Capitolo 14

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Alice le sfrecciò a fianco, in un turbine di vento e capelli castani scompigliati - per quanto potessero essere spettinati dei capelli tenuti rigorosamente in una coda alta, che seguiva la proprietaria come una specie di cagnolino. Le sorrise, rallentando sulla scopa per tenere la stesse velocità.
"Allora" disse Rose sorridendo, diminuendo l'andatura in modo da parlare senza il fiato corto "era un partita di Quiddich, questa?"
Alice le sorrise, una sfumatura divertita le rese liquidi gli occhi azzurri.
"In teoria" rispose. Il suo sorriso si allargò quando vide l'espressione confusa di Rose, e si apprestò a spiegarsi, impaziente "se si può considerare una partita una competizione già vinta in partenza se si ha come avversario quello stolto di tuo cugino - senza offesa"
"Nessuna offesa, Alice!" Urlò James da lontano, appiattendosi sulla scopa per raggiungerle. Le sue parole venivano trasportate via dal vento, e i neri capelli indomabili si agitavano sulla sua fronte come serpenti impazziti "così bisogna trattate queste Serpi! Le stracceremo anche quest'anno"
Il ragazzo passò loro affianco talmente veloce che riuscirono a cogliere solo quelle poche parole, mentre Rose avvertiva il vento generato dalla sua scopa che rischiava di mandarla fuori equilibro. I suoi capelli si alzarono dietro di lei in una densa nuvola rossa, mentre la mano destra si stringeva di più al manico, in modo da riacquistare l'equilibro.
Alice sorrise, seguendo con sguardo appena un po' sognante James.
Alzò il pugno in aria, gli occhi azzurri che sembravano ridere della situazione.
"Grazie, James, puoi contarci!" Urlò.
Rose scosse divertita la testa, muovendosi agilmente della contro corrente che il vento le spediva contro.
Alice le volò di nuovo al fianco, gli occhi azzurri e attenti che setacciavano il cielo assiduamente, decisa più che mai a trovare una pallina d'oro che rompesse con il suo brillio lo sconfinato cielo blu.
Rose le lanciò un occhiata, seguendo la virata dell'amica.
"Ancora niente?" Le chiese sospetta, iniziando anche lei a setacciare il cielo.
"No" sbuffò Alice, alzando il viso.
Rose sorrise, una nota maliziosa dentro il volto innocente.
"Forse Albus lo troverà prima di te" disse in tono canzoniero, fintamente disinteressata.
Alice fece scattare la testa nella sua direzione, fulminandola con un solo sguardo.
"Non dire mai più, nemmeno per scherzo, tale paradosso" sibilò.
Rose sorrise lievemente, lanciandole un altra occhiata. Si appiattì sulla scopa, aumentando la velocità e lasciandosi Alice alle spalle.
Il vento le colpiva il viso con sorprendente delicatezza, spostandole gentilmente, come una mano amica, i capelli dal volto e lasciando che si alzassero dietro di lei come una massa in forme di nodi crespi e rossi.
Albus e Alice si erano sempre contesi il titolo di miglior Cercatore, dimenticandosi quasi completamente l'esistenza di Frank (Cercatore di Tassofrasso) e Louis Weasley (Cercatore di Corvonero), come se non fossero mai esistiti.
Sembrava una competizione privata fra loro due, e non una che comprendesse tutte le case di Hogwarts, come, invece, era in realtà.
Si stuzzicavano continuamente, lanciandosi frecciatine anche dagli estremi della sala Grande, come se non calcolassero la presenza di centinaia di studenti che li fissavano a metà fra il divertito e lo scocciato, e arrivando perfino, a volte, a delle offese pesanti - o che almeno Rose reputava tali - che però non sembravano turbare troppo l'animo dei diretti interessati.
Difatti, né Albus né Alice erano troppo confusi dal loro strano rapporto - di cui Rose non sapeva se definire di amicizia o semplice rivalità, nonostante avesse una perfetta intesa con la migliore amica - e non calcolavano in modo eccessivo delle frasi che, dette da qualcunaltro con qualsiasi altro tono, avrebbero trovato estremamente offensive e di cattivo gusto. Sembrava che il semplice fatto che fossero uno dei due a dire quelle cattiverie - perché si, era di questo che si trattava - bastasse a giustificare e a scusarelo con l altro.
Rose alle volte avrebbe anche voluto chiedere spiegazioni in merito ma poi, quando la domanda stava per abbandonare le sue labbra con la stessa decisione di una scopa si stacca dal terreno, ci ripensava, ripetendosi che non erano affari suoi e che si sarebbe dovuta preoccupare solo e esclusivamente se le offese fossero peggiorate a tal punto da fare rimanere male uno dei due. E alla fine rinunciava, chiudendo la bocca e limitandosi a sorridere davanti allo sguardo di attesa che i due le rivolgevano quando capivano che stava per fare loro una domanda.
Rose scosse piano la testa, decidendo di smettere di pensare a quei due ragazzi. Certe cose erano complicate anche per una come lei - che aveva preso tutti Eccezionale ai G.U F. U.,eccetto per un Oltre Ogni Previsione in Pozioni.
Il suo sguardo cadde sui giocatori sotto di lei, che si muovevano nell'aria leggiadri come piume, dipingendo di colori sgargianti che andavano dal rosso al grigio, dal blu al nero, il cielo azzurro, e riempiendolo di vita come tanti piccoli spruzzi indecisi di vernice su una tela, come se il pittore che la stava disegnando non sapesse bene come proseguire.
Lysander, un Cacciatore di Corvonero, dava la caccia a Lily, la Cacciatrice di Grifondoro, la chioma rossa della ragazza sfrecciava come una pallina dietro di lei, disegnando una traccia fitta di rame, mentre il piccolo brillio giallo dei capelli del ragazzo sotto il sole la seguivano a meno di tre passi di distanza; Roxanne, altra Cacciatrice insieme a James, volteggiava nell'aria leggera, i capelli ricci e neri ballavano letteralmente sopra di lei, disegnando un cerchio marrone per tutto il suo tragitto, come una specie di linea guida che indicasse il suo passaggio; Fred, uno dei battitori di Grifondoro, lanciava delle mele rosse che trafiggevano l'aria veloci come frecce contro Lorcan e Frank, rispettivamente Battitore e Cercatore di Tassofrasso, che viaggiavano raso terra sulle proprie scope, con la piccola protezione data da un secco bastoncino di legno brandito dallo Scamander, che cercava in vano di proteggiersi dai vari proiettili lanciato da Fred; Louis se ne stava in disparte, guardando il cielo dall'alto della sua postazione, mentre Hugo, sotto di lui, lo guardava vagamente accigliato, come se credesse ci fosse qualcosa per non fidarsi nella sua immobilità; James, invece, volava un po' a caso, come se fosse solo un piacere personale, senza curarsi di chi gli stava intorno.
Molli II, Lucy e Dominique erano a terra, diversi libri sparpagliati sul prato, mentre cercavano di ripassare il programma del settimo anno con tutta quella bolgia.
Le chiome rosse delle due gemelle creavano una specie di cornice per quella bionda di Dominique, circondandola come petali con il  nettare, che sedevano ai due lati della mezza Veela.
"Vai Alice!"
L'urlo isterico e pieno di adrenalina di Roxanne la fece sobbalzare.
Rose si impennò sulla scopa, sentendo quasi l'aria stridere sotto di sé, e si girò a mezza aria.
I suoi occhi azzurri setacciarono il cielo, cercando di individuare l'amica e il cugino.
Non ci mise molto.
Albus e Alice puntavano verso il cielo, talmente piatti sulla scopa che sembravano abbracciare il manico di legno, e si spintonavano l'un l'altro, in dirizzati verso un piccolo cerchio d'oro che spiccava contro il cielo limpido di fine estate.
I capelli neri di Albus gli si appiattirono sulla fronte, riversandosi come carta sul suo cranio, mentre la coda di Alice era tanto dritta da sembrare disegnata.
Erano ad appena cinque metri dalla pallina dorata.
Immediatamente, con uno scatto così repentino che ci mancò poco che Rose cadde dalla scopa, sibilando nell'aria contro il vento che generava, Louis si appiattì sulla scopa, cercando di raggiungerli con una velocità sempre maggiore.
Frank, notando il movimento, si alzò in cielo, servendosi della protezione di Lorcan, e cercando di raggiungere gli altri tre Cercatori senza essere vittima di una delle mele di Fred.
Ma ormai sia lui che Louis erano troppo distanti.
Albus e Alice erano a un palmo dal boccino.
Rose trattenne il respiro, mentre vedeva entrambi i ragazzi stendere il braccio e aprire le dita, cercando di chiudere nella mano il piccolo trofeo.
Intanto, l'aria si era riempita di incoraggiamenti per le persone della propria Casa.
"Vai Al!"
"Vai Alice!"
"Forza Louis!"
"Puoi farcela Frank!"
Molli II, Lucy e Dominique si erano alzate, le mani giunte al petto e l'espressione di chi non vedeva l'ora del risultato, ma temeva, al col tempo, il suo esito. Seguivano la partita con il fiato sospeso, ognuna sperando per il componente della loro stessa casa - Alice per Dominique, Louis per Molly II e Frank per Lucy -, in barba alla loro amicizia.
Anche James si era fermato di botto, quasi in verticale sulla sua scopa, la testa girata in una posizione innaturale, e osservava con ansiosi occhi castani la svolte della situazione. Gli occhiali gli erano scivolati di lato, ma il ragazzo non se ne curava.
Rose riportò gli occhi su Albus e Alice.
Le loro dita, impossibili da riconoscerne il proprietario a quella distanza, sfioravano il lucido metallo oro, senza però riuscire a prenderlo.
Rose sussultò, seguendo la gara di mani.
Si sorpassavano e venivano sorpassate a frequenza costante, senza che una delle due riuscisse a prevalere in velocità sull'altra. Rose socchiuse di più gli occhi, riconoscendo cinque dita che si allungavano piú velocemnte, avvicinandosi sempre di più. Percorsero in fretta l'aria, mangiando la distanza fra esse e il boccino.
Rose affilò lo sguardo, senza quasi rendersi conto del silenzio reverenziale che era calato sul prato in attesa, e circondava i ragazzi ancora con il fiato sospeso.
Uno scatto e, improvvisamente, il Boccino scomparve dalla vista di Rose, circondati da cinque dita che avevano sostituito la sua immagine.
Rose sbatté le palpebre, un attimo perplessa.
"Accidenti!"
"No!"
"Siiiiii!"
Alice volò in alto, stringendo fra le dita il boccino, il pugno alzato da cui sbucavano le due ali d'oro che ancora si dibattevano contro il suo palmo, come non si fossero rese conto che la parità era finita.
Albus la guardò male, sbuffando, ma una certa ammirazione trapelava dagli occhi smeraldo velati di delusione.
"Accidenti" borbottò Hugo, planando a terra, il ciuffo rosso tanto appiattito da risultare un tutt'uno con la fronte.
Louis si fermò in aria, i capelli biondi che si agitavano sulla sua testa mossi dal leggero venticello. Lo sguardo azzurro era indecifrabile, mentre si perdeva in quello del cielo del medesimo colore e osservava la figura di Alice che si stagliava scura contro il sole del tramonto, diventando una macchia appena intravedibile del contorno tremolante e sfumato della palla luminosa.
Frank, invece, non stette zitto, e si affrettò a raggiungere la sorella nel cielo.
Non erano gemelli, eppure entrambi facevano lo stesso anno di Rose, dato che Frank era nato ad ottobre e Alice a luglio.
"Alice!" Sbottò il biondo, andandole incontro.
La ragazza gli rivolse un occhiata disinteressata, mentre il boccino si dibatteva ancora nella sua mano chiusa. Frank ignorò la superficialita con la quale stava venendo trattato.
Le andò incontro, appiattendosi sulla scopa.
Rose sospirò, scuotendo la testa e prevedendo un litigio fra fratelli. Si alzò nel cielo, sfidando il vento che le colpiva il viso arrosandolo e raggiunse Albus, ancora in aria, a fissare i fratelli Longbottom qualche metro più su che si litigavano la vittoria.
Rose gli di posizionò affianco, sorridendo.
"Dovrei essere io" mormorò Albus, le mani abbandonate lungo i fianchi e lo sguardo appena un po' sognante. Percepii lo sguardo confuso di Rose e si aprestò a spiegarsi "a litigare con lei, intendo. Dovrei essere io quello che cerca di prenderle il Boccino e cerca di spedirla giú dalla scopa"
"Già" Rose annuii. Realizzò un attimo in ritardo "aspetta cosa?"
Difatti, i due fratelli stavano improvvisando un combattimento a mezz'aria, cercando di appropriarsi del boccino preso da Alice poco prima, che lo difendeva emettendo anche diversi ringhi.
"Fermi fermi, fermi!" Urlò Rose, appiattendosi sulla scopa e cercando di raggiungerli.
Urtò Albus con la punta della scopa, facendolo quasi sbilanciare dal manico. Quella paura, però, parve ridestare dallo stato di trance nel quale era caduto e, scuotendo impercettibilente la testa, anche lui seguii l'esempio di Rose, cercando di separare i due litiganti.
Nonostante potesse sembrare abbastanza strano a un occhio esterno, quello era semplicemente un ennesimo pomeriggio passato a casa Weasley, passato a divertirsi.
Uno fra gli ultimi, prima che la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts se decidesse ad aprire i portoni per istruire in un altro meraviglioso anno scolastico i maghi della Gran Bretagna*
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"Ahia, Frank!"
"Ti ho appena toccato!"
"Non é vero!"
"Frank" sospirò stancamente Neville, passandosi una mano sulle palpebre abbassate.
Il ragazzo lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Aprii la bocca per replicare, arrossendo lievemente.
"Ma-"
"Frank" Hannah, con un occhiataccia e un semplice richiamo, riuscii a mettere a tacere il figlio, che chinò il capo, rosso in viso, borbottando insulti a mezza voce.
Dopo quindici minuti di incessante lotta, e l'intervento tempestivo di Louis, che si era aggiunto a Albus e Rose qualche secondo dopo il loro arrivo, e tre ragazzi erano riusciti finalmente a mettere a tacere la piccola rissa improvvisata.
Ora, Alice e Frank erano seduti sui gradini della Tana, con Rose in mezzo
A loro che cercava di far guarire velocemente le piccole ferite che i due si erano causati.
Erano solo dei piccoli tagli rossi, nemmeno così in profondità, ma Rose ci teneva comunque a mettere un po' di Dittamo per far ricucire in fretta la pelle.
Hannah e Neville erano arrivati poco dopo, a seguito dell'avviso di Louis.
Lei aveva una nota arrabbiata a turbarle il viso queto e dolce di una degna Tassofrasso, mentre Neville sembrava solo stanco e deluso.
Albus e Louis erano rimasti in piedi davanti a loro, la cravatta verde-argento del primo e quella blu del secondo che riflettevano i timidi raggi solari ormai in scurita, che si preparavano a vedere il posto alla Luna. Avevano le braccia lungo i fianchi, e la bocca semi aperta in un espressione di vaga sorpresa, anche se avrebbero dovuto essere ormai abituati a certe cose.
Non era certo un segreto il fatto che Alice e Frank non andassero molto d'accordo.
"Ma cosa fate?!?" Sbottò Neville in quel momento, facendo trasalire Rose così tanto che il disinfettante le volò via di mano, andandosi a schiantare nell'erba verde. "Potevate farvi molto male! E non intendo solo in termini di ossa rotte!"
Alice alzò gli occhi al cielo, sbuffando, la coda castana ancora perfettamente in ordine dietro di lei, nonostante i grandi sbalzi.
"Ma non é successo" ribatté Frank, alzando timido il mento per cercare di scusarsi. Fece una specie di sorriso per ingraziarsi i genitori.
Hannah lo fulminò con lo sguardo, le mani sui fianchi e qualche capello biondo - identici a quelli del figlio - che le sfuggiva dalla treccia disordinata. Gli occhi azzurri erano severi.
"É stato estremamente pericoloso, potevate anche cadere" disse quest'ultima, accigliandosi ancora di più.
Frank abbassò lo sguardo.
Rose, cercando di ignorare il calore che le saliva sulle guancie, riprese il disinfettante, che si era un po' svuotato, e tornò alla sua operazione.
Vide di sfuggita, dentro la Casa, Hugo chiedere qualcosa serio a Ginny, mentre questa aveva un espressione indecifrabile in volto, e i suoi occhi castani si addolcirono in poco, riflettendo la tenue luce del sole.
Rose corrugò le sopracciglia, confusa, mentre passava del Dittamo sul ginocchio di Frank. L'espressione di Ginny era molto strana, come se si trovasse a disagio nella conversazione con il nipote.
E ciò era abbastanza sospetto: Ginny Potter era molto famosa per non imbarazzarsi di niente. Parlava liberamente di tutto, con tutti. E questo suo lato non diplomatico era stato ereditato da sua figlia Lily.
Si appuntò mentalmente di indagare dopo.
"Siete fratelli!" Esclamò ancora Neville, che sembrava sul punto di una crisi di nervi. "Dovreste volervi bene!"
"Ci vogliamo bene!" Ribatté Alice tranquilla, trattenendo appena il fiato al Dittamo "solo che non perdiamo occasione per attaccarci. Tutto qui"
Hannah la guardò malissimo, mentre gli occhi azzurri si assottigliavano ancora di più sotto le sopracciglia chiare.
"Bhe, non é questo che si fa fra fratelli!" Esclamò Neville, iniziando a camminare avanti e indietro.
Frank inarcò un sopracciglio, guardandolo interdetto.
"Tu non hai fratelli" obbiettò tranquillo.
"Non é questo il punto" Neville agitò una mano in aria "voi due portate il nome dei miei genitori, due persone che hanno combattuto durante la prima Guerra Magica e si sono fatte torturare pur di non tradite i loro amici, erano uniti dall'amore reciproco che provavano l'un per l'altro, l'unica cosa che gli ha permesso di andare avanti, che ha permesso a me di andare avanti, afforntare il loro destino a testa alta e accettare ciò che avevo perso irrimediabilmente, voi due non potete imbrattare di tanta irresponsabilità e odio i loro nomi, non é rispettoso per Merlino!"
Le ultime parole erano tanto acute che Rose faticò a capirle, e uno stormo di uccelli si alzò dal bosco li vicino.
Neville era rosso in viso, e fissava i figli in modo severo, gli occhi marroni stretti nelle palpebre e affondate nel viso cicciottello.
Sembrava davvero deluso.
Rose si sentii imporvvisamente di troppo, mentre avvertiva un valore poco piacevole scaldarle le guancie.
Non voleva assistere - o peggio, partecipare - a conversazioni così personali. Non era rispettoso nei loro confronti.
Ma Alice e Frank, tuttavia, non sembravano turbati. Ansi, sembrava che il padre gli avesse detto così tanto tempo le stesse cose che ai due ragazzi erano venute a noia.
Difatti, Frank trattenne uno sbuffo, mente Alice si sforzò per non ribattere qualcosa di cattivo.
Rimase a fissare il padre per un paio di secondi, nel silenzio attonico e imbarazzato che aveva colto tutti i presenti - perfino Albus e Louis che, seppur erano a disagio, sembravano incollati ai loro posti, senza avere la forza di alzare i tacchi e andarsene. Sembrava non riuscissero a fare a meno di tenere gli occhi incollati sulla sciena.
Alla fine, la ragazza sbottò.
"Oh, dai" disse Alice, scocciata, facendo roteare gli occhi "non é nemmeno la cosa più grave che é successa quest'estate"
Neville la fulminò con lo sguardo.
"Quale é la cosa più grave, allora?" Chiese Rose, solo perché l'imbarazzo la stava mangiando da dentro, mentre passava in dischetto di ovatta sul braccio di Alice.
La ragazza sorrise, guardandola.
"James" disse. I suoi occhi si illuminarono "una settimana fa, si é rotto un braccio.
É stato esilarante"
Rose sorrise, tesa.
"Immagino"
No, non voleva nemmeno immaginarlo.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora