* E4: Apertura di Re *

128 6 4
                                    

Jungkook Pov

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jungkook Pov

Appena aprii gli occhi la testa iniziò a pulsarmi, mi sembrò quasi di aver dormito per secoli mentre mi misi a sedere notando che avevo passato la notte sul divano. Avevo uno strano senso allo stomaco ed il gelo dentro mentre immagini della sera prima si fecero prepotenti davanti ai miei occhi ma il cellulare iniziò a squillare disturbandomi ancor di più. - Mmh. - borbottai rispondendo alla chiamata e trovandomi un San dalla voce fin troppo squillante ed eccitata dall'altro capo, ricordandomi che era arrivato il momento di agire. I nostri sottoposti erano riusciti a trovare un buon equilibrio, da quel che mi aveva riferito il ragazzino al comando ma allora perché dentro sentivo la mancanza di qualcosa? Riattaccai andando a colpo sicuro nell'unica stanza in cui il rosa sarebbe potuto essere e lo trovai fare capolino da sotto il lenzuolo dandomi la sensazione di essersi rimpicciolito ancor di più, sarei voluto andare ad osservare quel suo viso così angelico mentre ancora dormiva ma per qualche strana ragione mi trattenni anche solo dall'avvicinarmi. - Yaaaaa... Jimin... ha chiamato San. Vogliono sapere quando e come si muoveranno. - lo vidi muoversi sotto le coperte e mi chiesi se e quanto avesse dormito essendo solito alzarsi per primo la mattina. "Mai abbastanza"... Mi sedetti su di una poltrona in quella grande camera testimone del nostro amore perverso mentre attendevo che si destasse e i ricordi presero a scorrere come un fiume impetuoso investendomi e facendomi quasi perdere il fiato. Avevo perso il controllo fino a quel punto?

Jimin Pov

Che suono fastidioso, perché? Corrugai la fronte aprendo piano gli occhi, li avevo chiusi all'alba e già mi chiamavano? No chiamavano, mi chiamava lui. Serrai la mascella togliendo quel lenzuolo che non ricordai nemmeno di aver preso, aveva detto ya? Sospirai profondamente e alzandomi andai nella stanza adiacente, sapevo che fosse lì ad osservarmi ma il mio viso doveva essere qualcosa di inaccessibile per lui. Schiacciai un bottone: - Che la guerra abbia inizio. - dissi e odiai la mia voce così come odiai me stesso. Mi ricordai il motivo della mia insonnia, del perché sentissi la faccia gonfia e gli occhi doloranti: - Hanno tutto! - dissi uscendo dalla stanza dei computer e anche da quella maledetta. Era ancora lì, seduto a fissare la porta da dove sarei uscito, la stessa da dove l'avrei ignorato. Raggiunsi la cucina prendendomi dell'acqua, non avevamo mangiato e nello stomaco avevamo solo l'alcol, lo stesso che ci aveva portato a quel risultato. O era stato altro? Quella notte mi chiesi se non avessi sbagliato tutto, se avessi fatto bene a rincorrere i miei desideri e voler volare alto, esattamente come Apollo che si bruciò e morì, avrei fatto la stessa fine? Ma poi sentii il mio cuore battere poco di più facendo male e capii che, nonostante tutto, avrei amato Jungkook anche in quel modo, forse era proprio questo che odiavo. Aprii il rubinetto del lavello e ci buttai la testa, facendo scorrere l'acqua sui capelli che lenta scendeva sul viso, era ghiacciata e avrebbe stemperato il calore che sentivo mi stesse bruciando!

Non potevo aspettarmi altro da Jimin, come biasimarlo? Ero stato uno stronzo ancora una volta, per sbaglio o per scelta, lo avevo in qualche modo attaccato non riconoscendomi in quelle azioni. Bugiardo... mi disse quella voce ed aggrottai di poco la fronte raggiungendolo in cucina e fissando ancora il mio sguardo su di lui sapendo che prima o poi avrebbe reagito; anche se sentivo qualcosa di diverso, come se la sera prima la nostra storia era andata inclinandosi sotto il peso dei nostri esseri. "Non sono abbastanza"... e di nuovo quella frase tornò a tormentarmi come se avessi dimenticato qualcosa di importante e la sensazione di aver fatto qualcosa a Jimin si fece strada chiedendomi se, quei ricordi, fossero affidabili o pura immaginazione della mia mente. E mentre era ancora di spalle mi avvicinai a lui sfiorandolo di striscio, passandogli oltre ed aprendo il frigo in cerca del nulla cosmico lì dentro. C'era qualcosa che non andava in noi, qualcosa che né io e né lui, forse, comprendevamo totalmente ma di sicuro non gli avrei permesso di ignorarmi ancora a lungo seguendo ogni sua mossa in silenzio, alla fine si sarebbe stancato di quel suo giochetto e fui felice di vederlo dirigersi verso la palestra interna attrezzata. Piano lo vidi fasciarsi le mani diligentemente mettendosi in posizione davanti al sacco; sarei potuto restare lì ad ammirare come i muscoli della schiena e delle spalle lavoravano facendolo sudare ma decisi di mettermi agli attrezzi senza però distogliere lo sguardo dal suo corpo. Più il tempo passava, più aumentava il ritmo notando quanto la sua resistenza fosse migliorata come se si fosse allenato nel combattimento ravvicinato e quasi per abitudine mi passai la lingua sulle labbra gustandomi quelle immagini.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora