Yoongi Pov - Black
Era notte, momento che adoravo particolarmente; diretti verso la periferia di Seul, mi godevo l'incredibile spettacolo della mia città. Presuntuoso da parte mia usare un aggettivo possessivo, vero? Ma in fondo era questa la verità! Ero il massimo esponente di una delle più grandi associazioni mafiose della grande mela coreana. Poliziotti, funzionari, politici di spicco corrotti, prendevano i miei ordini e con discrezione; facendo in modo che quello che volevo accadesse. Almeno dalla parte che mio padre si era aggiudicato ai tempi della grande tregua. In verità la tregua persiste ancora il punto era fare in modo di non rispettarla ma con metodi che non davano all'occhio! Volevo il potere e se significava sterminare un intero clan, non mi sarei posto il ben che minimo problema. - Siamo arrivati, capo. - disse la voce sottile della mia guardia del corpo. - Dov'è? - chiesi atono. Una figura minuta ma ben delineata si faceva spazio tra l'immondizia e qualcosa di poco chiaro. Diede tre colpi allo sportello ma non aprì nessuno; ne diede altri due e poi un altro qualche secondo dopo. Gong Yoo aprì la portiera facendo spuntare prima la canna della sua Colt co2 Special: - Andiamo Yoo, levami questa bestiolina dalla faccia. - disse la voce del mio fedele braccio destro non che amico Jimin. Risi divertito: - Entra prima che la puzza si insinui per tutta la macchina. - se c'era una cosa che odiavo di quei posti era proprio il tanfo. Pareva ci fosse sempre un cadavere posto ai lati dei muri sporchi di piscio e chissà quale altro fluido corporeo. - Perché diavolo mi hai fatto venire fin qui? - dissi alterato, ero sul punto di sfogare la mia frustrazione sul mio giocattolo del sesso. - Vedrai che la notizia che ho da darti ti darà immenso piacere. - disse con quel sorriso sinistro che lo rendeva piuttosto scopabile. - Meglio di una bocca talmente esperta che ti fa vedere le stelle e il loro creatore? - chiesi e lui rise scuotendo la testa. - Quel figlio di puttana di Kim Sik è passato a miglior vita. - Scese il silenzio nell'abitacolo, nemmeno il mio scimmione di una guardia del corpo aveva qualcosa da dire. Sembrerebbe una blasfemia o che io abbia poco rispetto per la vita altrui ma a quella notizia, fu come sentire un coro di angeli che cantavano solo per me. - Quando è successo? - Jimin mi passò una piccola carpetta. Al suo interno tutto quello che mi serviva sapere: - Stanotte? - chiesi di nuovo e il suo sorriso aveva un non so che di diabolico. - Pensavi davvero che ti avrei disturbato dalla tua scopatina serale così per puro divertimento? - chiese sarcastico. Assottigliai lo sguardo: - Appena ho saputo la notizia sei stato la prima persona che ho chiamato. - continuò. - E la seconda? - sapevo mi avrebbe offeso o l'avrebbe fatto con qualche membro della mia famiglia. - Tua madre! - sentii chiaramente lo sghignazzare attutito di quello scimmione di Yoo. Con il solo cenno del capo, l'autista mise in moto la macchina riportandoci a casa. Nella mia testa si era scatenato il putiferio: macchinazioni, complotti, omicidi probabilmente; era arrivato il momento di prendere possesso dell'intera Seul. Non mi sarei fermato davanti a niente, avrei fatto quello che mio padre non era riuscito a fare ai suoi tempi. - Chi prenderà le redini adesso? - l'avversario non aveva figli, non aveva parenti se non il suo lascito di lecca piedi. - Un sociopatico macchinista con la mania di grandezza. - rispose Jimin e capii che il mio avversario poteva essere solo una persona. - Bene. Ci sarà da divertirsi allora. - feci mezzo sorriso, leccandomi il labbro inferiore. Il tragitto fu silenzioso, Jimin guardava fuori dai finestrini oscurati perso in chissà quale pensiero; mentre Gong Yoo guardava Jimin con appetito; io leggevo ogni sorta di cosa fosse stata riportata in quei documenti. Non sarebbe stato semplice smantellare una così grande compagnia ma i limiti non mi erano mai piaciuti e, di certo, non avrei iniziato in quel momento. - Signorino Min? - la voce del mio autista mi interruppe dalle mie fantasie. - Che c'è! - chiesi poco cordiale. Con i fari stava illuminando la carcassa di un ragazzo davanti il mio cancello.
°°[Gong Yoo: Guardia del corpo di Yoongi.
Min Soo: Ex Capo mafia dei Black, padre di Yoongi - Deceduto]°°
Namjoon Pov - Shadow
- Nam, siamo pronti. Gli invitati sono arrivati. - Jin era venuto ad avvertirmi, sarebbe stato il mio braccio destro da quella sera in poi ed era un valido alleato, aveva polso e riusciva a farsi rispettare ed amare allo stesso tempo; era una delle due persone di cui avevo più bisogno in quel momento. - Grazie Jin, arrivo pure. - risposi. Erano passate solo poche ore dalla morte del nostro capo e dal ricevimento di quella lettera in cui erano scritte le sue ultime volontà; sarei dovuto essere triste per quella perdita ma, in cuor mio, sentivo solo un profondo senso di liberazione. Ero finalmente il nuovo capo della gang più potente di Seoul e, con me, sarebbe sorta una nuova era. Ero stanco di quella pace pattuita anni addietro, volevo più potere, volevo più fama, volevo il mondo e lo avrei avuto. Finii di sistemarmi la cravatta nera su quella camicia bianca, diedi un ultimo sguardo al mio riflesso impeccabile nello specchio e mi avviai a testa alta verso il grande salone dei ricevimenti dove i miei sottoposti mi attendevano brindando con il miglior champagne sul mercato. - Vedo con piacere che la maggior parte di voi è qui per omaggiarmi e brindare in mio onore. - dissi soddisfatto dalla cima della scalinata che presiedeva la grande sala mentre passavo lo sguardo su quella folla di ricconi senza scrupoli per poi continuare: - Jin, occupati degli assenti. Assicurati che non possano più, come dire, mancarmi di rispetto. - a quelle parole delle risate sommesse si levarono dalla folla. - Non vi tratterrò a lungo ma lasciatemi dire che, qui ed ora, la pace è finita. Brindate per me e bevete in mio onore. Divertitevi questa sera, scopate e salutate le vostre mogli perché, miei signori, domani inizia una nuova era! - Quella che sentii fu una delle sensazioni più piacevole ed estasiante della mia intera esistenza e mentre volgevo le mie spalle a quell'aggregato di pecore senza cervello chiamai al mio fianco Jungkook, mio braccio sinistro con il quale ero cresciuto. Insieme avevamo scavato il fango a mani nude pur di arrivare dove eravamo in quel momento ed ero sicuro non mi avrebbe mai tradito; sapevo di avere molti nemici, anche tra le mie stesse fila ma stavo già provvedendo a far pulizia dell'immondizia.
- Siete in posizione? - domandai a bassa voce al ragazzo accanto a me. Avevo calcolato ogni minimo dettaglio, quella era solo una festa per attirare tutti i bastardi che credevano di poter fare il doppio gioco con me senza contare che, io, ero sempre un passo davanti a tutti. - I miei segugi dovrebbero entrare in azione in... 3... 2...1... - in quel momento delle urla e dei rumori sordi provennero dalla sala del ricevimento che avevo prontamente abbandonato per non sporcarmi quel abito, da 15.000 dollari, di sangue. - Sempre in perfetto orario! Ora abbandoniamo questo edificio. Segui il piano come stabilito, ci troviamo al nuovo quartier generale. - diedi gli ultimi ordini mentre i nostri passi correvano svelti in quei corridoi così come il mio cuore e le mie ambizioni. Stava andando ogni cosa come stabilito e nessuno, nemmeno quel codardo di Min Yoongi sarebbe riuscito a fermarmi. Questo pensavo mentre salivo in macchina con Jin lasciando il resto nelle mani di Kook, il migliore quando si trattava di tramutare in azione le mie idee e sporcarsi le mani. Leggevo euforia ogni qual volta rientrava con i vestiti imbrattati del sangue di non so quale bastardo, quasi traesse linfa vitale dalle sue vittime e sapevo sarebbe stato davvero divertente per lui far saltare all'aria quell'intero palazzo e vederlo andare in cenere insieme ai corpi di coloro che aveva ucciso. Le prime luci dell'alba stavano sfiorando la città iniziando a destarla, segno che dovevo sbrigarmi con i miei piani se volevo battere gli altri clan sul tempo. E come il buon vecchio Kim Sik diceva sempre 'il tempo è denaro e il denaro è potere', e risi tra me e me per l'assurdità di quella frase. Come poteva, il tempo, essere così importante per delle creature così fugaci come noi? - Nam, ti stai nuovamente perdendo tra i tuoi pensieri? - mi chiese Jin interrompendo quel silenzio fatto di attese ed aspettative. - Non mi sto perdendo, sto costruendo il nostro impero. - risposi soddisfatto leggendo il messaggio appena ricevuto da Kook.
La spazzatura è stata ripulita
Era arrivato il tempo di giocare!
°°[Kim Sik: Ex Capo mafia degli Shadow - Deceduto]°°

STAI LEGGENDO
𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
Fiksi PenggemarLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...