Capitolo 92

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Quando Rose rientrò in Sala Comune era più stanca che mai. Scorpius era stato una tomba, durante tutta la ronda, e lei sentiva che il suo silenzio l'avrebbe portata a impazzire. Per di più sentiva un continuo ronzio nelle orecchie, che non si placò nemmeno quando fu accolta dal chiasso dei suoi compagni.
Evidentemente doveva avere una faccia peggio di quello che immaginava, perché Laila le si avvicinò, preoccupata.
"Hermione. Stai bene?" Le chiese piano, come se temesse lei potesse rivoltarsi male. Il pensiero diede un insolita tristezza a Rose, e si sentii afflitta come se le avessero detto che fare la MediMaga non era il suo destino.
Rose sforzò un sorriso. "Certo." Disse "scusa il ritardo, ma ci abbiamo messo più tempo del dovuto. Mi dispiace"
"Oh, non preoccuparti" Laila si portò con fare noncurante una ciocca di capelli rossicci dietro l'orecchio "sono stata con Roxanne e le altre per tutto questo tempo. É stato divertente, e anche un insolita compagnia"
Gusto. Perché adesso c'era anche l'improvviso pigiama Party dato da Roxanne. E Rose sentiva come se la sua testa potesse esplodere da un momento all'altro.
Davvero grandioso.
Marck fece un passo verso di loro, incerto. "Finito? Possiamo andare?" Domandò a Rose.
Lei annuii, stanca. Il dolore alla testa la trafisse come se avesse appena sbattuto il capo contro il muro, e si interruppe con in movimento anche abbastanza brusco - che sperò gli altri due non notassero.
"Sì" rispose. Non riuscii a trattenersi dall'anggiungere. "Fate svelti. Domandò avete lezioni"
Marck alzò gli occhi al cielo. Così, sotto le luci delle candele, la sua pelle scure aveva una tonalità molto bella, della quale Rose non si era mai accorta. Laila gli lanciò un occhiata, e il bagliore rosso delle fiamme che si rifletteva sulle sue guancie si intensificò, diventando quasi dello stesso colore dei capelli.
Rose la guardò piano. Poi pensò che sarebbe sembrata insistente e invasiva, e spostò gli occhi fuori dalla finestra. Sebbene le ombre si addensassero in macchie scure anche abbastanza profonde, gran parte dei Grifoni era ancora in piedi. Forse solo un decimo era andato a dormire, ma probabilmente anche quello era sveglio nei Dormitori a parlare.
Marck e Laila uscirono dal quadro della Signora Grassa, più lentamente di quanto facevano di solito. O forse era solo la stanchezza di Rose a darle quell'impressione.
Lui la guardava da dietro con una strana luce negli occhi verdi, ma lei sembrava non accorgersene. O forse lo ignora.
Rose pensò a l'ultima cosa che aveva detto ai due. Fate svelti.
Non se la sarebbero presa a male, vero? Lo aveva detto perché le importava di loro, non per altro.
Rose sbuffò, maledicendo i suoi dubbi.
Si avviò stancamente verso le scale dei suoi Dormitori. Il giorno dopo avevano lezione, eppure sembrava l'unica che si preoccupava per certe frivolezze. Erano ancora tutti svegli, ma l'orologio al suo polso segnava almeno l'una e mezza.
Miseriaccia. Che cavolo mangiano a colazione per riuscire a tenere gli occhi aperti anche a questa ora?
Non lo sapeva, e aveva la vaga sensazione c'entrassero le merendine che suo zio vendeva al negozio. Di certo Fred e James non si risparmiavano a venderne qualcosa anche dentro il castello.
Rose scosse appena la testa, salendo le scale rassegnata. Aveva ancora in mente gli occhi grigi di Malfoy mentre apriva la porta del suo Dormitorio.
Solo nel momento in cui vide diversi occhi posarsi su di lei la sorpresa la colpii in modo tale da farle dimenticare quello che era successo poco prima.
La sua mascella cadde. Non si era aspettata una folla tanto numerosa.
"Hermione!" Roxanne balzò in piedi, sbattendo le mani entusiasta. "Sono felice che ci sei. Laila se ne é andata poco fa..."
"Una ora fa" borbottò Alice, stropicciandosi gli occhi.
"E credevo che la tua ronda non fosse ancora finita. Però dai, ora sei qui.
Ti unisci a noi?"
"Ho scelta?" Replicò Rose, sentendo la testa martellare. Avrebbe voluto dire di no a sua cugina, ma aveva il terrore di offenderla. "Fammi spazio"
"Questo mi piace" approvò Lily, seduta sul letto di Rose. Si scostò di lato, permettendo alla ragazza di sedersi.
Rose la guardò perplessa. Fino a prova contraria Roxanne aveva detto ragazza del quinto, ma Lily faceva il quarto anno. O era cresciuta nel giro di una notte, o c'era qualcosa che non tornava.
Lily parve intuire i suoi pensieri.
"Mi sono imbucata"
"Ottimo" disse Rose, senza particolare enfasi. La testa le doleva ancora.
"A me hanno costretta" intervenne Dominique, un libro di testo sulle gambe e l'espressione un po' incazzata. Lanciò una occhiataccia a Lily, che le sorrise angelica, poi alzò gli occhi al cielo e tornò a concentrarsi sul suo libro.
"Solo perché tu davvero studi troppo" disse dolce Padma, facendo sorridere Sam, che aveva la testa appoggiata fra le sue gambe.
Dominique la guardò male. "Non studio troppo. Sono al settimo anno! Non é colpa mia se la mole di compiti é aumentata a dismisura"
"Pensa un po'. È la stessa cosa che mi ha detto Rose diverse ore fa. Solo che ha detto 'sesto' anziché 'settimo'"
"Lily!" Sbottò Rose, arrossendo.
Di nuovo il dolore le trafisse le tempie, e Rose dovette trattenersi dal fare una smorfia.
Lily però smise di ridere, scrutandola con occhi sospetti. "Tutto bene?"
"Alla perfezione" sorrise Rose a bassa voce, sistemandosi meglio contro la schiera del letto. "Alla perfezione"
Lily non sembrava convita, però non infierii oltre.
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"Wow, Scorpius, hai un aspetto orribile"
"Grazie" borbottò il diretto interessato, scostando una sedia e prendendo posto accanto a Albus.
Questo lo scrutò accigliato, mentre la Sala Grande iniziava a riempirsi. Era mattina, e si stavano preparando per le lezioni. Il suo migliore amico era tornato dalla ronda con Rose molto tardi, e aveva un espressione abbastanza stravolta, come se fosse sfinito. Albus si era astenuto dal domandargli qualcosa, confidando che la notte lo avrebbe rinvigorito.
Ma mattina dopo, però, Scorpius sembrava sempre sul punto di vomitare, o di crollare con la testa nel piatto all'improvviso.
Albus era abbastanza sospetto. Da quando una ronda sfiniva così tanto una persona? Va bene che Scorpius non era abituato a andare a letto alle due, ma ciò non giustificava tutta la stanchezza che Albus gli leggeva in faccia.
Albus lo guardò in modo più attento.
"Hai dormito?" Chiese piano.
"Sei mia madre?" Replicò l'altro, indirizzandogli un occhiata ironica.
Albus sbuffò. "No. Come vedi, non ho Quaranta anni, o un petto spropositato"
Scorpius rimase perfettamente immobile per un secondo. Poi lanciò a Albus un occhiata di fuoco, sibilando.
"Cosa hai detto Potter?" Sputò fuori.
Albus arrossì. Forse aveva esagerato.
"Niente" si tirò in piedi, sotto lo sguardo ancora accigliato del suo migliore amico. "Oh dai Scorpius, stavo scherzando"
"Mhe" fece Scorpius. Lo guardava con gli occhi grigi assottigliati da sotto le soppracciglia corrugate. Si alzò tanto all'improvviso che Albus sobbalzò "andiamo" disse.
Albus gli lanciò un altra occhiata. "Stai bene?" Chiese, mentre Scorpius lo precedeva verso l'uscita della Sala Grande.
Scorpius si voltò a guardarlo "Io? Logico"
Albus lo fissò intensamente. "Scorpius..." E si interruppe. Nel suo campo visivo aveva appena fatto capolino una chioma castana, come una falena che brilla in lontananza, sfiorando i confini della sua coda dell'occhio. Senza pensare si girò verso di lei, intercettando la figura di Alice accanto alle sue cugine Roxanne e Rose.
Lei non lo guardava. Stava parlando di qualcosa con Rose. Forse non si era nemmeno accorta di aver il suo sguardo puntato su di lei.
Albus sentii come se la speranza che gli gonfiava il petto evaporasse, svanisse dal suo corpo, uscendo fischiando dai pori della pelle, lasciandogli  solo la sensazione di inutilità e di sentirsi incredibilmente stupido. Si chiese se Alice avesse detto a Rose del loro bacio. Lui non lo aveva detto. A nessuno, neanche a Scorpius.
Credeva fosse un segreto più intimo, che conservavano insieme in una specie di unione, un legame indissolubile più forte di qualsiasi parto verbale avrebbero mai potuto fare.
Ma ora gli venne il dubbio. Forse stavano parlando proprio di lui, in quel frangente. Forse Alice chiedeva consiglio a Rose, e lei le diceva che con Albus non c'era speranza. Che forse era stato solo un momento di debolezza, che lei non era importante per lui in quel senso.
Albus abbassò il capo. Forse non avrebbe dovuto rovinare il bel rapporto di amicizia che avevano, come fossero fratello e sorella. Forse avrebbe dovuto accontentarsi, accettare che Alice, dopotutto, non era interessata a un rapporto romantico con lui.
Accidenti. Aveva rovinato tutto.
"No"
"Cosa?"
Albus si voltò verso Scorpius. Il suo amico aveva l'espressione seria, gli occhi grigi più scuri del solito. Lo guardava come se fosse dietro un vetro, come se lo vedesse attraverso una superficie. Come se non fosse davanti a lui direttamente.
"No." Ripeté Scorpius. I suoi occhi si possono su Albus, e parvero metterlo a fuoco per la prima volta "no, non hai rovinato tutto"
Albus sbuffò. "Come fai a...oh" si rese conto di ciò che stava dicendo. Guardò Scorpius come se lo vedesse sotto una nuova luce. Alle volte si dimentica che il suo amico fosse un Legilimets.
Poi un pensiero lo colpii. Guardò Scorpius allarmato "Aspetta, sai anche del-"
"Bacio?" Completò tranquillo lui, e Albus si sentii arrossire per la sua stupidità. Certo, era logico che Scorpius lo sapesse. "Non hai fatto altro che pensarci per tutto questo tempo, Al. Sul serio, a momenti mi davi la nausea."
"Non eri costretto a leggere la mia mente" ribatté Albus.
"No. Ma, sai come é, quando il tuo migliore amico ha un pensiero così fisso e così intenso e ci pensa intinterrotamente é come se lo urlasse nella mia testa." Gli lanciò un occhiata spenta "non c'è bisogno di concentrarsi. É come ascoltare una radio sparata a tutto volume"
Albus si voltò indietro, guardando Alice. Era ancora immersa in una conversazione con Rose, ma sembrava ascoltarla appena. Stava pensando a lei, quando parlò. "Deve essere stressante"
"Non immagini quanto" sospirò Scorpius.
Albus si voltò di nuovo verso di lui, pronto a dire qualcosa, ma poi lo notò. Scorpius aveva lo sguardo distante, concentrato su qualcos'altro. Non lo guardava. Albus si girò piano, seguendo il suo sguardo.
Inarcò sorpreso le soppracciglia.
"Stai fissando Rose" costatò "perché stai fissando Rose?"
"Eh?" Scorpius scosse la testa, riscuotendosi "no sto fissando Hugo"
Albus gli lanciò uno sguardo dubbioso.
"Guarda che é così" ribatté Scorpius, sbuffando.
"Certo" fece Albus scettico.
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"Da quando l'aula di Trasfigurazione é così lontana?" Chiese Alice fra un respiro e l'altro. Rose le lanciò un occhiata, sistemandosi la massa informe di capelli rossi dietro l'orecchio.
Sul serio, a volte non capiva la sua migliore amica.
"La vera domanda é: perché tu sei così stanca?" Replicò Roxanne, correndo tranquillamente e continuando a mentenere fiato costante.
Alice le lanciò un occhiataccia, ma non disse niente. Rose era già piegata in due dalla fatica.
"Siamo quasi arrivati" sospirò sollevata, intravedendo la massa di studenti che già ingombrava la porta dell'aula.
Alice si fermò con una scivolata, mentre Roxanne invece smise la corsa e prese a camminare. Le lanciò uno sguardo perplesso, e vagamente di superiorità.
Rose chiuse gli occhi e sospirò. Cercò di nascondersi dietro la schiena di sua cugina, giusto per non centrare l'attenzione di tutti su di sé.
Intravide, nella fila compatta dei Corvonero, Cristin Bott, la lunga chioma corvina come inchiostro nero sulla schiena e gli occhi nocciola intenti a scrutare un libro. Quando Rose, Alice e Roxanne la raggiunsero, lei alzò lo sguardo su di loro e sorrise.
Rose fece lo stesso, mentre Roxanne le batteva una mano sulla spalla in segno di saluto. Alice alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente.
Più distante, c'era Medelain Heartquake che si stava pettinando distrattamente i capelli biondi. Rivolse a Rose uno sguardo schifato, poi si voltò senza dire niente.
Rose abbassò gli occhi. Ricordava come lei e la Serpeverde si erano lasciate prima delle vacanze di Natale, e non era certo stato qualcosa di bello.
E ora, Rose non se la sentiva proprio di provare a farsela amica. Credeva che ormai Medelain avesse ragione a volerla evitare, dato come si era comportata.
Non meritava la sua amicizia, anche se Medelain la evitava solo perché aveva litigato con Hugo e riversava quindi anche su di lei il suo odio. Ora aveva dei motivi per odiare anche Rose, e Rose lo sapeva.
Non credeva nemmeno più fosse un suo diritto sapere cosa fosse successo fra Medelain e Hugo. Era meglio se fosse rimasto tutto fra i due ragazzi interessati, senza che lei ci mettesse mano.
In quel momento, la porta dell'aula di aprii. La professoressa MecGrannit fece capolino sulla porta, lo sguardo austero e l'espressione severa come sempre.
Li squadrò da sopra gli occhiali quadrati. "Oh. Vedo che abbiano due ritardatari" disse.
Rose corrugò la fronte. Appena si voltò indietro, incontrò gli occhi imbarazzati di Albus, che sorrideva mortificato.
"Ci scusi professoressa" disse suo cugino "non succederà più"
"É la stessa cosa che ripeti tutte le volte, Potter, eppure é sempre la stessa storia" ribadì secca la MecGrannit.
Albus fece per parlare, ma Scorpius, accanto a lui, lo precedette con aria annoiata. "Magari perché le sue lezioni sono incredibilmente noiose, Minerva. " Albus sbiancò. Fece cenno a Scorpius di interrompersi, ma l'altro continuò, imperterrito "Mi fanno non solo addormentare, ma proprio altamente schifo"
"Non é costretto a seguirle, signor Malfoy." Ribatté asciutta la professoressa, impiegando un secondo per riprendersi dall'insulto  "Può benissimo girare sui tacchi e andare nel mio ufficio, dove mi attenderà fino alla fine delle lezioni"
A Scorpius fuggii una smorfia. "Ma salterei il resto delle lezioni"
"Non mi pare troppo interessato a questa. Cosa dovrebbe suggerire che lo sarebbe per le altre?"
"I miei gusti" disse Scorpius alzando il mento. Albus gli lanciò un occhiata, poi si afferrò sconsolato la testa fra le mani.
Un lieve sorriso increspò le labbra della MecGrannit. Sembrava proprio non aver sentito le ultime parole di Scorpius. "E poi" disse fredda, e Rose si sentii incredibilmente male per Scorpius "anche la sua media bassa suggerisce un vero disinteressamento nelle lezioni. Mi dispiace, era un alunno modello, ma é troppo calato in questo anno scolastico"
Scorpius sembrava oltraggiato.
"La privacy?" Sbottò in un sibilo scandalizzato. Rose sentii tutta l'indignazione in quelle due parole.
"La Privacy?" Ripeté perplessa la MecGrannit, inarcando le sopracciglia "signor Malfoy, queste sono informazioni di dominio pubblico. Crede davvero che si suoi compagni non si siano resi conto di quanto sia scarso, nelle materie?
Pensa che gli altri non abbiano capito come il suo comportamento influisca nella valutazione?"
Rose si morse il labbro. La sua empatia la portava a dispiacersi per il ragazzo, e abbassò lo sguardo. Avrebbe voluto aiutarlo, in qualche modo.
"Bene" disse Scorpius dopo un minuto di silenzio. Albus alzò la testa dalle sua mani, lo sguardo speranzoso "me ne vado"
Albus lasciò cadere la mascella, guardando il migliore amico stupefatto. Non riuscii tuttavia a fare niente, visto che Scorpius si voltò e si diresse a grandi passi altrove, lontano dall'aula.
La MecGrannit lo guardò inflessibile.
"Se vuole diventare qualcuno, nella vita, deve studiare." Gli urlò dietro, mantenendo sempre un certo tono distaccato e professionale.
Come se fosse stato colpito da qualcosa, Scorpius si fermò. Rimase di spalle alla professoressa, che continuava a fissarlo severa, un fondo di maternità negli occhi chiari, per tanto tempo. Poi, piano e rigido come un pezzo di legno, si voltò.
Gli occhi grigi erano calmi, ma Rose vi lesse una rabbia cieca che si agitava dentro quelle iridi grigie, come un tornado che si forma nel deserto, tanto violenta che fece un passo indietro.
Nessuno merita di soffrire così.
"Bene. Potrebbe non interessarmi.
Diventare un uomo di successo non é che sia proprio importante.
Ci sono altre strade, finita Hogwarts"
"Strade disoneste?"
Scorpius aspettò un secondo prima di rispondere.
"Non ho detto questo"
"Beh, anche se vuole fare altro" si riuscisse la MecGrannit, continuandolo a guardare con una faccia dura "é importante che acquisisca queste nozioni. Potrebbero servirle per un domani." Scorpius fece una faccia scettica. "Quindi torni indietro e fili in classe, prima che decida sul serio di mandarlo nel mio ufficio"
"Non mi aveva detto di andare in presidenza" chiese Scorpius, gli angoli della bocca inclinato verso l'alto.
Oh no. Pensò Rose, e strinse la mano a pugno si é bruciato.
La MecGrannit si voltò piano verso di lui, lo sguardo affilato e gli occhi socchiusi. Parlava con voce calma, ma si capiva benissimo che in realtà era irritata. "Quando capirà che, senza conoscere la Trasfigurazione non si va da nessuna parte, sarà accolto nella mia aula"
"Io lo capisco" ribatté Scorpius. A Rose, nonostante tutto, dispiaceva per quel ragazzo. Gli aveva offerto una mano, più volte, ma lui l'aveva sempre respinta.
Eppure lei voleva aiutarlo. Capire perché la trattasse male, e escludere la possibilità fosse colpa sua.
"E prima lo capiva" disse la preside,come se non lo avesse sentito "Vorrei tanto tornasse il ragazzino dell'anno scorso. Mi piaceva di gran lunga di più.
Magari con l'aiuto di qualcuno?" Aggiunse, con uno sguardo vagamente divertito.
Scorpius si irrigidí. "Che vorrebbe dire?"
"Che ha esagerato, signor Malfoy. É in punizione" Rose sentii Albus e gli altri Serpeverde trattenere il respiro. Forse temevano che i punti della loro Casa ne sarebbero andati di mezzo.
"Ma non ho fatto niente!".protestò Scorpius.
"Oh sì, invece, e ha fatto cose molto gravi." Ribatté la MecGrannit, sorridendo fredda "e, per punizione, voglio che, se anche non tornerà il rispetto e la stima che portava verso i professori gli anni scorsi (diciamocelo, sei maleducato e resterai tale) renda di nuovo la sua media sopra l'Oltre Ogni Previsione, come era al quinto anno"
Rose si trattenne dal sorridere. Non sapeva perché, ma si sentiva a disagio per Scorpius (merito sempre della sua empatia) e il risultato era quello di avere l'istinto di scoppiare a ridere.
Probabilmente per cercare di allontanare il dispiacere che provava per il ragazzo.
Scorpius sbiancò, mentre qualcuno iniziava a ridacchiare. "Ma non ci riuscirò mai"
La MecGrannit fulminò con gli occhi gli studenti, che tornarono al silenzio.
"Arriviamo al punto che intendevo prima, Malfoy. Magari, con l'aiuto di qualcuno - no Potter, non può proporsi - può studiare e portare la sua media a quella che era prima."
"Dovrei avere un tutor? É questo che dice?"
Ma MecGrannit lo ignorò. Mise le mani dietro la schiena, rivolgendosi direttamente agli studenti davanti a lei.
"Allora" disse "c'è qualcuno che si offre per aiutare il signor Malfoy a tornare in carreggiata? Sono stufa del suo comportamento, Scorpius"
Alice fece cenno di no con la testa, mentre Roxanne faceva un espressione shockata. Medelain sbuffò piano, mentre Cristian distolse lo sguardo.
Rose non le capiva. Perché...perché tutta quella distanza?
Sì, Malfoy si era comportato male, ma non credeva meritasse tutta quella freddezza che si stava sorbendo.
In realtà Rose non seppe esattamente cosa le fece fare quel che fece.
Seppe solo che la sua mano scattò in aria, e disse: "mi offro io volontaria per dare ripetizioni a Scorpius"
La MecGrannit la guardò sorpresa.
Poi sorrise.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora