* La verità sul mio nome *

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Taehyung Pov - La notte del riscatto

Quella notte tanti segreti erano stati rivelati, Jimin aveva sganciato una bomba a cui nessuno era pronto, specialmente io. Finalmente sapevo il mio nome: Kim Taehyung, imponente tanto quando la voce da soprano che avevo. Ero il legittimo erede di una famiglia che non ricordavo, di una fazione di cui conoscevo solo il nome. Nome che non associavo a niente di buono se non per un piccolo particolare: Jungkook. L'unico che mi aveva dimostrato qualcosa oltre l'aspetto impettito e desideroso di vendetta. Capii perché Jimin pianse di fronte a quelle parole, perché si fosse innamorato di Jungkook. Come ancora vedovo gli occhi di quest'ultimo cambiare tonalità di colore quando facevo il nome dello hyong, particolare che non mi era sfuggito e che tentava di nascondere. Già mi mancava ma, dentro di me sapevo che l'avrei rivisto presto. Yoongi non aveva detto una parola durante il tragitto fino a casa ed io non parlai per non cadere in un vortice a cui non ero pronto. Magari sapere la mia vera identità l'aveva messo davanti alla scelta di non poterlo accettare. Come aveva detto Jungkook? Uno Black non potrà mai stare con uno Shadow; chi l'aveva deciso? C'era un contratto dove in basso e poco leggibile ci fosse la spunta di questa clausola? Se così fosse stato, l'avrei trovato bruciandolo; un Black che avevo imparato ad amare e uno Shadow che volevo conoscere più a fondo perché sentivo di appartenergli in qualche modo; stavano combattendo per il loro amore. Cos'erano alla fine quelle sigle? Solo nomi nient'altro. Ricordai un pezzo di Romeo e Giulietta: "Che cosa c'è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d'avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome?" Ed era così anche per quelle due gang sgangherate; che avrebbero potuto essere grandi insieme ma anni e anni di guerra li avevano portati ad odiarsi. Avevo la certezza assoluta che non ricordassero più nemmeno loro il perché.

- Signorino le ho fatto preparare un bagno caldo e dei vestiti puliti. - guardai in viso Gong Yoo, corrucciando la fronte. Da quando ero signorino? - Stai parlando con me? - chiesi e quell'omone parve non comprendere. - Non vedo nessun altro. - capivo perché Yoongi lo chiamasse scimmione. - La cosa è alquanto evidente ma non capisco perché sembra che ti abbiano messo un bastone su per il culo. - sgranò gli occhi diventando rosso in viso. - Voleva solo essere gentile. - la sua voce; balsamo che alleviava le ferite. Sorrideva, anche se non con lo spirito, aveva quella boccuccia alzata. - Ah miane. Pensavo stesse per avere un ictus. - non riuscii ad essere più simpatico di così. Né con Yoo né tanto meno con Yoongi; così voltai le spalle ad entrambi andando nel mio "bagno caldo". Fanculo. Avevo appena tolto la camicia quando sentii la sua presenza dietro di me: - Stai bene? - mi chiese ed io non riuscii a trattenermi. - No Yoongi. Non sto bene, perché sembra che tu stia parlando con un fantasma. - risposi alzando di poco la voce. Cazzo ero vivo e avevo scelto lui perché sembrava che fossi morto? - Non è così. - disse ed io alzai gli occhi al cielo. - Andiamo hyong sai bene che non riesci a mentirmi. Quindi ti prego, se devi prendermi per il culo, fallo solo quando mi scopi. - L'avevo detto di non avere buone maniere? No? Ecco non le avevo, soprattutto quando non ragionavo lucidamente. - Si può sapere che cazzo ti prende? - sgranai gli occhi. Avvicinandomi al suo viso, guardandolo quasi dall'alto: - A me? Chiedi a me cosa mi prende? - gli puntai il dito sul petto. - C'è che la persona che amo sembra infelice che io sia qui e che abbia scelto lui a tutto il resto. - se non mi avessero fermato, non ero sicuro di dove sarebbe andata a finire quella discussione. - Se non mi volevi non saresti dovuto venire, almeno ti toglievi dalle spalle il peso di questo coglione che ti sta urlando addosso. - i suoi occhi si fecero talmente grandi che se non avessi distolto lo sguardo ci sarei caduto dentro. - È questo che pensi? Che non voglio che tu sia qui? - drizzò la schiena affrontandomi. - Che non abbia passato le ultime ore di merda perché non sapevo cosa ti avessero fatto? Che per la fottuta rabbia o distrutto di nuovo la faccia a mio fratello? - continuava ad avanzare facendomi indietreggiare. - La persona che ami ha la fottuta paura che ti vedrà andare via da quella cazzo di porta e non sapendo come comportarsi fa quello che sa fare meglio. - continuò fino a quando la mia schiena si era poggiata al marmo freddo. - E cosa sai fare meglio Yoongi. - dissi, continuando a sostenere il suo sguardo. - Allontanarmi. Magari così ti amerò di meno e avrò la forza per lasciarti andare. - e tutta la foga di poco prima venne sostituita da qualcosa di più impaurito.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora