* Flashback *

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Namjoon Pov

Dopo la fine della riunione con i vari sottoposti mi affrettai verso la stanza di Jin che ci attendeva intrepido; non era stato facile trattare con Minho e Mark e tenere tutti gli altri sotto controllo evitando una rivolta. Sapevo benissimo il cattivo sangue e vecchie faide che scorrevano nelle file ma dovevo avere mano ferma e sangue freddo davanti a quella delicata situazione; non ci era rimasto che aspettare la sottomissione dei distretti "pacifisti", come si definivano, per poi passare al passo successivo. - Tra quanto entreremo in azione? Sono stanco di aspettare! - sbuffò Kook. - Non sono passate nemmeno 24 ore e tu vuoi già spargere sangue? Serio? - era il tipo iperattivo e l'adrenalina era la sua droga. In tutti quegli anni insieme avevo visto come si sublima nell'avere la vita altrui nelle sue mani, come amava essere l'angelo della morte ed assaporare lo scorrere silenzioso della lama nella carne. - Allora, che notizie hai per me zuccherino? - chiesi accomodandomi su di una delle poltrone di velluto nero nella stanza di Jin mentre Kook rimase in piedi appoggiandosi al muro con fare disinteressato. - La prossima volta che mi chiami così ti faccio vedere io chi è il top. - il più piccolo scoppiò a ridere al ricordo della scena in bagno - Comunque sia, girando tra quelle scartoffie impolverate ed ingiallite ho ritrovato un paio di lettere davvero simpatiche... - alzandosi dalla sua formazione me le porse, una scrittura veloce e sfuggente riempiva quelle pagine, parlavano di amore e segreti, di patti e rifiuti ed il destinatario mi lasciò perplesso. Alzai lo sguardo verso Jin in cerca di una spiegazione. - Lo avevamo sempre avuto sotto il naso e non ce ne siamo mai accorti. Quell'uomo lavora per Min Yoongi ma se la faceva con quel depravato di Kim Sik. NAM SVEGLIA! JUNG HOSEOK È L'UOMO CHE CI SERVE! - mi gridò lui ma la sua voce mi arrivò ovattata mentre la mente viaggiava lontano verso anni ormai sepolti del mio passato. A quei tempi ero solo un piccolo teppistello di strada, orfano come Kook ed insieme facevamo piccoli furti e favori agli spacciatori per guadagnarci da vivere, già allora riuscivo a fiutare un buon affare come quando, una sera, un uomo mi si accostò proponendomene uno semplice. "Tu portami quel bambino ed io ti dirò dove, tu ed il tuo socio, potrete trovare il potere". Non me lo feci ripetere due volte, in un quartiere non lontano dal nostro c'era il bambino che quell'uomo voleva ed io dovevo solo portarglielo. Non mi fu difficile, con Kook al mio fianco, portarlo in trappola lontano da casa sua. "Affare fatto giovanotto..." disse quell'uomo mentre caricava quel bimbo imbavagliato nel bagagliaio della sua macchina: "Conosci Kim Sik? Va da lui... Ora dimenticati di avermi incontrato... " non mi disse altro mentre salì in macchina.

Uno schiaffo in pieno volto mi riportò alla realtà nella stanza con Jin e Kook che mi guardavano con aria interrogativa quasi fossi un pazzo e mi chiesi chi dei due ebbe abbastanza coraggio da colpirmi così ma altro mi attraversò la mente. - Aspettate... Chi ci dice che possiamo fidarci di lui? - la mia mente stava lavorando piani su piani ma qualcosa mi disturbava impedendomi di arrivare a qualche conclusione accettabile, come se qualcosa mi stesse sfuggendo ma non comprendevo bene cosa. - È un'opportunità che non possiamo farci sfuggire, è forse uno degli uomini più vicini a Yoongi e potrebbe portarci dritti da lui! - incalzò Jin euforico cercando di mettermi pressione. - Brucia le lettere... anzi no... portale nel mio studio. Inizieremo a muoverci fra due giorni quindi Jungkook tieni i tuoi cani pronti, Jin... non muoverti senza avermi prima consultato ok? - mi rispose con un lieve cenno del capo così come Kook ed una volta congedati mi recai nel mio studio dove innumerevoli documenti ingombravano la scrivania rendendomi ulteriormente nervoso così andai verso la cristalliera del piccolo piano bar che avevo fatto installare lì dentro e mi versai dello scotch. Risi di me e dell'ovvietà della mia vita, ero lo stereotipo per eccellenza del capo gang e per completare il tutto mi sedetti sulla poltrona girevole ammirando la città che si stendeva ai miei piedi. Uno dei punti forti di un capo doveva essere la pazienza ma io avevo atteso troppo nella mia vita, anche solo 48 ore mi sembravano un'eternità così chiamai Jungkook nel mio studio sapendo che, comunque sia, Jin ci avrebbe ascoltato. - Preparati, porta con te al massimo due scagnozzi e recati nel distretto di Jung. Ti voglio sulle tracce di quell'Hoseok. Prendi il necessario, muoviti con le moto e ovviamente portati il cellulare di riserva. - Nei suoi occhi vidi il fuoco accendersi, sarei voluto andare pure io ma sarei stato solo un peso e prima che lasciasse il mio studio aggiunsi: - Lo voglio vivo... ed anche te... - Dopo qualche secondo una voce uscì dalla pulce nel mio orecchio - Ahahaha ed io che credevo fossi senza cuore. - ovviamente Jin non perse tempo nel prendermi in giro ed accennai ad un sorriso mentre scossi la testa andando a riempire nuovamente il bicchiere ma un pensiero mi fermò. Scrissi velocemente un messaggio a Jungkook chiedendogli di non dare nell'occhio con uccisioni inutili, lo inviai e sentii, nonostante la distanza, la sua frustrazione.


𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora