Jimin Pov
Dall'anniversario erano passati alcuni giorni, giorni in cui io e Jungkook eravamo più uniti di prima, come se la febbre, il parlarci, e la sera stessa del nostro primo anno, avesse messo sulla giusta linea quel filo d'acciaio che si era talmente intricato da apparire un groviglio infinito di caos. Io e Jungkook saremmo stati sempre caos, un grande ed immenso cumulonembo, ma qualcosa di differente si era venuto a posare su di noi; come se un leggero vento soffiasse per spazzare ciò che di sporco voleva costantemente crearsi. E il mio Jungkook sembrava che fosse stato messo proprio al centro di quel vento, perché da quella notte era diverso; più attacco, più attento. Ed io mi soffermavo spesso a guardarlo quando non faceva caso a me, o quando non mi sentiva, studiando quei piccoli particolari differenti che il mio occhio vigile aveva notato. Sembra quel Jungkook... dissero all'unisono. Aveva quella particolarità che mi era piaciuta e che mi aveva spinto a volerlo vivere nonostante non fosse totalmente lui; eppure erano lì. Quel dolce Jungkook che mi chiedeva di fare l'amore abbracciandomi per poi rimanerci per tutta la notte e dormire senza quei piccoli guizzi causati dagli incubi; quello stronzo, che mi regala un collare con la sua firma rivendicando ancora di più quale fosse la mia appartenenza; e poi c'era il mio Jungkook, quello di sempre. Lo stesso che mi chiamava con nomignoli stupidi ma che mi piacevano, quello che attaccava un mio disegno infantile al frigo, che mi provocava sapendo che avrei sempre risposto. Non saprei spiegarlo, non avevo parole a sufficienza per dire quello che vedevo, ma era abbastanza vederlo formarsi nella mia testa per sentirmi tanto bene quanto felice. Quel giorno mi stavo dedicando a dei piccoli affari per lenire la situazione che si era creata dopo gli scontri; soprattutto quando Jungkook mi aveva parlato dei problemi con il mercato nero. Avevo mandato un sms a San dicendogli di fare le valigie perché era arrivato il tempo di trasferirsi; non so quante infinite faccine con i cuori mi inviò. Sorrisi scuotendo la testa, sarebbe stata una sfida averlo così vicino, con il suo carattere e con la pochissima pazienza di Jungkook. In quel frangente, un po' distratto da pensieri piccoli ma che ci sarebbero sempre stati, un messaggio mi colpì facendomi fissare lo schermo del pc per qualche minuto. Namjoon chiedeva a me e a Jungkook un incontro per un aperitivo, fu la frase "in totale amicizia" a farmi sorridere e corrugare la fronte allo stesso tempo. Andai dal mio Jungkook che stava pulendo le sue armi già pulite, gli picchiettai la guancia e mi bloccai per qualche minuto quando i suoi occhi si fissarono nei miei. Come può essere così sfacciatamente sexy, trattenni una risata: - Namjoon vorrebbe incontrarci "in totale amicizia". - dissi mimando le virgolette e poi aggiunsi: - E qui mi chiedono come puoi essere così sfacciatamente sexy. - sorrisi arricciando il naso. Spostai quei capelli lunghi che coprivano i suoi splendidi occhi, beandomi delle sue espressioni.
Jungkook Pov
Giorni di calma, di totale normalità seppur costellata di quei nostri esseri psicopatici. Sembrava, comunque, che avessimo trovato il nostro equilibrio dopo aver messo ogni cosa nero su bianco, dopo aver chiarito i nostri pensieri e tolto quei pesi dalle nostre anime ed ero intenzionato a mantenere quella stabilità, nonostante le sfide che la vita ci avrebbe sempre posto davanti. Ero consapevole che non sarebbe mai stato facile per noi, per come eravamo e per la vita che eravamo stati costretti a vivere e che non riuscivamo a mettere da parte. Prova erano i nostri continui allenamenti, il nostro costante tener d'occhio le strade e gli spostamenti dentro Seoul, le entrate e le uscite sul mercato nero, il vivere il prossimo e vederlo come possibile alleato o nemico da far fuori, il rimanere in contatto con chi ci aveva seguito in battaglia e, seppur molti volevano vivere una vita "normale", anche loro erano totalmente immersi in quella oscurità di cui eravamo intrisi. Quell'oscurità era parte di noi e non potevamo certo ignorarla ma dentro casa nostra l'atmosfera sembrò acquietarsi; vivevo Jimin in ogni sua nuova sfumatura senza che la tenesse nascosta, lo vivevo pienamente e mi bastava quello, lui mi dava la forza di tornare in campo se mai ce ne fosse avuto il bisogno e mai mi sarei più tirato indietro e quasi come un ossessionato mi ritrovavo a rassettare, riordinare, affilare le mie armi quasi a volerle tenere pronte e se a Jimin potevano sembrare pulite ed in ordine, forse non si era accorto della parete della palestra che sembrava più un poligono di tiro che altro, pensando che avrei dovuto trovare un altro posto per tenermi in allenamento se non volevo distruggere quel paradiso. Nam lo aveva costruito, forse potresti fare lo stesso... già ma dovevo chiedere prima un parere del mio amore che, piano, entrò nella stanza e quasi mi fece tagliare con la lama che avevo tra le mani. - Jimin... almeno in casa potresti portare il gioiello che ti ho regalato? - gli chiesi ma era più che altro un'imposizione velata la mia, ed ebbi il desiderio di regalargliene altre, magari più comode ma sempre con un sonaglino e sorrisi perverso tra me e me, ma quando iniziò a parlare mi feci serio al solo nome di Namjoon. Tra i vari avvenimenti, avevo totalmente messo da parte la faccenda e sospirai visibilmente, passandomi la mano tra i capelli lì dove l'aveva passata il mio angelo. - Primo... non sono io ad essere sexy, anche se in realtà lo sono ma è un dettaglio, ma siete voi ad essere dei fottuti depravati... secondo... credo dovremmo andare a far visita a papino... forse ci da la sua benedizione... - sputai l'ultima frase con un filo di veleno di troppo, come se quel pensiero mi disturbasse in un certo senso. Con Jimin mi ero liberato di quel nulla e da un lato, forse, avevo solo paura di ritornarci ...o forse non vuoi affrontare l'uomo che infondo ti ha dato la possibilità di arrivare fino a Jimin... ringhiai, non gli dovevo nulla, gli avevo già dato troppo e di certo non avevo bisogno del suo "permesso" per stare con il mio rosa. Perché stai travasando tutto? Ha chiesto solo un incontro in amicizia... sbuffai mettendo nuovamente a fuoco il mio uomo che mi guardava con un enorme punto interrogativo negli occhi. - Niente... lascia stare... sono davvero interessato ad incontrarlo e finalmente, forse, riuscire a mettere un punto ed iniziare un nuovo capitolo anche con loro... - l'ultima volta che lo incontrai, ci lasciammo con un forse ma anche quello mi stava sfinendo seppur non dandolo a vedere, perché se ci fosse stata anche solo la minima possibilità di poter restare con Jimin ed avere Nam e Jin come alleati, allora sarebbe stato grandioso; non per me, ma per chi avevo conosciuto, per i volti che ci avevano accompagnato, per Jimin, San, Junho, i segugi e gli uomini di Jimin. Ci sarebbe stato un sospiro di sollievo a Seoul e tutti ne avevamo bisogno, ognuno sentiva la necessità di cambiare ed io e Jimin, insieme, in qualche modo ci eravamo fatti carico di quella responsabilità seppur inconsciamente; ma avevamo trovato la nostra calma, dovevamo solo trasmetterla all'esterno ed ogni cosa sarebbe andata per il verso giusto.
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𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
FanfictionLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...