* Anime Gemelle *

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Jimin Pov

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Jimin Pov

Non credevo che morire facesse così male, non dicevano che non sentivi più niente e tutto era finito? Allora perché stavo ancora pregando, chiunque stesse ascoltando, di lasciarmi in pace una volta per tutte. O forse era la mia punizione: sopportare in eterno le pene che avevo inflitto. Eppure, in quel buio, la sua voce era così chiara e limpida che quasi non ci credetti; mi dissi che forse quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei sentita. Costrinsi il mio corpo ad aprire gli occhi ma vidi solo qualche macchia indistinta; talmente fastidiosa da richiuderli immediatamente. Qualcosa stava toccando il mio corpo, procurandomi ancora più dolore e, se avessi avuto la forza necessaria, gli avrei intimato di allontanarsi. Continuavo ad alternare momenti di lucidità al buio più totale; freddo e qualcosa di saldo tenermi stretto. Poi calore improvviso e qualcosa toccare le mie membra lacerate e finalmente, di nuovo il silenzio. Le tenebre, nemmeno i dolori si fecero sentire ed io ringraziai gli Dei per avermi concesso quella piccola pace. Era strano come ancora riuscissi a vedere il suo viso, a coglierne ogni singolo dettaglio: dalla piccola cicatrice sulla guancia destra; al neo sotto il labbro inferiore. Quel colore nero degli occhi in contrasto con quello chiaro della pelle; o ancora le sue labbra, rosee e perfette da fare invidia a Venere stessa. Per un attimo chiesi a qualcuno di più grande di me, se fosse stato possibile sentire la sua voce, anche solo per un attimo e fu lì che i miei occhi decisero di aprirsi. La mia visuale fu riempita solo dalla sua figura, sembrava così vera che mi venne da sorridere: - Sembri così reale. - sussurrai e per qualche istante non capii se davvero fossi morto o avessi preso un abbaglio. Il dolore doveva farmi capire che ancora respiravo ma ero talmente concentrato su di lui che non riuscii a sentire nemmeno il battere del mio cuore ma, se quella fosse stato davvero il mio aldilà, mi dissi che ne valeva la pena, almeno lì l'avrei avuto con me.

Jungkook Pov

I suoi occhi si aprirono in uno spiraglio, piccolo ma luminoso ed io mi permisi di respirare e non di lasciar andare quelle lacrime che premevano. - E tu sembri meno idiota di quel che sei. - dissi, non era la migliore frase da rivolgere in quel momento ma dovevo dirlo. Era stato un idiota a lasciarsi ferire da Chan, conoscevo la tecnica di combattimento di entrambi tanto da sapere che Jimin non avrebbe mai rischiato un combattimento ravvicinato con lui. Provai sollievo misto a rabbia e mi imposi di non andargli vicino o avrei rischiato di procurargli altro dolore in quel suo corpo già troppo martoriato. - Puoi smetterla, per una volta, di farmi preoccupare e farmi saltare i nervi? - Distolsi lo sguardo da lui, non perché non volevo continuare a sublimarmi di quella vista, di come quel colore donasse alla sua carnagione mettendo in risalto i suoi lineamenti così eleganti, ma perché dentro mi vergognavo; per essermi comportato come un ragazzino, per averlo lasciato solo, per aver permesso a della stupida gelosia di intromettersi tra noi, di essere me stesso.

Era spiritoso tanto quanto quel ragazzo, quella bellissima visione e risi davanti alla sua battuta; pessima mossa. Boccheggiai tossendo poco dopo, il dolore fu così forte che la mia mente si svegliò di colpo portandomi davanti alla verità che non volevo accettare. Ero vivo e Jungkook non era una mera visione. Era lì in carne ed ossa ed io sentii l'esigenza impellente di toccarlo. Cercai in ogni modo di alzarmi ma con scarsi risultati; tutto quello che accadde quella notte mi si presentò anche peggio. Il fianco bruciava come se continui forconi venissero appoggiati alla mia pelle. - Cazzo. - gemetti, portando di nuovo la schiena a contatto con il letto rendendomi conto di essere a casa nostra. Guardai la mia persona riflessa su quel grande specchio posto proprio sopra il letto, mi ero fatto conciare proprio bene; gli dovevo dare atto a quel coglione, sapeva scalciare parecchio. - Jungkookie? - chiamai. Perché non era vicino a me? Perché continuava a starmi lontano? Possibile che ancora non mi avesse perdonato; di cosa poi, quasi mi ero dimenticato.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora