Capitolo 20

76 2 0
                                    

La testa di Rose era persa da altre parti, ancora nell'aula di pozioni, mentre lei, Alice e Roxanne percorrevano i corridoi di Hogwarts a passo di marcia.
Rose si trascinava lenta accanto alle amiche, quasi sospinta dalla corrente travolgente di entusiasmo - difficile da associare a uno studente il primo giorno di scuola - con cui Roxanne saltellava e mangiava in balzi felini il pavimento in pietra. Alice stava parlando di qualcosa non troppo ben identificato, mentre con ampi gesti delle mani esprimeva il suo profondo disgusto.
Ma Rose, forse per la prima volta in quei lunghi sedicianni, non la stava ascoltando. O meglio, non ascoltava ciò che qualsiasi persona dicesse intorno a lei.
Normalmente non era così: quando attraversava posti affollati le persone la urtavano, forse perché non la vedevano o solo per il gusto di spingerla in dietro per passare, o forse semplicemente perché avevano di meglio da fare che degnare di attenzione una ragazzina dai capelli rossi; fatto sta che non si curavano di interrompere la loro lingua che operava nelle faccende quotidiane, e continuavano a sbandierare anche fatti estremamente personali, lasciando che il vento sospingesse sprazzi di parole confuse a orecchie pronte ad ascoltare, accogliere quelle piccole orfane intrise di significato lasciate andare così superficialmente.
Rose aveva sempre ascoltato ciò che per persone dicevano intorno a lei.
Aveva particolare attenzione verso gli altri. Quando la sfioravano, Rose sentiva pezzi di discorso senza senso, estrapolati da dialoghi più complessi, e che le apparivano quasi senza significato, come se avesse provato a tradurre qualcosa in Rune senza il sillabario. Le persone accorciavano la distanza che le divideva da lei, e con crescente intensità, come se stesse girando la manopola di una radio per alzare il volume, le parole le apparivano più chiare, limpide come se fossero state dette al suo orecchio, e Rose sapeva fatti di persone sconosciute; quando gli altri si allontanavano da lei, l'intensità diminuiva, la radio si abbassava, e le parole si perdevano nel vento, indistinte e scure contro i passi che li separavano.
Riteneva importante ciò che gli altri pensavano, sopprattutto se riguardava lei.
"Hermione! Merlino!"
Rose sobbalzò tanto violentemente che i libri le volarono di mano, disegnando un arco colorato in cielo, per poi cadere come sassi al terreno, catturando l'attenzione di qualche studente che passava di lì.
L'eco dei loro tonfi si spense in lontananza, lungo il corridoio.
Rose sbatté le palpebre, rendendosi solo vagamente conto di una macchia marrone che sbatteva le dita davanti a lei. Tutto le apparve sfocato per un attimo.
Rose strizzò gli occhi, affilando lo sguardo. Mise a fuoco.
Le figure le apparvero di nuovo nitide, e il colore opaco rientrò nei suoi confini, riprendendo la tonalità accesa di sempre.
Sua cugina era a meno di tre centimetri dal suo volto, e la fissava con uno strano cipiglio, mentre con una mano scioccava ripetutamente le dita, come se dovesse richiamare un cane.
Alice, dietro di lei, stringeva i libri al petto, gli occhi socchiusi dai quali si vedeva solo una striscia azzurra come se volesse studiarla. La coda castana era alta e immobile alle sue spalle.
"Mi stai ascoltando o no? Sai, farebbe piacere saperlo prima di intavolare una conversazione che coinvolga l'interazione e lo scambio di opinioni da parte di altri" sbuffò, scocciata.
Rose chiuse gli occhi, sospirando.
"No, scusa, ero distratta"
Le iridi degli altri studenti puntate su di lei pungevano sulla sua pelle come piccolo aghi, imprigionandola in piccoli cerchi multi colori.
Alice inarcò un soppracciglio, scrutandila.
Sembrava avesse visto qualcosa.
Roxanne, invece, distratta per certe piccolezze, sbuffò, pestando il piede per terra.
"C'è ne eravamo accorte" alzò gli occhi al cielo "c'è la fai a tornare sulla terra per l'ora di buco o ci ribecchiamo a Trasfigurazione?"
Rose strinse le palpebre, faticando a vedere la figura della cugina contro luce. I raggi del sole che filtravano dalle passe finestre la contornavano come tante piccole formiche gialle.
"Abbiamo un buco?" Riuscii a chiedere mentre qualcuno, a qualche metro da lei, sgignazzava.
Rose arrossì, pensando fosse lei l'evento divertente della situazione.
"Si, Rose" Roxanne le diede una spinta "lo hai detto tu, prima della lezione.
Si può sapere dove hai la testa?"
Rose scosse piano il capo, i capelli rossi che ondeggiavano intorno al suo volto contornandole il viso pallido ricoperto di lentiggini.
"Si, hai ragione. Me ne sono un attimo dimenticata"
Alice si accigliò, guardandola da sotto le soppracciglia corrugate. Gli occhi azzurri si stringevano tanto che le ciglia lunghe avevano quasi del tutto oscurato l'iride.
Stava cercando di capirla. Era risaputo che loro due si intendevano con uno sguardo.
Rose deglutii.
"Speriamo che non ti succeda più" disse Roxanne, fulminando un Primino che si stava avvicinando per sentire la conversazione nelle tre "nessuno vorrebbe mai che una studentessa come te si perdesse in simili sciocchezze"
"Che sciochezze?" Domandò Rose, perplessa.
Roxanne stirò un ghigno, abbassandosi a raccogliere i libri della cugina.
"Oh, dovresti chiederlo ad Alice.
É lei l'esperta in certe cose.
Attenta a non rubarle il posto"
Rose fece scattare gli occhi sulla castana, rassegnata a un altra litigata, e già prefigurandosi l'ennesima scenata. Si aspettava una risposta acida dalla amica, che sarebbe di certo sfociata in un litigio, ma ciò non avvenne.
Alice continuava a guardarla con gli occhi assottigliati, senza prestare ascolto alle chiacchere di Roxanne, e cercava di trapassarla con lo sguardo azzurro.
Rose sapeva che Alice era a conoscenza di ciò che la turbava, e aveva paura.
La consapevolezza che l'amica lo sapesse era assodata in lei, scontata dopo anni di conoscenza, e perfino il suo istinto razionale le suggeriva di trovare una scappatoia, mentre il suo lato più pessimista le diceva di rassegnarsi e consegnare le sue paure nelle mani della amica.
Rose degluttii di nuovo, a vuoto, chinandosi a raccogliere i libri.
Non avrebbe fatto nessuna delle due cose. Avrebbe semplicemente aspettato che fosse Alice a iniziare il discorso.
Sapeva che avrebbe scelto il momento giusto.

In The Name/ Scorose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora