* È una curiosa creatura il passato *

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Jimin Pov

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Jimin Pov

Quel giorno avevo da fare un po' di commissioni, tutte cose importanti e senza la presenza del mio amato Jungkook. Era necessario non averlo con me anche se mi sarebbe piaciuto fare molte cose in sua presenza. Stranamente non pioveva, ma c'era quella temperatura piacevole quasi primaverile, tanto da farmi indossare una di quelle camicie larghe che mi piacevano. Coprii il viso con dei grandi occhiali scuri e prima di uscire baciai in maniera poco casta il mio amato, sentendo l'esigenza di avere il suo gusto per tutto il tempo in cui non sarei potuto stare con lui. Il primo posto era forse il più importante di tutti, colui che mi avrebbe preso più tempo ma che ne sarebbe valsa la pena; il commesso fu gentile ma non capii perché fosse gay anche lui o perché aveva capito chi fossi. Non gli diedi molto peso, quello che contava di più era il risultato di quell'incontro, sarei passato a ritirare il mio pacco prima della chiusura. Raggiunsi il secondo posto, quello che più mi metteva ansia per tanti motivi: la sua storia, l'importanza di quel palazzo, la possibilità che non mi avrebbero concesso il via libera per usarlo; ma sperai che il mio nome e la conoscenza di chi lo gestiva, mi avrebbero aiutato ad ottenere tutti i permessi. - Park Jimin, non pensavo ti avrei più rivisto. - feci una piccola smorfia ma sorrisi di circostanza, indossando quella maschera che avevo sempre portato quando ero un Black. - Gli affari mio caro, mi tengono impegnato. - sorrise facendo sì con la testa. Mi risultava difficile credere che non sapesse nulla ma anche in quel caso la mia proprietà era un'altra: - Allora vorresti il Jondeokjeong se ho ben capito. - disse arrivando dritto al sodo. Su quello non era cambiato molto: - Esatto, come ti ho spiegato al telefono, è una cosa molto importante e devo avere la certezza che nessuno venga a disturbare. - dissi, giocando con la canna di una delle mie bambine. Sorrise, uno di quelli che fai quando sei geloso: - Deve essere speciale se ha fatto cadere Park Jimin, quando nessuno ci è mai riuscito. - sentenziò ed io mi ritrovai a fare nuovamente una smorfia. - Speciale è riduttivo per uno come Jungkook. Così come è riduttivo quello che è per me. - voleva che puntualizzassi? L'avrei fatto con molto piacere non ero io quello a cui bruciava il culo, soprattutto sperai per lui che questo non avrebbe compromesso il mio ottenere ciò che volevo. - Anche se muoio di invidia Jimin, sono contento. Sei... diverso. Non preoccuparti, il padiglione sarà a tua disposizione per quel giorno. Mi sono permesso di riservarvi anche la residenza Yeongyeongdang all'intento del giardino segreto, consideralo un mio regalo. - al che gli sorrisi, ricordai perché mi era piaciuto al quel tempo; nonostante tutto, sarebbe rimasto l'uomo gentile che sperava sempre nel bene degli altri anche a chi non lo meritava. Ringraziandolo uscii dal palazzo con una carica in più, tutto sembrava andare per il meglio almeno fino a quando quella cazzo di voce non pronuncio il mio nome: - Jimin hyung? - addio giornata tranquilla. Bastarda di una voce di merda. Potevo far finta di non aver sentito ma sapevo che quel cretino mi avrebbe seguito fino a toccarmi ed io non volevo lo facesse. - Taehyung. - dissi voltandomi verso di lui. 

Parve triste, poco più magro dell'ultima volta e mi dispiaceva vederlo così, soprattutto se la causa ero io. - Eri brutto ma non ricordavo così tanto. - lo vidi alzare gli occhi al cielo sbuffando poco dopo. - Eri una testa di cazzo ma non ricordavo così tanto. - rispose e la mia bocca si alzò in un mezzo sorriso. - Mi fa piacere che ti ricordi ancora come si ride, pensavo che Jungkook ti avesse mischiato il morbo. - ma a quella frase tornai serio, forse peggio di prima. Alzò le mani: - Non devo pronunciare i nomi con così tanta facilità, miane. - ebbe la capacità di farmi sentire una merda, ricordandomi quanto meschino fui quella mattina ma era inevitabile trattarlo così, soprattutto dopo quello che era successo. Avrebbe dovuto inginocchiarsi davanti a Yoongi e a Jungkook, possibilmente molto lontano da quest'ultimo e ringraziarli per averlo difeso; mi dava ancora parecchio fastidio aver visto Jungkook rivolgersi quasi sempre a lui. - Possiamo prendere qualcosa? Solo io e te, come una volta... - sapeva bene come giocare, quali punti colpire. Serrai la mascella sospirando pesantemente, aveva indicato la macchina di quel coglione ma feci no con la testa: - Si va con la mia, puoi dirgli di seguirci se vuole ma non metterò piede in quella macchina. - non essere così duro, anche tu hai sbagliato. Puttana le dissi e la sentii darmi un schiaffo per assestato sulla nuca. Andai in un locale al centro, frequentato da tutta Seul e quasi sempre pieno, nessuno dei due avrebbe avuto la possibilità di fare mosse sbagliate; lui forse, tu sei un bastardo. Si può sapere che cazzo vuoi oggi? Le ringhiai contro ma parve non intimorirsi più di tanto, conosco ciò che non vuoi vedere. Ci sedemmo in un tavolino non troppo esposto, guardando la sua figura un po' impacciata, sulla difensiva: - Non ti farò nulla Tae, rilassati ok? - mi innervosiva. Era sempre stato cosi con lui, anche prima di sapere di Jungkook, la sua presenza nella mia vita mi dava alti e bassi fino a stordirmi. - Difficile farlo con quelle belve sotto la giacca. - al che sorrisi, passando una mano sulle piccole e sentendole brontolare. In effetti era da tanto tempo che non le lasciavo sfogare, avrei rimediato anche a quello: - Hanno la sicura e sono docili, per adesso. - lo vidi fare un smorfia.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora