Capitolo 21

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Albus gli lanciò un occhiataccia, mentre uscivano dall'aula di pozioni.
Scorpius camminava dietro di lui a passi spedito, il mento alto e lo sguardo grigio che sfidava chiunque si soffermasse per troppo tempo a guardarlo.
Albus trattenne uno sbuffo, socchiudendo gli occhi nella sua direzione. Odiava quando il suo migliore amico si comportava in quel modo, da snob, anche perché, da quando lo conosceva, ciò era successo solo al secondo anno, quando Medelain Heartquache - una delle ragazze più belle del loro anno - aveva invitato il ragazzo a uscire.
Scorpius se la stava tirando tanto che Albus era stato costretto a sequestrarlo nel loro Dormitorio e dirgli che doveva abbassare la cresta. Non era stata un esperienza particolarmente piacevole, e di certo Albus non la consigliava a qualcuno.
"Cosa c'è?" Scorpius lo raggiunse, sistemandosi la borsa verde sulla spalla e guardandolo interrogativo. Inarcò un soppracciglio biondo.
Albus si limitò a fissarlo, gli occhi verdi ardenti di una furia gelata,e accelerò il passo.
Scorpius alzò gli occhi al cielo, rincorrendolo.
"E per quello che é successo a Pozioni?" Gli domandò, la nota annoiata nel notò che tradiva quanto fosse scocciato di riparlare dell'argomento.
Albus gli lanciò un occhiata in sottecchi.
"Indovina" gli sibilò contro, svoltando nel corridoio.
Scorpius sbuffò.
"É stato istinto" si giustificò tranquillo, il tono sempre strascicato.
"Cosa esattamente, prendere in giro le mie cugine o attaccare Alice?"
Scorpius sbuffò di nuovo.
"Mi dispiace se ho offeso la tua fidanzatina, Albus, ti chiedo scusa-"
Albus inchiodò, stringendo i pugni.
Si voltò così velocemente da fare quasi cadere l'amico, mentre il suo naso si scontrava con il petto di Scorpius.
"Alice.Non.é. La.Mia.Fidanzatina" scandí bene, la rabbia che aumentava nel suo tono per quella ingiunzione.
Scorpius fece roteare gli occhi, annoiato.
"Come vuoi. Ma non venire poi da me a chiedere consigli per conquistarla."
Albus sbuffò, una specie di amaro divertimento investii Scorpius.
"Io non ti chiederei mai consigli sulle ragazze. Fai pena in ambito romantico."
"Bene, allora siamo d'accordo" replicò lui, cercando ti trovare gli occhi complici dell'amico.
Albus si limitò a fissarlo severo.
"Zitto e vieni con me in Dormitorio"
"Ma abbiamo l'ora di buco!" Protestò Scirpius. Lo guardò a bocca aperta, come se non credesse ai suoi occhi "non vorrai mica farmi una ramanzina per uno stupido botta e risposta"
"Uno stupido botta e risposta che però coinvolge le mie cugine e Alice"
Scorpius sbuffò.
"Dài, Al, no ci roviniamo così l'occasione di passare un ora tranquilla...sai meglio di me che il sesto anno é complicatissimo!"
Ma Albus fu irremovibile.
Gli lanciò un occhiata, riprendendo a marciare verso la Sala Comune di Serpeverde.
Scorpius, dietro di lui, lo seguii sbuffando.
"Non offenderò più le tue cugine, tranquillo, o qualsiasi altro membro della tua famiglia" dichiarò, sperando di ingraziarsi l'amico e risparmiarsi quello che sarebbe avvenuto a breve.
Albus gli scoccò uno sguardo severo, e quello bastò a Scorpius per abbassare lo sguardo. Chinò il capo, le candele infiltrarono la loro luce rossastra fra i suoi capelli laccati all'indietro.
Albus fece un mezzo sorriso. Era soddisfatto.
In fondo al corridoio, molto distanti da loro, vide Roxanne, Alice e Rose intente a parlare l'una con l'altra, dei libri di una delle tre sparsi sul pavimento.
Gli sfuggì uno schiamazzo leggero, e gli parve di incrociare per un micro secondo gli occhi di Alice.
Tornò serio, mentre la distesa azzurra della sua amica di infanzia si spostava per osservare la cugina e parlate.
Albus represse un sospiro.
Non volle classificare come qualcosa di anomalo la capriola che il suo stomaco aveva fatto quando le irdidi chiare di Alice erano entrate in contatto con le sue verdi. Ormai quella era una sensazione tanto ripetuta da essere confortevole come 'casa', si sarebbe preoccupato di più se non l'avesse avuta.
C'era così abitato che quasi non se ne accorgeva.
In meno tempo di quanto si fosse aspettato, si lasciarono alle spalle gli altri studenti. I loro passi, ora, erano gli unici a risuonare con una nota inquentante sulle pareti in pietra, senza più essere accompagnati dal coro rombante di tutti gli altri.
Scorpius gli era arrivato al fianco, così silenzioso che per poco Albus non sobbalzò. Fissava fisso davanti a sé, gli occhi grigi che si perdeva o da qualche parte, intricandosi in un pensiero dal quale il ragazzo sembrava non volersi risvegliare.
Albus si accigliò, fissandolo in sottecchi.
Quello non era il comportamento dello Scorpius che conosceva.
Continuò a tenerlo imprigionato nei cerchi versi e arrabbiati delle sue iridi.
"Saverius Piton" disse Scorpius all'improvviso, fermandosi davanti a un muro di pietra.
Albus riconobbe dopo qualche secondo di troppo la loro parola d'ordine.
Spostò lo sguardo sul muro di pietra, appena in tempo per vedere i mattoni che si aggregavano l'un l'altro, fino a formare una maniglia a forma di serpente ben delineata.
Scorpius non aspettò oltre e, allungata la mano, afferrò il pomello, girandolo e aprendo la porta.
Albus entrò immediatamente dopo di lui, mentre il muro si ricomponeva senza lasciare traccia della porta che li aveva lasciati passare.
La Sala Comune di Serpeverde si presentò davanti ai suoi occhi in tutta la sua magnificenza. Albus sentii quasi l'odore di casa investirlo come un profumo spruzzato nel viso.
Un fuoco ardeva già nel camino, posizionato infondo alla stanza, vicino alle scale del Dormitorio Maschile, ma comunque non riusciva a contrastare l'umidità e il freddo che quella stanza riusciva a mettere nelle ossa stando dentro solo per pochi secondi. I divani in pelle verde riflettevano i balugignoli rossi delle fiamme, proiettando nella  nell'aria della stanza quasi completamente deserta  un colore molto simile al prato. Pulsavano come di vita propria sotto quella luce, a intervalli sregolari, insieme alle candele che contribuivano a dare una sensazione di inquentante accoglienza alla Sala; dei teschi, messi proprio a un passo dalla porta, mandavano i loro bagliori bianchi in risposta al rosso che si infrangeva sulla loro superficie per poco tempo, illuminandoli brevemente e sottolineando le orbite vuote, come occhi neri stessero  fissando tutti i Serpeverde tendendoli d'occhio, e proteggiendoli dai pregiudizi.
Sulle pareti, leggeri come una polvere dorata, brillavano sporadicamente le targhette con i nomi di tutti gli studenti di quella Casa morti durante la Prima e la Seconda Guerra Magica, che reclamavano una sorta di rispetto da tutti quei Serpeverde giovani e inesperti.
Normalmente Albus si sarebbe fermato a dare loro un occhiata, ad osservare in religioso silenzio con l'ammirazione evidente negli occhi verdi, tutte quelle vite spezzate che avevano contribuito a spodestare Voldemort, tutte persone della sua stessa casa, così tante volte decantata per formare solo maghi oscuri e cattivi. Ma ora era troppo arrabbiato per badarvici.
Afferró per un braccio Scorpius, e lo tirò verso le scale del Dormitorio, bruciando per poco la veste che era finita erroneamente nel camino.
Non che comunque ne avesse avuto bisogno: dopo cinque anni li dentro conosceva a memoria ogni singola scritta, nome o cognome che sia, che onorava le mura di Serpeverde con la sua presenza.
Scorpius non oppose resistenza, si lasciò trascinare dal migliore amico come se fosse stato una bambola di pezza.
Albus strinse di più la mano sul suo gomiti, insospettendosi.
Da quando Scorpius non reagiva e non imponeva la sua volontà agli altri?
In quei lunghi cinque anni di amicizia Albus aveva capito che Scorpius era un ragazzo molto predominante, che non stava zitto se qualcosa non gli andava giù, sopprattutto se qualcuno gli ordinava di eseguire determinare azioni che a lui non piacevano.
Era sempre stato pronto a protestare.
Dove era finito il ragazzo che non aveva paura di dire ciò che pensava, anche se poteva costargli qualche costola rotta?
Albus ricordava che al loro terzo anno erano dovuti scappare da due armadi del settimo ai quali Scorpius aveva impedito di essere dei bulli con una ragazzina di Tassofrasso, all'epoca una primina, e ai quali avevano sottratto la bacchetta con un Exspelliarmus, insegnato da Harry Potter in persona giusto l'estate prima.
Quando, finalmente, li avevano seminati erano andati a cercare la ragazzina - nascosta nel bagno di Mirtilla Malcontenta - con la qualche Scorpius era stato così gentile che la Tassofrasso aveva pensato di dargli un bacio sulla guancia per ringraziamento, con il quale Scorpius era arrossito di botto.
Albus sorrise al pensiero, tirando Scorpius fino alla porta del loro corridoio. Quello era stato il primo bacio del suo migliore amico, che era rimasto tanto basito da non lavarsi la faccia per una settimana (aveva puzzato tanto, ed era stato di nuovo un intervento di Albus a farlo rinsanire).
Era stato un tono così diverso da quello di poco prima che Albus si chiese se, per caso, quello che tenesse per il braccio non fosse solo un blando impostore dello Scorpius Malfoy dell'anno prima.
I due Scorpius erano tanti diversi da suggerigli che non ci fosse alcuno legame con il ragazzi che aveva lasciato alla fine del quinto anno e quello che aveva incontrato all'inizio del sesto.
Ed era passata appena un ora di lezione!
Albus scosse la testa, la zazzera di capelli corvini si agitò sulla sua fronte come erba al vento. Arrivò velocemente alla porta del suo Dormitorio, poggiò una mano sulla maniglia e, girando con decisione, la aprii, strascinando uno Scirpius sempre più annoiati dentro.
Li diede una leggera spinta e lo fece finire al centro della stanza, mentre richiudeva la porta dietro di lui.
Si voltò verso l'amico, incrociando le braccia al petto.
Scorpius gli rivolse un alzata di soppracciglio.
"Cosa?"
"Cosa?" Ripeté Albus, gli occhi ridutti a due fessure. Lo trucidò con gli occhi verdi "hai davvero il coraggio di chiedere cosa?"
Scorpius sbuffò, sedendosi pesantemente sul letto a baldacchino.
Rimbalzò comicamente sul materasso, mentre le molle cigolavano sotto il suo peso. Gli rivolse un altra occhiata scocciata.
"É per quello che é successo a Pozioni o sei ancora nella tua crisi pre-ciclo, principessa isterica?" Gli domandò, e Albus percepii una nota di pura cattiveria dentro a quelle parole.
Si trattenne dal lasciar cadere la mascella per la sorpresa.
Scorpius non si era mai comportato così. Certo, alle volte si prendevano in giro l'un l'altro, come facevano pa maggior parte dei migliori amici, e si erano anche dati spesso soppranomi offensivi, ma mai, durante quei cinque anni di amicizia, Albus aveva sentito quella sfumatura cinica e maligna nella voce del migliore amico, che ora impregnava le sue parole di acidità, come se le avesse imbevute nel veleno delle offese.
Era sempre stato educato con tutti e rispettoso...non aveva mai insultato  persone che non gli andavano a genio, si limitava a ignorarle come loro facevano con lui, quindi perché adesso trattava male lui, Albus, l'unica persona che il primo settembre di sei anni prima si era seduto nel suo stesso compartimento?
Le possibilità erano poche: o nell'estate Scorpius aveva rivalutato la loro amicizia e aveva deciso che era superflua e quindi ne poteva fare a meno, perciò stava cercando di liquidare 'educatamente' Albus; oppure per tutti quegli anni Albus aveva visto solo una maschera di Scorpius e ora, a quasi sedicianni, il ragazzo se la stava togliendo, mostrando il suo vero io.
Albus non sapeva a quale credere, ne quale sarebbe stata più conveniente per salvare il loro rapporto.
Per lui era importante. Molto.
Scorpius, insieme a Rose, era stato l'unica persona che lo aveva sempre difeso, indipendente dalla situazione, e gli era rimasto al suo fianco in tutte quelle situazioni difficili che coinvolgevano l'essere un Potter e un Serpeverde al tempo stesso, con sempre la battuta pronta sulla lingua.
Albus si era tanto abituato a lui da non riuscire più a immaginarsi senza.
Era diventato troppo importante per perderlo.
Ma se doveva comportarsi così...se quello era il vero Scorpius...allora Albus avrebbe preferito stare solo.
Di gran lunga.
Albus represse un ringhio nella gola.
"Hai...ti rendi conto che hai trattato di merde tre ragazze (le cugine del tuo migliore amico) che non ti avevano fatto niente? Che non avevano colpe?"
Scorpius lo guardò con fare annoiato.
Si mise a giocare con la federa verde del cuscino, per costatare solo a mezza voce:"Alice non é tua cugina"
"Non é questo il punto!" Sbottò Albus, pestando un piede per terra.
Scorpius gli rivolse un altra alzata di soppracciglio.
"Forse dovresti rendertene conto." Disse "Penso che il fatto di vivere costantemente con lei ti" cercò la parola giusta "blocchi dal capire i tuoi sentimenti"
"Non stiamo parlando di me e Alice"
"Secondo me dovremmo"
"Scorpius!" Albus strinse i pugni lungo i fianchi. Assottigliò lo sguardo "mi spieghi che cazzo ti prende? Prima togli punti a due Primini che ti stavano guardando, poi cerchi di affatturare Fred - non fare quella faccia" lo precedette alzando una mano, quando vide che Scorpius stava per ribattere "ti ho visto, ma non ti ho detto niente.
Hai cercato di fare lo sgambetto a James e prendi in giro Hagrid.
Ma a che razza di gioco stai giocando?
Sei diventato coglione in un colpo solo o lo sei sempre stato e non me ne sono accorto?"
Scorpius si accigliò.
"Che vorresti dire?"
"Che non ti riconosco più" Albus sospirò, passandosi una mano fra i capelli "sembri una persona completamenta diversa da quella di giugno. Ti comporti in modo strano. Sei sgranati, offrendi i professori che stimi senza motivo, e ora questo" Albus agitò una mano in aria, per intendere ciò che era successo poco prima. Incastrò le sue gemme verdi in quelle nuvole grigie del migliore amico "É successo qualcosa che dovrei sapere?"
La faccia di Scorpius divenne una maschera imperturbabile. Il suo volto si tese, e i capelli si appiattirono di più sulla testa. Albus ebbe la sensazione che sbiancasse.
"Assolutamente niente che ti riguarda" disse, neutro.
Le parole attraversarono la stanza come una corrente di aria fredda in una tempesta, fendendo l'aria con la forza del soffio di un gigante e gelando con il tono distaccato il corpo di Albus. Il ragazzo si sorprese quasi a non vedere dei piccoli strati di ghiaccio sulle finestre.
"Scorpius..."
"Hai ragione, scusa" il biondo si passò una mano sugli occhi, le palpebre abbassate. Albus vide un barlume del suo  vero amico dietro il volto stanco "Sono stato un idiota, mi dispiace, e bla bla bla, dimentichiamo la faccenda?"
Albus sbatté le palpebre sospetto.
Lo scrutò da sotto le soppracciglia corrucciate.
"E successo qualcosa"
"Niente che ti riguardi Potter" lo aggredì Scorpius, sulla difensiva.
"Perché mi tagli via così" sbottò Albus, avvicinandosi.
"Via da dove?"
"Dalla tua vita"
L'altro distolse lo sguardo.
"Non sono cose che ti riguardano" mormorò piano, stendendosi sul letto.
Albus sentii l'irritazione salire.
Una parte di lui avrebbe voluto approfondire il discorso, capire cosa fosse cambiato in Scorpius e aiutarlo a risolverlo per tornare quello di prima, ma l'altra era ancora arrabbiata per come lui aveva trattato Rose e Alice ed era già scocciata dall'argomento.
Dopo una lunga serie di battaglie dettata dall'indecisione, prevalse quest'ultima.
"Sai cosa? Non mi interessa." Disse stanco "ma comporta ancora così e giuro che ti Crucio"
Scorpius si alzò sui gomiti per fissarlo.
"Così come?"
"Da stronzo egocentrico e menefreghista. Non sei davvero così, e lo so io come lo sai tu"
Ci fu un piccolo movimento nel volto di Scorpius, come una spasmo. Serrò la mascella, e parve sul punto di dire qualcosa, ma la porta si aprii, interrompendolo.
Albus si girò indietro, reprimendo un sobbalzo.
"Non é nel nostro DNA di Serpeverde essere degli stronzi egocentrici e menefreghisti?" Chiese la voce sulla porta.
Albus serrò i pugni, guardando male il compagno di Casa.
Non può pensarlo davvero.
"Certo che no, Hugo, essere Serpeverde non é sinonimo di essere cattivi" sibilò contro il cugino.
Hugo alzò un soppracciglio, come se fosse scettico al riguardo, e si strinse un grosso volume contro il fianco.
Se Albus fosse stato di umore migliore gli avrebbe anche chiesto cosa fosse, ma al momento era troppo arrabbiato per farci caso.
"Se lo dici tu" disse Hugo, entrando nel loro Dormitorio. Scorpius lo guardò interrogativo.
Albus ebbe un piccolo tic all'occhio.
"Non lo dico io, ma tutti quei nomi di Serpeverde che si sono sacrificati durante la battaglia di Hogwarts, che conosceresti anche tu se ti fermassi a  osservare la Sala Comune" replicò piccato.  Hugo sbuffò, il ciuffo rosso si alzò brevemente dalla sua fronte come una coperta leggere "E si può sapere cosa ci fai qui?"
"Cercavo Rose" replicò Hugo, accigliandosi e mettendosi seduto sul letto difronte a quello di Scorpius "le devo chiedere una cosa"
"La cercavi nel nostro Dormitorio?" Scorpius si alzò suoi gomiti, inarcando un soppracciglio "e perché?"
"Perché é la migliore amica di Albus, forse?" Disse ovvio il ragazzino, sistemandosi il tono sulle gambe. Il titolo dorati brillò sotto le luci delle candele, ma Albus non era intestato a leggerlo.
Sbuffò rivolto al cugino.
"Credi quello che ti pare sulla Casa di Serpeverde, anche se é sbagliato" disse, stringendo i pugni "sappi comunque che é solo un nome, un etichetta. Non dice chi siamo in realtà"
Non giustifica comportamenti anomali pensò, lanciando una breve occhiata a Scorpius. Il biondo alzò gli occhi al cielo.
"Vado a cercarla per te" disse Albus, osservando Hugo e provando a vedere un ombra di turbamento sul suo volto a seguito delle sue parole "poi l'accompagno da te"
"Ok" Hugo mosse una mano in aria, annoiato, si stese sul letto, il libro sulle gambe. Non aveva cambiato espressione del viso, come se Albus non avesse parlato. Probabilmente non aveva ascoltato il suo discorso.
Albus sbuffò e, una volta voltato, chiuse con forza la porta dietro di sé.
Hugo lo seguii con un occhio pigro ma attento.
Scorpius si tirò a sedere.
"Se la é presa per Serpeverde?" Chiese, la nota di incredulità impressa nelle parole e palese che gli davano un aria ancora più sbalordita.
Hugo si strinse nelle spalle.
"A quanto pare"
"Perché? Voglio dire, ormai é un Serpeverde da cinque anni, dovrebbe sapere ciò che siamo" Scorpius si mise seduto meglio, osservando il corpo steso di Hugo.
Il ragazzino si tirò su per metà, guardando la porta.
"Viene da una famiglia di Grifoni" disse tranquillo "gli é difficile credere che lui sia l'unico errore fra tutti gli Weasley-Potter."
Scorpius lo guardò dubitando serianente della sua intelligenza. Inclinò la testa di lato.
"Anche tu vieni da una famiglia di Grifoni. Siete cugini"
"Non lo sapevo" Hugo fece roteare gli occhi, ironico. Il suo sguardo scuro si posò su Scorpius, una certa serietà difficile da associare a un quattordicenne. "É diverso. Quando cresci con la consapevolezza di essere sbagliato, solo uno stupido errore che ha rovinato le cose e doveva essere evitato capisci quale sia la tua Casa a Hogwarts.
Albus non lo ha mai pensato. Non ha mai messo in dubbio di non essere corretto. Di essere difettato." Hugo fece un sorriso amaro "Se ne é reso conto solo quando é arrivato a Hogwarts.
Io, invece, ho sempre saputo di essere una stupida catastrofe"

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora