* La cura *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

Non ero nemmeno una puttana per lui, dovevo fargli davvero schifo a quel punto e cercai di ascoltare ogni sua singola parola, anche dopo che alzò la voce con me forse per la prima volta in quel modo. Aspettai che sfogasse anche quello, chiedendomi se fossi stato io a non aprirmi del tutto o era lui che non riusciva più a vedermi, perché non aveva alcun senso quel che diceva. Per me non c'era più alcuna logica e qualcuno si affacciò in me. Tu puoi aiutarmi? Gli chiesi ed in risposta piegò la testa facendomi un mezzo sorriso triste, è il capolinea? Scosse la testa ma non era poi così convinto, non mentre guardavamo il nostro amore coprirsi il viso a causa di quelle lacrime che odiava mostrarmi. - Non posso... non posso cancellare i ricordi... posso solo aspettare che svaniscano ma io, in quella casa, non ci sono rimasto. Nulla di me è rimasto lì perché nulla di importante è entrato da quella porta... - sospirai, sperando mi sentisse nonostante quei singhiozzi, per poi continuare. - Io ti sto guardando Jimin... ma tu non vedi me... e non capisco perché. Ho il tuo nome nella mente, ho il tuo nome sul cuore ed un'etichetta sull'anima che rimarca la mia appartenenza a te. Ti amo Jimin. Quello non è mai cambiato, tutto l'amore che io possa provare è sempre e solo stato tuo... - forse ha visto il mio scherzo? Pure quel demone era venuto a farci compagnia. Provai ad avvicinarmi di poco al mio Jimin in lacrime, senza però ancora sfiorarlo. - Se... se per un attimo... ti è sembrato che ci fosse altro in me avevi ragione ma non perché si fosse intromesso... ma perché qualcuno in me credeva fosse l'unico modo... per... per non continuare a farti male... ed il bastardo ha avuto ragione... - non riuscivo a vederlo così, così dannatamente piccolo e stargli lontano nonostante fossi io la causa del suo dolore, così lo strinsi tra le mie braccia. Poco importava si fosse lamentato, le avrei serrate ancor di più intorno a lui e non l'avrei lasciato andare finché non mi avrebbe visto per intero.

Jimin Pov

Ascoltai ogni parola e lo feci davvero, ogni singola lettera si deformava e si riformava sempre nello stesso modo, più e più volte per farmi sentire bene quello che il mio Jungkook stava dicendo. Qualcuno, addirittura il bastardo, aveva cercato di fermarlo perché mi stava facendo male. Non capii se avessi voluto ucciderlo strangolandolo o almeno dirgli grazie ma quando lo sentii avvicinarsi non apposi nessuna resistenza ritrovandomi tra le sue braccia. - Non poteva trovare un altro modo? - chiesi asciugando la faccia il meglio possibile, pur tenendola ancora nascosta. - Ho bisogno di te Jungkook... ho bisogno che mi tieni tra le braccia facendo in modo che io smetta di perdermi perché sono stanco. - nel corpo, nella testa, nell'anima. La stessa che sembrava trascinarsi perché troppo spenta per riuscire ad avere quella forza necessaria anche solo per andare via. Spostai il lenzuolo, alzando lo sguardo verso il suo: - Ti vedo Jungkook... anche in queste settimane lontano da te ti ho sempre visto e c'eri solo tu e nient'altro. Solo... solo avevo bisogno di tempo perché mi sono rotto definitivamente... - mentre il lenzuolo scivolava dalla mano, la stessa si portava sul suo viso. Accarezzai piano quella pelle e di nuovo: - Perdonami... non avrei dovuto sfogarmi in quel modo... non con te... - mi avrebbe perdonato? O anche quello aveva segnato irrimediabilmente il suo essere. Ci eravamo fatti del male a vicenda e non avevamo usato mezze misure per farlo: - Ti prego non dire più che sei la mia puttana. Ero arrabbiato e volevo solo ferirti... sei il mio Jungkook. Nient'altro che il mio Jungkook. - nostro...

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora