Capitolo 22

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Rose, Alice e Roxanne erano chine sui loro libri, i capelli rossi e crespi di Rose le ricadevano suo volto creando una tenda scarlatta che la esonerava dal resto della Tavola di Grifondoro, che si stava già riempendo di Primini e di ragazzi del settimo anno pronti a fare i compiti.
Fortunatamente la sua concentrazione era tale da non sentire le battutine di Alice sul Quiddich e gli sbuffi di Roxanne che si era già distratta, ed era ferma sulla stessa pagina (la prima) da almeno quindici minuti.
Ovviamente, però, aveva la sensazione che gli occhi di tutti fossero puntati su di lei, pronti a giudicarla, e la sua gamba tremava contro il sotto del tavolo.
Fece un sospiro silenzioso, che le spostò brevemente un riccio rosso dal viso: avrebbe tanto voluto andare nella biblioteca, l'unico posto dove si sentiva realmente sicura, magari imbaccuccandosi nella coperta lilla che si era portata da casa, protetta da quegli sguardi che sentiva addosso come spilli, e rifugiarsi nel silenzio candido e inanimato circondata da quei libri che amava tanto.
Ma sapeva che né Alice né Roxanne avrebbero mai accettato di spostarsi dopo che si erano aggiudicate quei posti tanto prestigiosi - a detta di Roxanne - e che quindi sarebbe stato completamente inutile anche provare a proporre un cambio di ambiente.
Forse Alice avrebbe capito, ma Rose dubitava seriamente che anche Roxanne l'avrebbe appoggiata. E poi Alice aveva già fatto tanto per lei...
Lo sbuffo particolarmente forte di Roxanne le fece alzare lo sguardo.
Puntò le gemme azzurre sulla cugina.
"Qualcosa non va-"
"Mi annoia terribilmente Storia della Magia" mugolò Roxanne con il muso lungo, poggiando la testa sul libro aperto "posso smettere di studiarlo?"
"Se la odi perché continui a seguire i corsi?" Domandò Alice, inarcando un soppracciglio. Voltò la pagina del suo libro di Erbologia "potevi sempre scegliere di-"
"Non ciò pensato" la interruppe Roxanne sbuffando, irritata. Alzò lo sguardo per trafiggerla con gli occhi scuri "avreste anche potuto dirlo"
"Noi?!?" Rose, allibita, indicò se stessa e Alice, che si stava occupando di trucidare Roxanne con lo sguardo.
Roxanne sbuffò, buttandosi indietro sulla sedia. Dondolò le due gambe anteriori in legno.
"Si" disse, con lo sguardo al soffitto, che al momento era una distesa di limpido cielo azzurro "siete mie amiche. Sarebbe stato gradito da parte vostra."
"Ma che c'entriamo?"
"Oh, mia dolce cara Rose" Roxanne le rivolse un occhiata da sotto le soppracciglia arcuate "non pensi che, in quanto mia cugina, mia amica e strega più brillante della tua età avresti dovuto avvertire me, la povera sciocca, del fatto che dovevo specificare di voler mollare quel corso?"
Rose le sorrise dolcemente, carezzando distrattamente la pagina del libro "era implicito"
Roxanne sbuffò.
"Parla per te"
Rose scosse la testa, portando di nuovo la sua attenzione al grosso tomo di Antiche Rune davanti a lei.
Si tirò indietro i capelli con le mani, cercando di abbozzare una coda con quella freccia rossa perennemente crespa. Non ci riuscii e, con uno sbuffo rassegnato, lascio perdere, e i capelli le ondeggiarono davanti come lingue di fuoco.
Alice e Roxanne tornarono al silenzio, anche se Rose sapeva bene che nessuna delle due fosse veramente concentrata sui compiti. Con la coda dell'occhio riusciva a vedere la cugina battere tenuamente la testa sulle pagine, come sperando che le parole in inchiostro nero potessero entrarle nel cervello con la forza; mentre Alice stava picchiettando con la piuma sul bordo del tavolo, in movimenti abbastanza automatici e distratti, con lo sguardo puntato verso l'entrata della Sala Grande.
A un tratto ebbe un fremito, gli occhi sbarrati e la piuma le scivolò come sapone via dalla mano, muovendosi pigra e sinuosa alle onde dell'aria e andandosi a posare al terreno. Alice, con due chiazze rosse al posto delle guancie, si chinò a prenderla, sbattendo la testa contro il tavolo - tanto forte che i libri fecero un piccolo balzo - mentre Rose alzava lo sguardo perplessa sull'entrata.
Roxanne la imitò, e un ghigno di scherno comparve sul suo volto.
Albus stava entrando nella Sala, facendo scattare la testa in tutte le direzioni. Quando i suoi occhi si scontrarono con quelli di Rose, il ragazzo si fermò e puntò dritto su di lei.
Rose inarcò un soppracciglio, chiudendo di scatto il libro.
Cosa voleva Albus? Possibile che si fosse messo nei guai già il primo giorno di scuola?
Rose chiuse gli occhi, aspettandosi il peggio.
Con suo cugino tutto era possibile.
"Rosie" Albus le rivolse un sorriso un po' ammaccato. Sembrava avesse litigato con qualcuno. O per qualcuno.
"Al?" Anche lei sorrise.
"Serpe" lo minaccio invece Roxanne, alzando una mano nella sua direzione. Socchiuse gli occhi "che ci fai qui, questo é un posto per Grifoni"
Lui le rivolse una smorfia, prima di voltarsi di nuovo verso Rose.
"Tuo fratello ti cerca" dichiarò non senza una certa nota di risentimento nella voce. Rose si chiede se fosse con Hugo che Albus avesse litigato "ha detto che ti deve chiedere qualcosa o una cosa del genere"
Un campanello di allarme suonò nella testa di Rose.
I punti!
Come aveva fatto a dimenticarsi della ferita che suo fratello aveva avuto? E che lei aveva ricucito?
Sorrise al ragazzo davanti a lei.
"Si, giusto." Si alzò "dove é?"
"Nella nostra Sala Comune"
"Andiamo. Mi fai strada?"
"Ma neanche per sogno!"
Rose e Albus abbassarono simultaneamente la testa verso il basso, dove un ceppo castano si stava alzando.
Alice, resuscitata dalla sua assenza senza prove del rossore di poco prima, li guardava severa, come se li stesse rimproverando.
Roxanne cacciò una mezza risata, e tornò a studiare, tenedendo sempre un orecchio nella loro direzione.
Rose scambiò uno sguardo perplesso con Albus, che la fissava abbastanza confuso, ma l'angolo della bocca alzato lievemente tradiva un certo divertimento.
Albus stirò un ghigno, mettendosi le mani davanti al petto.
"Ah no?" La sua voce trasudava di ironia "e perché mai?"
Alice sbuffò, tirandosi su. Si mise dirimpetto al ragazzo, incrociando le braccia sotto il seno. Lo guardò male.
"Non permetterò che Rose vada nella Tana del nemico, non di sua volontà, almeno"
Rose sgranò gli occhi.
"I Serpeverde non sono la Tana del nemico!" Esclamò pensando al fratello.
Venne bellatamente ignorata.
"Credi che io porti al cuore leggero una Grifona da noi?" Domandò Albus, sporgendosi verso la ragazza.
Alice fece roteare gli occhi, passandosi una mano sulla lunga coda castana.
"Non mi fido di voi Serpi"
"Ben detto, sorella!" Roxanne alzò il pugno verso di lei, beccandosi un occhiataccia da Albus. Lei gli fece un sorriso candido, prima di tornare a 'studiare'.
"Hugo é fra le Serpi" replicò Rose, piccata, non grandendo quell'umorismo - ammesso che lo fosse -" ed é mio fratello"
"Non é Hugo che mi preoccupa" rispose Alice abbastanza distrattamente. Non la guardò "ma i Serpeverde non sono solo tuo fratello.
E di certo non sono rinominati per la loro galanteria"
Il sorriso di Albus gli morii sulle labbra, abbassando come un fiore davanti a un Dissenatore. Indurí lo sguardo, sporgendosi in avanti.
"Non é che voi Grifondoro siate troppo attenti, se così la vogliamo mettere, alle vostre azioni.
Poi non vi lamentate delle conseguenze" sussurrò maligno.
Rose sbiancò, capendo a cosa si riferisse, mentre Roxanne tirava su la testa, estrefatta dal fatto che Albus rinfacciasse ciò che era successo l'anno prima ad Alice con una cattiveria così evidente.
In quanto ad Alice, un espressione sconvolta prese posto suo suo volto, marciando dal basso fino a estendersi agli occhi, che rischiavano di diventare lucidi. Abbassò pesantemente le mani lungo i fianchi, come se si sgonfiasse. Qualcosa brillò nelle iridi chiare, e fece tornare Albus in se, che la guardò mortificato.
Non si scherza sulle case pensò Rose, intuendo cosa sarebbe successo da lì a breve.
"Voi Serpeverde siete tutti uguali, degli stronzi manipolatori pronti a usare le debolezza altrui contro di loro. Siete tutti maldetti ipocriti, non se ne salva nessuno" lo fissò con gli occhi duri, mentre si allungava a prendere il suo libro di Erbologia "neanche tu Albus, voi Serpeverde siete solo degli egoisti senza cuore"
Alice si ficcò velocemente il libro nella borsa, lasciandolo mezzo fuori, lanciò un ultima occhiata a Albus (che sembrava pentito delle sue parole) e poi si voltò, la lunga coda castana fendette l'aria, e si incamminò lungo la porta della Sala Grande.
Roxanne posò lo sguardo su Albus, severa, e si alzò per raccogliere i suoi libri.
"Stronzo" gli sussurrò mentre lo oltrepassava per seguire Alice.
Rose rimase zitta, indecisa su cosa fare. Voleva seguire Alice, ma aveva paura che lei non la volesse.
Aveva sempre voluto affrontare quella situazione da sola, non le avrebbe fatto piacere che una amica intima come Rose ci mettesse il naso.
Roxanne era abbastanza distante da poterselo permettere.
Albus tossi, a disagio, e Rose riportò gli occhi su di lui.
"Bhe..."
Lei lo guardò male.
"Dimmi la parola d'ordine che vado da sola da Hugo" disse, secca.
"Non c'è ne bisogno"
Rose sobbalzò tanto che finii addosso a Albus. Si aggrappò alle spalle del ragazzo, stringendo le dita nella carne. Lui fece una smorfia, prendendola appena in tempo e passando una mano sulla sua vita per non farla cadere.
Hugo, davanti a loro, ancora un po' ammaccato dai punti, inarcò un soppracciglio, stranito.
Rose arrossì.
"Non c'è..."
"Non mi interessa" la bloccò lui, lanciano un occhiata lunga alle loro mani ancora intrecciate.
Rose si staccò di scatto.
"Andiamo nel mio Dormitorio, ho tutto ciò che mi serve..." La sua voce sfumò, vedendo lo sguardo che Hugo stava lanciando a Albus.
Il primo lo guardava con un espressione molto vicina al disprezzo, mentre l'altro stringeva tanto le labbra da farle diventare una linea sottile.
Il rosso fece un mezzo sorriso amaro, scuotendo la testa.
"Era solo un nome, eh?"
Ha sentito tutto. Ragionò Rose.
Albus fece una smorfia, spostandosi di lato.
"É diverso" detto questo, voltò le spalle ai due fratelli, marciando velocemente verso la porta della Sala Grande, sulla scia di Roxanne e Alice.
Rose sapeva che avrebbero preso due strade diverse. Si voltò inarcando un soppracciglio verso il fratello.
"Solo un nome...?"
Hugo scosse la testa.
"É una lunga storia"
Rose tentò di chiedere altro, ma il fratello si limitò a fare dei mezzi sorriso e a rispondere a monossillabi.
Arrivati al ritratto della Signora Grassa, Rose rinunciò. Disse la parola d'ordine a voce alta e Hugo la guardò sconvolto, probabilmente credendo che, dopo cio che aveva sentito, i Grifondoro si tenessero di più alla loro segretezza.
Rose gli sorrise, mentre il ritratto scattava in avanti.
"Andiamo?"
Un po' titubante, Hugo annuii.
Rose, una volta nella Sala Comune (Hugo si guardava in torno disorientato da tutto quel rosso) gli indicò un divanetto difronte al fuoco spento, nel lato esattamente opposto a quello dove, appena il giorno prima, aveva trovato Alice e Roxanne a parlare.
Chissà cosa si dicevano...pensò distrattamente, mentre Hugo si sedeva a disagio sulle poltrone scarlatte che si confondevano con i suoi capelli e lei saliva le scale del suo Dormitorio.
La domanda le era sorta solo adesso e, così come era venuta, svanii, lasciando solo una tenue preoccupazione per ciò che andava a fare.
Entrò velocemente nel suo Dormitorio, si avvicinò al baule e estrasse una pozione, mentre agguantava con mano ferma la bacchetta. L'occhio le cadde sull'orologio che portava al polso, e con un sussulto si rese conto che mancavano solo quindici minuti alla lezione successiva.
Lei aveva Antiche Rune, quindi non doveva aspettare né Roxanne né Alice.
Rose, il vetro freddo della boccetta in una mano e nell'altra le dita strette saldamente all'impugnatura della bacchetta, scese le scale del Dormitorio, i suoi passi erano l'unico rumore nel raggi di metri.
Sbucò nella Sala Comune deserta, fatta eccezione per suo fratello che giocava distrattamente con la poltrona su cui era seduto.
Rose si ritrovò stranamente a suo agio nel silenzio desertico e, sorridendo, si avviò dal fratello.
Hugo alzò lo sguardo su di lei.
"Farà male?"
"Certo che no" almeno lo spero. "Bevi questa" gli lanciò la boccetta ancora piena, e Hugo, i riflessi pronti da portiere (così come li aveva lei) la prese al volto "con la bacchetta farò evanescere il filo, tu berrai il Dittamo in liquido tutte le mattine per una settimana, giusto per assicurarci che riuscirai ad avere il tessuto di nuovo saldo come prima"
Hugo si accigliò, guardandola sospetto da sotto le soppracciglia corrucciate.
"Sai fare evanescere dei fili nella carne?"
Rose gli fece un sorriso timido, ma che tradiva un certo nervosismo.
"Si, lo ho imparato durante il potenziamento l'anno scorso"
"Ah"
Ci fu una pausa, nella quale Rose si sedette accanto al fratello, e Hugo si ritirò fra le dita lentigginose il Dittamo.
"Allora...quando ti inizia il potenziamento quest'anno?" Le domandò lui, sprofondando meglio nella poltrona, con il tono di uno che vuole parlare del tempo.
Rose sorrise, cercando di non sentire tutto quell'imbarazzo che le provocava stare con il fratello quando non avevano niente da dirsi. Puntò la bacchetta sulla gamba di Hugo.
"Dopo le vacanze natalizie" rispose.
"Ah"
Altro silenzio.
Rose si schiarii la gola, sistemandosi più dritta.
"Allora, sei pronto?"
Hugo annuii.
"Fai in fretta"
"Va bene" Rose si concentrò, puntando la bacchetta davanti e lei "Evanes- cosa é quello?" Domandò, interrompendosi a metà dell'incantesimo.
Hugo tornò a respirare, le lanciò uno sguardo per capire a cosa si riferisse.
"Oh" disse, prendendo ciò che gli occhi di Rose stavano puntando "é un libro della Biblioteca..."
"É della Sezione Proibita?" Domandò Rose, circospetta.
"Certo che no" Hugo alzò gli occhi al cielo, stringendosi il libro al petto. Rose si chiese come avesse fatto a non notarlo prima "é semplicemente una lettura vietata agli studenti al di sotto del quarto anno"
"Tu sei del quarto anno"
"E con ciò?" Hugo inarcò un soppracciglio "io posso leggerlo"
Rose avvicinò le soppracciglia.
"Di che parla?"
"Perché ti interessa?" Scattò Hugo, sulla difensiva.
Rose lo guardò stralunata, allungandosi per prenderlo.
"Voglio sapere se ti causa qualche problema leggerlo"
Hugo mise il tomo dietro la schiena.
"Ho l'età giusta" replicò, scostandosi dalla sorella "non ho bisogno del tuo permesso"
"Perché lo hai preso?"
"Una lettura leggera"
"Quello" Rose accennò alle diverse pagine spesse, che dovevano essere più di cinquecento "lo chiami una lettura leggera?"
Hugo si mise il libro in mano, osservandolo bene come se prima non ci avesse pensato. Si strinse nelle spalle. "Perché no?"
Rose trattenne uni sbuffo, mentre il sole che filtrava da una finestra li vicino illuminava le parole del titolo, avvolgendole in un alone dorato. La ragazza sbiancò leggendolo.
"Hugo!"
Il rosso se lo rimise dietro la schiena "cosa?"
Lei lo guardò sconvolta.
"Non puoi leggerlo"
"Perché?" La sfidò lui, irritato "perché lo dici tu?"
"Morte dei personaggi del mondo magico, colpe e motivi ultima edizione" lesse il titolo Rose, sempre più stralunata. Posò lo sguardo sul fratello, che la fissava duro "c'è anche mamma in quel libro"
Hugo si strinse nelle spalle, voltandole la schiena.
"Si, bhe, non c'è solo mamma"
"Hugo..."
"Cosa!?!" Sbottò lui fulminandola con lo sguardo.
Rose si morse il labbro, dispiaciuta. Gli occhi le pizzicarono. Allungò una mano sulla spalla del fratello, che si scostò.
"Hanno fatto il possibile..."
"Non abbastanza"
Lei lo afferrò per le spalle, con uno scatto che lo lascio di stucco, costringendolo a guardarla negli occhi. Si mise quasi completamente su di lui, cercando con le iridi azzurre quelle marroni del fratello, cercando di fare coincidere mare e terra nello sguardo della sabbia.
"Non é colpa di nessuno" scandí bene, stringendo le mani sulle spalle del fratello. Hugo sfuggii ai suoi occhi "ascoltami, Hugo. É successo e basta, rimuginare su di chi sia la colpa non servirà a niente.
Non riporterà la mamma in vita"
Hugo degluttii, e puntò gli occhi scuri in quelli di Rose.
"Almeno tu la ricordi! Puoi cercarla da quelche parte!" Si scostò da lei "io ho solo racconti di altri che non conservo nella mente, non ho scene intime di lei, solo mie e di nessun'altro nel quale rifugiarmi, a differenza tua! Ho solo i libri di Storia nei quali é citata.
Non ho niente di lei!" Non é vero pensò Rose, ma si guardò bene dal dirlo. Hugo si alzò "se solo tu mi raccontassi, mi rendessi partecipe della vita di mamma prima che lei se ne andesse" i suoi occhi supplicavano, e Rose vedeva il suo volto riflesso nelle iridi scure. Stava piangendo, e non se ne era quasi accorta "se solo tu...mi dessi qualche tuo ricordo, solo un paio, allora..." Lasciò la frase in sospeso, fissandola in attesa.
"Io..." Rose sentii lo spuntone nel letto traffiggerle il cuore. Aveva gli occhi di Hugo puntati addosso, e faceva male "non ricordo tanto... Solo che era una brava mamma" Rose sentii la voragine allargarsi nel suo petto.
Hugo la guardò deluso, ma ruaqquistò un po' di auto controllo.
"É quello che mi dicono tutti. Perennemente. Senza mai guardarmi negli occhi"
Neanche Rose c'è la fece a mantenere il contatto visivo. Spostò gli occhi azzurri verso la finestra, dove il sole illuminava il giardino in modo candido e ignaro della conversazione dei due fratelli, placido e tranquillo risplendeva l'erba coperta di rugiada.
"Hugo tu non..."
Un immagine esplose dirompente nella sua mente. Scoppiò come un palloncino.
La stanza buia.
Mamma.
"Tu non vorresti avere i miei ricordi, Hugo, ringrazia le tue lacune"

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora