Capitolo 11

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"allora" proferí Alice, le braccia incrociate e la schiena appoggiata lungo il muro del bagno "si può sapere come diamine hai fatto a convincere tuo padre a venire?"
Rose, che stava cercando un asciugamano nel cassetto sotto il lavandino, alzò lo sguardo, per incontrare gli occhi azzurri divertiti e ammirato dell'amica.
"Non ne ho la più pallida idea" confessò stringendosi nelle spalle, mentre tirava fuori un lungo asciugamano bianco. Prese i capelli rossi e ve li strofinò. "Più che altro é stato Hugo con qualche minaccia"
Alice alzò un soppracciglio, indecisa se dovesse ridere o meno.
"Che cosa gli ha minacciato?"
"Di appiccicare con un incantesimo un poster di Merlino sulla porta di casa"
Alice la guardò in modo appena più strano, gli occhi assottigliati e la testa reclinata di lato. La lunga coda di cavallo le cadeva perpendicolare al terreno.
"Cosa ha tuo padre contro Merlino?" Domandò perplessa, gli occhi che studiavano la figura della rossa.
Rose si strinse di nuovo nelle spalle, mentre poggiava l'asciugamano sul lavandino. La pioggia non si era ancora calmata, e le piccole gocce battevano violente sul vetro della piccola finestra che sommortava il bagno, disegnando strisce azzurre contro il vetro come tanti fiumi che scendevano in un unica cascata.
"Credo sia la sua casa di appartenenza" mormorò Rose, tirandosi i capelli dietro le spalle, più a sé stessa che all'altra. "Sai" aggiunse, guardandola di nuovo dallo specchio "i Serpeverde non gli vanno molto a genio"
Alice si staccò dal muro, senza alcuna espressione sorpresa che facesse capolino dal suo volto.
Strinse le braccia fra le spalle.
"Bhe, allora complimenti a Hugo"
Rose cacciò una mezza risata, scuotendo divertita la testa. Il tenue sorriso di scuse che aveva fatto per giustificarsi con Alice svaniva dal suo volto. Non aveva bisogno di scuse da adoperare con lei.
"Sai" disse Alice, poggiando una mano sulla maniglia della porta, e sorridendole in modo serio. Rose smise subito di ridere. "É stata davvero una fantastica sorpresa"
Rose non riuscii a trattenere un sorriso mentre le si avvicinava. Batté una mano sulla spalla dell'amica.
"Anche per me"
Era vero: nonostante apparentemente fosse stato facile condurre la famiglia alla Tana, non si era aspettata di riuscirci per davvero.
L'anniversario della morte di Hermione l'aveva sempre trascorso, da che ricordava, chiusa in camera sua, senza scambiare parole con nessuno. Per lei era un traguardo già il fatto di essere riuscita a scambiare delle parole con Hugo e Ron - spesso così determinati a rimanere per fatti loro da chiudere a chiave le loro porte - di arrivare al punto di farli uscire dalla casa e addirittura farli partecipare alla cena della Tana era un vero e proprio miracolo.
Si sorprendeva ancora di quanto Hugo fosse stato accondiscendente ad aiutarla.
Nel senso, non è che non andassero mai alla Tana, questo no.
Dopo il 21 agosto, infatti, ogni anno la famiglia di Ron raggiungeva gli altri alla Tana, che ospitava le famiglie Weasley, Potter, Longbottom e Scamander per quel breve periodo che rimaneva prima dell'inizio della scuola. Ora, le altre famiglie si radunavano nell'abitazione già prima, probabilmente il primo agosto, e Ron e gli altri li raggiungevano solo dopo per la 'grande cena' per dare il saluto agli scolari che, ogni anno, diminuivano sempre di più. E, se non fosse stato per la lettera scritta da Rose a Albus, probabilmente anche quell'anno si sarebbe svolto allo stesso modo, con lei che ricordava al fratello dell'evento e il padre che si trascinava musone lungo tutto il percorso - l'ultima parte non era cambiata, ma Rose dubitava che Ron sarebbe mai tornato a sorridere come prima di perdere la moglie.
"Quindi" chiese Alice, mentre usciva dalla porta del bagno e l'anticipava lungo lo stretto corridoio "Anticipate? Voglio dire" si spiegò, vedendo lo sguardo perplesso di Rose "nel senso rimanere già da oggi oppure fate come gli anni scorsi e venite fra qualche giorno? A dormire, intendo"
"Non lo so" mormorò Rose, mentre osservava il fratello uscire dal bagno difronte. Hugo le rivolse un occhiataccia da sotto le soppracciglia corrucciate e poi si fiondò giù per le scale, aggiungendosi al clamore che proveniva dal soggiorno, al piano di sotto "presumo di no, però" ragionò dopo un attimo, mentre Alice si stringeva la coda con le mani. Le lanciò uno sguardo interrogativo, invitandola a continuare.
"Nel senso che non siamo preparati a dormire qui, Alice" spiegò Rose, saltando un nodo del legno dove stava per inciampare.
Alice, i riflessi pronti e allenati dopo tre anni a fare la Cercatrice, la afferrò al volo, stringendo le dita abili sul braccio secco di Rose.
"Peccato" disse, mentre apriva le dita e lasciava andare la pelle dalla sua morsa "ormai eravate qua...sarebbe stato bello avervi per qualche giorno in più"
Rose le fece un sorriso triste, mente cercava di dare una nota di incoraggiamento alla sua espressione.
"Magari-"
"La prossima volta" completò Alice, facendo roteare gli occhi.
Rose si fermò guardandola sospetta, il corpo rigido a qualche metro dalle scale.
Da sotto riusciva a sentire la caciare dei suoi cugini e amici.
Alice, avanti di qualche passo, si fermò, voltandosi verso di lei, la coda castana che fendeva l'aria afferrandole dietro le spalle. Alzò un soppracciglio, gli occhi azzurri che esprimevano tutta la sua confusione.
"Cosa?" Chiese.
Rose incrociò le braccia al petto, rifilandole un occhiata fulminante nella semioscurità che le circondava.
La pioggia batteva insistentemente sul tetto, come a volerlo sfondare, procurando dei leggerli e piccoli plinc.
"Cosa?" Fece lei, la bocca piegata in una smorfia offesa.
Alice corrugò le soppracciglia, girandosi verso di lei completamente.
Le si avvicinò di un paio di passi.
"Ti ho per caso oltraggiato?" Chiese lei, l'espressione scettica di chi sa di aver indovinato, e un soppracciglio tanto alzato da arrivare vicino all'attaccatura dei capelli.
Rose la guardò male, arretrando di un passo.
"Che volevi dire?"le chiese in un sibilo.
"Che la prossima volta ci sarete" rispose Alice tranquilla, una strana nota nel tono neutrale.
"No" rose scosse la testa, le braccia sempre più strette "eri ironica"
"Certo che no!" Protestò l'altra, trattenendo uno sbuffo "lo penso davvero: la prossima volta-"
"Conosco il tuo tono quando sei sincera" la interruppe Rose, alzando una mano contro di lei e costringendola al silenzio "e conosco il tuo tono quando sei ironica. É quello lo era.
Dimmi la verità: non credi che io riuscirei mai a far venire qui mio padre prima del ventuno"
In realtà, non ci credeva nemmeno Rose, ma sentirlo dire dalla propria migliore amica era comunque doloroso.
Tuttavia, anche Alice aveva ragione: era da quando avevano iniziato Hogwarts che Rose sognava di andare alla Tana il primo, lo stesso giorno in cui ci andava l'amica, e aveva promesso più volte che ci sarebbe riuscita. Magari un giorno lontano, ma ci sarebbe riuscita.
Ovviamente, in tutto quel tempo, non era ancora riuscita a mantenere quella promessa, anche se con oggi rappresentava una vistosa svolta, pur se non era ciò che aveva detto nei suoi giovani undici anni.
Ma Alice non aveva comunque il diritto di farglielo notare.
Alice alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
"Onestamente, Rose, c'è davvero speranza che tu riesca a convincere tuo padre a portarti qui il primo? E no" la interruppe, vedendola sul punto di replicare "oggi non conta, é stato solo un caso e lo sai anche tu"
Rose spalancò la bocca, gli occhi azzurri che si sgranavano per la sorpresa, adesso realmente ferita.
"Stai dicendo che non sono in grado di mantenere le mie promesse?!?"
Alice sospirò, chiudendo gli occhi e buttando la testa all'indietro.
"Non era quello che intendevo, e lo sai" replicò sbuffando.
"Ma?"
"Ma" disse Alice, puntando gli occhi azzurri in quelli del medesimo colore di Rose, un sorriso senza rancori sul volto "lo dici tutti gli anni e, puntualmente, l'anno dopo rimandi tutto a quello successivo"
"Quindi non mantengo le mie promesse"
"Non ho detto questo, Rose!" Sbottò l'altra, al limite dell'esaurito.
Da sotto vennero le risate di divertite degli altri, unico rumore che interrompeva il silenzio gelido che aveva avvolto le due ragazze.
Rose girò il volto, stringendosi di più le braccia contro il petto.
Alice soffocò l'ennesimo sbuffo.
Rose alzò lo sguardo su di lei, l'espressione corrucciata e un dubbio che le sfiorava il cervello.
La trafisse con lo sguardo.
"Dí un po'" mormorò, facendo un passo avanti e trovandosi a meno di un metro da lei. Alice inarcò un soppracciglio, innocente, pronta al confronto. "Perché mi hai seguita su per le scale? Non era solo per darmi un benvenuto, giusto?"
Alice le fece un sorriso storto, uno strano rossore che si spargeva sulle sue guancie.
"Il fatto che siate venuti qui il ventuno era troppo strano per essere vero. Dovevo controllarti?"
"Perché?"
"Onestamente?" Alice inclinò il capo di lato, facendole un sorriso di scuse "la vostra visita, anche per i musi che portate dietro di voi in grado di far intristire il più gioioso dei bambini, sembravano più un ultimatum che altro"
Rose corrugò le soppracciglia, non capendo esattamente dove l'amica volesse andare a parare.
"Mi stai dicendo che...oh" un pensiero la fulminò, e puntò lo sguardo stralunato negli occhi dell'amica.
"Già" Alice annuii "precisamente quello che pensi"
"Ma...io..."
"Shh" Alice le accarezzò una spalla, sorridendo "neache io. Non ci pensare, Rose"
"Io..." Rose sospirò, scuotendo la testa "oh, al diavolo, andiamo di sotto"
Alice le lanciò un ultimo sorriso e poi, girandosi di scatto, si tuffò giù per le scale, con Rose alle calcagna.
Quando sbucarono nel soggiorno illuminato della Tana, tutti gli sguardi si puntarono, come una calamita, su di Rose.
La ragazza arrossì, abbassando lo sguardo.
"Oh vieni cara" le disse sua nonna, muovendosi agilmente nonostante tutta la sua massa, e facendo il giro del Tavolo - dove si erano tutti seduti per pranzare - per venirle in contro "dove vi sedete?"
Rose guardò Alice, pregando con gli occhi che fosse l'amica a rispondere.
La castana ammiccò impercettibilmente con l'occhio azzurro.
"Quel posto, vicino a Albus"
Molli sorrise.
"Va benissimo"
Rose si sentii afferrare il polso e, senza neanche provare a opporre resistenza, si lasciò trascinare dall'amica lungo la fila di persone - la gran parte dai capelli rossi - che sfilavano accanto a lei come macchie indistinte.
Alla fine, dopo una corsa anche abbastanza lunga, Alice si interruppe, sedendosi a capitombolo di una sedia e trascinando Rose su quella accanto a lei. Rose si ritrovò fra Albus e Alice che, stretti per via del gran numero di ragazzi che stava loro intorno, la schiacciavano spalla contro spalla, ed era così poco lo spazio per muoversi che Rose rinunciò a provare a prendere l'acqua, temendo che potesse colpire nelle costole uno dei due.
Più che altro si guardò intorno, mentre nonna Molly iniziava a servire i piatti, con l'aiuto di Ginny.
La casa era sempre la stessa, con il legno che si spingeva verso l'interno sotto il peso dei diversi piani, come se fosse in procinto di cadere da un momento all'altro e seppelire sotto anni di lavori e incantesimi le persone che erano all'interno. Le finestre, che tappezzavano tutto il muro davanti alla cucina, erano scosse dalla tormenta che imperversava fuori, e sbattevano furiosamente negli infissi, tanto forte che Rose temette si potessero rompere.
La pioggia, intanto, ormai trasformata in grandine, continuava a battere sul vetro, con la stessa determinazione di becchi di picchi su un tronco. Anche il rumore che faceva era simile a quello dei volatili, o almeno Rose immaginava che lo fosse, dato che il grande parlare dei suoi parenti copriva ogni suono.
Diverse candele, poste in modo da levitare sospese nell'aria, illuminavano la tavola imbandita, e si riflettevano in sprazzi di volti ombrati che catturavano, veloce come una fotografia, le micro-espressioni dei visi dei presenti che li attraversavano, scomparendo poco dopo essere arrivate.
Il Tavolo era diviso: gli adulti verso l'interno, vicini alle scale che portavano al piano superiore e parlavano di questioni più o meno importanti, che tanto non interessavano agli scolari; e i ragazzi verso l'esterno, vicini alla porta, che chiacchieravano di Hogwarts.
C'erano tutti: Bill e Fleur, posti uno davanti all'altro in capotavola, secondi solo ad Arthur e Molly, che banchettavano nel vero angolo retto del tavolo; Charlie che, da buon addomesticatore di Draghi, aveva deciso di portare con sé una statuetta animata di un Ungaro Spinato, che mangiava insieme a lui, e sedeva accanto a Bill; Percy e Audrey, uno difortne all'altro, immersi in un attenta conversazione sul lavoro, che non si accorgevano nemmeno dei ripetitori tentativi di Hanna di inserirsi nel loro discorso; George e Angelina, uno accanto all'altra, che scherzavano su qualcosa di estremamente divertente, probabilmente qualche scherzo in progetto per il negozio che doveva essere testato quella stessa sera; Neville e Hanna, che si consolavamo l'un l'altro per essere stati sbattuto fuori dai discorsi degli altri, e provavano a chiacchierare con Luna e Rolf, che assecondavano le loro idee inserendo qualche analogia con uno dei loro tanti viaggi fatti all'estero; e, infine, Harry e Ginny, dove quest'ultima faceva battute, scherzava e si intrometteva, fulminea come un alito di vento, nei discorsi altrui, e Harry che mangiava silenzioso, lo sguardo perso e gli occhi lucidi.
Rose distolse lo sguardo, fulminata da una comprensione improvvisa.
Harry, quattordici anni fa, aveva perso la sua migliore amica, l'unica ragazza che poteva considerare come una sorella.
Rose scosse la testa, concentrandosi sui coetanei o quasi.
James, cacciatore della squadra di Grifondoro nonché capitano, chiacchierava allegramente con Fred, concentranto su qualcosa sotto il tavolo che annuiva a scatti ai suoi discorsi, non capendo bene dove volesse andare a parare; Dominique, Molly e Lucy, che parlavano a ruota libera dei compiti che il settimo anno comportava, e del fatto che tutte e tre erano state scelte per diventare Caposcuola - rispettivamente per Corvonero, Tassofrasso e Grifondoro -; Roxanne - dello stesso anno di Rose - nonché seconda Cacciatrice della squadra, parlava con Lily di tattiche per il Quiddich, con la piccola rossa che l'ascoltava per metà, lanciando continuamente occhiate a Hugo, accanto a lei, intento a osservare il suo piatto di pollo senza alzare una forchetta per prenderlo; Frank, il fratello dieci mesi più grande di Alice, che andava nello stesso corso con loro, ed era Cercatore di Tassofrasso, come la sorella, mangiava tranquillamente dal suo piatto, lanciando lunghe occhiate al compagno di casa Lorcan che scambiava tranquillamente delle parole con lui; Lysander, Corvonero e fratello gemello di Lorcan, fissava Lily come in trance, perdendo il suo sguardo azzurro nei capelli rossi della ragazza, quasi trafiggendola con gli occhi; dietro di lui, Louis scuoteva sconsolato la testa, rendendosi conto che il suo amico non riusciva a nascondere la cotta che provava per la piccola di casa Potter; e poi c'erano Albus e Alice, Cercatori rispettivamente di Serpeverde e Grifondoro, che si affacciavano su Rose per parlare.
Rose fece una smorfia, non riuscendo nemmeno a toccare il suo cibo.
"Alice mi dispiace dirtelo" esclamò Albus, lo sguardo smeraldo che scherniva la castana "ma non credo che riuscirete a vincere la Coppa di Quiddich, non con la nostra nuova formazione"
Alice sbuffò divertita, alquanto scettica al riguardo. Un capello castano le volò sul volto, per poi riatterare leggero contro la sua pelle.
"Non farmi ridere" ribatté lei lanciandogli uno sguardo derisorio "l'anno scorso vi abbiamo stracciati"
"In realtà" intervenne Frank, urlando dall'altra parte del tavolo per farsi sentire. "Se il nostro battitore" e lanciò uno sguardo d'accusa a Lorcan, che arrossì "non avesse avuto la bella idea di farsi mettere in punizione proprio il giorno della partita contro Corvonero, probabilmente avremmo vinto noi"
"Non avevo idea che la Mecgranitt mi avrebbe visto" mormorò Lorcan, in difesa, mentre si faceva piccolo piccolo sulla sedia.
Lysander trattenne una risata.
"Ma fammi il favore!" Esclamò James, lasciando perdere la conversazione univoca con Fred "non avreste comunque avuto scampo con noi!"
"Tu dici, James?" Domandò Lucy che, pur non essendo una patita di Quiddich, ci teneva alla gloria della sua casa "io non credo"
James sbuffò.
"Mi spieghi cosa c'entri, cervellona?"
Lucy lo guardò male, i capelli rossi che cadevano dalle sue treccia.
"Molly é Corvonero" sbuffò alzando gli occhi marroni al cielo.
"E che ho detto?"
"Io sono Lucy"
"Ah"
Molly, lo stesso viso della sorella e gli stessi capelli rossi, alzò lo sguardo dal suo piatto per fulminare il cugino.
"Modera il linguaggio, e attento a come parli, Potter" minacciò, infilandosi elegantemente in bocca un pezzo di pollo "Ricordati che siamo Caposcuola"
"Credi di farmi paura?" La stuzzicò James, sporgendosi in avanti e alzando ironico le soppracciglia.
Molly lo ignorò.
"E comunque" aggiunse quest'ultima, posando la forchetta nel Piatto vuoto "se i Serpeverde non ci avessero messo fuori gioco con quel bolide scorretto"
"Mossa che ci é toccata un rigore" puntualizzò Hugo, alzando il viso per la prima volta.
Molly ignorò anche lui.
"Probabilmente - ma che dico sicuramente - avremmo vinto noi"
"Concordo" le diede manforte Lysander, compagno di casa.
Lily scoppiò in una risata fragorosa, seguita a ruota da Roxanne. La rossa si tuffò nel piatto, scuotendo la testa rossa e facendo ondeggiare i lunghi capelli intorno al suo viso, mentre si reggeva la pancia.
"Non dire cavolate!" Esclamò Lily fra una risata e l'altra, tirandosi su e asciugandosi alcune lacrime che le bagnavano il volto. "Avrei fatto talmente tanti punti che neanche se aveste preso il Boccino sareste riusciti a vincere.
Il vostro portiere fa schifo"
"Lily" la riprese Molly II sorridendo maligna e sporgendosi verso di lei, sostituendo Lysander nel rispondere che si era momentaneamente zittito. "abbiamo calcolato le statistiche"
"Si certo" Roxanne alzò gli occhi al cielo, sbuffando. "Non sareste riusciti comunque a bloccare le palle delle due Cacciatrici qui presenti"
"Ben detto, Rox!"
"Grazie Lily"
"Quello che é successo l'anno scorso ormai é poco importante" riprese il discorso Albus, costringendo gli altri al silenzio. "Adesso, la squadra di Serpeverde vincerà!"
"Fratellino, solo perché sei il capitano non vuol dire che avete la vittoria in pugno, lo sai vero?"
"Non credo intendesse quello, James" disse Louis, un Corvonero dello stesso anno di Rose, estremamente pacifico.
James lo guardò stranito.
"Che vorresti dire?"
"Che con la nuova formazione di Serpeverde siete spacciati" disse Albus, orgoglioso.
James sbuffò, ma incontrando lo sguardo deciso del fratello gli venne un dubbio. Si voltò verso Hugo.
"La vostra formazione é così forte?"
Hugo alzò lo sguardo su di lui, un ghigno da serpe che si faceva spazio sul suo volto, il ciuffo rosso che ombreggiava gli occhi marroni.
"Non lo immagini nemmeno.
Scorpius ha fatto molto rinnovamenti, insieme a Al"
"Scorpius!"
Rose si batté una mano sulla fronte, maledicendosi mentalmente per essersene dimenticata.
Non era in ottimi rapporti con il giovane Malfoy, ma conosceva - come gli altri del resto - il migliore amico del cugino. La cosa strana, però, era che spesso anche lui era invitato alla Tana per la grande cena: da quando Albus lo aveva presentato alla famiglia come il suo migliore amico, nonna Molly aveva insistito per renderlo parte della famiglia, facendolo partecipare alle occasioni.
Rose non aveva mai capito perché, ma sospettava che la nonna credesse che Scorpius sarebbe entrato a fare parte della famiglia Weasley, e lo aveva anche sostenuto più volte. Come, Rose non lo aveva ancora capito.
Rose si voltò verso il cugino, perplessa dall'assenza del biondo.
Albus scosse la testa, sorridendo leggermente.
"Quest'anno non può venire" le disse alzando gli occhi al cielo, interpretando correttamente lo sguardo della ragazza "il padre lo ha messo in punizione per non so che cosa"
"Ah" mormorò Rose, neutrale.
Scorpius Malfoy le stava molto indifferente, anche se aveva percepito un certo odio da parte del ragazzo nei suoi confronti. Non ne capiva il perché, ma, francamente non le interessava. E poi, poteva anche avere una percezione sbagliata.
La voce di James la riportò alla realtà.
"Si é fatto mettere in punizione e avrebbe anche fatto una formazione vincente!?!" Il ragazzo scoppiò a ridere, battendo ripetutamente una mano sulla schiena di Fred "allora siamo messi bene"
"Devo ricordarti James" Disse Dominique, un ghigno a incurvarle le labbra da signorina "che tu vieni messo in punizione da tua madre una volta si e l'altra pure?"
Tutti scoppiarono a ridere, perfino Rose e Hugo.
James, invece, li guardò offeso, zittendosi completamente.

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Questa é una Scorose, ma é il capitolo 11 e non c'è ancora mai stato Scorpius.
Però ora c'è un suo accenno 👍
Dal primo capitolo a ora sono tipo 23.000 parole 😂 ma, dai, tra poco andranno a Hogwarts.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora