* I fantasmi della notte *

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Jimin Pov 

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Jimin Pov 

In quel momento io e Jungkook eravamo come la luna e il sole, nello stesso cielo ma non era possibile stare vicini. Pur avendo quel momento in cui potevamo vederci, eravamo lontani anni luce per riuscire anche solo a sfiorarci, nonostante sentissi il suo corpo appoggiato al mio. Avevo fatto in modo di separare quelle due stelle e non riuscivo a trovare nessuna soluzione per portare quel sole accanto a me perché sembrava che più lo stringessi più lui si allontanava. Lo perderemo di nuovo. Serrai la mascella, cercando di trattenere ogni cosa, di non tremare tra le sue braccia e di fare respiri regolari; mi ero già mostrato abbastanza fragile ai suoi occhi e non era necessario che lo vedesse ancora. - Lo farò sempre. - dissi stringendo di più, per quanto possibile mi era. Ed era vero, l'avrei sempre tenuto stretto a me anche se sentivo che avesse voluto scappare, non l'avevo sempre fatto? Sei stato un cretino. Era vero anche quello e non me lo sarei mai perdonato. E lui invece? Alzai la testa di poco, facendo in modo che i suoi occhi vedessero i miei: - Ti verrebbe più semplice se ti dicessi che... che non ce lo mai avuta con te? - ero ferito, ero rotto, avrei dovuto trovare molti pezzi di me stesso che si erano andati sbriciolando dentro di me ma avevo un unica certezza, se pur pazza e quasi senza senso: non ero arrabbiato con lui ma con me stesso.

Jungkook Pov

Semplice!? Cosa era semplice in tutto quello? Di cosa stava parlando? Allentai di poco la presa su di lui rendendomi conto di quanto quella frase fosse sbagliata e sembrò che il vuoto mi stesse nuovamente chiamando. - Non ce l'hai mai avuta con me? In che senso? - la testa scattò di lato mentre tutte le frasi andavano a collegarsi facendomi sentire ancor più fuori posto. - Serio Jimin? È successo tutto questo casino e tu mi dici che non c'è l'hai mai avuta con me? E con chi sentiamo? Con te stesso? - e se il tono inizialmente poteva sembrare calmo, prese un'incrinatura sempre più pericolosa e andai a spostargli le mani da me. Non meritavo di stare tra le sue braccia se non era nemmeno in grado di riconoscere le mie colpe. Mi alzai trascinandomi dietro rivoli di acqua e poco importava se avessi allagato il bagno, perché quel dolore tornò a colpirmi dritto in faccia. - Scommetto che stai pensando che è tutta colpa tua, che se è accaduto è perché mi hai dato il permesso... tz... ascoltami... e fallo Jimin... cerca di sentire le mie parole... te l'ho detto prima e te lo ripeto, sarebbe successo ugualmente. - si alzò uscendo da quella vasca ma forse sarebbe stato meglio ci restasse lì dentro. Mi stavo incazzando, perché avevo sbagliato, perché ero un coglione e mi meritavo le peggiori cose e lui che diceva? Che non ce l'aveva con me. Era serio? Calmati Kook... Col cazzo. Avrebbe dovuto picchiarmi fino a farmi espirare, fino a vedere la mia sporca anima dannata uscire da me invece mi accoglieva nelle sue braccia come se non avessi fatto nulla. - Non giocare a fare Dio Jimin... perché allora non hai ben capito la situazione... - stai scommettendo contro te stesso, e lo faccio pure io! Risi dentro di me a quello stronzo. - Dimmi, quante volte devo dirtelo prima di fartelo entrare nella testa? Il ragazzino aveva ragione, è una cosa che non c'entrava nulla con te o Yoongi perché era una cosa nostra... - sentivo quegli stracci pesarmi così come la mia stessa pelle e sperai mi desse fuoco con la benzina; mi accostai a lui, con lo sguardo incatenato al suo e nulla mi trattenne dal riversargli sopra tutta la merda che avevo dentro. - Oh Jimin, a volte mi chiedo quanto tu voglia ancora vivere tra i tuoi pensieri... mi dici di affrontare ogni cosa quando tu stesso ti ripari dietro autocommiserazione. Guardami Jimin, guardami bene e lo hai detto pure tu, sono un essere pensante che decide con la propria testa no? Ho preso le mie decisioni ed ho sbagliato. Io cazzo... Io ho sbagliato... Io l'ho desiderato con questo schifo di corpo... Io... e se non ora, sarebbe successo prima o poi e quel desiderio sarebbe solo cresciuto arrivando al punto di non respingerlo. - le mani iniziarono a tremare e dentro rabbia e dolore andarono a mescolarsi dandosi forza l'un l'altra, accrescendosi fino a non so che punto. Mi costrinsi a fare un passo indietro, ad allontanarmi da lui, afferrando l'accappatoio per poi lanciarglielo sopra; volevo si coprisse, che non si mostrasse a me in quel modo, non con quello che mi portavo dentro.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora