* Conversazioni in codice Glider *

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Jimin Pov

Il ritorno da Doc fu più difficile del previsto, aveva insistito perché passassi la notte da lui e nemmeno se l'avessi ammazzato mi avrebbe permesso di lasciare casa sua. Non che un po' di sano riposo mi avesse fatto male ma non potei non rigirarmi nel letto. Cos'era successo al suo rientro? Se gli avessero fatto del male avrei smontato la Shadow pezzo per pezzo, raggiungendolo poco dopo. Quando arrivai da Yoongi, stranamente non era in casa e non c'era nemmeno il cordone ombelicale, che l'avesse fatto uscire di prigione? Feci spallucce, non era mia competenza sapere cosa davvero facessero; diretto nella mia amata camera oscura, mi sarai rilassato un po'. Porta chiusa, stanza insonorizzata, come luce solo i miei amati schermi che mi davano la visione completa della mia adorata Seul. Strano come, improvvisamente, quella città mi piacesse e sapevo che il vero motivo non erano di certo i grandi e immensi palazzi: - Bastardo. - sussurrai scuotendo la testa poco dopo. Ma, il mio atteggiamento gioviale, fu interrotto da qualcosa che attirò la mia completa attenzione: qualche testa di cazzo era entrato nel mio regno! Evidentemente neanche in casa mia dovevo più abbassare la guardia. Le foto di lui erano state mosse, segno che chi era entrato cercava qualcosa di preciso. Mi sedetti davanti il mio grande fratello, cancellando ogni traccia che poteva portare a Jungkook, ma soprattutto qualsiasi cosa lo collegasse a me. Dovevo proteggerlo, se non fisicamente, avrei fatto in modo di decompilare quei piccoli numeri in modo che, una volta "aperti" avrebbero portato solamente ad una spugna di mare che ballava il tango. Ma quella giornata aveva deciso di riempirmi di liete notizie: lasciato a vagare per il deep web vi era un annuncio di macchine sportive, illegale. Ovviamente non fu quello ad attirare la mia attenzione, chiunque l'avesse lanciato aveva usato l'esatta stringa di numeri che usavo come firma sulle mie "opere". Cliccai sul messaggio in codice, non poteva essere che quello: - Mi lusinga, anche se sembra più una dichiarazione stupida scritta sulla porta del cesso da un incapace in cerca di attenzioni. - e mentre aspettavo che quel hacker rispondesse, mi armarmi di una decina di SpongeBob con una rosa tra i buchi della testa.

Jin Pov

Non credevo avrebbe abboccato così velocemente e per di più scrivermi come fosse una chat qualunque quasi avesse la più totale certezza e, da quello che vidi, non mi sarebbero bastati dei semplici giochini con quella persona segno che stavo parlando con l'hacker giusto. Veloce digitai sulla tastiera del mio potente computer una serie di codici provando ad entrare nel suo server ma avevo il sospetto non avrebbe funzionato. - Jimin... - non scrissi altro, volevo vedere fino a che punto il suo computer era protetto cercando anche solo un minimo aggancio per poterlo smantellare. Nel frattempo, su altri schermi, stavo studiando una serie di riprese dell'uomo incappucciato e, come mio solito, feci centro: avevo una prova materiale da utilizzare a tempo debito.

Un piccolo e remoto segnale proveniva dalle parti di Jungkook, ovvero dal territorio degli Shadow. Per quanto mi facesse piacere pensare che, in qualche modo, quel ragazzo fosse riuscito a trovare un modo per contattarmi; i continui tentativi di accesso alla mia rete mi misero davanti all'evidenza che il nemico mi aveva trovato. Forse. Quindi decisi di giocare un po', mandando degli attacchi mirati, in questo modo era come farlo rimbalzare in un buco nero ogni volta. - Suppongo debba chiamarti Seokjin. - per la prima volta mi trovavo davanti qualcuno che sapeva fare il suo lavoro. In modo meticoloso, cercavamo un passaggio per entrare ognuno nella "testa" dell'altro e mi trovai a pensare che sarebbe stata una bella sfida a colpi di Bit.

Divertente il modo in cui cercò di riflettere i miei attacchi, non ci stava andando pesante ma aveva giocato d'astuzia e mi fece sorridere davanti lo schermo. Incrocia le dita delle mani mentre rileggevo quel messaggio e valutando le possibili alternative. - Il solo ed unico... anche nella mia relazione... al contrario di qualcuno. - Dovevo tenere la sua curiosità attiva mentre preparavo a mandargli un piccolo attacco DoS se la conversazione fosse andata male. Stranamente alcuni SpongeBob iniziarono ad apparirmi su di uno schermo e risi a quella scena. Era riuscito a mascherare e polverizzare quasi ogni indizio senza mettere in conto che avrei potuto ripristinare un intero codice anche solo da un granello di sabbia. Avrei avuto pane per i miei denti finalmente.

Compresi che Jungkook ed io eravamo stati scoperti. Non era importante che dalla mia parte qualcuno sapesse con chi andavo a letto; la maggior parte di loro era terrorizzata da me. Ma non sapevo in quali rapporti erano Jungkook e la sua gente, la massima priorità era la sua sicurezza. Eppure non capii la frase "al contrario di qualcuno", che cosa voleva insinuare? - Mi offendi così. - digitai e mentre lui cercava di esaurire le mie risorse, lanciai un'altra carta dal mazzo, un piccolo e tenere exploit. Mirato a cercare piccole falle dove poter penetrare. - Sono altamente fedele. - continuai. Chiunque fosse entrato nella mia stanza aveva cercato informazioni ben precise e quel contatto, mi aveva dato la conferma.

Avevo la sua più totale attenzione e non solo, potevo capire dai suoi attacchi che lo avevo innervosito e la cosa mi fece quasi ballare come quelle spugne sullo schermo. Sfortunatamente avrebbe trovato solo server fantasma a cui collegarsi ma questo sicuramente lo aveva intuito pure lui il che rese tutto più eccitante. - Non credo di aver fatto il tuo nome infatti. - dovevo distrarlo quel tanto da accedere alla sua posizione ed avrei avuto due piccioni con una fava rendendomi il lavoro più facile anche se, facile, non esisteva nel mio vocabolario. Gli diedi tutto il tempo che voleva per quei ripetuti attacchi vani, prima o poi il suo sistema si sarebbe sovraccaricato e sperai in una piccola botta di fortuna.

Feci schioccare le ossa del collo, le sue insinuazioni non mi piacevano e non volevo che si intrufolasse dentro di me. Quella sarebbe stata solo una piccola conversazione tra due bastardi che con il computer ci scopavano. - Evidentemente parliamo di due persone differenti. - Esattamente come non riuscivo ad entrare nel suo sistema, gli resi difficile farlo con il mio. Ogni colpo che cercava di arrecare al mio sistema, lo sviavo fino a mandarlo in qualche sito porno scadente. Nonostante il nervosismo mi stavo divertendo, mi ricordava quando diventai un hacker, sempliciotto e poco attento. Lontano anni luce dal Jimin di adesso.

Il primo passo lo avevo fatto: insinuare dubbi. Il resto sarebbe venuto da sé, con due profili psicologici come i loro potevo aspettarmi solo autodistruzione. - Se non sei tu... è l'altro. - non volevo dire altro, anche se sapevo che Kook aveva mantenuto fino a poco tempo addietro alcune relazioni ma una mezza verità è sempre meglio di una falsità per insinuarsi. Nonostante i miei attacchi vedevo che il suo sistema manteneva le difese riuscendo a ripristinarsi fin troppo velocemente per i miei gusti ma, come tutti sappiamo, c'è sempre una soluzione e, se non fossi riuscito ad entrare, ci sarei arrivato per vie traverse. Continuava a rimandarmi su siti poco probabili senza contare che, le macchine non sono perfette ed io sarei riuscito a trovare quel piccolo, insignificante errore tra quell'infinito materiale che mi stava mandando anche se poteva sembrare inutile. Mi sarei divertito a studiare tutti quegli SpongeBob.

Avevo capito il gioco di Seokjin, distrarmi cercando di entrare dentro il mio piccolo giocattolo. Anche avesse voluto provarci, probabilmente aveva capito che dall'altro capo dello schermo non c'era un pivello. Così come le mie piccole spugnette non gli avrebbero dato ciò che cercava. - Chi ti dice che è un uomo? - chiesi, non cercando nemmeno più di entrare nei suoi server, anzi: feci una cosa ancora più balorda e senza senso. Gli mandai una richiesta di gioco per sfidarlo a poker; nessuno dei due avrebbe ottenuto niente quel giorno e sinceramente, mi andava bene così. Mi ero reso conto che le mie priorità erano cambiate: non c'era più solo la vita di Yoongi. Quella di Jungkook l'avrei tenuta stretta come quando ti fai un tatuaggio. Era divenuto indelebile.

Il mio sistema smise di lavorare segno che qualcosa era cambiato, solo una notifica e risi ancor più forte a quella sfida. Non credevo avessimo così tanto in comune e piccole scosse attraversarono la mia spina dorsale riportando a galla vecchi ricordi, dai tratti nostalgici ma allo stesso tempo divertenti, spensierati tempi lontani ma non era il momento di perdersi. - Quelli che vidi furono due di cazzi... - una volta mandatogli il messaggio rimasi tra il chiudere la chat o aspettare rispondesse alla mia provocazione nel frattempo accettai quella sua richiesta di entrare in gioco e, perché no, passare un pomeriggio come ai vecchi tempi.

Schioccai la lingua sul palato davanti a quella sua risposta, notando con piacere che aveva deciso di lasciar perdere e accettare la mia sfida, forse solo in quel caso quel hacker affascinante mi avrebbe messo con il culo per terra. Ero sempre stato una frana in quel gioco. - Almeno ti sei goduto un film porno degno del suo nome. - risposi sorridendo da solo come i pazzi. Nonostante l'avessi ferito perché aveva sparato a Jungkook e, nonostante lo volessi morto perché avevo capito il suo piano; volevo godermi un attimo di spensieratezza in mezzo a quel gran macello che era la mia esistenza.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora