* Sfumature di rosso *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

Un'altra ennesima giornata iniziata per il meglio con accanto il mio uomo nella nostra casa, in quella nostra vita che stranamente dormiva ancora; guardai l'orario passandomi una mano tra i capelli pensando che quel giorno ci saremmo nuovamente mossi visto lo spostamento di carichi nella Shadow. Sorrisi solo al pensiero di far scazzare per bene quell'idiota di Namjoon e quasi pregai di poter avere la possibilità di vedere la sua faccia irata. Feci una doccia veloce lasciando che l'acqua risvegliasse tutte le mie membra per poi preparare la colazione a Jimin che sembrava più una bella addormentata con quel viso così dolce e le labbra così rosse in quel candore. - Ehi San... siete svegli? Più tardi verremo da voi come già stabilito. - Dissi, chiamando il mio sottoposto e sentendolo ancora un po' assonnato segno che quel bambino stesse ancora dormendo per poi riattaccare con un suo brontolio in risposta. Ancora mi chiedevo come facesse a dormire così tanto ma poi ripensavo al suo essere iperattivo in ogni cosa ed alzai gli occhi al cielo sorridendo ai ricordi che mi destava. Era sempre stato un bambino vivace, curioso ed imparava alla svelta quasi sapesse che prima imparava a impugnare una pistola, più a lungo sarebbe sopravvissuto. Che triste realtà la nostra ma fortunatamente la fonte dei miei buon umori si svegliò raggiungendomi in cucina. - Buongiorno Biancaneve. - lo salutai giulivo ricevendo quel suo sguardo inceneritore che non fece altro che caricarmi per quella giornata e per l'imminente azione.

Jimin Pov

Stranamente Jungkook si era svegliato prima di me e qualcosa mi faceva intendere che era per l'imminente attacco che avremmo fatto a Pingo Pango. Ma i miei pensieri furono distratti dal suo nuovo modo di chiamarmi, Biancaneve, da dove cazzo gli era uscito? - Attento quando mangi le tue mele, coglione! - certo, volevo che uscisse più incisivo ma non riuscii ad arrabbiarmi più di tanto. Posai il mio culo sullo sgabello iniziando a mangiare in silenzio; troppi pensieri e troppi territori da coprire ma per quello che eravamo capaci di fare, le due gang non avrebbero più avuto nulla per loro e, qualcosa, fremeva in me. Perché era come se, prima o poi, quei due avrebbero risposto arrivando ad uno scontro vero e proprio; guardai per un attimo Jungkook e l'unico pensiero che la mia mente elaborò fu: Dobbiamo proteggerlo. E l'avrei fatto a costo della mia vita se fosse stato necessario. Mi alzai ponendo tutto a lavare, posai un bacio leggero sulle labbra di Jungkook e mi preparai per andare da quei ragazzi che, sicuramente, erano tutti elettrizzati. Sperai che San stesse al suo posto e che Taehyung non avesse avuto grossi problemi con l'ambientarsi. Yoongi lo stava cercando? Probabilmente no, dicendo a se stesso che era l'unico modo per non ucciderlo, ne sarebbe stato capace ed io gli stavo dando tutte le opportunità. Non era il momento di pensarci, Tae era al sicuro e questa era l'unica cosa che mi interessava; strano mi dissi, come certi avvenimenti possano cambiare la visione di una persona verso un'altra.

In tutta risposta ne addentai una proprio davanti a lui sorridendo per poi andare a riordinare qualche arma. Le ore passarono veloci e silenziosi preparandoci a quello che sarebbe stato un altro scontro decisivo pensando a come lo avremmo affrontato. Ero più che intenzionato a non far venire Jimin con me o sarebbe stato solo una distrazione, così come credetti opportuno lasciare San in sede per via del suo talento nel combattimento ravvicinato che non si allargava anche a quello a lunga distanza; era bravo ma non il migliore contro gli occhi di quel fantasmino di Jin, che se ne stava dietro i suoi computer e mi chiesi se avesse mai avuto le palle di uscire ad affrontarmi, come quella notte quando recuperai Tae e scappai con l'elicottero. Ricordavo ancora il suo sguardo e, per certi versi, sembrava ferito più che arrabbiato tanto da sembrare indecifrabile al me di allora. Che strano, sembravano passati anni. - Allora Jimin, se sei pronto possiamo andare... prendo la Ninja... - Avrei voluto dirgli di prendere la sua macchina viste le sue brutte abitudini alla guida ma poi, vedendo i suoi occhioni, feci un passo indietro sbuffando. - Ma guidi tu ok? - gli lancia le chiavi andando a controllarmi allo specchio che tutto fosse in ordine e, per un attimo, ebbi l'insensata idea di vestirmi in bianco per una volta ma cancellai l'opzione. Semplice pantalone di tuta nero, canotta grigia, i miei innumerevoli cinturini per armi e caricatori di riserva di varia misura. Due piccoli sulla coscia per i pugnali così come sull'avambraccio, uno nascosto nello stivale, uno in vita come di prassi e l'ultimo per le mie sputa fuoco e le stelline legate al petto.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora