* Tendersi la mano *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

Quando aprii gli occhi sentii caldo, non di quelli asfissianti ma di quelli che ti fanno venire voglia di restare a letto ancora un po' crogiolandosi in quei minuti di pausa. Anche se fuori era ancora buio sentivo una luce provenire dalle mie braccia notando quanto, Jimin, si fosse fatto piccolo tra di esse nascondendo il volto e rimasi fermo in quella posizione. Provai anche a respirare piano pur di non destarlo da quel suo stato di serenità e gli posai un bacio sulla chioma rosa vedendolo muoversi di poco e andando ad intrecciare le sue gambe alle mie. - Non me ne andrò più. - sarei potuto restare così aspettando la morte, con la sola visione di lui che, ancora una volta, si dimostrò la miccia perfetta per dar fuoco ai miei resti, per dargli quella vitalità e forza di cui avevano bisogno; piano carezzai la sua schiena non riuscendo a trattenermi dallo stringerlo ancor di più e sentendo il suo respiro su di me sorrisi, sorrisi perché era davvero fatto per stare tra le mie braccia, per essere coccolato ed amato. Sono stato uno stupido... mi dissi non ricevendo alcuna risposta quasi, davvero, non ci fosse più nessuno in me ma andava bene così, se mai fossero ritornati poco importava perché avevo tutto ciò che una persona poteva desiderare tra le mani, avevo l'angelo più prezioso del paradiso ed ero pronto a mettermi anche contro gli Dei pur di restare con lui, di essere per lui il suo uomo. Non c'era rabbia in me, non c'era rancore, non c'era delusione ma solo la consapevolezza di quell'amore che non faceva che mutare, che crescere, cambiare con noi e per noi senza però mai affievolirsi ed era giusto così; eravamo usciti dalla nostra staticità incontrandoci e scontrandoci, attraendoci e quasi distruggendoci, come materia ed antimateria non potevamo non esistere se non con l'altro e saremmo andati contro ogni legge fisica pur di incontrarci dando il via a quell'esplosione che solo noi riuscivamo a portare. Iniziai a lasciare una serie di baci su di lui, lievi, dolci, come forse mai mi ero permesso. Troppe cose non mi ero permesso con lui ma avrei lasciato ad ogni sfumatura del mio amore di venir fuori, non importava come, non importava in quale momento, se fossimo soli o in pubblico; non avrei più frenato quel che dentro portavo, non per dimostrazione ma perché volevo darglielo.

Jimin Pov

Fu uno strano sogno il mio, in un'ambientazione che non conoscevo o forse sì ma qualcosa era cambiato. Il fatto di essere da solo, questo era cambiato e più cercavo in quelle infinite stanze più non trovavo nulla se non me stesso sempre più piccolo. Cercavo di uscire da quella casa, da quella estraneità che sentivo non appartenermi, ma una voce che avrei riconosciuto anche nell'aldilà, sussurrò il mio nome. Fermai il mio cammino in quel corridoio sporco, quasi al buio, chiusi gli occhi e feci lo stesso; sussurrai il suo nome e mi parve di sentirlo sorridere. Presi a camminare seguendo quel suono familiare ma più avanzavo più il corridoio si allungava, Non ci riesco... dissi ma lui non smetteva di sorridere. Sono qui... ma non c'era e l'angoscia cominciò a prendere il sopravvento. Pur non muovendomi mi sentii spostare e la stessa voce mi parlò di nuovo: Non me ne andrò più, e pur non comprendendo se fosse un sogno o meno, mi sentii calmare regolando il mio respiro. Respirai sentendo il suo odore e con le mani mi aggrappai a quella fragranza anche se parve più un tessuto; forse ero in quello stato di dormiveglia dove non distingui il reale dal sogno ma preferii di gran lunga la realtà perché almeno avevo la certezza di poter toccare con mano quello che nel sogno mi sfuggiva. Allungai anche l'altra rimasta assopita sotto il mio corpo, riuscii a distinguere con il tatto una pelle non mia ma che mi apparteneva e mi sentii sorridere, felice di sapere che non mi ero mosso e lui era ancora lì. Forse stiamo ancora sognando. A quella frase aprii di scatto gli occhi trovando due grandi pozzi neri contornati da una luce nuova, la stessa mi attirava peggio di quella dei miei ricordi. Per la prima volta mi sentii in imbarazzo, come se quella era la prima volta che mi svegliavo in sua presenza, come se quella fosse la prima volta che posavo i miei occhi nei suoi e sentii le guance diventare poco a poco rosse, riscaldandosi di rimando. Mi imposi comunque di non abbassare gli occhi, di lasciarmi nei suoi perché mi ero promesso di fargli vedere ogni mia sfumature e avrei iniziato da quella mia parte timida che preferiva nascondersi. - Ti ho forse svegliato? - anche la mia voce parve timida di fronte al mio Jungkook ma che non lo sembrava. E mi sentii attratto anche dal quel nuovo ragazzo che mi teneva tra le braccia, perché sentivo il suo cuore e quello non sarebbe cambiato, perché sentivo il suo odore e quello era rimasto immutabile, perché sentivo il mio amore che pareva cambiare e allargarsi ancora di più per farlo entrare e adattarsi anche a lui.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora