Capitolo 91

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"Hermione alzati"
"Muf"
"Rooooooose"
"Saresti così gentile da non lagnarti, Alice?"
"Roxy, non dire niente"
"Ora ti tiro un calcio" minacciò la voce di Alice.
Rose si tirò su a sedere, ancora assonnata. Roxanne era sopra di lei, e brandiva un cuscino con due mani, la espressione quella di una che non ha punta voglia di aspettare. Alice, ancora sul proprio letto, lottava per riuscire a infilarsi la divisa nonostante la stanchezza che traripava dai suoi movimenti. Rose le lanciò uno sguardo. Perché lei era così stanca? Non aveva dormito?
Certo quello nemmeno Rose - era rimasta in piedi fino all'ultimo sui libri di MadiMagia - ma la rossa era arci sicura di aver visto la sua migliore amica piombare in un sonno profondo. E non si era svegliata per tanto tempo. Perché invece sembrava che avesse passato la notte in piedi?
Rose scosse la testa. "Rox. Grazie per il dolce risveglio, ma ora faccio da sola"
"Oh figurati" Roxanne si strinse nelle spalle. Le sorrise, e Rose trovò una nota inquetante nel suo viso "però Hermione dovresti ringraziarmi."
"Lo ho appena fatto" sottolineò Rose.
Roxanne la ignorò "avrei potuto tirarti un cuscino in faccia. Sono stata gentilissima"
"Che é esattamente quello che hai fatto" intervenne Alice, cadendo sul suo letto nel tentativo di infilarsi una maglia, che ora la legava in tutto il corpo come una camicia di forza. Rose vide la sua migliore amica dimenarsi sotto quella stoffa grigia, muoversi come una specie di bruco ma, dopo diversi minuti di prova per riuscire a sfuggire alla grinfie della maglia, Alice sbuffò rinuciando. Rimase immobile come un grosso mucchio di stoffa ammuffita.
Roxanne guardò Rose. "Dici che dobbiamo aiutarla?"
"Dico che siamo sue amiche" rispose lei, spostando la cugina e alzandosi.
Da sotto la maglia, ovattata, arrivò la voce di Alice. "E IO DICO CHE SIAMO IN RITARDO. SONO GIÀ LE SETTE E QUARANTACINQUE"
Rose sobbalzò. "Cosa?"
"Però" commentò invece Roxanne, sedendosi sul letto di Rose a gambe incrociate. Inclinò la testa di lato "hai un orologio, la sotto?"
"Non é questo il punto" borbottò Alice.
Rose afferrò la bacchetta dal suo comodino. La agitò in aria, in direzione della ragazza, e magicamente - nel senso letterale del termine - la maglia le si sfilò dal collo, adagiandosi in modo perfetto sulla pelle di Alice.
Lei si tirò su, sorpresa. Guardò Rose.
"Grazie"
"Vestiti" ribatté impaziente lei, agitata. Si accovacciò sul baule, iniziando a tirare via la sua divisa "temo dobbiamo saltare la colazione"
"Cazzo no però!"
"Roxanne!" Rose alzò di scatto il capo, fulminando la cugina.
Roxanne fece roteare gli occhi. "Che palle..." Poi si diresse al suo letto e iniziò a vestirsi. Con orrore, Rose notò che indossava ancora il pigiama di notte.
Guardò l'orologio al polso di Alice.
Sette e cinquanta.
Miseriaccia. Non c'è l'avrebbero fatta.
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Correndo a perdifiato per i corridoi, Rose, Alice e Roxanne riuscirono a arrivare nei sotterranei. Erano trafelate a livello estremi, e Rose faticava addirittura a reggersi in piedi; perfino Alice, dato il passo che avevano tenuto, aveva un affanno profondo.
Solo Roxanne, la più sportiva delle tre, manteneva un aspetto dignitoso, anche se il suo petto si alzava e abbassava a intervalli sregolari. Il resto della classe era già davanti alla porta, e, nell'esatto momento in cui le tre ragazze superarono le scale e atterrarono nel piano giusto, la porta dell'aula di Pozioni si aprii, rivelando un sorridente professore Lumacorno.
Rose arrossì, abbassando lo sguardo. Beh, almeno non erano arrivate in ritardo. Non avrebbero concentrato l'attenzione su di loro, se proprio dobbiamo essere onesti.
Anzi, il fatto di essere arrivate precise all'inizio le aveva evitato di moderare le azioni davanti alla classe. Un vantaggio, insomma, considerato che, invece, spesso, quei momenti senza sorveglianza si tramutavano solo in occhiate che la osservavano e la mettevano a disagio.
Rose sentii una lieve pressione sul braccio. Quando alzò lo sguardo, incontrò gli occhi azzurri di Alice che la incoraggiavano. Rose fece un tenue sorriso.
Anche se la sua migliore amica le dava ancora l'impressione che nascondesse qualcosa, il loro rapporto non era cambiato: Alice capiva immediatamente quando Rose stava male.
E Rose le era grata.
Entrarono nell'aula in silenzio. Roxanne, già seduta a un banco - Rose ebbe appena il tempo di chiedersi come avesse fatto - fece cenno loro di raggiungerle.
"Ah, Hermione" disse rivolgendosi a Rose, seduta alla sua destra; Rose le lanciò un rapido sguardo, tenendo con la coda dell'occhio sotto controllo il professore "sta sera ci sei?"
"Per cosa?"
Roxanne si strinse nelle spalle. "Niente. Volevano solo organizzare una cosa fra ragazze. Anche quelle del quinto"
"Io ci sono" assicurò Alice alzando una mano in aria. Sorrideva, ma era come se lo facesse più per un fatto di abitudine che per altro. La felicità che di solito esprimeva sembrava essere un po' scalfita. "É da tanto che vado a letto troppo presto"
Rose le lanciò un occhiataccia. Avrebbe voluto dire che non era vero, che quella stessa mattina era tanto stanca da non riuscire a infilarsi una maglia, ma si trattenne.
Anche se Alice perdonava facilmente, ora come ora Rose non avrebbe saputo se sarebbe stata così clemente con lei dopo un affermazione di quel genere.
Si voltò verso Roxanne. "Io non ci sono. Ho una ronda con Malfoy"
"Laila mi aveva accennato qualcosa" disse Roxanne, socchiudendo gli occhi "ma aveva detto che ci andavano lei e quell'altro...Frank-"
"Marck. Marck Tomas" specificò Rose.
Rox mosse una mano in aria, segno che non le interessava "sì, quello. Se ci vanno loro dovete per forza farlo anche voi? Non basta una coppia per uno?"
"No. Io e Malfoy controlliamo tutto il castello dalle nove, poi, quando abbiamo finito, passiamo il turno a Laila e Marck. Loro ci aspettano svegli dalla mezzanotte, più o meno"
"Puoi sempre raggiungerci quando finisci" disse Roxanne. "E Laila può stare con noi fin quando non inizia il suo turno" ghignò. "Avremo ancora tempo. Non ho voglia di andare a letto troppo presto"
Rose la guardò scandalizzata.
"Cosa?"
"Domani c'è scuola. Non possiamo andare a letto tardi."
"Come se non lo avessimo mai fatto" borbottò Roxanne, alzando gli occhi al cielo.
Rose spalancò la bocca, pronta a ribattere qualcosa, ma in quel momento il professore mise tutti a tacere, iniziando la lezione.
Rose prese gli appunti diligentemente, come aveva sempre fatto, ma non con la stessa concentrazione o velocità. Da un lato guardava Alice, anche lei assorta ad ascoltare il professore, ma senza prendere appunti - Rose non se ne sorprese: Alice non era mai stato quel tipo di studentessa. Le sarebbe parso più strano il contrario - e dall'altro osservava in sottecchi Roxanne, completamente distratta. Sua cugina non aveva mai spiccato per andare bene a scuola, o riuscire a concentrarsi sulle parole del prof, ma quando non stava attenta non aveva gli occhi fissi nel vuoto, come se pensasse a qualcosa che le prendeva tutta la mente. La maggior parte delle volte, durante le lezioni, si era messa a parlare con qualche vicino - ne Rose, né Alice le avevano dato confidenza - o si metteva a giocherellare con qualcosa.
Non stava certo con gli occhi fissi da qualche parte, l'espressione contrita come se pensasse a qualcosa che le faceva male.
Quella non era la Roxanne alla quale Rose era abituata.
Quella era un altra persona.
Quando la lezione finí, Rose fu una delle prime a alzarsi dal banco. Rox e Alice la seguirono a ruota, ognuna radunando le proprie cose con una velocità lampo. Frank passò loro a fianco, e, come se fosse stata colta da una scossa, Alice fece scattare la testa verso di lui. Lo seguii con lo sguardo fino a quando il fratello non varcò la porta dell'aula, scomparendo alla sua visuale.
Rose corrugò le sopracciglia. Che fosse successo qualcosa con Frank, e fosse quello che Alice le nascondeva? No...le sembrava troppo impossibile come cosa. Insomma, sapeva che i due non avessero chissà quale rapporto, ma normalmente Alice raccontava a Rose qualsiasi cosa succedesse con Frank - erano poche e sporadici, di un minimo spessore di conto.
A meno che non fosse successo qualcosa di incredibilmente grave...No, Frank era suo fratello. Anche se non andavano d'accordo Rose sapeva che non avrebbe mai sfiorato Alice con cattiveria.
"Alice..." Rose mosse una mano verso la ragazza, che quasi sobbalzò. Si voltò verso di lei, gli occhi chiari sgranati.
"Rose..." Sussurrò, come se fosse sollevata della cosa. Prese un respiro, poi sorrise a fatica. "Sto bene"
Rose esitò. "É successo qualcosa...?"
"Nah." Alice scosse la testa in modo quasi convulsivo, la coda castana che si agitava come un anguilla "Sotto richiesta di mio padre ho provato a capire perché a Frank non piacessi. Ma non é andata come speravo" le sorrise ancora, ma la cosa non si estese agli occhi. "Andiamo" aggiunse poi velocemente, alzandosi e lasciando l'aula.
Rose guardò Roxanne. "Ma..." E si interruppe.
Sua cugina non si era resa conto che lei avesse parlato. Fissava il punto in cui Alice era sparita con la fronte aggrottata, gli occhi scuri due frammenti di terra spigolosa e letale.
La sua mano tremava, e la colpa le si leggeva in faccia come fosse stata scritta a caratteri cubitali.
Roxanne si dispiaceva per Alice.
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"Sai, Hermione, forse dovresti essere un po' più rilassata"
Rose fissò la cugina perplessa. Inarcò le soppracciglia "perché dici questo?"
"Emm" Lily le sorrise, stranamente a disagio. Era seduta sul letto di Rose, nel loro Dormitorio, le gambe penzoloni davanti a lei. Aveva ancora indosso la sua divisa scolastica, anche se le lezioni erano finite da un pezzo. C'era anche già stata la cena.
Rose era risalita subito su, in vista della sua ronda con Scorpius Malfoy, mentre Roxanne e Alice continuavano a mangiare - più che altro a far finta di mangiare, visto che nessuna delle due aveva toccato più di una coscia di pollo a testa - e Lily l'aveva seguita, chiedendole qualche consiglio con la sua storia con Lysander.
"Lily" aveva sospirato Rose, guardandola sorpresa "io vorrei aiutarti, sul serio. Ma non sono un esperta in certe cose"
Lily aveva sbuffato senza replicare. Poi si era autoinvitata nel Dormitorio di Rose e, dopo minuti di silenzio ininterrotto, se ne era uscita con quella frase.
Alle volte Rose si chiedeva davvero a cosa pensasse.
"Beh vedi" disse Lily, soppesando attentamente le parole "sembri sempre distratta...e i tuoi movimenti sono più secchi e bruschi, molto diversi da quelli fluidi di una ballerina che ti caratterizzavano"
"Ho i movimenti fluidi?" Chiese Rose, perplessa.
Lily iniziò a giocare con la coperta rossa sopra il letto. "Non é questo il punto"
"E allora quale é?"
"Sembri triste" Lily fissò i suoi occhi scuri dentro quelli di Rose, una serietà che lasciò quasi senza fiato la maggiore "é...é successo qualcosa? Anche Hugo mi evita"
Sì, vostra madre sapeva sarebbe morta.
"No. Certo che no" Rose sorrise "é un periodo semplicemente un po' più stressato del solito, tutto qui. Sai, adesso si avvicinano gli esami di fine anno, e quindi..." Rose lasciò la frase in sospeso, esplicita.
"É solo gennaio, Rose" ribatté Lily.
Rose si strinse nelle spalle "meglio prepararsi da subito, no? E poi io sono al sesto anno: é molto più tosto del tuo. E l'anno prossimo sarà l'ultimo..." Rose le lanciò un altro sorriso "é nostalgico, quando ci penso"
Lily non sembrava convita. "Perché non siete venuti alla Tana, il ventitré? Vi aspettavamo-"
Voi avere distrutto tutto.
"Impegni improvvisi. Siamo dovuti rimanere a casa"
Lily rimase in silenzio, probabilmente sorpresa per il tono sorprendente brusco - per gli standard di Rose - che lei aveva usato. Si tirò una ciocca del caschetto rosso dietro l'orecchio.
Quando parlò, la sua voce era appena poco più di un sussurro.
"E allora perché Hugo non mi parla?"
"Lo conosci" Rose lavorò a una risposta plausibile e non banale alla quale Lily potesse credere. Allora non sta evitando solo me "behh ha litigato con papà, e quindi...penso che ce l'abbia ancora con il mondo"
"Quando?"
Rose si voltò a guardarla. "Cosa?"
"Quando ha litigato con zio Ron?" Ripeté Lily, seria. I grandi occhi nocciola erano preoccupati, e Rose sentii come un colpo al petto "é successo prima del ventitré? Per questo non siete venuti?"
"Io..." Questo é il mio testamento "Lily é complicato..."
"Spiegami, allora" replicò la ragazzina.
Rose sospirò. "Ascolta" disse a Lily, cercando di mantenere una pazienza consona a quella che aveva sempre avuto "é una cosa di famiglia, e io non mi sento di rivelare delle cose su mio fratello. Se non ti ha detto qualcosa é perché non é pronto a dirtelo, forse lo farà, forse no, ma io non sono nessuno per raccontarti i fatti suoi" stava sparando cavolate, lo sapeva, ma se ci pensava bene poteva anche farle passare per mezze verità "io posso parlare solo per me.
E mi comporto in modo diverso per il semplice fatto che ho iniziato le lezioni di MediMagia, e sono più complicate di quanto avessi pianificato"
Lily corrugò la soppracciglia "Se quelle lezioni ti fanno stare male, allora lasciale no?"
"Assolutamente no!" Esclamò Rose, scandalizzata, con tanta veemenza che Lily sobbalzò "Lily, io voglio diventare una MediMaga. E, per far si che ciò avvenga, devo studiare e lavorare. Niente arriva per niente, e quando ho accettato queste lezioni lo sapevo. E ho accettato sapendo che sarebbe stata dura, anche più di quando potessi immaginare.
Non ho alcuna intenzione di rinunciare al mio sogno solo perché mi sta stressando un po'"
Lily la guardò sorpresa. "Ah." Disse. Non la capiva, Rose lo intuiva da come la stesse guardando, ma dubitava che lo avrebbe fatto. Lily era ancora troppo piccola per sapere cosa voleva dire prefissarsi degli obbiettivi e desiderare di raggiungerli. Non era a conoscenza dell'incredibile forza si potesse tirare fuori per il semplice fatto di riuscire a capire che si sarebbe fatto qualsiasi cosa pur di realizzare i propri sogni.
Ma ci sarebbe arrivata.
Rose guardò l'orologio. "Devo andare"
Prese la borsa di perline, la sua bacchetta, e si diresse di sotto, lanciando a Lily un saluto da lontano.
Scese le scale del Dormitorio, sbucò nella Sala Comune - fortunatamente ancora deserta - e uscii dal quadro della signora Grassa.
Si diresse alla Sala Grande, poi girò per delle scale secondarie e si ritrovò davanti alla Sala di Ingresso. Rabbrividí, ricordando l'incontro che aveva avuto con Pansy, lo sguardo folle della donna, e cercò di non pensarci. Si appoggiò al muro, le braccia sotto il petto, e aspettò arrivasse anche il suo compagno.
Scorpius aveva fatto con lei poche ronde. Diverse prima dell'inizio delle vacanze di Natale, ma, appena tornati a Hogwarts, aveva riniziato a darle buca. E Rose non capiva perché. Inoltre, lui non era uno dei Prefetti scelti il quinto anno, e questo la lasciava perplessa. Da quando in qua in qua i Prefetti potevano essere nominati anche dopo il quinto anno? Non andava contro le regole?
Una fitta alla testa le fece chiudere gli occhi. Rose si portò una mano alla fronte, stupita, ma prima che le dita sfiorassero la sua pelle il dolore era già svanito. Rose aprii gli occhi, perplessa, poi si guardò intorno.
Non c'era anima viva. Stava giusto pensando al fatto che potesse essersi immaginata tutto, quando sentii come una specie di botto.
Rose si staccò dal muro, guardinga. Non era stato esattamente un botto, no, quei suoni erano più forti. Somigliava di più a un battito di mani, uno schiaffo sulla carne e...
"Weasley?"
Rose cacciò uno strillo. Fece un salto, voltandosi indietro, sorpresa.
Scorpius Malfoy, la chioma biondo platino perfettamente tirata all'indietro e gli occhi più grigi del solito, la guardava con un elegante soppracciglio chiaro tirato in su.
Rose ci mise qualche secondo a riprendersi. Guardò il ragazzo, ancora con il cuore a mille per lo spavento.
"Pensavo non saresti venuto" disse senza pensare. Era vero, ma di certo non lo avrebbe mensionato con tutta questa facilità.
Scorpius la guardò sorpreso, ma non disse niente. Accennò a terra. "Ti é caduta la borsa" mormorò.
Rose lanciò uno sguardo al terreno. La borsa di perline giaceva per terra, chiusa. La ragazza sperò non si fosse rotto niente di importante.
Si chinò a prenderla e, quando alzò lo sguardo per tornare dritta, vide qualcosa di strano. Una massa scura e bitorzoluta che spariva in un battuto di ciglia alle spalle del ragazzo.
Rose balzò in piedi, agitata "hai visto?"
Scorpius non si voltò nemmeno.
"Le tue divagazioni e il principio di pazzia? Sì, ma non c'era bisogno di sottolinearlo"
Rose non aveva tempo per la sua ironia. Scattò in avanti, spostandolo di lato. Era sicura di averlo visto, una specie di grande insetto che si muoveva per l'aria senza sosta. Fissò l'entrata della Sala Grande, come se quell'ammasso riccio potesse ricomlarire. Da dietro le porte, si sentiva ancora attutite le voci dei diversi compagni di tutte le età.
Forse se lo immaginò, ma le parve che una porta della Sala Grande si chiudesse con un piccolo tonfo.
Rose degluttii rumorosamente. Ecco, adesso aveva anche le allucinazioni.
Fantastico.
"Weasley?" Scorpius la guardava annoiato, eppure Rose non poté fare a meno di notare che aveva aspettato decisamente troppo per i suoi standard per parlare con la solita voce strascicata "vogliamo iniziare o rimanere qui per tutta la sera a fare le belle statuine?"
Rose si voltò verso di lui socchiudendo gli occhi. "Io non faccio la bella statuina"
"Vallo a dire a come ti metti. Forza, muoviti, magari finiamo anche prima"
"Non finiremo prima", affermò Rose, convinta "e poi non sarebbe giusto nei confronti di Laila e-"
"Beh se non ti muovi certo che non finiremo prima"
Rose si sentii quasi sopraffare dalla rabbia. Fece un passo indietro, fissandolo in cagnesco.
"Ha parlato mister fretta" borbottò
"Che vorresti dire?" Domandò Scorpius accigliandosi.
"Se tu fossi arrivato prima e non spaccato sull'orlo dell'orario di incontro sarebbe stato meglio" sbuffò Rose.
Scorpius fece una smorfia.
"Oh wow, ma allora sai rispondere. Che bella scoperta. Pensavo non avessi le palle per certe cose"
Rose si sentii arrossire, ma era più per la rabbia che per altro. Era stufa di essere presa in giro, ed era anche stufa di essere quella sempre gentile.
Anche lei poteva essere cattiva, se voleva!
E questa nuova scoperta di sé stessa non c'entrava assolutamente su ciò che aveva scoperto di sua madre. Nahh, conoscere il fatto che Hermione sapeva che sarebbe morta ma aveva comunque portato avanti la gravidanza, preferendo lasciarla quando aveva appena due anni, non c'entrava nulla. Per niente. Non aveva a che vedere con il suo cambio di umore.
Scorpius sbuffò. "Muoviti" disse, passandole al fianco.
Rose aspettò un secondo, poi lo seguii. Mentre perlustravano i corridoi erano in un religioso silenzio. Rose sentiva quasi distrattamente un lieve pizzichio alla nuca, e si appuntò mentalmente di non ripassare la notte gli appunti di MediMagia. Doveva andare a letto appena tornata: se stava così male non avrebbe potuto stare attenta alle lezioni.
Poi si ricordò di quello che le aveva detto Roxanne a Pozioni. Imprecò mentalmente contro la cugina.
Scorpius, intanto, accanto a lei sembrava appena emettere fiato. Era silenzioso tanto da sembrare un fantasma, e anche i suoi capelli chiari e la faccia incredibilmente pallida davano la sensazione di camminare con un morto incorporeo. Rose gli lanciava qualche occhiata in sottecchi.
Era impossibile se la fosse presa per ciò che aveva detto poco prima, no? Lui era un ragazzo tenacie, forte...di certo avrebbe resistito a un suo attacco verbale. Giusto? E poi non aveva detto nulla di grave! Solo...lo aveva rimproverato per il suo ritardo.
Era in suo diritto, no? Insomma, lei lo aveva aspettato tutto quel tempo, e poi lui aveva avuto la faccia di dirle di sbrigarsi...
Rose lo guardò ancora. Sorpredentemente, incrociò gli occhi grigi di Scorpius già fissi su di lei. Fu una frazione di secondo, perché il ragazzo li riportò altrove, fuori da una finestra che diventava sempre più buia, ma Rose fu certa di aver visto quelle pagliuzze grigie che la fissavano.
Si sentii a disagio. Forse Scorpius se la era davvero presa con lei.
Ma non aveva detto niente di male! O forse sì? Forse per lei non era stato niente, ma per lui...
Ma dai, come poteva essere una cosa del genere. Scorpius Malfoy che se la prendeva per un piccolo nomignolo.
Impossibile! E poi bisognava considerare quello che lui aveva fatto dall'inizio dell'anno agli altri studenti senza apparente motivo...
Il disgusto per se stessa le diede la nausea. Doveva calcolare il dubbio, e ciò non face altro che incrementare la voglia di trovare un angolo e vomitare quando se ne rese conto.
Non era vero senza apparente motivo. Cioè, forse sì, ma Rose non poteva dirlo con certezza. Poteva anche essere successo qualcosa a Scorpius che lui non aveva detto, poteva sentirsi triste per qualsiasi cosa...Scarlen le aveva detto che spesso anche i pazienti hanno reazioni improvvise e violente, o sono colti da una improvvisa tristezza perché, nella loro vita privata, é successo qualcosa.
Poteva essere così anche per Scorpius.
Di cui lei non era a conoscenza.
E tu gli hai offerto il tuo aiuto si ricordò all'improvviso, e si sentii malissimo per ciò che aveva pensato prima, per ciò che aveva detto. Era stato come ricevere un pugno alla pancia: improvviso e letale.
Lo guardò in sottecchi. Lui stava fissando fuori da una finestra in modo distratto, senza quasi rendersi conto dello sguardo di lei.
Ma Rose incrociò di nuovo i suoi occhi attraverso il vetro. E vide una profonda tristezza.
Voleva ancora aiutarlo. Anche per sentirsi in pace con sé stessa sì, perdonarsi per quelle parole scortesi che gli aveva rivolto.
E poi, lei voleva prendersi cura delle persone. Come pretendeva di curare i danni fisici alle persone se non dava del sollievo psichico e se non riusciva a capire cosa succedesse a loro?
E poi poteva essere un ottimo elemento distraente per non pensare al motivo per cui sua madre aveva scelto la morte piuttosto che abortire.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora