* Ala spezzata *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

Passò un po' di tempo da quella notte che ci aveva portato via parte dei nostri esseri, notte in cui avevo quasi totalmente distrutto il mio amore che nonostante tutto era lì la mattina ad attendere che mi svegliassi, giorno dopo giorno. Sembrava quasi la normalità, se non fosse stato per i suoi sorrisi un po' più stanchi ed i nostri silenzi sempre più lunghi, cercando di far leva su quelle piccole cose che comunque sia cercavamo di farci bastare. Piccole battute, piccole carezze, piccole uscite insieme; ci attendevamo da qualche parte, persi per le nostre vie, ci eravamo fermati ad aspettarci dandoci tempo per ricostruire ogni cosa. Non più castelli di carte, avevamo deciso di ricominciare dalle fondamenta senza esplicitamente dirlo ma era più che ovvio perché, senza chiedere, in qualche modo, ci capivamo ed io non avrei più chiesto nulla a Jimin che non potesse darmi. Mi andava bene così, solo perché era il mio universo ed io avevo tante colpe da espiare ma anche quella mattina Jimin era lì ad attendermi, con il mignolo agganciato al mio e non avrei mai immolato abbastanza capri sacrificali per ripagare gli Dei per quei risvegli. - Mmm... buongiorno... - lo salutai con voce roca e bassa, con una voglia di alzarmi pari a zero. Con l'inverno che stava piano arrivando, con giornate sempre più fredde ed avrei fatto anche a meno di uscire da quel letto. - Ancora un po'. - mi lamentai, vedendo i raggi del sole affacciarsi dalla finestra e coprendo anche la testa con le coperte ma a quanto sembrava Jimin non era della stessa opinione. Scoprendomi totalmente, ricevette solo un ringhio sommesso da me. Mi chiusi a riccio voltandomi dall'altra parte e, affondando il viso nel cuscino, mi lamentai - Jimin hyong è presto ancora. - ma le parole arrivarono ovattate e quasi distorte ma non mi importava, volevo starmene disteso.

Jimin Pov

Dicono che il tempo cura le ferite ma, il mio tempo, non aveva ancora fatto quella magia. Tempo in cui la notte rimanevo sveglio per non avere costantemente quegli incubi che non smettevano di tornare notte dopo notte, peggio di tutti quelli che avevo avuto in quell'anno con Jungkook. Tempo in cui vedevo noi due insieme ma spesso sembravamo degli estranei, cercando di fare le stesse cose che facevamo un tempo e quando fingevo di cercare qualcosa da mangiare dentro al frigo, mi soffermavo a guardare quel disegno che sembrava essere stato messo lì da qualcuno che non c'era più. Sembrava brutto da dire ma l'unica nota positiva, spesso, era la presenza di Junho e San che con la loro spensieratezza portavano un po' di quel vento che aveva deciso di non depositarsi più in casa nostra. Nemmeno il mio orsacchiotto mi aiutava a stare meglio, ferito anche lui tanto che sembravo vederlo con la piumetta uscita di fuori perché non ero in grado di ricucirlo. Eppure avrei fatto fede alle promesse, aspettando il suo risveglio, cucinandogli quello che desiderava, dargli la mia presenza sempre e comunque. Era carino vederlo in quel modo, cercare di farsi piccolo perché non voleva alzarsi e seppur minimo, il mio sorriso si affacciò timido: - Va bene, rimani ancora un po'. Preparo qualcosa da mangiare. - spesso quella era una scusa per allontanarmi. Perché nemmeno quel letto ci aveva più visto insieme, nonostante dormissimo ogni notte uno accanto all'altro. Fuori era tra il resto a dormire e mi alzo, le tende erano state montate qualche giorno prima che San si trasferisse, e rimanevano quasi sempre chiuse; a me stava bene così, avevo cominciato ad odiare anche quella palla incandescente.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora