Capitolo 32

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Nello spogliatoio regnava il silenzio più sovrano, ma probabilmente era solo perché i ragazzi erano troppo stremati per pronunciare anche la più piccola sillaba.
Rose stava ripiegando la sua divisa di Quiddich, dopo essersi già fatta la doccia e cambiata. I capelli le ricadevano ancora bagnati sul volto, tingendo la sua pelle di delicate sfumature rossastre in violento contrasto con il bianco-latte costellato di lentiggini del suo viso.
Alice, accanto a lei, si stava rifacendo una coda alta, solo un pantalone e un reggiseno in dosso, mentre borbottava qualche offesa contro il fratello. Evidentemente, per quanto fosse stato sfiancante l'allenamento, riusciva comunque a trovare il tempo di prendersela con il ragazzo.
"Ferme tutte" Roxanne alzò il viso dalla sia borsa, i ricci neri ballarono sulla sua testa, sbirciando con gli occhi scuri assottigliati tutte le componente della squadra; sembrava sospettare di qualcosa "chi ha preso la mia Pluffa?"
"La tua Pluffa?"
"Si, Hermione" Roxanne la fulminò con lo sguardo, ergendosi in tutta la sua altezza "la mia Pluffa?"
Rose sbatté le palpebre.
"Ti porti una Pluffa dietro, durante gli allenamenti?"
"É una miniatura"
"Ma a che ti serve?" Sam, già sulla porta dello spogliatoio, la guardava interrogativa.
Roxanne si strinse nelle spalle.
"Mi serve. Fine.".
É strano pensò Rose, mentre rimetteva ordinatamente i suoi indumenti a posto. Poi si corresse ma io porto sempre una foto con me.
Non sono nessuno per giudicare.
"Forza" Roxanne sbatté le mani, vagamente cinica; Rose quasi sobbalzò "qualcuno cacci la mia palla"
Lily alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
"Nessuno di noi ce la ha"
"E tu ti aspetti che ti creda?" Sbottò Roxanne, facendo scattare la testa verso di lei così velocemente che i capelli scuri frustarono l'aria come un enorme cespuglio nero. "Non pensi sappia che tu sei un enorme bugiarda?"
Lily non si scompose; inarcò in soppracciglio ramato, paziente.
"Cosa dovrei farmi con la tua Pluffa in miniatura?" Obbiettò ragionevole.
"Me lo chiedo anche io"
"Questi si che sono i dilemmi universali" commentò Sam, ancora sulla porta.
Roxanne la guardò male.
"Cosa?"
"Giuro che se non ritrovo quella palla..."
"Ci fai nere?" Domandò Lily, cercando di trattenere le risate.
Roxanne la fissò con un cipiglio severo e malvagio che Rose le vedeva poche volte in viso. Si avvicinò verso la cugina in atteggiamento minaccioso; mise le mani suoi fianchi assottigliando gli occhi quel tanto che bastava a lanciare un occhiata fulminate terrificante. Si fermò a un passo da Lily, chianandosi lentamente su di lei; Lily rimase impassibile.
"Se la mia Pluffa non salta fuori" sibilò Roxanne, tanto a bassa voce che fu difficile sentirla "ti giuro, Lilian Potter, che spererai di non essere nata.
Te ne pentirai" Roxanne si tirò su, rivolgendo una smorfia alla cugina "amaramente"
Lily rimase zitta per un paio di secondi, guardandola annoiata; c'era comunque una sorta di durezza nei suoi occhi, che rabbuiava le iridi colore nocciolo, come se fosse offesa, o risentita.
Alla fine si alzò.
"Interessante" esclamò, per niente turbata.
"Parlavo sul serio" disse Roxanne, lanciandole uno sguardo da sopra la spalla, mentre tornava alla sua borsa.
Lily sbuffò una risata, palesando apertamente il suo scetticismo.
Roxanne si voltò verso di lei come una furia.
"Non sfidarmi, Lily!" Abbaiò brusca.
Sam, ancora sulla porta, scambiò uno sguardo preoccupato con Rose, intenta a tenere sott'occhio le sue cugine e a portata di mano la bacchetta: nel caso fosse dovuta intervenire si sarebbe fatta trovare pronta.
Alice,intanto, si era infilata la maglietta, e fissava lo scambio di sguardi di fuoco fra le due con temperato interesse.
Lily fece un sorriso storto, inclinando appena la testa di lato. Si tirò indietro una ciocca rossa.
"Senza offesa Rox, ma credo vivamente che fra te e me quella più brava negli incantesimi bhe" le rivolse una lunga occhiata ovvia "sono io"
"Abbassa la cresta, tu fai il quarto e io il sesto, c'è un abisso fra la mia istruzione magica e la tua" ribatté Roxanne, impugnando la bacchetta.
Rose fece un passo avanti.
"Se non vuoi ritrovarti in uno scontro di incantesimi fra cugine estremamente potenti" sussurrò Alice, avvicinandosi alla porta affinché solo Sam la sentisse "scappa"
Sam le lanciò un occhiata un po' perplessa, tentennando verso l'uscita.
Alice le batté una mano sulla spalla; "vai" ripeté.
Sam non se lo fece ripetere ancora: si infilò la borsa in spalla e, lesta, sparii oltre la porta dello spogliatoio, che si chiuse alle sue spalle con un cigolio vagamente inqietante, come un preannuncio di una minaccia.
"Tu dici, Rox?" Domandò Lily, ghignando; infilò le dita nella manica e ne estrasse la bacchetta "io non credo"
Roxanne balzò in avanti; aveva meno di cinque centimetri di distanza dalla faccia di Lily.
"Scommettiamo?"
"Va bene"
"Certo che no!" Sbottò Rose, avanzando verso le due e separandole mettendo il suo corpo come una barriera; Roxanne e Lily le rivolsero un occhiata scocciata con una sfumatura sorpresa, come se si fossero dimenticate della sua presenza lí "non permetterò che la famiglia si mutili così, per futili e infantili giochi completamenta inutili!" Continuò Rose.
"Ehy!" Sbottò Roxanne.
Lily alzò gli occhi al cielo, arretrando di un passo.
"Hermione..." Si lagnò; Rosa la guardò severa, "noiosa" disse allora Lily, andando verso la sua borsa.
Roxanne puntò i suoi occhi sulla sua schiena, ancora brucianti di rabbia.
"Lily, ti avverto, se me la hai presa tu e mi hai mentito..."
L'altra alzò gli occhi al cielo.
"Non la ho presa io"
"Se scopro che me la stai nascondendo per fare un favore a James o a qualcunaltro..."
"Ma non la ho presa! E perché dovrei fare un favore a James?"
"Giuro su Merlino che te ne pentirai così tanto da voler desiderare di uscire dalla squadra di Quiddich" completò Roxanne, infilandosi la borsa in spalla.
Lily si voltò verso di lei, questa volta oltraggiata; poggiò le mani sui fianchi.
"Si può sapere che ti ho fatto?"
"In che senso?"
"Perché te la prendi solo con me?" Esclamò Lily  "C'erano tutte le altre!"
Roxanne si strinse nelle spalle.
"Sei stata tu a stuzzicarmi per prima"
La mascella di Lily cadde.
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"Non ti sembra di aver esagerato?"
"No. Sono stata pure dolce"
Rose fissò la cugina con aria un po' dispiaciuta, ma non disse altro.
Erano nella Sala Grande, dove stava vendendo consumata la cena.
Il brusio degli altri studenti era un ottimo sottofondo, abbastanza perché gli altri non sentissero la loro conversazione (avere un po' di privacy era molto raro in quel castello) ma non troppo da non permettere a una di sentire ciò che stava dicendo l'altra.
Un ottimo diversivo sotto forma di compagnia, insomma.
Roxanne, appena entrate, si era buttata sul cibo con tanta veemenza da sputacchiare qua e là, facendo la doccia di Rosbif a Rose a Alice, ai suoi fianchi; la prima aveva tenuto uno sguardo disgustato per tutta la sessione si mangiata, mentre la perfino Alice - che di solito non badava a piccolezze come l'eleganza o la decenza - si era ritrovata a fare delle smorfie schifata per tutta la cena.
Roxanne non sembrava aver notato né l'una, né l'altra, ancora troppo arrabbiata per la sua Pluffa per badare ad altro che non fosse trucidare con i denti i piccoli pezzi di carne serviti nel suo piatto.
"Quella piccola peste non si deve più permettere" disse Roxanne, rimprendendo a inveire contro Lily - come aveva fatto per il resto del banchetto - che sedeva al tavolo dei Corvonero (dopo le accuse di Roxanne aveva rifiutato categoricamente di sedersi nella stessa tavola della cugina; Roxanne ne era sembrata soddisfatta) accanto a Lysander Scamander, che aveva ascoltato pazientemente tutta la storia (subendosi anche l'ira della rossa, che non lo aveva precluso dal beccarsi una forchetta nella gamba) e che ora era intento.a consolarla come meglio poteva, tenendosi a distanza per non essere ulteriore bersaglio agli scatti di Lily.
Rose alzò gli occhi al cielo, già prefigurandosi il resto della frase, ripetuta così tante volte che se la era imparata a memoria; ma non non la interruppe, lasciando a Roxanne la possibilità di sfogarsi.
"Voglio dire, perché lo fa? Deve dimostrarsi migliore degli altri? Vantarsi più di quanto non faccia? Poi però nessuno le può dire che la sua ironia fa male eh! Guai! Se mi sei tu che non la capisci, sei tu che non hai senso dell'umorismo" Roxanne gettò la forchetta nel piatto, causando un concerto fastidioso e cristallino, a tratti metallico ma delicato all'impatto, sbuffando; si abbandonò sulla panca "poi non puoi dire niente perché eh, sei la più grande, devi essere la più matura e bla bla bla, ma vaffanculo!
Insomma, se quella stronzetta dai capelli rossi si merita due schiaffi io Ielo dò tranquillamente, e non me ne frega un accidente se la mia età impone un certo controllo" finii Roxanne, rossa di rabbia.
Rose stette zitta, posando ordinatamente la sua forchetta nel piatto (Alice le lanciò un occhiata come per dirle: 'ti pare il momento della buona educazione?' ma Rose la ignorò). Alzò gli occhi per dare un occhiata ai suoi capelli rossi, sperando che Roxanne non la includesse nel termine poco lusinghiero usato per descrivere Lily, e alla fine si voltò verso la cugina, guardandola in sottecchi.
Roxanne aveva sempre avuto la predisposizione di difendere la sua famiglia; attaccare le persone che dicevano solo una mezza parola contro i Weasley-Potter sia verbalmente che con la bacchetta (spesso ne aveva spedito diversi in infermeria); aveva sviluppato un vero attaccamento verso il nucleo famigliare, come se lo percepisse dentro una bolla che doveva assolutamente essere difesa dalla diverse frecciatine nocive lanciate dalle persone più disparate.
Rose aveva sempre apprezzato questo lato della sua personalità.
D'altro canto, però, era vero che Roxanne sentiva il suo come un lavoro, e per questo pretendeva di aver un rispetto sconsiderato da parte degli altri membri della famiglia. Questo portava spesso e volentieri a liti del genere, dove Roxanne prendeva sul personale piccolezze non mirate a lei.
Era incline a litigare con la sua famiglia con la stessa tenacia con la quale la difendeva. Per certi versi era simile ad Alice: la differenza però, era che Alice riusciva a perdonare le persone che le stavano accanto (Frank a parte) in un tempo molto ridotto - spesso Rose si era chiesta se subisse di perdita di memoria a breve termine - mentre Roxanne riusciva a rimanere arrabbiata con qualcuno e a tenergli il muso per mesi interi.
A Rose sfuggii una smorfia: non era nelle sue intenzioni sopportare.
"Poi tutti la difendono" disse Roxanne in un borbottio appena percettibile, fissando le sue mani "ogni volta che succede qualcosa alla piccola di Casa Potter ci andiamo di mezzo noi solo perché dovevamo terlnerla d'occhio.
Ma che regole sono?!? Lily ha quattordici anni, ormai é responsabile di sé stessa, perché nessuno sembra capirlo? Poi" aggiunse, sistemandosi meglio sulla panca "fosse una ragazza facile da controllare! Una volta si caccia nei guai e l'altra pure!"
Rose sospirò, spostando lo sguardo alla tavola dei professori. Non voleva dare ragione a Roxanne (non sarebbe stato giusto nei confronti di Lily) ma aveva paura che, prendendo le difese della rossa, non avrebbe fatto altro che confermare ciò che Roxanne tanto decantava.
Così so fermò a guardare ciò che succedeva fra i docenti. Sembravano tutti stressati, come se ci fosse un qualche evento che richiedeva la loro massima concentrazione.
Rose corrugò la fronte, notando che la preside MecGrannit parlava fitto con il professore Lumacorno, mentre gli altri insegnanti avevano formato una specie di capannello verso loro due.
Diverse rughe solcavano il volto della donna e Rose, alla tenue luce delle candele, si sorprese di vedere quanto fosse vecchia. In tutti quegli anni era sempre stata arzilla, senza mostrare segni né di debolezza o stanchezza, e Rose l'aveva sempre ammirata per questo.
Non poteva certo essersi trasformata in una anziana sfinita così velocemente.
E, se ci fossero già state, Rose era sicura che le avrebbe notate anche prima. Era sempre stata un attenta osservatrice, visto anche ciò che l'ansia situazione imponeva.
E poi Rose capii perché non si era mai accorta di niente: quelle righe, che ora erano evidenti e venivano sottolineate dal bagliore rosso delle candele, non c'erano sempre state. Erano rughe di preoccupazione.
C'è qualcosa che la sta facendo dannare. Che cosa?
La risposta arrivò lampante dentro la mente di Rose.
Il ragazzo nuovo. Quello che deve arrivare.
Rose colpii distrattamente il braccio di Roxanne, in ansia, per imporle di smetterla di parlare.
"Ahia!" Si lagnò Roxanne, portandosi il braccio al petto più in un gesto di offesa che di dolore "Hermione, che cavolo, ma che cosa-"
"Shh" intimò Rose, lo sguardo ancora sui professori "riesci a sentire cosa dicono? Hai delle Orecchie Oblunghe?"
Rose percepii lo sguardo perplesso delle amiche sulla nuca.
"Perché?" Chiese Alice, con un tono che indicava il fatto che si stesse realmente interrogando sulla sanità mentale della migliore amica.
Rose non rispose, concentrandosi sul capannello raggruppato al centro del tavolo. Solo Flint, l'insegnante di Volo, era a un estremità e non stava ascoltando ciò che diceva la preside, ma, anzi, aveva il capo chino su un foglio, e sembrava scorgere senza curarsi di niente.
Rose non lo degnò di uno sguardo, spostando gli occhi sulla preside.
Sembrava così stanca...
Come se avesse percepito il suo sguardo, la MecGrannit alzò gli occhi su di lei, guardandola sopra le lenti quadrate.
Rose arrossì, voltandosi velocemente verso Alice e Roxanne. Non ne era sicura, ma le sembrava di aver colto un rimprovero nelle iridi chiare della preside.
"Rose?" Domandò Alice, questa volta preoccupata "che-"
"Da quando lo fanno?" Domandò Rose, gli occhi fissi sul suo piatto vuoto.
Roxanne sbatté le palpebre.
"Fanno cosa?"
"Perché non ci ho pensato prima" borbottò Rose, ignorandola.
"Che cosa...".
"É così ovvio..."
"Rose!" Alice le tirò una mollica di pane; Rose alzò lo sguardo su di lei in modo interrogativo "vuoi spiegarti?" Chiese irritata la castana, guardandola con gli occhi un po' sgranati.
Rose lanciò uno sguardo agli insegnanti, poi si chinò verso le compagne; Alice e Rox presero un aria curiosa.
"Vi ricordate, qualche giorno fa?" Gli occhi vacui di Roxanne la spinsero a continuare; si trattenne dallo sbuffare "la preside ha detto che sta arrivando un ragazzo nuovo, no?"
"Si"
"Bene. Ha detto che doveva essere qui già all'inizio dell'anno, no? Ma qualcosa ha ritardato il suo arrivo"
"Si" Alice si fece più pensosa; Roxanne le rivolse un occhiata perplessa.
"Guardare come sono preoccupati!" Disse Rose, accennando al tavolo dei Professori. "Sembra che la cosa costi più fatica di quella che sembra. Che stia turbando di più"
"Ok..." Roxanne continuava ad essere incerta.
Rose si rivolse a Alice.
"Che cosa lo ha fatto ritardare? E perché deve venire qui? In tutti gli anni che abbiamo trascorso in questa scuola, e in tutti i libri che ho letto non é citato un solo avvenimento nel quale uno studente si sia trasferito così, di punto in bianco, da una scuola a un altra. Nemmeno per le eccezioni"
"Magari aveva i suoi buoni motivi?" Propose Roxanne, logica "voglio dire, una persone é libera di cambiare scuola quando le pare"
"Si questo sono d'accordo" disse Rose, dandole un occhiata "ma c'è una cosa che mi fa riflettere.
Un qualsiasi studente, arrivato da un altra scuola, non ha mai avuto tutte questa attenzioni. É stato introdotto nella classe normalmente, senza tante cerimonie, e un Caposcuola era incaricati di mostrarli tutto.
Anche lo Smistamento é qualcosa di privato per un ragazzo nuovo! Non c'è concesso di vederlo finché non indossa la sua divisa!"
"Non capisco dove vuoi arrivare" mormorò Roxanne.
"Io sì" disse Alice; le altre due la guardarono co una sfumatura sorpresa negli occhi "la Preside ha introdotto il ragazzo di persona, dentro la Sala Grande.
É qualcosa di più importante"
Rose si voltò indietro, lanciando uno sguardo al tavolo dei Professori.
Come aveva fatto a non accorgersene prima.
"Credete che questo ragazzo nasconda qualcosa che i professori sanno?"
"Non lo so, Alice" rispose Rose "potrebbe come non potrebbe. C'è da dire che comunque é strano"
"Già" mormorò Roxanne, capendo, seguendo il suo sguardo "é strano"

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