriata di tacchino fra i suoi denti, mentre fissava l'amico attendendo una frase ad effetto per rispondere per le rime.
Quando, dopo quindici minuti, non gli venne in mente niente, si limitò a chiudere la bocca, tornando al suo piatto meditambolo.
Scorpius gli lanciò un occhiata in sottecchi.
Dai penso magari questa é la volta giusta che capisce ciò che prova.
Scorpius seguii il punto dove gli occhi di Albus erano stati fissi in quel momento, oltre il tavolo di Serpeverde, e si fermarono ai colori rossi e oro di Grifondoro.
La chioma castana di Alice Longbottom catturò la sua attenzione, mentre la lunga coda di cavallo si agitava alle sue spalle come se avesse vita propria.
"Scorpius?" Albus lo chiamò a mezza voce.
"Si?" Disse lascivo Scorpius, guardandolo di traverso, sicuro di una dichiarazione.
Albus lo sorprese.
"Se usi ancora quella cosa su di me giuro che imparerò quel contro incantesimo. Si Scorpius" Albus lo fissò intensamente "sai a cosa mi riferisco. A a quell'incantesimo."
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Rose si strinse nelle spalle, avvolgendosi meglio il maglione rosso al suo busto. Nella Stanza delle Necessità faceva incredibilmente freddo.
Roxanne, accanto a lei, stava allungando il collo per riuscire a scorgere il fratello, probabilmente voleva scommettere con lui l'esito della sfida. Sembrava estremamente emozionata, quasi in fribillazzione, e Rose non dubitava che George avesse dato legna al fuoco durante l'estate, tirando in ballo una gara di quel genere.
Alice, d'altro canto, aveva le braccia distese lungo i fianchi, e si guardava in torno inespressiva, quasi calma. Osservava tutto con una certa noia, quasi come se l'incontro non la riguardasse direttamente.
Bhe, rifletté Rose, in effetti era così, ma sarebbe stato certo gradito una vaga participazione emotiva alla preoccupazione che stava scavando nel petto di Rose.
"Si sono già ammazzati?" Chiese Alice, non curante, guardando Roxanne "da qua non si riesce a distinguere niente"
"Alice!" Sbottò Rose, tirandole una gomitata nelle costole.
"Ehy!" La castana di massaggiò il punto offeso "ma che c'è?"
"Potresti anche essere preoccupata" sibilò Rose, affilando lo sguardo.
Alice sbuffò.
"Non é che mi interessi tanto la sorte di quei due..."
"Fingere non guasterebbe"
"E invece dovrebbe interessarti" intervenne una altra voce.
Roxanne, Rose e Alice si voltarono di scatto, ritrovandosi davanti due ragazze, entrambe con una vena risentita a incupire il volto finto sorridente. Effettivamente, era la piega preoccupata delle labbra che tradiva la loro recita.
Padma Finnigan e Sam Wood erano difronte a loro. Non sembravano contente di essere la, come se qualcuno le avesse costrette.
Alice inarcò un soppracciglio, inclinando la testa di lato.
"E perché mai?"
"Perché fanno parte della squadra!" Rispose Sam, quasi ferita dalla totale indifferenza di Alice alle sorti dei due ragazzi. Si strinse le braccia al petto. "Se si fanno mandare in infermeria proprio ora che lunedì abbiamo il campo per allenarsi..." Scosse la testa, come se il solo pensiero le facesse male "non potremo giocare. Come faccio a trattenere i Bolidi, se Fred finisce in infermeria?"
Era una paura fondata, si ritrovò a pensare Rose. Sam era l'altra battitrice di Grifondoro, che lavorava in coppia con Fred da quando era entrata in squadra. L'avevano presa dopo che il primo compagno di Fred, Mich Goontls, aveva mandato James in infermeria per un Bolide con la moda sbagliata.
Quell'errore gli era costato il posto in squadra, anche perché James se la era vista brutta.
"Oh tranquilla, Sam" Roxanne sorrise dolce alla ragazza "Fred non ha assolutamente bisogno di una sfida per finire in infermeria."
Sam la guardò confusa.
"In che senso?"
"Oh" Roxanne allargò il suo sorriso, facendo preoccupare sia Sam che Rose "intendo dire che, se perde, sarò io a mandarlo in infermeria"
"Fantastico" borbottò Rose, pensando alla squadra.
"Perché?" Chiese Parma, salutando distrattamente con la mano la sorella, Laila, che entrava in quel momento.
Roxanne la guardò con fare ovvio.
"Come perché?" Esclamò, sbattendo le mani "ho puntato dieci galeoni su di lui! Se li perdo voglio almeno avere la prerogativa di poterlo mandarlo con una frattura in infermeria!"
Padma la fissò senza scomporsi.
"Tu si che sei la miglior sorella del mondo, eh?"
"Puoi dirlo forte"
Rose alzò gli occhi al cielo, voltandosi.
Non poteva ancora credere di essere la.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora