Capitolo 18

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Dopo la fine del banchetto, Rose e il Prefetto di Grifondoro del suo stesso anno, avevano scortato i Primini alla Sala Comune di Grifondoro, mostrando ai nuovi arrivati i Dormitori.
Ci avevano messo un quarto d'ora, più o meno, a spiegare tutta la storia ai Nati Babbani, e avevano mostrato loro le zone del Castello che sarebbero risultate più utili.
Finalmente, alla bellezza delle 23 e mezzo, Rose era di nuovo libera.
Salutò il suo compagno, e si diresse verso la Sala Comune, cercando con gli occhi Alice.
Le tenue luci delle candele cercavano di sconfiggere le tenebre che penetravano attraverso le finestre chiuse, lasciando zone di totale buio che inghiottivano nell'oscurità i volto di studenti che non si volevano fare identificare. Il fuoco ardeva nel camino, gettando bagliori chiari sui volti degli studenti che gli stavano attorno, e facendo prendere alla loro pelle un colore furvo simile a quello dei capelli degli Weasley.
Le luci danzavano nell'ombra, anternando i loro passi, indietreggiando come se fossero state presa da un improvviso imbarazzo, o avanzando sotto l'effetto del coraggio tanto caratterizzante della Sala nella quale si trovavano, con quello del chiarore delle stelle, incastonate nella volta celeste come tante lucciole luminose, fisse e irrimovibili nelle posizioni assegnate loro tanto tempo prima.
Rose scese dai Dornitori Femminili, facendo saettare gli occhi in tutte le direzioni. Le sue iridi azzurre percorrevano le pareti della stanza come seguendo una linea fissa e, in meno di due secondi, riuscii a individuare la chioma castana della sua migliore amica, legata rigorosamente in una coda alta.
Alice era su una panca vicino alla finestra della sala comune, il chiarore di una candela li vicino che gettava bagliori scomposti fra i capelli lisci, che ondeggiavano come un pendolo a ogni suo movimento.
Gli occhi le brillavano, vittime della luce della Luna.
Stava chiaccherando con Roxanne, le mani giunte in grembo e il busto dritto sporto in avanti.
La mulatta la ascoltava svogliatamente, i piedi pigramente appoggiati sul tavolo e il corpo proteso in indietro sulla sedia, una mano che si arricciava un capello nero e un ciungam in bocca.
Perfino dalla distanza con cui si trovavano Rose riusciva a vedere il mastichio della cugina.
Rose scosse la testa, falcando la Sala e tagliandola a metà, attraversando quei metri che la dividevano dalle amiche. Sorrise.
"Ehy"
Alice si voltò di scatto verso di lei, interrompendo la sua parlantina, la coda fendette l'aria in una spada marrone, per poi rimanere a ondeggiare indifesa alle sue spalle.
"Già finito con i Primini?" Chiese, con una nota di scherno evidente nella voce "quanto erano stupidi quest'anno?"
Rose la guardò male, prendendo una sedia e mettendosi difronte a lei, il tavolo in legno a dividerle.
Spinse giù le gambe di Roxanne.
"Esattamente come eravamo noi al Primo anno, quando sai, ancora non riuscivamo a distinguere la classe di Incantesimi dal bagno" le rispose saccente, ignorando lo sbuffo e l'occhiataccia che la cugina le stava rifilando.
Alice sbuffò, facendo roteare gli occhi.
"Sono abbastanza certa che io non ero così alla loro età" ribatté.
"Sono abbastanza certa del contrario" replicò Rose sorridendo, appoggiando i gomiti sul legno per sporgersi in avanti.
Alice la fulminò con lo sguardo.
"Mi reputo d'accordo con Alice" intervenne Roxanne, lasciando in pace il suo ciuffo nero e ripoggiando i piedi sul tavolo. Lanciò uno sguardo di sfida a Rose, che la fulminò con gli occhi. "Noi non abbiamo fatto come Canon due anni fa, quando quel coglione é andato dalla MecGrannit a chiedere notizie sulla seconda Guerra Magica.
E poi se le é pure presa se é finito in punizione!"
"Appunto" disse Alice, strizzando il laccino della coda fra le dita. "Voglio dire, qualsiasi persona dotata di un QI nella media si sarebbe trattenuto dal fare tutte quelle domande petulanti"
"E fastidiose" ribadì Roxanne.
Rose le guardò sconcertata, facendo prendere una sfumatura oltraggiata agli occhi azzurri.
"Porta il nome di suo zio! Morto nella battaglia di Hogwarts" Sbottò a bassa voce, faticando a nascondere la nota irosa nella voce, avvicinandosi alle due e socchiudendo appena le palpebre "suo padre viene da una famiglia Babbana e visto che lui e il fratello dovevano essere molto legati gli avrà raccontato di cosa ha fatto Colin alla scuola.
Mi pare giusto che quando é arrivano qui Colin Canon II volesse sapere il più possibile su cosa ha ucciso il fratello di suo padre!"
Quando finii di parlare uno strano rossore si stava impossessando delle sue guance, forse per la rabbia per la indifferenza che Roxanne Alice mostravano, forse semplicemente per l'infervorazione del discorso.
Fatto sta, che le sue iridi azzurre spiccavano come diamanti illuminati da una torcia in una cava buia, che riflettevano la luce dell'illuminazione in lampi di rimporvero verso le amiche.
Anche Alice e Roxanne, comunque, la guardarono male.
Alice si appoggiò completamente al sedile della sedia, stringendo le labbra tanto da farle diventare un unica linea retta, e indurii gli occhi azzurri.
Accavallò le gambe, in una posizione tanto  rigida da sembrare uno stocafisso.
Roxanne, invece, buttò giù le gambe dal tavolo, un tonfo così alto che era difficile credere si trattasse di un incidente. Rimbalzò sulla seduta della sedia, la schiena dritta come se un piccolo bastoncino vi fosse legato alla base con lo schock, in modo da non farla curvare. Si sporse in avanti, i ricci neri che danzavano intorno al suo viso come un cespuglio particolarmente rigoglioso.
La sua faccia non mosse un muscolo, ma l'espressione perse in un solo attimo, tanto improvviso da dare lo stesso effetto di un prosciugamento del colore, tutto il divertimento e l'ilarità che l'avevano caratterizzata fino a quel punto; e gli occhi scuri si affilarono, riproponendo i bagliori delle candele nella sua iride con la stessa minaccia di coltelli appuntiti.
Rose non capii: sbatté le palpebre confusa.
Sembrava che in un solo attimo si fosse inimicata le due migliori amiche, usando una semplice frase.
"Che c'è?"
Nessuna delle due le rispose.
Roxanne incrociò le braccia al petto, continuandola a fissare in cagnesco con una signorilità difficile da associare alla sua persona, mentre Alice fece dondolare la sedia, la schiena protesa nel vuoto e il viso che si specchiava nella finestra della sala Comune, colpita in pieno da i raggi della Luna, che disegnavano pagluzze argentee sulla pelle chiara.
"Si" disse a un tratto Alice, un po' assente, la voce lontana e nostalgica "fra fratelli bisogna andare d'accordo"
Rose sbiancò, mentre un espressione mortificata si faceva lentamente spazio sul suo volto:
Alice si stava riferendo al suo rapporto con Frank, e Rose non si era accorta che le sue parole avevano implicato un collegamento così lontano e indiretto, eppure palese, con le continui liti che i fratelli Longbottom avevano fra di loro.
"Ops"
Miseriaccia, non potevo fare più attenzione?
"Anche mio fratello porta il nome di suo zio" disse Roxanne, socchiudendo ancora di più gli occhi e strizzando le braccia al petto. Rose fece scattare la testa verso di lei, un espressione vagamente spaventata sul volto, conscia di dove volesse andare a parare la cugina "morto durante la seconda guerra Magica, ma non mi risulta che va in giro a chiedere come fosse il 'Mitico Fred Weasley'" Roxanne non riuscii a trattenersi dal rivolgerle una smorfia, "sai, ci basta vedere nostro padre a pezzi davanti a una loro fotografia"
Rose si sentii morire dentro.
Con una semplice frase aveva riportato a galla due ricordi vividi e temibili al tempo stesso.
E aveva ferito qualcuno. Non poteva perdonarlo.
"Mi dispiace" disse, abbassando gli occhi "io..."
Alice scosse la testa, la coda che voleva nell'aria.
"Tranquilla"
Con uno scatto fece riappoggiare le gambe della sedia al terreno, il piccolo schiocco che suggeriva qualcosa stesse per rompersi, e tornò composta, un sorriso sul volto. "Capita di sbagliare, Rose"
Rose guardò la cugina, aspettando che anche lei dicesse qualcosa.
Roxanne si limitò a guardarla male.
Alice fulminò con lo sguardo.
"Vero, Rox?"
Roxanne sbuffò, un riccio marrone che si alzava sopra gli occhi per poi ricadere a mo' di paracadute sul volto scuro. Alzò gli occhi al cielo.
"Presumo di sì, nessuno può essere così intelligente e pensare prima di dare aria alla bocca"
Il suo tono, però, implicava ancora un certo rancore verso la cugina.
Rose sospirò internamente, abbassando gli occhi.
Con Alice era tornato tutto normale, entrambe sapevano che era stato un incidente e che Rose non voleva dire qualcosa di implicito con quelle parole, e Alice - da persona matura - non se la era presa. Certo, era anche merito del suo carattere ballerino, e del fatto che il rapporto con Rose funzionasse sempre così: litigavano, e due secondi dopo erano di nuovo le amiche inseparabili di prima.
Roxanne, invece, aveva preso la questione sul personale, interpretando che Rose volesse imporre un rimprovero a lei gelato dietro la storia della famiglia Canon.
Questo, non era assolutamente l'obbiettivo di Rose.
Ma, come anche la ragazza sapeva bene, Roxanne non le avrebbe mai creduto a parole, e quindi c'era un unico modo per farla tornare in buono rapporti in breve tempo.
"Alice ha deciso di continuare Babbanologia" disse abbassando lo sguardo.
Distrarla.
"Che cosa?"
Roxanne fece scattare la testa verso la diretta interessata, i capelli che si muovevano sopra di lei come una palla nera. Sbarrò gli occhi, il loro bianche che spiccava sulla pelle scura, estremamente estrefatta e sconvolta dalla decisione dell'amica.
Alice ridisse gli occhi a due fessure scocciate, fulminando Rose con gli occhi.
La rossa le fece un sorriso di scuse.
"Avevi detto che eri sicura di voler continuarla..." Rose le fece un espressione incoraggiante "ho pensato che anche Roxanne dovesse saperlo"
"E hai fatto bene!"
"Tu non eri arrabbiata con lei?" Alice indicò prima una Weasley e poi l'altro, negli occhi passava l'attonicità tipica di quando voleva cambiare argomento.
"Adesso non c'entra!" Ribatté Roxanne, trattenendosi appena dall'urlarle. "Ma sei diventata scema per caso!?!".
Alice chiuse gli occhi, imponendosi la calma.
"No, Rox, e solo che-"
"Secondo me si, invece!" Roxanne balzò in piedi, interrompendo la frase di Alice e collezionando occhi curiosi su di lei "oppure tutta la tua fottuta intelligenza é andata a puttane nelle estate e ora sei solo una delle tante oche senza cervell-"
"Shh" Rose le fece cenno di abbassare la voce, guardandosi intorno apprensiva: gli occhi degli spettatori erano aumentati.
Cosa avrebbero pensato gli altri Grifondoro di loro se avessero visto urlare Roxanne in quel modo?
Però almeno, Rose era riuscita nel suo intento.
Roxanne non c'è l'aveva più con lei, ma riservava tutte le attenzioni a Alice.
Roxanne aveva sempre messo da parte le sue liti quando si trattava di questioni più importanti e, alle volte, aveva dimenticato il suo litigio.
Missione riuscita.
Rose esultò internamente dentro di lei.
Roxanne lanciò uno sguardo per la Sala Comune, una furia che imperversava negli occhi scuri.
"Bhe?" Ringhiò, alzando un pugno in aria "non avere altro da fare che i cazzi nostri?"
Come ridestatosi da uno stato di trance, gli studenti che si erano collezionati intorno a loro come un capannello si dispersero, come formiche nel momento del pericolo, lanciando colpi di tosse e grugnendo a disagio.
Roxanne parve soddisfatta.
"Contenta?" Domandò Alice, annoiata, lo sguardo di nuovo incollato fuori dalla finestra "hai messo paura ai nuovi arrivati"
"Non importa"
"Quei cagasotto scoppiano a piangere se vedono un armatura muoversi" Alice le rivolse uno sguardo eloquente "adesso hanno ammirato la furia di una Weasley arrabbiata. Io credo che importi eccome se non vogliamo che piscino per la paura"
"Si faranno una vita" Roxanne si strinse nelle spalle. Afferrò malamente una sedia e la mise all'incontrario davanti a lei, di fronte ad Alice. Si sedette con le mani che si appoggiavano allo schienale "non credo sia un danno irreparabile, o qualcosa che competa la mia responsabilità."
Rose si morse il labbro.
"In realtà..."
Roxanne le rivolse un occhiataccia, socchiudendo tanto gli occhi da ridurli a una striscia sottile nera, difficilmente distinguibile dalla carnagione scura.
Rose scosse la testa.
"Fa niente, me ne occuperò io dopo"
"No, no, Rose" Alice le rivolse un sorriso astuto "illustra a Roxanne i perché il suo gesto sia stato sbagliato e irrispettoso-"
Le due cugine la fulminarono in simultanea.
"Ha ragione Rox" disse Rose, sporgendosi di più verso le amiche "non ha importanza"
Alice aprii la bocca, pronta a replicare di principi e diritti delle nuove generazioni di maghi, ma Rose la interruppe ancora.
"Non é importante, adesso" precisò la rossa.
Alice sbuffò.
"Io lo sapevo" disse Roxanne, scuotendo i ricci neri "quel bastardo non ne ha prese abbastanza"
"Rox!"
"Oh, Rose, non fare la santa, te lo ho letto in faccia che volevi schiaccargli per bene quel naso"
"Sentite" Alice alzò le mani, pronta a difendersi dagli attacchi di Roxanne "capisco la vostra preoccupazione e l'apprezzo, davvero, ma-"
"No! Non capisci!" Roxanne sbatté una mano sul tavolo. Il suono rimbombò nelle pareti, collezionando su di loro altri sguardi confusi.
Rose arrossì, abbassando il capo.

Ma fare più silenzio no? Vi fa schifo?
Tirarsela un po' meno non se ne parla proprio, vero?

Rose scosse la testa, tornando a concentrarsi sulle sue amiche.
Non farlo. Ti prego.
"Roxanne, questo é quello che si chiama una mia decisione"
"E io te lo impedisco" disse semplicemente la mulatta.
Alice la guardò scocciata.
"Si chiama libero arbitrio. Non puoi sostituirmi in certe scelte"
"Posso e voglio se la mia amica sta per fare la più grande cazzata della sia vita" replicò Roxanne.
Rose si prese la testa fra le mani.
Iniziava a pentirsi della sua decisione: avrebbe preferito sopportare la furia di Roxanne a quel dialogo.
"Oh, e adesso basta!" Sbottò Alice, alzandosi tanto velocemnte che la sia sedia si ribaltò. Rose sussulto. "Sono stufa di sentirvi criticare su ciò che voglio.
Si, si sono arci sicura di aver fatto bene, ok? Volete il consenso scritto?
Ve lo faccio, mi basta che mi lasciate in pace"
"Lo facciamo per proteggerti" disse Roxanne, una serieta in viso che raramente si vedeva.
Alice pestò il piede.
"Non ne ho bisogno." Sbuffò "E prima che me lo chiedi, Roxanne, si: farò Babbanologia nonostante quello"
Rox rimase a fissare l'amica dal basso verso l'alto, ancora seduta al contrario della sedia. Sochiuse gli occhi, come se la stesse studiando.
Alice alzò il mento, reggendo lo sguardo e sopportando l'esame.
Rose, intanto, sperava che Roxanne Ielo facesse superare.
"Però" sospirò infine Roxanne, alzandosi in piedi. Le batté una mano sulla spalla "alla fine sei davvero coraggiosa come una degna Grifona"

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