Epilogo

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Il sole splendeva alto nel cielo. Non era poi una gran novità, nonostante il clima inglese. Dopotutto erano ad agosto, ormai: se non faceva ora delle belle giornate probabilmente non le avrebbe più fatte.
I mesi erano passati sorpredentemente in fretta, e Rose si stava preparando psicologicamente a frequentare il suo ultimo anno a Hogwarts. Ancora non ci credeva, quei sette anni erano passati troppo in fretta.
Fortunatamente per lei, quell'anno che doveva ancora iniziare, avrebbe avuto una svolta, un punto che lo differenziava completamente dagli altri.
Scorpius Malfoy. La loro relazione andava benissimo, fatta eccezione per qualche piccola incongruenza dovuta alla discrepanza di interessi (Rose era sempre interessata a diventare MediMaga, aiutare le persone a guarire fisicamente e donare una nuova possibilità a chi fosse caduto in errore) mentre per Scorpius le strade per il futuro rimanevano ancora una landa desolata.
Questo sì che sarebbe stata una nuova avventura. Almeno si sarebbe divertita, visto l'assenza di James, Fred, Molly, Lucy e Dominique, i suoi cugini che avevano già concluso il percorso di studi.
Visto che loro non c'erano più per far divertire gli altri, c'era bisogno che qualcuno prendesse il loro posto. E Albus, Rose, Alice e Scorpius stavano già meditando di rendere il loro ultimo anno più movimentato di quanto fosse mai stato in passato.
Perché così va. Quando qualcuno non c'è più, bisogna sostituirlo, se no il meccanismo si inceppa e si rischia di impazzire; ma ciò non preclude di  conservare un posto, un ricordo speciale di quella persona nel cuore.
Rose e gli altri avrebbero preso il posto di James e Fred; come Lily e Hugo - che da diverso tempo era meno ombroso, e sempre più di rado Rose scorgeva quella espressione cagnesca sul suo volto - avrebbero preso il loro posto una volta che avrebbero lasciato Hogwarts per sempre.
Ecco. Hugo. Dopo che Ron gli aveva raccontato come fossero andate le cose con sua madre, gli aveva anche assicurato che ora non pensava più allo stesso modo; gli aveva detto che i suoi pensieri erano cambiati, e che riconosceva di essere stato uno stupido. Poi aveva proposto di ricominciare, provate a istaurare un rapporto padre e figlio degno di questo nome.
Hugo, con sorpresa un po' generale, aveva accettato. I due c'è la stavano mettendo tutta, ma non era facile ripristinare un odio reciproco che aveva perseverato negli anni, incrementandosi con l'avanzare del tempo.
Entrambi però si impegnavano, e Ross confidava che, nel giro di qualche mese, pur non avendo un rapporto perfetto, avrebbero già fatto progressi. Già ora, a distanza di due mesi da quella conversazione, Rose vedeva enormi passi avanti nel loro modo di trattarsi.
E li vedeva anche Pansy. La donna non viveva con loro, ma veniva abbastanza spesso da risultare una presenza costante nella vita della famiglia Weasley. Spesso Ron invitava i figli a stare fuori per tutto il pomeriggio e, in quelle occasioni, invitava Pansy. A Rose non serviva una frase scritta per sapere cosa succedesse durante quegli episodi, e la schifava il solo pensiero, tanto che era lei stessa trattenere Hugo fuori casa e a tenerlo lontano per un tempo più che sufficiente.
Poi, con loro, Pansy era gentilissima. Sembrava come voler sostituire qualcuno che aveva perso.
Per quanto quella vita quasi da coppia che stava vivendo con Ron le piaceva, e nonostante tutti i benefici che stesse portando a lui - ma che anche lui stesse portando a lei - Rose non riusciva proprio a immaginarseli sposati. Non riusciva a vedere qualcuno al fianco di suo padre che non fosse sua madre.
Ma forse era meglio così: nemmeno Pansy aveva mai espresso il desiderio di convogliare a nozze, e Rose la ringraziava per questo.
Di improvviso, uno spruzzo bianco entrò nel suo campo visivo. Rose inarcò sorpresa le soppracciglia, raccogliendo con perplessità e sorpresa la lettera. Quando riconobbe la scrittura che varcava il fronte della carta si aprii in un sorriso tanto esplicito da lasciare bene intuire agli altri membri della tavola chi fosse il mittente.
"Ah" borbottò Hugo, guardando truce la carta che lei aveva in mano. "Non ti lascia in pace un secondo"
"Shh. Zitto tu, e pensa a mangiare" lo rimbeccò Rose, sempre sorridendo. Lei, Hugo e Pansy (arrivata prestissimo quel giorno) erano seduti al tavolo della cucina, intenti a fare colazione. Stavano aspettando Ron, che quel giorno non era uscito dalla camera, nemmeno quando era arrivata Pansy, come se si stesse rintanando là dentro.
Hugo la guardò male e poi sbuffò, ma non poté negare di avere ancora una tazza di latte piena da finire.
Fece una smorfia e la spinse lontano. "Non é che io abbia tanta fame" mormorò.
Il sorriso di Rose vacillò un poco, ma represse ogni istinto di aprire la bocca. In certe occasioni era meglio stare zitti; c'era tempo, si ripeteva, per riparare anche a quelle piccolezze.
Pansy, però, gli rivolse un occhiata di disappunto. Fortunatamente non disse niente, e Rose la ringraziò per questo.
Poi, la donna si rivolse a lei. "É una lettera di Scorpius?" Chiese con un sorriso malinconico accennando alla carta che aveva in mano.
Rose, suo malgrado, arrossì. "Sì" rispose. La scartò velocemente e lesse rapida il contenuto. "Oggi viene" dichiarò "inseme a noi. Arriva tra poco. Può?" Continuò rivolgendosi con gli occhi dolci da supplica a Pansy.
Lei rise, ma poi alzò le mani. "Chiedi a tuo padre"
"Non si impiccerà" le assicurò la ragazza.
"Non importa. Devi ugualmente chiedere a tuo padre"
"Ma" Rose strinse le labbra. "Beh, in tal proposito ci sarebbe un piccolo problema..."
Hugo alzò lo sguardo su di lei. "Quale?"
"Behhh. É che dovrebbe arrivare, più o meno..."
Il campanello che suonava interruppe la sua frase. Rose fece un sorriso di scuse, mentre gli occhi di Pansy e Hugo si spostavano all'ingresso; la prima sembrava sorpresa e colpita, mentre il secondo solo confuso.
Pansy fissava la porta con sguardo corrucciato. "Adesso" concluse la frase per Rose, lanciandole un occhiataccia.
La ragazza incassò la testa nelle spalle. "Già. Voleva farmi compagnia.
Sostenermi, ecco"
Pansy sospirò scuotendo la testa, ma prima che potesse aggiungere altro dei passi sulle scale li fecero voltare tutti e tre. Ormai quelle scale non scricchiolavano più, come invece Rose era abituata, e si sorprendeva ancora di riuscire a sentire l'esatto ritmo dei passi senza cori in sottofondo. Per Hugo, che sobbalzava quasi sempre, l'effetto doveva essere ancora più strano.
Dopo un attimo, un Ron dalla faccia stranamente confusa e assonnata fece capolino in cucina. Guardò tutti con gli occhi appena spaesati, disorientati.
"Chi ha bussato alla porta?"
"Rose" Pansy si rivolse direttamente a lei. "Vai ad aprire"
"Subito" rispose la rossa. Si alzò di scatto e uscii dalla cucina.
Ron la seguii con lo sguardo un po' confuso, poi sospirò e si sedette a capotavola. Proprio di fianco a Hugo.
Il figlio abbassò il capo, per niente pronto a incontrare il suo sguardo.
Ron, d'altro canto, era frenato dall'imbarazzo per fare qualsiasi cosa.
Guardò Pansy, e quando lei gli fece un cenno affermativo e di incoraggiamento con il capo, Ron prese coraggio e allungò una mano verso la testa rossa del figlio.
Hugo alzò lo sguardo sorpreso, colto totalmente alla sprovvista.
"Auguri" gli mormorò Ron, tanto sottovoce che era quasi un miracolo che Hugo avesse sentito. Poi il padre fece il gesto di avvicinare la propria testa a quella del ragazzo ma, a metà strada, si bloccò. Esitando, ritornò in posizione giusta, e Hugo abbassò lo sguardo sulla propria colazione ancora intatta.
Nessuno ebbe il tempo di commentare la scena, visto che un attimo dopo entrarono nella cucina la testa rossa e crespa di Rose accompagnata da una più ordinata, liscia e bionda di Scorpius.
Ron lo guardò a occhi sgranati. "Che ci fa lui qui?"
"Papà, ti prego" Rose, fulminea, si frappose fra il proprio ragazzo e il padre "voleva solo aiutarmi. Starmi vicino. Essere un po' una spalla...può accompagnarci?"
Ron fece per dire un diretto no, ma Pansy gli mollò un calcio da sotto il tavolo e, trattenendosi dall'urlare di dolore, Ron si morse il labbro. Spostò gli occhi arrabbiati da lei a lui, e, alla fine, cedette davanti a quelle espressione tanto supplichevoli.
"E va bene. Ma starà con Pansy"
"Ci può contare, signor Weasley" esclamò Scorpius.
Pansy rise. "Almeno avrò un po' di compagnia"
"Tutti pronti?" Fece Ron quando ebbero finito la colazione.
In silenzio, Rose, Scorpius, Pansy e Hugo annuirono. Con sguardo appena triste, Ron si alzò e fece strada fino alla porta, fuori dalla casa.
Attraversarono quella strada per Rose tanto conosciuta che avrebbe potuto farla a occhi chiusi. Camminarono sempre nel silenzio più religioso, e Rose si muoveva con destrezza familiarità quanta era la sbadataggine e l'incertezza del suo fidanzato e di suo fratello.
Poco dopo, arrivarono al cimitero.
I salici piangenti erano muti, e ondeggiavano le loro fronde al leggero vento che smuoveva le foglie. Rose ci mise un attimo a individuare la tomba della madre, esattamente come Ron, mentre Hugo, che non c'era mai stato, si muoveva un po' alla cieca in quei sassi che scricchiolavano sotto le suole.
Rose si rese appena conto che ormai stessero avanzando solo loro tre; Pansy e Scorpius si erano fermati, più dietro, e si limitavano a osservarli e a stare in silenzio. Evidentemente, consideravano quello un momento troppo intimo e personale per poter essere condiviso con persone estranee, sebbene avessero rapporti più che stretti e confidenziali con la famiglia.
Ma era meglio così; Rose apprezzava che il suo fidanzato si fosse messo da parte, che le avesse lasciato il suo spazio. Dopo aver passato quella tremenda malattia, era tornato quello di sempre: il ragazzo allegro contro ogni forma di discriminazione e bullismo, cosa che più di ogni altra lo distingueva dal padre.
"Hugo" Ron chiamò il figlio minore, che stava sbagliando clamorosamente strada. Il ragazzino si voltò, perplesso. "Dall'altra parte" gli indicò Ron e, con un lampo di compresione negli occhi, Hugo vide la lapide della madre. Per qualche strana ragione era andato avanti, e aveva superato sia Ron che Rose, nonostante non sapesse qualche fosse l'ubicazione precisa della tomba di Hermione.
Il ragazzino corresse la sua direzione e si avvicinò sempre di più al luogo definito.
Un attimo dopo, Rose trovò al proprio fianco il padre. Lo guardò inarcando le sopracciglia, chiedendogli mutamente se ci fosse qualcosa che volesse chiederle.
Ron le sorrise e le passò una mano dietro la schiena. "Tu lo ami" disse.
Rose non capii se fosse una domanda o una affermazione.
"Chi?" Chiese spaesata.
Ron le sorrise bonario - un sorriso che Rose si stava appena abituando a vedere. "Scorpius. Tu lo ami"
Rose si voltò indietro. Ormai le figure di Pansy e Scorpius erano solo due pallini indistinguibili contro il cielo azzurro, uno nero e l'altro bianco. Lei ricordò i momenti passati insieme, le liti, le offese che si erano dati, la sofferenza e l'angoscia che lui le aveva dato.
Poi ricordò la Biblioteca, la sua preoccupazione per lui, il loro bacio, l'intensità; la forza dell'emzione che aveva scaturito che era stato in grado di riportarlo indietro, fargli attraversare le porte che separano i due mondi, strapparlo alle grinfie della morte.
"Sì" era la prima volta che lo diceva, e ora si rendeva conto che fosse vero "sì
Lo amo"
"Sono felice." Ron sorrise "ho sempre desiderato che trovassi qualcuno che riuscisse a farti sentire come tua madre faceva sentire me"
Rose si voltò verso di lui, inclinando la testa all'indietro per guardarlo negli occhi. "E tu?" Gli chiese.
"Io cosa?"
"Tu e Pansy. Insomma, voi due avete intenzione di..." Rose non riusciva a dirlo, ma il padre doveva averlo capito. Rose lo intuii dalle soppracciglio di lui, che si corrucciarono.
"Nessuno riuscirà mai a prendere il posto di tua madre, ed è esattamente quello che voglio." Le disse saggio Ron "non é rimpiazzandola che troverò pace, e non é giusto nemmeno nei suoi confronti. Non devo dimenticarla, solo andare avanti.
E per lei é lo stesso"
Dopo tornarono al silenzio, avvicinandosi sempre di più alla tomba. Hugo era già arrivato, e la guardava in silenzio, la schiena curva e la testa abbassata.
"Quindi" fece Hugo, quando Rose e Ron lo affiancarono "e qui". Guardava la foto di sua madre con interesse e sorpresa, esattamente come se fosse la prima volta che la vedeva.
Rose annuì. "Già."
I tre rimasero in silenzio a lungo, senza sapere cosa dire. Stavano solo osservando, ognuno immerso nei propri pensieri.
Poi, ci fu un movimento. Rapido, tanto che Rose pensò di esserselo immaginato. La luce rimbalzò sulla foto di Hermione, e la figura si mosse.
Rose sgranò gli occhi incredula.
"Oh" fece la foto di Hermione, sorridendo "siete qui, insieme.
Sapevo che sarebbe successo."

Fine

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E niente, conclusa la storia. Onestamente non so cosa pensare, ci sono tantissimi errori di ortografia e alcune parti sono insensate.  Avrebbe bisogno di una revisione.

Comunqueeee, non avverrà nell'immediato futuro. Sto scrivendo un'altra storia, sempre a tema HP Nuova Generazione (Titolo: Frozen Heart (Nuova Generazione)), e la prima parte é già pubblicata.

Se ci date uno sguardo, mi farebbe piacere.

E anche se non sono tante le persone che hanno seguito questa, beh, grazie - Ammesso che ci sia ancora qualcuno per leggere la conclusione.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora