* Scontri *

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Jungkook Pov

C'era un motivo del perché quei cani rispondessero a me, un motivo del perché avevano deciso di seguirmi e, quando venni richiamato da Namjoon per andare a chiarire una faccenda con loro risi. Fu una mossa stupida da parte sua sollevarmi dal comando ma non avevo intenzione di perdere altri dei miei sottoposti così presi la giacca e lo seguii; era pomeriggio ed il sole si nascondeva dietro le nubi cariche di pioggia segno che ci sarebbe stato un altro temporale quella notte e nell'aria potevo percepirne l'odore. Arrivammo nel piccolo covo che gli era stato riservato, non lontano dal quartier generale, né tanto in vista per potersi muovere liberamente. - Non capisco perché tu mi abbia fatto venire fin qui... - dissi a Nam poco prima di entrare e trovarmi quella sorpresa: Chan!

Rimasi fermo sulla porta mentre i nostri sguardi si incrociavano ed uno strano silenzio scese, non mi accorsi nemmeno delle decine di uomini che vi erano riuniti tanto fossi concentrato su di lui. - Che ci fa lui qui? - dissi rivolgendomi al capo sperando avesse una giustificazione valida. - È colui che ha preso il comando ma a quanto pare sta avendo alcuni problemini. - . Vidi il sorriso crescere sul volto di quell'uomo, sorriso che tempo addietro mi fece battere il cuore e non solo. - Diciamo che... i tuoi cagnolini mancano dei fondamenti del combattimento... - era diventato più snob di come lo ricordassi, credevo fosse partito per non tornare mai più a Seoul ed invece me lo ritrovai a dare ordini ai miei di uomini; presi un respiro e piegai leggermente la testa prima di parlare - Come può un chihuahua pensare di dar ordini a dei doberman? - Divenne quasi una battaglia silenziosa e non ero intenzionato a perderla, lo volevo fuori da lì e dalla mia vita. - Jungkook... che ti piaccia o no questo chihuahua ha molta più stabilità mentale di te ed i tuoi cani messi insieme... - interruppe Namjoon facendomi quasi sguainare il mio amato coltellino ed ammazzare quell'intruso lì seduta stante ma non potei farci nulla, i miei uomini mi guardavano aspettando una mia reazione. Mi presi qualche istante per rispondere mentre mi sistemai una ciocca ribelle dietro l'orecchio, il suo sguardo non si staccava da me e potevo vedere quanto godeva nel vedermi in difficoltà. - Non posso promettere nulla. - dissi infine rispondendo alla tacita domanda del capo di accettare quella presenza. - Insieme a lui, posso star tranquillo che non farai altri danni. Divertitevi a riallacciare il vostro rapporto, io ho un altro impegno. - e sgattaiolò via, l'unica cosa che avrei riallacciato sarebbe stato un laccio emostatico intorno al suo dannato collo da sporco traditore ma feci buon viso a cattivo gioco e, rivolgendomi a lui gli proposi di andare a bere qualcosa in una taverna lì vicino e lui accettò deliziato dalla mia proposta sfoggiando nuovamente quel suo dannato sorriso.

Una volta arrivati ordinai il solito e, mentre attendevo il servizio poggiai i gomiti sul tavolo intento a mettere qualche punto in chiaro - Perché sei ritornato Chan? - i suoi capelli biondi, lunghi da una parte e rasati dall'altra, gli ricadevano su di un lato morbidi e fluenti nascondendogli in parte il viso. - Affari... - riusciva a sostenere il mio sguardo come nessun altro, con arroganza e sfida, e mi ritrovai a viaggiare tra i ricordi ma mi imposi di restare lucido e calmo - Sempre vago... non hai mai perso questo vizio. - ma sentivo che era cambiato, era più forte di come me lo ricordassi. - Come tu non hai mai perso il vizio di far casini vedo ahahah. - per un attimo i suoi occhi verdi scomparvero mentre rideva. - Io sono come mi presento... al contrario di qualcuno... ma comunque non posso farti fuori per il momento quindi reputati fortunato. - a quelle mie parole smise di ridere sporgendosi in avanti, il suo profumo dalle fragranze orientali mi inondò le narici e, per un breve secondo, il cuore parve battermi più del dovuto di fronte a quel bastardo privo di vergogna e risentimento. - So esattamente quanto il mio sangue ti ecciti... - sussurrò in provocazione ma, sfortunatamente per lui, era il sangue di un altro a farmi eccitare più di ogni altra cosa in quel periodo ricordandomi il mio coltellino su quella candida gola facendomi scaldare e non poco; dovetti ritornare alla realtà trovando quanto fosse fastidioso sentirmi studiato, quasi divorato da quel suo sguardo e le sue labbra divennero più sottili in quel ghigno mentre si divertiva con le mie reazioni. Era sempre stato un ottimo compagno, tra noi c'era intesa, più di quanta ne avevo con Kai tanto che, in passato, sembravamo leggerci la mente. Insieme eravamo distruttivi, io nel combattimento ravvicinato e lui come tiratore scelto avevamo sparso non poco terrore in quella città; da lui appresi l'arte della lettura del corpo e, ovviamente, del sesso ma era acqua passata che, speravo, non tornasse a galla.

Gli alcolici ci furono serviti e lui brindò al nostro ritrovo mentre io brindavo al momento in cui lo avrei fatto fuori. - Jungkook... so esattamente che stai cercando un modo per farmi fuori, ti si aggrottano sempre un po' le sopracciglia ogni qualvolta sei intenzionato ad uccidere. Sei rimasto lo stesso di una volta eh... sei sempre il mio piccolo stronzetto. - Quasi non mi strozzai a quel nomignolo che non sentivo da secoli ormai. - Piccolo non proprio, stronzetto sempre... tuo... non più. - A queste mie parole si distese sullo schienale della sedia quasi stesse valutando la difficoltà di chissà quale sfida s'era immaginato ma non me ne interessai più di tanto. - Vedremo... ahahahah. - Ancora mi chiedo cosa ci trovai di interessante in lui, oltre ad essere un assassino e saper usare bene quella sua lingua non so perché me la facevo con lui.

Tra noi ci fu un continuo botta e risposta, freddezza dalla mia parte, persuasione e tentazione dalla sua tanto che decise di accompagnarmi fino alle porte del palazzo del quartier generale, sembrava quasi non volesse staccarsi da me. - Togliti dai coglioni Chan. - dissi infine sperando se ne andasse ma mi sbagliai. Proprio lì di fronte, davanti agli occhi di Jin, mi si avvicinò pericolosamente bloccandomi tra lui e la porta prendendomi alla sprovvista ma non cambiai idea. Con una mano gli presi quel faccino che si ritrovava e, avvicinandomi vergognosamente, ringhiai tra i denti - La prossima volta che ci provi ti ritrovi senza quel cazzo da bottom che hai in mezzo le gambe. - spalancò gli occhi a quella mia reazione ma sapevo non si sarebbe arreso, poteva anche avere un certo raziocinio ma aveva altrettanta pazzia da provocarmi per puro piacere.

Lo lasciai lì a bocca asciutta e, quando entrai nel nostro appartamento un Jin alquanto gongolante si affacciò a salutarmi - Non ti facevo un tipo romantico, Jungkook. - non ci pensai due volte, gli lancia un coltellino squarciando lievemente la guancia in tutta risposta andandosi poi a conficcare nel legno della porta ma lui non demorse dal rompermi il cazzo - Che fiamma. -Avrei voluto spellare quella sua faccia da perfettino che si ritrovava per poi buttarci sopra sale e aceto. Merda... Pensai, la mia parte sadica non faceva che peggiorare e sentivo il bisogno assurdo di riavere Jimin tra le mie braccia, mi sarebbe bastato solo sfiorarlo per ritrovare la mia sanità mentale e non feci che richiamare alla mente ogni suo dettaglio mentre, nel mio poligono di tiro, davo sfogo a tutta la mia parte peggiore.


























°°[Chan: Fa coppia con Jungkook. È stato il suo compagno per un po' ma si sono separati, stavano insieme.]°°

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora