Jungkook Pov
Una volta attraversata la zona sicura intorno all'appartamento di Jimin, il mio telefono iniziò a vibrare ripetutamente, non ebbi nemmeno bisogno di controllare le notifiche sapendo già di aver mandato l'intera Shadow in crisi con questa mia sparizione ma dovevo tornare, non potevo così come Jimin, lasciare ogni cosa in sospeso, abbandonare le nostre famiglie. Ci misi poco ad arrivare a quella che Namjoon chiamava casa, gli occhi di Jin, non appena mi videro, iniziarono a sogghignare quasi si divertissero alle mie spalle così, senza alcuno scrupolo uno dei miei coltelli andò a conficcarsi proprio tra le due teste di cazzo - Lo rivoglio... pulito... e lucido... - Non dissi altro per poi salire in ascensore, bastava poco per mettere in riga quei sacchi senza spina dorsale che, spesso e volentieri, non si ricordavano il loro posto e mi chiesi su quali criterio utile alla gang li avessi ancora tenuti in vita. Quel nuovo Jungkook era rimasto da Jimin, sarebbe stato meglio così perchè troppo emotivo e ragionevole mentre in quel momento avevo bisogno della mia parte peggiore, non solo dell'assassino ma anche del demone, del sadico, dello psicopatico che risiedevano in me. Alle mani due pugnali mentre varcai la porta di quel freddo appartamento, Namjoon posto proprio dinanzi a me ma non era lui il mio reale obiettivo. Dove si nascondeva quella merda di nerd? Mi diressi così verso lo studio di Jin dove lo trovai beatamente accomodato sulla sua poltrona del cazzo. In vita sua non aveva mai dovuto sbattersi più di tanto per arrivare fin lì, per sopravvivere in un mondo che non dava spazio alle debolezze ma, sfortunatamente, aveva deciso di mettersi contro l'avversario sbagliato. Poteva essere bravo nel muovere quelle sue dita da fata ma di certo faceva schifo nel combattimento corpo a corpo. Gli fui sopra in meno di un battito di ciglia facendolo cadere da quella sua poltroncina comoda. - Ti sei divertito? - chiesi mentre ero a cavalcioni su di lui, la testa piegata su di un lato e negli occhi solo la voglia di vedere il suo sangue. Gli presi le mani e le trafissi con i miei coltellini mentre un grido si librava dalla sue labbra facendo godere il mio demone e mandandolo sull'orlo dell'estasi. - Sai qual'è la differenza tra me e te, Jin? - gli chiesi ancora, mentre sentivo la sua pelle trasudare paura mista a rabbia acuendo ancor di più i miei sensi da predatore. - Che io amo sporcarmi le mani. - risposi sussurrando, abbassando un primo cazzotto su quel bel faccino da sporco codardo che si ritrovava. Divenne il mio sacco da boxe preferito, ad ogni pugno il sangue aumentava, ad ogni pugno l'adrenalina faceva il suo lavoro, ad ogni pugno la mia anima gridava ed io ridevo gustandomi quella bellissima scena quasi fosse il mio spettacolo preferito, il quadro più profondo, il dramma più contorto. Dal mio gilet estrassi un'altra mia piccola ma fedele amica e, proprio in quel momento, due mani forti mi sollevarono proibendomi di infierire e dare il colpo di grazia a quel bastardo che aveva provato ad allontanarmi dalla mia unica fonte di luce, ed un ruggito basso si levò dalla mia gola riportandomi alla mente istinti primordiali, istinti di sopravvivenza che non avevano mai smesso di accompagnarmi sussurrandomi che, colui che aveva fermato il tutto, era Namjoon. Inspirai profondamente, abbassando i livelli di adrenalina e rallentando il battito cardiaco senza però distogliere lo sguardo da quel sacco di spazzatura marcia mentre il capo mi trascinava via di lì chiudendo poi la porta e lasciandomi andare come sapesse che, contro di lui, non avrei mai mosso un dito.
- Jungkook... - per la prima volta, nei suoi occhi, vidi incertezza, lo vidi brancolare nel buio, per la prima volta non si era preparato un discorso e sentii che, forse, avrei dovuto parlare io per lui. - Namjoon... io... - era difficile tradurre in parole concrete quel groviglio di sentimenti che ancora pulsavano nel mio cuore ma il ricordo del sorriso di Jimin si fece prepotente nella mia mente rendendomi più forte di quel che pensavo. - Non mi importa di nessuno, non mi è mai nemmeno importato di me stesso; ho deciso di seguirti riconoscendo in te la mia unica famiglia... non gli Shadow, non i miei cani... ma te... ho affinato la mia arte per metterla al tuo servizio, ho sacrificato tutto per te ma ti chiedo solo una cosa in cambio... ti chiedo solo di accettare... - non riuscivo a continuare, il suo sguardo non mostrava alcuna emozione. - Cosa dovrei accettare Jungkook? Il fatto che uno tra i peggiori cani di Yoongi si aggiri nel mio territorio, arrivando fin sotto casa mia, minacciando un membro della nostra Gang, minacciando così tutti noi compreso te? Dovrei forse lasciarti usare da quella merda? Jungkook cristo... se sono arrivato così in alto è perché.. come già sai... sono sempre un passo avanti. Non pensi abbia già intuito tutto? Ti sta usando Kook, vuole usarti per smantellarci dall'interno... - quelle parole fecero male come il dubbio che insinuarono in me, andando ad intaccare direttamente le fondamenta della mia esistenza.Scossi la testa vigorosamente per togliermi quella merda dalla mente, aggrappandomi con tutta la mia follia al sorriso di Jimin e a tutto ciò che aveva portato con sé. - Non succederà più... non... non mi sta usando... è qualcosa al di fuori delle gang il nostro... - il mio sguardo guardava un punto impreciso mentre pronunciavo quelle parole e sembravano dette più per convincere me stesso che il capo. - Credi davvero che degli esseri che brancolano in questo mondo, nutrendosi di carcasse ed immondizia, mossi solo dalla effimera sete di potere possano davvero essere altro? Possano vedere il mondo da una prospettiva diversa? Possano essere imparziali a questo schifo di vita? Tu stesso sei l'esempio per eccellenza di questo mondo... non puoi decidere di starne al di fuori. Non abbiamo scelta... o è bianco o è nero. O sei Shadow o sei Black. Ti pongo una domanda... me o lui? E in ogni caso lui sceglierebbe lo stesso? - Quelle ultime domande mi fecero sorridere, perché noi avevamo già fatto la nostra scelta andando contro chiunque ma allo stesso tempo rimanendo fedeli. - Lo abbiamo già fatto Namjoon... a Mapo così come a Dong.... così faremo sempre. Non ti sta bene? Allora tieniti quella merda subdola che c'è in quella camera... questo non è il posto per me... - il mio sguardo iniziò a prendere fuoco mentre sostenevo il suo. Rimase in silenzio per un po', come a valutare ogni minima sfumatura di quel discorso o, semplicemente, per testare la mia resistenza. Non ne ero sicuro perché Namjoon aveva sempre avuto quell'abilità nel nascondere i suoi pensieri a chiunque, persino a me. - Non ti tradirei mai così come non tradirei lui. - era assurdo, lo sapevo. Era impossibile trovare un punto di incontro tra i sentimenti per Jimin e i piani di Namjoon. Era impossibile ma questo mi piaceva della vita, arrivare al limite e superarlo e quello non era che un altro limite che avrei superato in un modo o nell'altro. - Ecco perché ho sempre scelto te... Jungkook. - un sorriso inaspettato si affacciò sul suo viso, come se avesse visto qualcosa a me incomprensibile e celato, aveva forse fatto un'altra scommessa con la vita sapendo di vincerla? Probabile. - Ma ora muovi il culo e libera quello stronzo, se la vedrà con me dopo... - disse infine Nam, lasciandomi il lavoro sporco e dirigendosi verso il suo studio. Guardai quella porta che nascondeva quello sporco infame, l'aprii con uno dei miei migliori sorrisi stampati in faccia puntando il mio sguardo su quel corpo inetto anche solo a liberarsi da due piccoli coltellini. - Mi chiedo come tu abbia fatto a rimanere vivo... - dissi freddo schernendolo mentre con colpi secchi sfilai le lame dalla carne delle sue mani, lasciando due bei buchi e ammirando il taglio preciso in esse ma, prima di andarmene e lasciarlo a leccarsi le ferite, aggiunsi a due millimetri da quella faccia sfigurata: - Provaci un'altra volta... e non te la caverai con due soli buchi. - sul viso un sorriso sghembo mentre la paura regnava in lui e gustai come quel topino tremava di fronte ai denti della mia sete di sangue.
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𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
FanfictionLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...