Ron girava per la stanza senza una meta precisa.
Pansy, sdraiata nel suo letto, lo osservava senza pronunciare niente. Aveva la coperta tirata fino a sopra il petto, che copriva il seno. Non era da lei - era sempre stata diretta e spavalda con i ragazzi, per niente pudica - ma immaginava che per Ron fosse già troppo strano avere una donna nel letto, se si fosse presentata come suo solito sospettava che l'uomo avrebbe avuto un collasso mentale.
E già c'era vicino. Non le aveva rivolto la parola per tutto quel tempo, e, quando si era sbagliata, Pansy lo aveva già trovato a girovagare nella stanza (tanto velocemente che le era anche venuto il mal di testa). Per un primo tempo si era passato ripetutamente la mano fra i capelli, poi doveva essersi accorto di star soltanto facendo peggio e aveva smesso, sostituendo quel gesto con lo sfregarsi le braccia.
Pansy non sapeva quale dei due preferisse. Con il primo era irritante, con il secondo metteva in risalto le cicatrici sui polsi.
Avrebbe preferito che sì, però, un po' le parlasse. Che almeno le rivolgesse un misero sguardo, visto quello che era successo poco più di una mezz'oretta prima.
Non le era mai piaciuto essere ignorata dopo il...si, beh...
Era inutile spiegare cosa fossa successo fra loro due, visto anche la posizione compromettente di lei e i diversi vestiti sparsi per la stanza, che macchiavano il pavimento come macchie di sangue e colpevolezza su una scena del crimine, testimonianza del reato appena avvenuto.
Insomma, era abbastanza logico.
Il problema era un altro: non sapeva come potesse essere successo.
No, questa volta era stata lucida e, sebbene entrambi si fossero ripromessi di non fare niente altro, puntualmente, per tutta quella settimana, la conclusione era stata sempre la stessa: loro due che lo facevano, e il giorno dopo che si svegliavano pieno di sensi di colpa, e si riproponevano che quella sarebbe stata l'ultima volta.
Indovinate? Non avevano mai rispettato quella promessa.
Pansy sospirò piano, osservando la marcia di Ron. Era alto, quasi uno spilungone. Aveva i piedi grandi ed era magro, anche se c'era una piccola pancietta sull'addome, probabilmente il risultato di quella bottiglie trovate da Pansy qualche giorno prima nella credenza. A letto non era troppo bravo. Pansy preferiva uomini come Flint, con uno come lui sì che si divertiva...ma, nonostante questo, non era andata da lui. Per tutta quella settimana era rimasta a casa con Ron, senza desiderare le prestazioni sessuali dei suoi altri amanti.
Però il problema rimaneva: perché lo avevano fatto?
Non era mai stato nei suoi piani farselo. Non si credeva proprio mentalmente capace di riuscirci.
Non credeva sarebbe mai soppraggiunta una scena del genere.
Ron...beh, sì, Ron non era il suo tipo. E, di norma, prima di portarsi a letto un uomo prima lo studiava, poi, grazie alla sua disponibilità, se lo portava sotto le coperte.
Ma era sempre stato tutto molto premeditato (anche il fatto di rivederlo e renderlo parte della sua schiera di uomini, o di lasciarlo senza niente. Alle volte li lasciava come uomini di scorta: avevano rapporti tanto sporadici che spesso Pansy non ricordava nemmeno il loro nome - e il suo compagno anche).
Con Ron invece era stato improvviso. Era successo e basta, senza che quasi lei se ne accorgesse.
E va bene, la prima volta era ubriaca, e quindi passava. Non era sicura nemmeno che quella volta fosse successo effettivamente qualcosa visto che ricordava solo un paio di sogni fatti, ma non poteva essere sicura delle azioni di Ron.
E poi era stata lei a baciarlo. Era stata comunque consenziente.
Se fosse successo qualcosa, dubitava che Ron avesse agito nelle peggiori intenzioni - anche perché, in tal caso, non le avrebbe aperto e l'avrebbe fatta morire fuori dalla porta di casa, portando via il suo cadavere la mattina dopo.
Ma quelle dopo? Tutte le altre volte in cui erano andati a letto insieme, si erano svegliati l'uno accanto a l'altra?
Pansy era certa di essere stata più che sobria. E ricordava tutto. Ogni singolo passaggio, ogni secondo trascorso con Ron in quelle situazioni.
E ciò era abbastanza preoccupante. Lei non aveva mai avuto buona memoria. Per niente.
Alla scuola non si era mai sorpresa di aver dimenticato dei libri, o di non aver fatto i compiti perché non li aveva appuntati da qualche parte. Per evitare di combinare sempre casini aveva anche provato a escogitare un metodo: si segnala tutto. Girava letteralmente con un bloc notes attaccato a una parte interna della divisa, pronta a prendere nota di qualsiasi cosa le succedesse che doveva essere portato nella memoria.
Il risultato non era stato soddisfacente. La trentesima volta che, nonostante i suoi sforzi, aveva beccato una T per via di compiti mancanti, e quando i suoi compagni di Casa avevano scambiato il suo Bloc Notes per in diario e avevano preso a sputtanarla, Pansy aveva ben deciso di buttare via tutto e di prendersi ciò che le toccava.
Sgridate. Ma, almeno, non faceva la figura della rincoglionita sempre ad appuntarsi qualcosa su un misero foglietto di carta.
Per questo ora era tanto stranita dal riuscire a ricordare ogni singolo secondo trascorso con lui. Volendo avrebbe ancora potuto ripercorrerlo per intero nella mente. Non le mancava niente.
A parte la certezza che Ron non fosse un Legilimets. Sua figlia era un genio: forse il rosso nascondeva qualche trucchetto dentro la manica.
E Pansy ricordava tutto. E con tutto, anche le cose negative.
Ovvero: il fatto che Ron sembrasse un novello alle prime armi. Non era un esperto, come invece lei si era immaginata.
Non sapeva se esserne delusa o meno. Però non le era stato difficile capire che lui era abbastanza a disagio e spiazzato. Ron era stato un po' insicuro e arruginito per tutto il tempo. Alle volte si era inceppato, e aveva dovuto prendere lei il comando della cosa (non che le dispiacesse, ma non ne era abituata).
E qualche volte le aveva davvero dato l'impressione di essere un disadattato. Non che le desse fastidio, certo, e non aveva nemmeno intenzione di rinfacciarlo, però...
Non era esattamente una cosa che dà piacere.
Fortunatamente, già dalla seconda volta, aveva imparato a essere più sciolto.
E Pansy non sapeva se fosse merito suo o del suo corpo.
C'era una leggere differenza, in proposito.
Ron, a un tratto si fermò. Prevedendo il peggio, Pansy puntò gli occhi su di lui, sorpresa. Che si fosse finalmente reso conto lei fosse ancora lì? Se si fosse finalmente accorto che non era da solo? Che lei stava aspettando?
No, perché dopo quarantacinque minuti sarebbe stata anche l'ora che lui si degnasse di rivolgerle la parola.
Ron rimase zitto diversi attimi, lo sguardo perso nel vuoto. Pansy immaginò dovesse pensare ai fatti suoi, magari star ragionando su qualcosa di importante.
Rimase vagamente triste e delusa quando lui non condivise il pensiero e riprese la sua marcia, nel silenzio più totale.
Pansy sospirò, stringendosi le gambe al petto. Normalmente aveva sempre aspettato i tempi di lui per iniziare la conversazione (quella in cui dicevano di aver sbagliato e che non sarebbe valutato mai più - e di cui entrambi sapevano il finale, come quanto fosse inutile) ma ora iniziava davvero un po' a scocciarsi.
Insomma, sembrava che lui nemmeno si accorgesse che lei era lì! Certo, neanche gli altri uomini con cui era andata lo facevano, ma con Ron era diverso.
Lui aveva l'obbligo morale di calcolarla, di dimostrarsi migliore degli altri.
Era o non era educato?
A quanto pare no, visto che lui riprese tranquillamente a camminare come se lei non ci fosse.
Pansy sbuffò portandosi un ciuffo scuro dietro l'orecchio. Lo guardò in sottecchi, mentre si massaggiava le tempie.
A volte si chiedeva davvero come diavolo avesse fatto a finirci a letto. Si sorprendeva di sé stessa, e si chiedeva se non fosse arrivato il momento in cui era definitivamente impazzita. Ron non incarnava nemmeno lontanamente lo standard di ragazzi che andava bene a Pansy. Lei non aveva mai provato attrazione per gli Weasley. Erano rossi, e lei aveva sempre preferito colori più scuri.
E poi, Ron Weasley non era il suo tipo. Non dopo tutto quello successo fra di loro ai tempi di scuola. Le prese in giro, le faide, gli schieramenti differenti...certe cose non possono essere superate nemmeno dal tempo.
Ma evidentemente il sesso sì. E Ron doveva pensarla allo stesso modo.
In quel momento, Ron si sedette sul letto con un sospiro. Pansy lo guardò.
Sembrava sfinito.
"Allora" fece Pansy, gelida "finita la marcia?"
Ron le lanciò un occhiataccia. "Non é divertente"
"Non volevo esserlo"
"Beh, allora impegnati" disse lui stizzito.
"A essere acida?" Pansy sorrise "Tesoro, questo mi viene naturale"
Lo sguardo di Ron si fece improvvisamente vuoto, spaventato.
Si alzò, e per un momento Pansy temette che avrebbe ripreso la sua marcia e l'avrebbe ignorata.
"Non chiamarmi tesoro" disse invece solamente Ron, guardando fuori dalla finestra.
Pansy inarcò un soppracciglio. Lui era teso, e lei lo vedeva perfettamente, anche se non avrebbe saputo dire nulla esattamente da cosa. Si sistemò meglio nel letto, guardando la schiena di lui. "E allora come dovrei chiamarti?" Chiese.
Ron scosse le spalle "in tutti i modi.
Meno che tesoro. O amore. O...qualsiasi altro modo affettivo che indichi qualcosa di più di conoscenza
Non lo sopporterei."
Pansy lo fissò in silenzio. I capelli rossi erano sparati in tutte le direzioni, e una leggere barbetta furva cresceva sulla mascella.
Ancora non la guardava, ma a Pansy era bastato il tono della sua voce per capire cosa avesse.
"Sei spaventato" disse piano, tirandosi meglio su la coperta.
Ron si irrigidí, poi strinse i pugni. Pansy ebbe l'impressione che prendesse un profondo respiro, forse per calmarsi, prima di girarsi a guardarla.
"Tu non puoi saperlo" le disse duro.
"Posso sapere più cose di quanto tu immagini" ribatté lei.
"No. Non puoi capire"
"Non penso tu possa sapere cosa posso o non posso capire"
Ron si passò una mano fra i capelli, nervoso. Si guardò intorno per la stanza, forse sperando in un miracolo, o forse credendo si trattasse tutto di un sogno e sperasse di essere svegliato. Anche io lo spero.
"Questo" Ron fece girare un dito tremante per la stanza, dalla finestra a Pansy e viceversa. "Questo é sbagliato. Sbagliatissimo.
Non deve più accadere"
"Lo dici sempre" ribatté lei, senza lasciar trapelare alcuna emozione.
Ron alzò gli occhi su di lei, iroso. L'iride azzurra aveva quasi completamente inghiottito la pupilla, che sembrava solo uno scoglio nel mare. La palpebra destra gli tremava.
Pansy lo fissò, tranquilla. Non aveva paura.
Sapeva che Ron non si sarebbe mai permesso di alzarle un solo dito contro.
"Ma adesso vedremo di rispettare questa promessa. Ok?" Chiese sibilando.
Pansy poggiò il mento sulle ginocchia. La coperta bianca la copriva interamente, una specie di vestiti tutto svolazzi che le fasciava il corpo. Guardò Ron, e si chiese se lui potesse intravedere la sua tristezza dai suoi occhi.
"Sai anche tu come andrà a finire" rispose.
"Sì, lo so" Ron sembrava arrabbiato dalle sue stesse parole "ma non deve accadere"
"Ma accadrà"
"Lo so" sbottò Ron in uno sbuffo. La guardò di nuovo, e sbuffò ancora. Poi parve perdere tutte le sue energie, e si lasciò cadere sul letto esausto. Sospirò, prendendosi la testa fra le mani.
Pansy rimase interdetta. Lei non sapeva come fare in certe situazioni. Non era mai stata brava a consolare qualcuno, e di certo non era preparata a un marito che si sentiva in colpa per aver tradito la moglie ormai morta.
E poi, per lei, non c'era mai stata una situazione post-sesso. Uno dei due se ne andava sempre prima che l'altro si svegliasse - e questa era lei, più che altro.
E non era certo preparata alla somma delle due cose.
Pansy sospirò e, piano, gli si avvicinò nel letto. Alzò una mano, sfiorandogli appena la spalla.
Ron non fece niente, ma lei vide chiaramente che si rilassò un poco sotto il suo tocco. Sorrise piano, sorpresa e felice.
Rimasero in silenzio per diverso tempo, fin quando lei non credette fosse il momento giusto per riprendere a parlare.
"So come ti senti." Gli disse in un sussurro. Ron alzò le orecchie, pronto ad ascoltare, ma non la guardò. "Per me é lo stesso."
Ron fece scattare la testa verso di lei. Per un attimo Pansy credette fosse sorpreso dalla sua confessione, ma poi lui si allontanò bruscamente.
Lei ci mise un attimo a capire che fosse arrabbiato
"No" sbottò Ron "non é vero"
Pansy socchiuse gli occhi. "Non puoi saperlo. E credo di conoscere meglio io la verità, piuttosto che tu"
"Tu sei andata con altri dopo la morte di Blaise"
Pansy sgranò gli occhi "Cos-"
"Sapevo che eravate fidanzati, al settimo anno." Rispose Ron "E lui é morto nella battaglia di Hogwarts. Tu non ci hai pianto troppo sopra, é?"
"Non é questo il punto. Non c'entra un accidente!" Sbottò lei. "E, per tua informazione, ci ho pianto per mesi."
"Però non ci hai pensato troppo prima di tradirlo con altri"
"Ron"Pansy era estrefatta. Possibile che lui la pensasse così? "Blaise é morto. Come posso tradire una persona morta?"
"Puoi" Sibilò lui, severo.
Pansy si allontanò, furente."Allora cosa avrei dovuto fare?" Gli abbaiò contro. Ron non si mosse di un millimetro "Avrei dovuto mettere la mia vita in pausa, buttarmi nella disperazione e lasciare che questa mi inghiottisse? Avrei dovuto fare un voto di castità perché il mio primo amore é morto?"
"No" rispose lui "avresti dovuto portargli rispetto"
"Non é non facendomi una vita che gli porterò rispetto. Come ragioni?"
"Non sarà l'unica strada" borbottò Ron a denti stretti. La fissò con sguardo affilato "...ma almeno é una"
"Stai dicendo che non facendo sesso gli porto rispetto? Ma sei scemo?"
"Ho solo detto che, se ami una persona, non é facile farlo con altri"
Pansy alzò gli occhi al cielo, sbuffando."Tutti lo fanno." Ripose, agitando una mano in aria per indicare quanto fosse futile quella discussione "Bisogna provare a superare la cosa, e far passare il dolore.
E il dolore lo anneghi nel sesso"
Ron la fissò in silenzio "Per me non é così. Per nessuno é così"
"Oh ma dai." Fece lei, sempre più scocciata. Alzò la voce, puntando gli occhi al soffitto "Chi non ha fatto sesso dopo la morte del proprio coniuge? Chi si é mantenuto intatto fino alla morte?"
Ron la guardò duro "Io".
Pansy puntò gli occhi su di lui, sorpresa. La mascella le cadde "Mi stai dicendo che sono- emm, erano quattordici anni che non..."
"Non andavo a letto con una donna?" La precedette lui "Sì."
"Ah" fece lei.
"Perché?" Chiese Ron. Corrugò le soppracciglia "Tu con quanti sei stata?"
"Behh..." Pansy si trovò improvvisamente a disagio "emm, tantini. Ehy" aggiunse guardadolo truce, visto che aveva notato la faccia perplessa di lui "la mia vita sessuale é una mia scelta"
"Lo so. Ma perché non capisci che per altri é più difficile?"
Pansy rimase in silenzio. Non l'aveva mai vista sotto questo punto di vista.
Non aveva mai provato a vederla così.
Non le era venuto il dubbio che il fatto che Ron fosse frenato, che non si lasciasse andare derivasse non da una scarsa esperienza, ma dal fatto che lo consideresse un tradimento nei confronti di Hermione.
Ma...perché? Hermione era morta, era nel diritto di Ron provare a rifarsi una vita.
Vivere nella tristezza non serviva a niente. Stare sempre a rimuginare su cosa si era perso non portava a nulla.
E poi, Hermione avrebbe voluto che suo marito fosse felice.
Pansy la vedeva in questo modo, con Blaise.
E si chiedeva perché non lo facesse anche Ron.
"Ti serve più tempo" concluse infine. Non sapeva ancora come sentirsi al riguardo.
Ron scosse la testa. "Non lo so. Potrebbe anche essere una cosa irrimediabile.
Ormai sono così, e ci rimarrò fino alla morte."
"O magari, con un po' di aiuto e tempo, c'è la puoi fare"
Ron rimase in silenzio. Alzò la testa, e la fissò un po' esitante.
Un attimo dopo, lei capí il perché.
"Tu e Blaise..." Chiese piano Ron.
Pansy chiuse gli occhi. Le sembrava di aver appena ricevuto una coltellata al petto.
Ecco, l'argomento di cui non voleva parlare.
Ma tanto ormai la discussione era avviata "dovevamo farlo" disse piano. Sempre a occhi chiusi "ci eravamo fidanzati al sesto anno, e al settimo credevamo di essere abbastanza maturi da poterlo fare. Ci sentivamo grandi" le scappò un breve sorriso, che morii subito dopo "alla fine avevamo anche 'fissato', se vuoi passarmi il termine, il giorno.
E sarebbe stato fantastico" Pansy si rabbuiò "ma non avevamo calcolato la Guerra. Il due maggio.
É arrivata all'improvviso, e ci ha colto alla sprovvista.
Lui voleva lottare. Per voi" sentii un verso sorpreso da parte di Ron, e non se ne sorprese. Dopotutto, tanti credevamo che i Serpeverde, a quel tempo, fossero tutti Mangiamorte.
Beh, Blaise no "cercò di convincermi a rimanere, e a lottare. Ma io avevo paura. Volevo stare con lui, e non mi importava in quale modo. L'importante era che io e lui stessimo insieme" Pansy sospirò e aprii gli occhi. Ron la fissava a bocca aperta. "Ma per lui non era lo stesso. Lui voleva a tutti i costi dare il suo contributo.
Così ci separammo, con la promessa di rincontrarci una volta che tutto fosse finito." Pansy abbassò le palpebre, ricordando quel giorno. Il fumo, le macerie di Hogwarts, e Blaise, in piedi davanti a lei, che le sorrideva per rassicurarla.
Per l'ultima volta "A volte mi chiedo come sarebbe andata se fossi rimasta con lui." Disse "Magari lo avrei salvato. Forse saremmo morti entrambi.
Ma non lo saprò mai." Aprii di nuovo gli occhi e, questa volta, Ron la guardava più composto. Più serio.
"Dopo la sua morte sono stata con molti ragazzi, ma mai una relazione seria." Concluse Pansy "Mai una come..." Arrossì senza guardarlo "quella con te"
Ron sobbalzò "Non abbiamo una relazione"
"Ma" Pansy lo guardò a occhi sgranati, e qualcosa si infranse dentro di lei.
Come era possibile che...?
"Scusa" Ron balzò in piedi, nervoso "é solo che...che....io..." Sbuffò. Prese un profondo respiro e ricominciò "Io, Pansy, non so cosa fare. Io...sono distrutto, ormai. Non c'è la faccio più, non vivo più.
Non sono più in grado di amare.
E...non potrei mai amarti come meriteresti"
"La persona che mi amava come meritavo é morta tanto tempo fa." Gli rispose lei.
Ron alzò lo sguardo su di lei. Si morse il labbro, indeciso. Pansy riusciva a vedere chiaramente il conflitto che c'era dentro di lui.
Aveva vissuto per tanto tempo in delle convinzioni, che erano errate. E lei gli aveva fatto capire cosa e perché.
Ron si risedette pesantemente sul letto. Chiuse gli occhi, respira di in modo affannoso. Quando gli riaprii, sembrava più tranquillo.
Guardò Pansy, e lei si sistemò meglio la coperta
"Quindi..." Fece Ron "che facciamo?"

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In The Name/ Scorose.
FanfictionTutti concordano sul fatto che Rose Weasley é una delle persone più buone al mondo: sempre gentile e altruista con tutti ( e con tutti, ovviamente, comprendo anche gli animali, dai più piccoli e innocui ai più grandi e pericolosi) pensa prima alle n...