Capitolo 74

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La Sala Comune era deserta quando lei entrò. E come altro avrebbe potuto essere, pensò Rose ironica, se erano passate già l'una di notte?
Sì, la ronda era finita più tardi del previsto. Dopotutto Rose se ne sorprendeva: quando le faceva da sola, fino a quel giorno quindi, era sempre riuscita a limare il tempo e a portarsi in vantaggio. Il peggio che era stato era finire alle ventitré. Eppure, ora che erano in due e i tempi avrebbero dovuto come minimo dimezzarsi, ci aveva impiegato una buona ora in più. Però era normale: con tutte le soste che lei e Malfoy avevano fatto per concedere a lui di sfotterla era abbastanza logico che avessero perso tempo. E preziose ore di sonno.
Rose si chiese preoccupata de Marck e Laila avessero aspettato troppo per il cambio. Anche loro dovevano dormire, e ci avrebbero messo minimo quattro ore. Forse erano un tantino arrabbiati per dover essere partiti così in ritardo. Insomma, loro erano del quinto, avevano i G.U.F.O. per loro riposare ora era essenziale.
Soprattutto perché, dopo l'inizio del nuovo anno, non avrebbero avuto tregua. Studio e compiti sarebbero stata l'unica compagnia per tutta la fine dell'anno scolastico. Rose stirò un lieve sorriso. Ricordava, non senza una certa ansia, come era stato per lei il quinto anno. Distruttivo.
E poi c'era stata la lite Alice e Smith. Forse era anche dovuto a quello il senso di stanchezza e di sollievo che avevano travolto Rose il quindici giugno di quello stesso anno, una volta che si era seduta nello scompartimento del treno, lasciandosi Hogwarts alle spalle. Era stata stranamente libera.
Rose scosse la testa, scacciando quei pensieri. Cercando di fare meno rumore possibile e di non inciampare in qualche ostacolo nascosto alla busta dal buio, attraversò la Sala Comune e si diresse verso le scale del Dormitorio. Aprii la porta e, con gli occhi che cedevano dal sonno, iniziò la lunga salita oscura.
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Il giorno dopo Rose si svegliò, come previsto, stanca morta. Sfinita.
Era come se tutte le energie che l'avevano sorretta fino al letto fossero andate via nell'attimo stesso in cui si era addormentata. E non erano più tornate, a differenza della fastidiosa sveglia che suonava ininterrotta nella stanza e nei piccoli spiragli di sole che si intravedevano dalle tende scarlatte.
I suoi muscoli a pezzi imploravano di rimanere ferma, immobile in quel bel letto, avvolta da quelle coperte così confortevoli...
Voleva solo il silenzio. E stare tranquilla.
"Longbottom, muovi il culo o io te lo taglio!"
Silenzio morto. Sulla tranquillità? Anche su quella Rose aveva dubbi si sarebbe conservata. Ammesso che ci fosse mai stata.
Rose si pestò il cuscino sulle orecchie.
Dannato giovedì.
"Wesaley" la voce di Alice rimbombò tagliente fra le quattro mura "osi davvero dirmi cosa fare?"
"Sì, oso. Perché non voglio un inutile spargimento di sangue"
"Gentile da parte tua"
"Mi scoccia solo dover pulire, non farti strane idee"
Rose scattò a sedere, prevedendo una lunga discussione. Voleva tentare di salvare il salvabile e evitare che sì, qualcuno si prendesse a bacchettate.
Non voleva stare a sentire le amiche.
Non a quell'ora della mattina, almeno.
"Che nessuno sparga sangue" disse. Girò prima la testa a sinistra, dove sua cugina era in piedi sul letto, le mani fieramente artigliate a un cuscino rosso e gli occhi scuri socchiusi, intenti a fulminare con lo sguardo l'altra; poi la voltò a destra, dove Alice non aveva perso tempo e stava già estraendo la bacchetta, anche lei in piedi sul materasso che sprofondava come una buca sotto il suo peso.
Tutto nella norma insomma.
Un momento.
Rose balzò in piedi, allargando le braccia.
"FERME!"
"Non ho fatto niente!" Protestò Roxanne, offesa. "Non ancora, almeno". Strinse di più le presa sul cuscino.
Rose la guardò inarcando un sopracciglio. "Sul serio, Rox? Sul serio?"
Roxanne sbuffò alzando gli occhi al cielo. Prima che potesse dire altro, Rose si voltò verso Alice.
"Posala" le intimò, anche se prendere posizione le risultava incredibilmente difficile. Soprattutto con una come Alice: normalmente era lei a intervenire con forza durante le discussioni e a sederle, con una volontà, uno spirito e delle minaccie che facevano desistere chiunque a darle contro. Era ammirevole, sotto questo punto di vista.
"Alice?" Rose la fissò dura - per quanto potesse apparire dura o minacciosa agli altri.
Alice resse per un secondo di troppo il suo sguardo, poi abbassò la mano.
"E va bene" sibilò. Lanciò un occhiataccia a Roxanne da sopra la spalla di Rose, poi saltò giù dal letto agilmente.
Rose sentii dietro di lei un ringhio sommesso.
"Eh no!" Sbottò Roxanne, dura "non ti prenderai il bagno!"
Alice sorrise, strafottente "troppo tardi"
Schizzò lungo la stanza e, prima che qualcuno potesse dirle qualcosa, si era già chiusa la porta del bagno alle spalle.
"Fermala!" Esclamò Roxanne a Padma Finnigan, che la fissava stralunata ancora avvolta nelle coperte scarlatte,in un vano tentativo di rincorrere Alice.
Saltò giù dal letto per tagliarle la strada, ma la porta le sbatté in faccia.
"Miseriaccia!" Sbottò, colpendo con forza il legno con la mano.
Da dietro si sentii una risatina cristallina.
"Alice!" Roxanne ruggí verso il legno, le mani serrate in pugni lungo i fianchi. "Smettila di fare tutta questa scena!"
"Quale scena?" Domandò innocente l'altra.
Roxanne divenne paonazza.
"Quella che stai facendo, razza di idiota!"
"Che c'è, rosichi?"
"Affatto. Voglio solo evitare che Hermione debba curarti per una mia fattura che potrebbe, essere proibita."
"Sai una cosa Rox? Ti fa onore mettere il piacere di Rose prima del tuoi stupido istinti vendicatori"
"Non sono stupidi" ribatté Roxanne. "Te lo meriti"
"Davvero? E allora dimmi per cosa c'è l'hai con me"
Roxanne si limitò a battere con forza la mano sulla porta. "Esci da questo fottutissimo bagno!"
"Ah, lo sapevo! Non sono gli istinti a essere stupidi, lo sei proprio tu!"
Rose sospirò chiudendo gli occhi.
Visto? Era esattamente così che la situazione andava avanti da un mese buono. Alice e Roxanne che non potevano stare nella stessa stanza per più di qualche minuto senza scoppiare a litigare. O a scagliarsi incantesimi.
E Rose, cercando di non perdere lei stessa la pazienza, cercava di rimettere pace fra le due. O almeno evitare che si ammazzassero.
Risultato? Andava quatto volte su tre in esaurimento nervoso, che non poteva nemmeno sfogare sugli altri, in quanto Alice e Roxanne c'è l'avevano troppo l'una con l"altra per starla a sentire. O a stare dietro ai suoi ragionamenti.
Rose sbuffò, mentre saltava giù dal letto. Padma, ancora sconvolta, le rivolse un occhiata allibita.
Rose agitò una mano in aria. "Lascia perdere" disse "hai fatto bene a non intervenire, o ora ti ritroveresti contro la furia di Alice Longbottom" fece una smorfia "sono sicura che tu non vorresti averla come nemica"
"No" convenne Padma "non ora che la ho vista, almeno"
"Fifona" ovattata da sotto l'amasso di coperte rosse che la sommergeva arrivò la voce di Sam "bisogna sempre schierarsi, senza se e senza ma.
Bisogna accettare le conseguenze"
Padma sbuffò voltandosi verso le coperte rosse che componevano la figura sfumata della sua amica.
"Davvero? E tu ti metteresti contro Alice?"
"Non ho mai detto questo" la testa bionda di Sam emerse dalle coperte come un uccello che nasce dalle fiamme. "Ho detto che non bisogna avere paura delle conseguenze delle azioni che facciamo"
Padma corrugò la fronte. "Non ti seguo"
"Lascia perdere. Pensieri profondi di prima mattina"
"Che non torneranno più!" Alice uscii baldanzosa dal bagno. Roxanne ricevette la porta sul naso, e si fece indietro con uno sguardo di fuoco.
Alice le rivolse un sorriso smagliante "ti ho colpita?"
"Sparisci" disse gelida Roxanne "prima che io colpisca te"
"É una minaccia?"
"Una promessa"
Alice aprii la bocca per parlare e dire qualcosa che avrebbe solo prolungato il litigio. Rose alzò gli occhi al cielo e, con un salto, affiancò la migliore amica. "Andiamo?" Chiese rivolta ad Alice, che stava ancora fissando Roxanne con gli occhi azzurri dardegnanti. Ebbe appena il tempo di spostarli su Rose, che non aspettò la sua risposta e le afferrò il braccio, tirandola via dal Dormitorio.
"Non vi sopporto più" sospirò Rose, non appena si fu chiusa la porta del Dormitorio alle spalle.
Alice le lanciò un occhiata in tralice.
"Grazie"
"Non è per te" Rose sospirò di nuovo. Si passò una mano tra i capello sciolti, ancora più crespi di quanto se mi ricordasse. Qualche ciuffo rosso le rimase impigliato nelle dita e, con un verso di disgusto, Rose si passò una mano sulla sua divisa. "E che...questa storia sta andando avanti da settimane! É troppo tempo, Alice, devi riconoscerlo"
"Pensi che non lo sappia?" Domandò lei, sottraendo in modo poco dolce il braccio dalla presa gentile di Rose "Rox non ricorda nemmeno perché c'è la ha con me! Sta prolungando inutilmente la nostra litigata."
Rose le lanciò un occhiata obliqua "anche tu" disse.
"Cosa?" Alice sembrava scandalizzata.
"Ohhh, potresti anche evitare tutte quelle cose che dici!" Sbottò Rose, mentre sbucavano nella Sala Comune. Intercettò lo sguardo di James, e gli rivolse un sorriso. "Tutte quelle cose, quelle offese...sono inutili, e di certo non ingrazieranno Roxanne a perdonarti"
"E lei che ha iniziato..."
"E tu devi essere abbastanza matura che fermarti" disse secca Rose. Addolcii un po' il tono "e dai, Alice...tu perdoni tutti subito! Cosa ti costa fare un passo indietro e chiedere scusa?"
"Mi costa il fatto che Roxanne non le accetterà! Si limiterà a guardarmi ghignando e a umiliarmi"
"Lei non ti vuole umiliare" ribatté Rose seria.
Alice sbuffò. Incrociò le braccia al petto, mettendosi sulla difensiva "non é questa l'idea che da" mormorò.
Rose le sorrise dolcemente. Le si avvicinò, passandole un braccio sulla schiena, rassicurante. Aprii la bocca per dirle che Roxanne non era crudele e non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, e che Alice doveva togliersi questo grillo dalla testa, quando una furia rossa piombò in mezzo a loro.
Rose represse un sussulto spontaneo, mentre Alice era tanto allibita da lasciarsi sfuggire un brusco e di certo troppo cattivo: "che cazzo vuoi?"
La ragazza le lanciò uno sguardo, perplesso. Poi lo tramutò prima in confuso, poi in sorpreso e infine si rivolse a Rose.
"Hermione" esordì tombale Laila Finnigan, alzando una mano "ho bisogno di cambiare compagno per le ronde. Non c'è la faccio più! Marck mi fa uscire fuori dai gangheri! Non voglio dover lottare con l'istinto di affatturarlo tutte le volte che provo a fare il mio dovere"
"Mi dispiace" disse Rose, ancora troppo sorpresa per l'entrata in scena della ragazza e per la sua improvvisa somiglianza con Lily che Rose aveva appena notato. Le sorrise "posso provare a dire qualcosa a Molly, anche se penso che voi due siate il suo progetto meglio riuscito..." Ragionò ad alta voce "non credo rinuncierà troppo facilmente"
Laila le rivolse uno sguardo confuso. Poi scosse la testa, come se il significato delle parole di Rose non le interessasse completamente. "Ti prego" disse, sotto lo sguardo di una più che divertita Alice "non c'è la faccio più, mi esploderà la testa per lo stress a cui mi sottopone"
Ti capisco pensò Rose, e lanciò un occhiata più che eloquente a Alice.
Lei arrossì un poco sulle guancie, alzando gli occhi con fare innocente.
"Per favore" continuò Laila, sgranando i grandi occhi scuri "se anche la settimana prossima la faccio con lui potrei impazzire"
"Non so cosa potrei fare" disse mesta Rose, ancora non afferrando il succo del favore che lei doveva farle.
Laila le lanciò un occhiata esplicita.
"Cambiamo compagni" disse tranquilla.
Rose sgranò gli occhi, sconvolta, e Alice scoppiò a ridere.
"Sarebbe infrangere le regole imposte da Molly" disse Rose, ignorando la risata di Alice, troppo divertita.
"Ma Molly non c'è" si lagnò la ragazza "non lo scoprirà mai"
"Non importa. Io lo saprei"
"Per favore?" Tentò ancora Laila, in una vaga speranza di ricevere una risposta affermativa. Rose scosse la testa.
Laila abbassò il capo, sconfitta. Aveva l'aria di una disperata.
Fece un ultima prova.
"Sicura?" Chiese, ma neanche lei sembrava troppo convinta.
"Sì" Rose le fece un sorriso di scuse.
Laila sbuffò. "Va bene...grazie lo stesso"
Poi girò sui tacchi e sparii, attraversando il ritratto della Signora Grassa.
Alice cessò di ridere, ma aveva ancora tratti di ilarità sul volto. Sembrava che la litigata di poco prima con Roxanne fosse completamente sparita dalla sua mente.
"Incontro strano, eh?" Chiese, dando un gomito a Rose.
Rose stiracchiò un sorriso. "Già" disse
"Ma é normale per cui che sono abituata"
Alice convenne con lei, poi entrambe attraversarono il ritratto della signora Grassa, sbucando nel corridoio. Alice le rivolse un occhiata un po' interdetta.
Rose inarcò entrambe le sopracciglia.
"Che c'è?"
"C'è che mi aspettavo tu dicessi di si" disse Alice. Scrollò le spalle "anche se andavi contro un indicazione di tua cugina...insomma, mi ha sorpreso, fine!"
"Perché?" Chiese ingenuamente Rose, sentendo una strana sensazione nascerle nel petto. Aveva sbagliato a comportarsi in quel modo?
"Oh..niente!" Alice parve notare il suo turbamento. Le sorrise. "Semplicemente non mi aspettavo un tuo rifiuto"
"Dici che avrei dovuto dirle di sì?" Rose si morse il labbro "ma se poi Molly..."
"No. Dovevi rispondere come volevi." Replicò Alice, con un tono che non ammetteva discussioni. "Sono sorpresa per il fatto che non sono riuscita a prevedere la tua risposta"
"Come mai?"
Alice si strinse nelle spalle. "Non é in segreto che tu sei gentile. Ti faresti un quattro per tutti. Pensavo lo avresri fatto anche per lei"
Forse anche io mi scoccio a essere gentile pensò Rose. Non lo disse, invece sorrise all'amica r le chiese:
"Vuoi andare a fare colazione o rimaniamo qui per sempre?"
Quando arrivarono in Sala Grande notarono subito Lily al tavolo dei Grifondoro, e si diressero verso di lei sorridendo.
Quando Lily le vide i suoi occhi si illuminarono.
"Venite a farmi compagnia nel club: persone che Roxanne odia?" Chiese solare, masticando della pancetta.
Rose, che si stava appena sedendo, si bloccò a metà, rivolgendole uno sguardo confuso.
"Tu come fai a saperlo?"
"Oh" Lily giocherellò tranquilla con il suo cucchiaino. "Oh bhe, Roxanne c'è la ha ancora con me"
"Ancora?" Alice sgranò gli occhi, sorpresa "ma...sempre per-"
"La mignatura di quella dannata Pluffa?" Lily le rivolse un sorriso acido "sì. E io non ce la faccio più"
Alice sospirò, lasciandosi cadere sulla panca.
"A chi lo dici" Alice scosse la testa.
"Già" commentò secca Rose, lanciadole un occhiataccia "a chi lo dici"
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Roxanne entrò nella Sala Comune annunciata da uno sbuffo. Si guardò intorno, sperando di non intercettare la chioma rossa di una delle sue cugine o - peggio - la chioma castana che sommortava un paio di occhi azzurri troppo deficenti per parte della ragazza. Sospirò di sollievo quando costatò che nessuno appartenere delle due categorie era nei paraggi - anche se le venne un colpo quando una ragazza dai capelli rossi, incredibilmente simile a Lily, le passò accanto. Roxanne si passò una mano tra i capelli scuri, portando indietro i ricci ribelli. Le ricadevano sopra la testa come un nido di uccelli mal fatto, e, se fossero stati biondi come quelli di sua cugina Dominique, sarebbero somigliati incredibilmente a della paglia. Una cosa di orribile, insomma.
Invece erano scuri. Rappresentavano il buio, il non detto, il non chiaro.
Il mistero. E a Roxanne piaceva.
Era lontano dal limpido e la lampante che aveva sempre caratterizzato Rose, ad esempio, o anche Lily, Molly e Dominique. E a Roxanne non piaceva. Non le era mai piaciuto.
Tutto veniva scoperto subito, si capiva a una prima occhiata. Non c'era l'indagine, l'investigazione alla scoperta di un carattere nascosto sotto tutto quel scuro, quell'intrico di boccoli disordinati. La suspance di arrivare alle conclusioni solo dopo la conoscenza, o anche di essere sorpresi di questo, o fare delle ipotesi...non c'era niente di tutto questo nelle sue cugine.
E Rox ne sentiva quasi la mancanza.
L'unica che le somigliava un po' era Lucy, con i suoi capelli rossi scuri sempre legati in una treccia. Era priva di lentiggini, una delle cose (occhiali a parte) che la differenziava dalla sorella gemella Molly: se ci si concentrava su di lei si potevano notare quelle piccole macchioline, seppur nascoste dalla crescita, ma, per quanto si potesse osservare Lucy, lei non ne aveva nemmeno la più piccola traccia. Zero.
A differenza di tutti gli altri Weasley. Perino Roxanne stessa poteva vedere delle macchie più scure sulla pelle mulatta. A volte se ne sorprendeva, poi si ricordava di essere in un Mondo Magico: li, perfino la genetica aveva un fatto proprio.
Ma Lucy, a differenza di Roxanne, aveva gli occhi verdi. Questo vuol dire che erano chiari, ergo si comprendevano subito.
Nel mondo di Roxanne, i colori scuri rappresentavano il tenebroso e il proibito, erano pericolosi, difficili da maneggiare, con la perenne paura che avessero potuto esploderti in faccia da un momento all'altro; mentre i colori chiari erano innocui, innocenti che non avrebbero mai fatto male a una mosca.
Beh, non era tanto sicura che Lily non avrebbe fatto male a qualcuno se questi se lo fosse meritato, ma lei rappresentava un eccezione.
Prendiamo Rose, ad esempio: capelli rossi, occhi di un blu intenso quasi come quella di un mare, pelle bianchissima e l'aria di chi non si arrabbiava mai. Ed era effettivamente così: Roxanne non aveva mai sentito sua cugina alzare la voce. Mai.
Anche quando sgridava Hugo quando erano più piccoli, non aveva mai urlato più di quanto non fosse necessario perché lui la sentisse. Non se la era nemmeno mai presa con James e Fred per i loro stupido scherzi, e ci aveva anche più volte riso su. Visto? Innocua e buona.
Non come Roxanne. Roxanne avrebbe fatto di tutto per farla pagare a chi l'aveva ferita. Era rancorosa? Sí, lo ammetteva, ma non poteva farci niente. Era nel suo carattere, e lei non lo avrebbe di certo cambiato per farsi piacere alle persone. Non ti andava bene? Allora potevi pure andartene a quel paese. Con una generosa somma di calcio in culo nel sedere.
Ma tanti. Così tanti che...
"Ehy Rox!" La chiamo Fred, suo fratello, seduto su una delle poltrone di Grifondoro. "Come ti va la vita?"
Roxanne gli lanciò un occhiata fulminate. Cercò di fargli capire che non era proprio il momento per uno scherzo, e, se lui avesse continuato così, lei non poteva garantire che quel giorno sarebbe uscito incolume dalla Sala. Suo fratello parve capire e, con uno sbuffo, sprofondò più dentro al divano. James, accanto a lui, gli lanciò un occhiata. Poi si alzò sullo schienale, voltandosi verso Roxanne.
"Rox" disse "cosa gli hai fatto? Sembra che abbia appena ricevuto uno schiaffo"
"James" lei lo freddò con uno sguardo "non è il momento"
James le lanciò un occhiata. Poi fischiò, facendola solo irritare di più.
"Beh, dimmi un po' cuginetta, sei in quel periodo del mese?"
"James!" Gemette Fred, facendosi piccolo piccolo sul divano, guardando l'amico con occhi sgranati, coscio di cosa andava in contro. Ma era troppo tardi.
Roxanne aveva già tirato fuori la bacchetta.
Sorrise al cugino, che la guardava improvvisamente terrorizzato.
"Ehy James" disse Roxanne alzando la bacchetta, la voce suadente "perché non vieni qui e me lo dici più da vicino?"
"Io..." James parve preso in contro piede. "Beh ecco..."
Roxanne non aspettò che finisse. Fece un balzo verso di loro, urlando un incantesimo a gran voce.
Guardò soddisfatta l'aria strafottente e sicura di James scemare, come sciogliersi sul volto del cugino per far spazio alla paura. Sorrise.
Ah, i colori scuri sono i più profondi e pericolosi.
Su questo non ci piove.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora