La vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre...
Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...
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San Pov
Perché mi sentivo così piccolo tra le sue braccia, nonostante potessi benissimo tenergli testa in combattimento? Quella consapevolezza mi faceva impazzire, come volessi mostrarmi indifeso a lui ed impreparato ed un po' lo fui quando lo sentii gemere sotto le mie carezze. Sarebbe stato mio, lasciando la sua mano prepararmi a lui, rischiando di cedere sulle mie stesse ginocchia in quella posizione in cui mi osservava in tutta la mia libidine. Finalmente vedevo quegli occhi posarsi su di me in quel modo, lacerando ogni legame avessi con altri vedendo solo lui. - Junho... di più... - lo implorai, tra un gemito ed un altro, con la mia intimità che sfregava contro di lui mandandomi scariche di puro godimento. E quando mi liberò per farmi scendere su di lui persi ogni fiato, nonostante mi avesse preparato mi sentivo lacerare dalla sua grandezza, pulsando intorno a lui man mano che mi riempiva. Mi tenne così, nella sua presa mentre piano mi abituavo gemendo ad ogni suo fremito in me senza nemmeno che si muovesse. - Mi riempi Junho... - dissi lascivo, iniziando a muovere poco il bacino in circolo, sentendolo come mi plasmava l'interno e non mi trattenni dal porre le mie labbra vicino al suo orecchio; facendogli arrivare i miei gemiti sommessi, frammezzati dal suo nome che andava ad insinuarsi in me. - Distenditi ti prego. - gli chiesi e quando lo fece, iniziai a muovermi piano sulla sua asta, enorme e dura, sentendo ogni suo dettaglio sulle mie pareti. E andai di proposito lento, per poterlo sentire come mai avevo sentito nemmeno Jungkook, volendolo vivere in modo diverso. Ma il piacere iniziò a crescere così come la mia fame, portando una mia mano indietro a puntarsi sulla sua gamba sentendolo sfregare prepotentemente un punto talmente sensibile da farmi quasi gridare a quel contatto; e strinsi la coscia mentre il mio sguardo restò nel suo, sentendo la sua voce vibrare accompagnando la mia.
Junho Pov
Dio se fosse etereo, se fosse di un altro livello pur sembrando ancora un bambino, il modo in cui si muoveva su di me, lasciando che il suo corpo mi mostrasse quanto mi stava desiderando ed io lo volevo. Volevo San in tutto quello che era, volevo mi appartenesse come niente mi era mai appartenuto se non me stesso; desideravo dargli Junho come non l'aveva mai visto nessuno. Portai le mani sui suoi fianchi, accarezzando la sua pelle chiara e liscia, segnata da una vita che non ci aveva mai risparmiato in niente. E per un attimo mi bloccai, smisi pure di respirare, perché riconobbi quella mano che lo aveva segnato; riconobbi la linea perfetta lasciata dalla sua lama preferita, l'unica che usava e ringhiai. Distogliendo lo sguardo, gli cinsi il fianco e senza che uscissi da lui, lo adagiai sul letto; alzai entrambe le sue gambe: - Incrociale sulla mia schiena. -e lo fece, mentre continuava gemere senza smettere di guardarmi. Era caparbio ed io stavo impazzendo: - Voglio cancellare... - iniziai muovendomi dentro di lui lentamente. - Ogni impronta... - continuai aumentando il ritmo. - Ogni cicatrice... - uscivo di poco e roteando il bacino lo colpivo di nuovo. - Che ti hanno lasciato... - ripetevo tutto, ancora ed ancora. Mentre la bocca prendeva la sua, lasciando i suoi occhi vedere ogni cosa: - Nessuno più... deve avere... - sussurrai, e tenendo le sue gambe ancora incrociate a me, alzai il busto spingendomi ancora più in profondità. - Alcun diritto su di te! - e lui gridò così impudico aprendo quella bocca deliziosa da farmi gemere e tremare mentre non smettevo di possederlo. Di farlo mio perché volevo fosse solo mio: - Solamente io... sii soltanto mio San... ti prego... - e nel dire l'ultima frase, aumentai ancora il ritmo riprendendo la sua bocca, permettendogli di gemere dentro la mia, di gridare il suo piacere sulle mie labbra.