* Viaggio nei ricordi *

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Taehyung Pov

Era stato difficile andare via da Yoongi ma come mi ripeteva lui, quando non voleva fare qualcosa, necessario. Non perché non volessi stare lì, ma desideravo conoscere il mio passato. La mia famiglia, gli Shadow e quale fosse la verità dietro il mio rapimento. Soprattutto perché quel Namjoon l'avesse fatto e sotto richiesta di chi. Troppe domande che non avevano trovato risposta, almeno non da Yoongi e che sperai trovare in quella sconosciuta casa. Quando lasciai Jungkook e Jimin nella stanza, era palese quanto fosse chiara e forte la loro intesa sessuale. Mi beai a guardarli mandarsi segnali, come se in quella stanza fossero solo loro due. - Adolescenti. - dissi tra me e me. Eppure capivo in pieno quello che provavano; ed era bellissimo vederli così. Questo mi fece riflettere molto su cosa davvero significavano i nomi di quelle due fazioni; se davvero sarebbe stato impossibile essere un'unica grande cooperativa. Avrebbero preso Seul e tutta la Corea del Sud se avessero davvero voluto. Incapace di starmene con le mani in mano, andai nell'unica stanza che conoscevo; quella di Jungkook. Certo rischiavo di farmi ammazzare ma ero annoiato e curioso di conoscerlo più a fondo. Mi guardai in giro: attrezzi ovunque, piccole e grandi armi usate come soprammobile ed un grande letto quasi al centro della stanza. Quello che attirò la mia attenzione fu un borsone nero, semi aperto; all'interno una quantità indefinita di carte. Di tutto si poteva dire sul conto di Jungkook tranne una cosa: odiava più di tutti le scartoffie e cose inutili se non ti trattava delle sue amate armi o di Jimin; almeno era quello che avevo capito io. Fui grato che non fosse capace di leggere nei pensieri, ovunque si trovasse, ero certo che mi avrebbe fatto fulminare. Mi chiesi più e più volte se avessi potuto guardarci dentro, se fosse stato poco educato e irrispettoso. E mentre riflettevo su queste cose, le mie mani erano già dentro quella borsa; posizionandola sul letto ne versai il contenuto. Per la maggior parte erano foto di un bambino felice, di una famiglia normale immersi in svariate attività. Una bellissima donna di cui riconobbi solo gli occhi, uguali ai miei e carte su carte. - Possibile che non ricordi niente stupido coglione. - questa volta la mia voce fu ben chiara e distinta. Non mi era mai importato tanto il mio passato come in quel momento; vivevo giorno dopo giorno consapevole di costruirmi dei ricordi nuovi visto il vuoto. Eppure volevo che quella mente del cazzo andasse in posti sconosciuti, che mi trasportasse fin dentro quelle foto e mi facesse vedere attraverso gli occhi di quel bambino. C'era un unico ricordo, più o meno, ricorrente. Un ragazzino, forse della mia stessa età, o forse più grande; aveva gli occhi grandi e neri. Adoravo giocare con lui, perché era sempre stato gentile con me, l'unico che voleva giocarci in verità. Quello stesso bambino mi riportava inevitabilmente a Jungkook. Corrucciai la fronte, che anche lui fosse coinvolto? Scossi la testa continuando a guardare quelle foto sparse sul letto.

Jungkook Pov

Rientrai dirigendomi verso la mia stanza con ancora il profumo di Jimin addosso senza minimamente sospettare di poter trovare Tae lì dentro; - Se ne è andato? - mi chiese Nam sbucando dal nulla facendomi ritornare con i piedi per terra. - ... Si... - sulle sue labbra l'ombra di un sorriso che quasi mi imbarazzò. - Vai a curarti quella ferita... Spero tu non ci sia andato pesante... - aggiunse infine lasciandomi libero di rientrare in camera mia; Tae era seduto sul mio letto con il capo chino a guardare delle foto e capii subito di cosa si trattava. Stranamente non riuscii a vederlo come un intruso, come se la sua presenza, in qualche modo, mi rendesse più docile. - Hey... - dissi piano per non spaventarlo e poggiando le valigie per terra. Forse avrei dovuto lasciarlo solo per un pò' ma mi sedetti su di una delle poltrone che arredavano la camera permettendomi di osservarlo e prepararmi ad ogni sua possibile domanda.

Guardai negli occhi quel ragazzo che continuava a vivere in quei ricordi che non conoscevo. Rimasi per un attimo a fissare i suoi lineamenti, il volto, la bocca, gli occhi. L'unica cosa che riuscivo a riconoscere in quella distesa di nebbia, erano proprio quelli. - Siamo, in qualche modo, cresciuti insieme? - non era esattamente la domanda che volevo porgli. Non volevo cominciare ad attaccarlo su qualcosa, che sembrava, non sapere nemmeno lui. Deglutii, sperando non si offendesse se non riuscivo a distogliere lo sguardo dal suo; per quanto potesse essere frainteso il mio atteggiamento, non potevo farne a meno.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora