Capitolo 27

64 3 0
                                    

Rose uscii dalla Biblioteca quando ormai il sole stava tramontando.
Gli ultimi audaci raggi di luce si infiltravano dalla finestra disegnando lunghe strisce dorate sul pavimento, allungandosi come serpenti stanchi e gialli lungo le mattonelle in marmo della stanza; rimbalzavano su di esse generando una specie di polvere pallida, che  dava una aria di sacralità irreale agli alti scaffali stracolmi di libri.
Rose sbadigliò, chiudendo il libro che aveva davanti. Il silenzio che aleggiava fra i muti tomi che la circondavano le dava una strana calma, quando invece qualsiasi altro studente avrebbe trovato estremamente ansioso e fastidioso quella tranquillità, percepita più come "la calma prima della tempesta" che come una distesa pacifica e indisturbata di pace, quale invece era.
Rose si alzò, afferrando la borsa al suo fianco. Ficcò dentro il suo libro e se la mise in spalla, dirigendosi fuori dalla Biblioteca.
I suoi passi rimbombavano contro la stanza deserta, ma Rose non se ne curava. Tra poco sarebbe iniziato il banchetto, e negare il certo languirono alla bocca dello stomaco sarebbe stato come rinnegare il cognome Weasley.
Rose uscii dalla Biblioteca, lasciando che il grande portone di quercia si chiudesse alle sue spalle con un tonfo ovattato.
I corridoi erano deserti e silenziosi, cosa che Rose non si era aspettata, ma che trovava comunque gradita. Probabilmente erano già tutti al Banchetto.
"Togliti di mezzo!"
Probabilmente si sbagliava.
Rose inchioodò le sue gambe, voltando la testa verso il muro dal quale aveva sentito la voce. C'era un altro corridoio, lei lo sapeva bene, oltre la parete di mattoni, e la voce irosa doveva essere molto vicina, dato la chiarezza con la quale Rose era riuscita a sentirla.
Il problema, era che ci doveva essere qualcun altro con la voce, e Rose aveva una bruttissima sensazione.
Il tono non era amichevole, e, cosa più grave, era riuscita a riconoscere il proprietario della voce. Lo conosceva da cinque anni: era praticamente impossibile sbagliare, nonostante non fossero troppo amico e, anzi, negli ultimi tempi si stavano allontanando più di quanto non lo fossero già.
"Altrimenti?!?"
Come temeva, un altro ragazzo - questa volta sconosciuto - stava sfidando il primo.
Rose sospirò, estraendo la bacchetta. Si mosse a passo felpati verso le due voci, cercando di evitare che la situazione si aggravasse.
"Potrei trasformati in una sacca da Bowling prima che tu possa dire 'ahy'" disse la prima voce, il tono annoiato che impregnava la classica nota strascicata che la caratterizzava.
Rose girò l'angolo, svoltando nel corridoio dove li vide.
Due ragazzi, uno di fronte all'altro, che si fulminavano con lo sguardo.
La testa bianca di Scorpius Malfoy brillava sotto la luce delle candele, quasi come se fosse catarifrangente. Sulla sua pelle candida si stagliavano, come strisce di fuoco, le fiamme delle candele, facendola diventare ancora più pallida di quanto già non fosse.
Fissava il ragazzo davanti a lui annoiato, senza calcolare la spilla da Prefetto che brillava sotto la luce altirtificiale sul suo petto initerrottamente, quasi come fosse dotata di vita propria; Metteva in risalto la sua carnagione scura, mentre gli ultimi sprazzi di vita del sole illuminavano gli occhi di un verde pallido. Rose ci mise un attimo a riconoscerlo: Marck Tomas, del quinto anno.
"Potrei rispondere" disse il più piccolo, iniziando a estrarre la bacchetta. Marck, pur trovandosi difronte a uno studente più grande e con un cognome alquanto discutibile, non sembrava intimorito.
Rose divette dargli atto del coraggio: ma, dopotutto, come suo padre Marck era un Grifondoro.
"Spp" Scorpius sbuffò divertito, guardandolo dall'alto in basso. "Cosa vuoi fare, pulce?"
Tomas estrasse la bacchetta.
"Ti basta una parola per scoprirlo"
Scorpius strinse le labbra, con aria imperturbabile. Fece un passo indietro, e la luce delle candele mise in risalto una sfumatura nei suoi occhi grigi: rabbia.
Anche lui prese la bacchetta, puntandola contro Marck con aria quasi divertita.
Rose sgranò gli occhi, avvicinandosi ai due. Duellare nei corridoi era proibito.
"Mmm vediamo" disse Scorpius, il tono mellifluo a indicare quanto godeva della situazione "cosa potrei dire di tanto scandaloso da fare arrabbiare un imbecille?" Finse di pensarci, portandosi la punta della bacchetta al mento, mentre un ghigno da Serpe si dipingeva sul suo volto velocemente, come se qualcuno avesse scoperto una carta per rivelarlo "ci sono" disse, stendendo la bacchetta davanti a lui. Marck socchiuse pericolosamente gli occhi "dimmi un po', come é che hai-"
"Fermo! Non completare quella frase, Malfoy!"
Rose camminava tanto velocemente verso di loro da farsi male. I suoi passi erano scordinati, ed era ancora molto distante dai due.
Marck e Scorpius si voltarono verso di lei, rilassando le braccia tese e lasciando che le bacchette si afflosciassero davanti a loro come rami spezzati. Il primo sembrava sorpreso dall'interruzione e perplesso dal vedere qualcuno che doveva essere già al banchetto, come il resto della scuola; mentre Scorpius aveva solo un aria scocciata. Sbuffò.
"Weasley, che palle, interrompi sempre sul più bello." Disse con voce strascicata, alzando gli occhi al cielo "rovini i momenti migliori"
Marck, riprendendo correttamente la bacchetta, gli lanciò un occhiataccia di striscio, prima di riportare gli occhi verdi sulla ragazza.
Rose ormai li aveva raggiunti, un cipiglio severo sul volto.
"É contro le regole duellare senza la tutela e l'autorizzazione di un Professore" disse con rimprovero, azzerando le distanze fra i due ragazzi con un ultima lunga falcata "e dovreste saperlo. Tomas, sei un Prefetto, avresti dovuto evitare che ciò accadesse dall'inizio" Marck abbassò lo sguardo, imbarazzato, guardandosi le mani scure. Rose parve soddisfatta, e passò gli occhi su Scorpius, alzando il mento. "Cinque punti in meno a Serpeverde, per violazione del Regolamento Scolastico, possibile causa di infortuni e utilizzo di linguaggio volgare davanti a un altro studente, diretto a quest'ultimo proprio con l'intento di offendere" decretò irremovibile, mentre sul volto di Scorpius si scomponeva la maschera di educazione mischiata a ironia e si andava a comporre sempre di più un espressione oltraggiata. Strinse le labbra, facendo un passo avanti.
"Ma non ho detto niente!" Sbottò, spuntando fra i denti "non puoi-"
"Lo stavi per fare" replicò Rose, seria, alzando sempre di più il petto in fuori "ed é questo che conta"
Scorpius fece un altro passo avanti, digrignando i denti. Una vena sul suo collo prese a pulsare.
"Non puoi togliermi punti, Weasley. Non se non é successo niente"
"Il Regolamento Scolastico prevede di punire gli studenti anche se hanno attaccato con le parole e non con i pugni" replicò Rose, piccata, facendo un altro passo e ritrovandosi contro il petto del ragazzo. Alzò la testa, fulminando Scorpius con gli occhi e lasciando che la sua autorità non si sminuisse per la differenza di stazza.
"Mi dispiace, Malfoy, ma sono le regole. E tu le hai appena infrante. Devi essere punito per questo"
La pelle di Scorpius prese un delicato colore rosso in prossimità delle guancie. Socchiuse tanto gli occhi da lasciar intravedere solo una piccola striscia grigia che turbava la distesa placida e innevata del suo volto.
"Anche lui mi ha offeso" sussurrò a un centimetro dal volto di Rose. Rose sentii il fiato caldo infrangersi sulla sua pelle come ventate irrilegolari "perché non punisci anche lui? Perché non togli i punti anche a Grifondoro?"
Rose ebbe per un attimo la tentazione di arretrare, ma non lo fece. Non doveva lasciarsi intimorire.
"Io ho sentito te, non lui. Se non vedo niente non posso mettermi a punire gli studenti. Sarebbe come se lo facessi a caso"
Scorpius sbuffò, facendo roteare gli occhi. Tornò alla sua altezza naturale, e Rose si sentii un po' più libera senza quella faccia che la opprimeva a distanza tanto ravvicinata.
"Si certo" Scorpius la fissò calmo, ma i suoi occhi grigi tradivano la rabbia che provava, si agitava come fiamme dentro le iridi chiare "o forse non lo fai perché dovresti togliere punti alla tua Casa? O forse ti piace vendicarti su uno come me. Un Malfoy"
Rose si sentii punta sul vivo, e irrigidí la schiena. Scorpius stava mettendo in dubbio la sua onestà?
"Nessuno qui ti sta condannando per la tua famiglia, Malfoy. Ma hai offeso un ragazzo, io lo so come lo sai tu, e ciò non é tollerato in questa scuola"
"Come no"
"Malfoy" Rose puntò le sue iridi in quelle del ragazzo, ormai vicina a una crisi "ti stai condannando da solo.
Io so che il tuo é solo un nome. Niente di più"
"Hai comunque preferenze verso la tua Casa!" L'aggredii Scorpius, con tanta veemenza che Marck sobbalzò e Rose si ritrovò ad arretrare involontariamente. Il biondo ignorò loro due, chinandosi in avanti con gli occhi spiritati, come un animale furioso "se anche avessi sentito ciò che mi ha detto Tomas non gli avresti tolto punti! Magari non c'è l'hai con me per il mio cognome, ma avresti comunque dato la precedenza a Grifondoro! Un altro nome, un altra Casa, un altra inutilità!"
"Nessuno qui a mai pensato che tu fossi tuo padre!" Disse Rose quasi urlando, il cuore che le batteva più velocemente per il panico che la stava assalendo "e anche se lo avessi sentito non avrei potuto fare niente: siamo entrambi Prefetti e non ci é concesso di toglierci punti l'un l'altro, anche se siamo della stessa Casa.
Sono le regole!"
Scorpius rimase a fissarla in silenzio, forze pentendosi per la sua sfuriata.
Si tirò su, guardando i due ragazzi dall'alto in basso. Si mise le mani nelle tasche e sbuffò.
"Come vuoi tu" mormorò con la stesse calma e la stessa voce strascicata di sempre. Abbassò la testa "fa come ti pare: non mi interessa." Si avviò lungo il corridoio, seguito dallo sguardo perplesso e vagamente terrorrizato di Rose.
"Ora io vado al Banchetto - ammesso che mi sia concesso - ah e Tomas?" Scorpius, ormai infondo al corridoio, si voltò, la candela alla sua destra tinse il suo volto di rosso, illuminando il suo ghigno e facendo sembrare insanguinati i denti candidi. Fissò Marck con scherno "prova di nuovo a mettermi i bastoni tra le ruote e te la vedrai con me. Giuro che te ne pentirai. É un avvertimento"
Scorpius girò l'angolo, scomparendo alla loro vista in un turbine di oscurità, come se fosse stato solo la visione lontana di un sogno ormai dimenticato.
L'eco dei suoi passi si spense in lontananza.
Rose rimase in silenzio, il leggero vento della sera si infrangeva contro gli infissi in un rumore monotono e costante, riempendo l'aria come parole sussurrare in un bosco deserto, mentre le candele mandavano bagliori confusi e rossastri sui volti dei due ragazzi, ancora troppo schockati per parlare.
Rose sbatté le palpebre, perplessa, come ridestatosi all'improvviso.
"Era una minaccia" mormorò piano, non del tutto cosciente di ciò che stava dicendo.
Marck scosse piano la testa, ancora in evidente stato di trance.
"No..." Sussurrò confuso "era un avvertimento"
Rose non fu sicura di averlo sentito.
Continuò a fissare l'ammasso di tenebre nel quale Scorpius era scomparso, denso come delle nuvole cariche di pioggia; uno strano pensiero di stava formando nella sua testa, cresceva come una pianta e si allungava sempre più su, spingendo i suoi rami in tutto il cervello, snodandoli in modo da prendere più facoltà mentali possibili; radicava le sue radici fino al fondo della terra della sua coscienza, afferrandola con decisione e contaminandola con le idee più pessimiste.
Se prima era sicura di non meritarsi i trattamenti del ragazzo, adesso era certa che Scorpius Malfoy aveva un motivo per avercela con lei.
Ed era nel giusto.
---------------------------------------------------------
Rose arrivò al tavolo di Grifondoro mogia come se le avessero appena detto che le era morto il gatto.
Si sedette con aria assente accanto ad Alice, che chiacchierava tranquillamente con Roxanne (che sembrava aver messo da parte la loro lite, come spesso accadeva se c'era Alice di mezzo) mentre vedeva con la coda dell'occhio Marck sedersi insieme ai suoi compagni del quinto anno, difronte a Laila Finnigan, con il suo stesso umore stampato in volto.
Alice notò il suo turbamento.
Senza neanche interrompere Roxanne le toccò una spalla, scottandola con le dita gelide.
Rose sobbalzò.
"Va tutto bene?" Le chiese Alice, dolce, mentre Roxanne, capito che aveva perso l'attenzione del suo pubblico, si interrompeva, puntando gli occhi scuri su Rose.
Rose stiracchiò un sorriso, piegando a forza le labbra. Aveva la sensazione che iele avessero incollare al volto.
"Si certo"
"Davvero?"
"No" con un gemito Rose si prese la testa fra le mani, sbattendola con forza al tavolo. Roxanne, sorpresa e preoccupata, scambiò uno sguardo con Alice, che la ignorò.
"Che é successo?"
"Ho incontrato Scorpius" mormorò Rose, senza alzare la testa "e credo di averlo offeso, ma non potevo fare altro! Gli ho tolto dei punti, ma penso che si sia arrabbiato. Non é però colpa mia se ha infranto le regole, ho fatto solo quello che dovevo fare!
Ma forse avrei dovuto essere più gentile, spiegarmi meglio e spiegare il perché dovevo togliergli i punti, forse mi sono comportata da bulla! Avrei dovuto mostrarmi empatica, capire il suo punto di vista, ascoltarlo-"
"Miseriaccia!" La interruppe Roxanne, sgranando gli occhi "frena Hermione, o credo che la lingua ti salterà fuori dalla bocca! Se continui a parlare così velocemente potresti benissimo avere una splendida carriera da repper!"
Rose, che non si era nemmeno accorta di essere stata tanto svelta a parlare, alzò lo sguardo sulle amiche. Ebbe la conferma di ciò che Roxanne stava dicendo: avevano entrambe un espressione tanto confusa che sembrava non avessero colto mezza parola del suo discorso. Fece un sorriso di scuse.
"Mi dispiace" disse, anche se non sapeva bene se si stava riferendo a Alice o a Scorpius.
Alice parve intenderlo.
"Rose ascoltami" disse, prendendola per un braccio "hai solo fatto il tuo dovere da Prefetto e studentessa modello. Scorpius ha avuto un comportamento sbagliato e tu lo hai ripreso: non devi rimproverarti per questo.
Se poi lui se la é presa é colpa sua ed esclusivamente sua.
Non hai fatto niente di sbagliato, smettila di pensare di aver ferito qualcuno che non merita le tue scuse."
Rose rimase zitta, mentre intorno a loro il parlottio degli altri studenti cresceva, accompagnato dal rumore delle posate nel piatto. Nessuno dava loro attenzione, e, inconsciamente, Rose ringraziò Merlino di ciò.
Alla fine, Rose si concesse un sorriso.
"Va bene" disse, non troppo convinta.
Alice fece per parlare, probabilmente per cancellare quelle ultime incertezze che aveva sentito nel tono dell'amica, ma Roxanne la interruppe.
"Su con la vita, Hermione!" Esclamò, battendo le mani "non é mica morto qualcuno. Magia velocemente, che voglio andare a vedere nella Stanza delle Necessità la sfida fra mio fratello e James: voglio proprio vedere che vince."
"Io..." Rose avrebbe preferito studiare quella sera "non é che abbia proprio voglia di..."
"Oh andiamo" Roxanne agitò una mano in aria, colpendo per errore un Primino accanto a lei. Non se ne curò .
"Sei stata in Biblioteca fin ora, devi staccare un po' dai libri! O ti verranno a noia"
"Io" Rose provò a opporre resistenza.
"E dai" Roxanne si spinse sul tavolo, guardandola implorante. Rose si sentii cedere "sarà divertente"
"Io" Rose guardò Alice, che le sorrideva, e alla fine sospirò "oh e va bene!" Disse "andiamo a quella stupida sfida!"
"Si!"
Alice e Roxanne si scambiarono uno sguardo complice, tornando a mangiare. Probabilmente si erano messe d'accordo per convincerla.
Rose rispose a loro con un sorriso finto, prima di chinare labreata sul piatto in modo da nascondere la sua espressione preoccupata e a tratti sofferente.
Aveva sbagliato con Scorpius.
Rose sperò che quella festa potesse toglierle di mente il senso di colpa che sentiva crescere nel suo petto come un palloncino.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora