* Mezze verità *

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Jungkook Pov

Salimmo in moto con destinazione il cuore dei Black, la casa di Yoongi ed ovviamente quella di Jimin ma prima di partire mandai un messaggio al mio amato zuccherino:

Stiamo arrivando, preparate una festa per noi!

Non attesi risposta e partii sentendo il peso di Taehyung sulla schiena e glielo lasciai fare, percepivo ne avesse bisogno e non mi sarei tirato indietro nel dargli quel conforto seppur indiretto. Sul cammino sperai che Jimin avesse letto in tempo il messaggio in modo da non dovermi fermare a sgozzare chissà quale merda abbastanza idiota da provare a fermare il mio cammino; più ci avvicinavamo e più sentivo ansia ed eccitazione salire dentro al solo pensiero di rivedere il rosa e non solo ma la strada sembrò infinitamente lunga. In lontananza, finalmente, si poteva vedere la figura della grande dimora di Min ed un sorriso sghembo prese strada, non era mio, era del mio compagno di sventure adoratore del sangue.

Jimin Pov

Stavo prendendo a pugni il sacco da box da un'ora almeno; sentendo i muscoli farsi tonici e doloranti allo stesso tempo. Stranamente in casa si respirava un'aria tranquilla, aria in contrasto con quello che accadeva dentro di me. Avevo il pensiero a quel ragazzino, a cosa poteva scoprire e se fosse riuscito a trovare qualcosa. A Jungkook e alla mia gelosia perché avrebbe passato più tempo con quel moccioso che con me. Poi c'era mio fratello, era lo stesso Yoongi; con gli stessi impegni di sempre, eppure i suoi occhi erano cambiati. Sopportava in silenzio, non mi faceva nemmeno avvicinare a lui; sempre chiuso nella sua stanza o nel suo ufficio. Quando capii di averne avuto abbastanza, feci una doccia; indossai dei jeans neri e lasciai che l'asciugamano attorno al collo solleticasse il mio petto nudo attutendo le gocce che cadevano dai capelli bagnati. Lo squillo del messaggio mi diede una marcia in più a quella noia ma, quando lessi il mittente, l'adrenalina scaricata poco prima cominciò di nuovo a farsi strada dentro di me. Chiamai Yoongi avvisandolo dell'imminente arrivo, ero certo che avrebbe smesso di fare qualsiasi cosa stesse facendo per correre qui. Sentii chiaramente, il graffiare di quella bellezza, in lontananza; segno che quei due stavano già svoltando l'angolo e sarebbero entrati da un momento all'altro. Quei pochi coglioni che erano rimasti, non avrebbero mosso un dito, altrimenti ne avrebbero fatto a meno; erano già stati avvisati. A braccia conserte, davanti lo spiazzale, guardai la sua figura entrare lenta dal cancello, quanto poteva essere eccitante Jungkook sulla moto? Qualcosa però, disturbava la mia già precaria tranquillità: - Taehyung le mani ti potrebbero servire per masturbarti, non vorrei farle saltare. - dissi una volta fermati. Sorridevo, ma non aveva niente di ironico quel gesto.

Non appena fermai la moto feci scendere Taehyung per poi fare lo stesso togliendo il casco e, finalmente, sotto quella luce ammirai e studiai, ogni dettaglio di quella pelle così beatamente esposta per graziare i miei sensi - Parla quello che se ne va in giro nudo... - dissi avvicinandomi di poco ; non volevo difendere Tae ma più che altro sottolineare quanto, anche solo la visuale del suo candore perfetto come la neve, potesse attirare sguardi inutili. Dio se quella casa non aveva tracce del passaggio del suo odore, potevo percepire la sua presenza ovunque e sembrò di essere in un parco giochi per i miei sensi che iniziarono a gridare il suo nome. Cercai di non farmi completamente investire così passai il mio sguardo su Taehyung che, senza accorgersene, stringeva ancora un lembo della mia giacca. - Tutto bene?- gli chiesi mentre il mio sguardo andò a puntarsi in quello di Jimin.

Dovevo capire se eravamo ancora a Seul o ci eravamo improvvisamente trasferiti nella zona più fredda della terra. - Non c'è lo hyongnim? - chiese Taehyung. Aveva lo sguardo preoccupato e qualcosa mi mise in allarme. - Arriverà a minuti. È successo qualcosa? - chiesi ad entrambi. C'era un'atmosfera particolare, soprattutto attorno a quei due; mi venne estremamente difficile non ostentare la mia gelosia. Per non prendere un raffreddore, friziona i capelli con l'asciugamano: - Tae fa gli onori di casa, io arrivo. - sperai non si sentisse il tono freddo con cui lo dissi. Scossi poco la testa dirigendomi nella mia stanza.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora