* Urla *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

Non appena entrai in quell'appartamento l'atmosfera mi sembrò pesante così come mi sembrò quasi innaturale la posizione di San e non mi feci poi tante domande, nemmeno a quel suo strano lamento pensando che, in qualche modo, avevano parlato di argomenti delicati così come l'avevo fatto io con Namjoon quella notte e, come mio ovvio, trovai Jimin facilmente e a colpo sicuro. I miei passi mi guidarono verso il bagno e non appena lo vidi capii immediatamente che aveva pianto ma c'era qualcosa di diverso nella sua espressione. - Ho dimenticato il cellulare a casa e solo quando sono rientrato ho visto il messaggio... scusami... - ero distratto da qualcosa, oltre ad averlo così piccolo su di me e vidi San alzarsi senza nemmeno salutarmi e chiudersi in camera sua non potendo non rivolgere uno sguardo interrogativo al mio amore. - Spero tu non lo abbia accoltellato nuovamente... - Era quasi l'alba e la mia era una stupida battuta sapendo i ritmi di quel ragazzino, sorprendendomi a trovarlo ancora sveglio così feci per lasciargli un lieve bacio sulle labbra, quelle che desideravo costantemente e che mi donavano tutta la pace dell'universo. Al solo sfiorarle, esitando per un attimo, aprendo gli occhi e puntarli nei suoi prima di prenderle tra le mie. - Sei stanco? Sento che hai già mangiato dall'odore... -  e si irrigidì di poco. Lo circondai con le braccia andando a lasciargli una serie di baci qui e là sul viso cercando di farlo riprendere da quel suo strano stato.

Jimin Pov 

Mi chiedeva scusa per una cosa così stupida quando tra le braccia stringeva un grandissimo pezzo di merda. Scossi la testa: - Non scusarti, sei uscito di fretta e con tanti pensieri. - dissi, capendo che quell'incontro non era andato poi così male ma mi avrebbe raccontato tutto una volta a casa. A quella sua frase, avrei voluto rispondere che l'unico meritevole di una coltellata ero io: - Perché avrei dovuto, è stanco vista l'ora e io l'ho tenuto sveglio ma aveva chiesto di te. - feci appiglio a quell'unica domanda che mi aveva posto prima di tutto quel trambusto, vedendolo sparire. Quello sguardo rispose alle mie domande e avrei preferito rendermi cieco piuttosto. Quel lieve bacio, mi diede una sottile tregua da quello che sentivo dentro, tregua che mi avrebbero sempre dato portandomi pace e tranquillità perché erano le uniche, dopo quella notte e sostanzialmente anche prima, che avrei voluto addosso. Cercai di rilassarmi, di non apparire un disastro come potevo sembrare: - Si ma credo mi abbia fatto male e si, sono davvero stanco. - risposi. Quello che fece dopo mi spezzò ancora di più, perché ero un bugiardo, perché mentivo all'unico a cui non avrei voluto, all'unico a cui avevo fatto una promessa e non riuscii a sostenere il sguardo ancora, chiudendo i miei occhi, impedendo di nuovo di lasciarmi andare a quelle maledette lacrime. - Andiamo a casa? - sussurrai. Avrei voluto gridargli di lasciarmi andare, di prendere una pistola qualunque e uccidermi, di torturarmi fino a quando gli avessi chiesto di smettere cosa che non avrei fatto perché me lo meritavo. Era così che si era sentito? Non avrei mai più posto quella domanda così come non avrei mai più visto quel suo unico atto come qualcosa di sbagliato, non avevo fatto peggio io? Decisamente.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora