Yoongi Pov
Per tutta la notte non avevo fatto altro che aspettare notizie di Jimin. Una sua qualche chiamata o anche solo un segno che fosse vivo. Le chiamate non partivano e nessuno sapeva dirmi dove diavolo si era cacciato quella testa di cazzo. Avevo solo una soffiata, era andato via con quel Jungkook, neanche le mie spie di merda sapevano niente. Perciò quando lo vidi attraversare la porta di casa, con un cerotto ben visibile sul collo, non potei non pensare che quei due erano arrivati allo scontro. - Che cazzo è successo? - dissi incazzato bloccandolo nel mezzo della stanza. Guardò prima la mia mano, poi il suo sguardo raggiunse il mio e un sorriso sinistro apparve sulla sua faccia. - Un piccolo scontro. È uscito che volevano bere qualcosa di decente al posto della merda che vendono nel loro distretto. - non aveva distolto lo sguardo. Non aveva battuto ciglio, aveva qualcosa di strano ed io ci credetti per metà. - Per bere roba buona hanno decimato metà locale? - chiesi di nuovo. Scosse la testa, sembrava rammaricato: - Quando hanno capito che fossero degli Shadow, hanno difeso il Tuo territorio. - rispose sottolineando la parola "tuo". Serrai la mascella; - Ho già fatto pulire tutto e mandato il sostentamento alle famiglie delle vittime. - disse, spostando con un dito la mia mano ancora sul suo petto. E li vidi i segni sul suo polso: - Jiminie, perché mi stai mentendo? - e nonostante avessi fatto quella domanda, la sua espressione rimase la stessa. Non per niente l'avevo voluto nella mia famiglia: - Yoongishi non ti mentirei mai. C'è stato un gioco di potere, capire chi comandasse. Tutto qui. - e sorrise. Quel sorriso che conoscevo bene e che sapeva di tutto: verità, bugia, entrambe. - La cosa importante è che tu sia tornato sano e salvo. - risposi accarezzando piano la garza sul collo. - È solo di questo che mi importa. - qualsiasi cosa fosse successa lui era lì e respirava.
- Va a dormire, sembra che tu sia stato sveglio tutta la notte. - la lussuria nel suo sguardo non mentiva. Sospirai guardandolo andare da qualche parte in quella che era anche casa sua. Sospirai di nuovo, non avrei cavato niente da quella piccola peste ma ero certo che se lo Shadow avesse voluto avvicinarsi a me o alla mia proprietà, non ci sarebbe stato solo un piccolo graffio sulla sua pelle. - Perché sei così protettivo nei suoi confronti? - la sua voce, che mi era diventata cara, riscaldò un corpo troppo freddo. - Perché è la mia famiglia. - risposi. C'era forse un altro motivo? - Non sembra sia solo per questo. - rispose ed io sorrisi. - Sei geloso? - chiesi mellifluo e Hansung irrigidì la mascella. - E se così fosse? - quel ragazzo sconosciuto mi stava trascinando in luoghi che sarebbero diventati pericolosi. - Jimin è con me da quando eravamo adolescenti. Te l'ho detto, per me è come un fratello ed è per questo che mi preoccupo della sua vita. - dissi guardando un punto impreciso. - Non voglio che gli succeda nulla. Farebbe lo stesso con me. - finii guardando verso di lui. Non replicò, probabilmente capiva cosa gli stessi dicendo: - Non dovrei intromettermi nelle tue questioni. - disse poco dopo, abbassando lo sguardo. Mi avvicinai, alzando piano il suo volto in modo che mi guardasse negli occhi. - Se non avessi voluto farti sapere niente non saresti in casa mia. - e nel dirlo non potei non accarezzare quelle meravigliose labbra che teneva. Deglutì aprendole piano, sentivo il suo respiro sulle mie dita e socchiudendo gli occhi, mi inebriai del suo profumo.
- Per caso interrompo qualcosa? - aprii gli occhi, rimanendo comunque nella mia posizione. - Se ti dicessi sì, ti toglieresti dalle palle? - non sopportavo il suo atteggiamento del cazzo. Lasciai andare il viso di Hansung che non aveva smesso di fissarmi: - Ti dispiace lasciarci soli? - io che chiedevo. Scossi poco la testa, sospirò e accarezzando volutamente la mia mano, si alzò uscendo poco dopo. - Avevi qualcosa da farti perdonare. - disse. Con le mani in tasca, guardavo il viso del solo a cui avevo dato tutto di me. Bello in tutte le sue parti, accattivante, sexy; eppure quella volta riuscivo a vedere solamente un uomo che mi aveva interrotto. Nessuna differenza con chiunque l'avesse fatto a parte il suo essere ancora vivo. Lo vidi avvicinarsi, conoscevo bene il suo sguardo famelico ma nessuna reazione aveva scatenato in me, se non un senso di rabbia mai sentita fino a quel momento. - Sai Hoseok, più ti guardo e più penso che fino ad adesso mi sono sporcato lasciando che mi toccassi. - si bloccò, sgranando poco gli occhi. Aveva sempre detto di amarmi, e ci avevo creduto; lasciando che lo facesse a modo suo per riempire il vuoto che sentivo nella mia vita. Adesso invece sembravo vederlo per ciò che era davvero, uno sfogo. Qualcosa di velenoso da allontanare perché tanto non mi avrebbe mai portato a nulla. Pensai a quante volte Jimin mi diceva quelle parole e non volendo crederci, chiudevo gli occhi ignorando la verità. - Mi stai lasciando per quella cosa lì fuori? - sorpresi anche me stesso dalla velocità con cui lo raggiunsi. Dita tra i capelli e la mia Colt puntata sotto il suo mento: - Ti scopavo raggio di sole. Non lascio niente. - sussurrai al suo orecchio. Se c'era una cosa che avrei sempre riconosciuto a Jung Hoseok, era l'incapacità di temere per la propria vita. Mi guardava con sfida, sembrava fosse eccitato: - Togliti dalla testa quella "cosa" lì fuori e non ti azzardare a fare niente perché se sento anche solo il tuo pensiero, farò in modo che la tua bellissima testolina adorni le pareti di casa mia. - quel figlio di puttana gemette sotto le mie parole. Non potei non fermare la mia carne dal provare piacere nel sentire la sua dannatissima voce. Con ancora la pistola puntata, allungai il mio viso verso il suo leccando quella fottuta bocca, ricambiò ma non lo feci durare molto. Lasciai i suoi capelli allontanando l'arma. - Va a fare quello che sai fare meglio Hoseok. Sparisci dalla mia vista. - Ogni azione aveva delle conseguenze, nessuno meglio di me lo sapeva e la scelta presa me le avrebbe sbattute in faccia con un dolore che neanche immaginavo.

STAI LEGGENDO
𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
FanfictionLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...