Jimin Pov
Quel messaggio lasciato vagare su quelle linee pieni di codici era inequivocabile, Namjoon aveva fatto la sua mossa e per certi versi ne fui felice, perché sapevo che non gli avrebbe fatto niente e che avrebbero parlato di qualcosa che non mi era dato sapere ed era giusto così. Guardai uscire il mio uomo per quell'incontro dicendomi che sarebbe stato bello quando fosse rientrato ed io l'avrei preso tra le braccia stringendolo a me. Perciò mi tenni impegnato facendo del kimchi, pulendo le bambine, lucidando le mie lame e quelle di Jungkook. Allenandomi per cercare di recuperare un po' di forze che avevo perso in seguito alla ferita eppure c'era qualcosa che mi stavo dimenticando e non riuscivo a capire cosa fosse. Mi feci la doccia medicando quei segni poco dopo fino a quando arrivò un sms da parte di Junho, fu strana quella domanda ma mi fece sorridere; chiedeva come stavo e se era in programma di passare da loro. Trovai cosa fare e in quel modo mi sarei assicurato delle perdite e se loro stessero bene. Optai per un jeans e una felpa, a Seul non smetteva di piovere ed anche se mi piaceva, non volevo arrivare zuppo dai ragazzi. Mandai un sms a Jungkook, avrebbe deciso lui se raggiungermi o meno, magari dopo quell'incontro non voleva vedere nessuno e l'avrei capito. Presi la mia Porsche Taycan facendola ruggire un poco, era tanto tempo che non sentivo il suo rombo sotto le gambe e quella piccolina mi era mancata. Mi presi il mio tempo gustandomi quella strana calma, godendomi una Seul invernale in piena estate; ma la strada non aveva la mia stessa idea ritrovandomi in quella fabbrica prima di quanto effettivamente volessi. Non c'era nessuno ad aspettarmi come era di consueto ma non me ne preoccupai, erano tutti stanchi, feriti, provati e probabilmente in quantità inferiore dalla nostra partenza. Mi chiesi per cosa avessimo combattuto effettivamente, ma la risposta fu una soltanto: la libertà; entrai facendomi strada verso quei corridoi che mi erano divenuti familiari ma ci fu una nota dolente in quel silenzio calmo, Taehyung non ci sarebbe stato. - Junho? - il mio braccio destro, almeno fino a poco tempo fa, era seduto sul divano con gli occhi chiusi tenendosi la tempia. - Oh, capo. - feci una smorfia sorridendo poco dopo. - Junho conosci il mio nome, non c'è più nessun capo. - dissi appoggiandomi sul tavolo di fronte a lui. Drizzò la schiena, assumendo una posizione più formale: - Come stai Jun? - lo vidi alzarsi, avvicinandosi di poco. Rimasi nella mia posizione, per niente intimidito dal suo comportamento, tante volte eravamo rimasti da soli nella stessa stanza: - Io non ho riportato nessuna ferita Jimin, tu piuttosto. Ha toccato parti vitali? - chiese guardando nella direzione dove Yoongi mi aveva colpito. - Sono un figlio di puttana difficile da uccidere. - riposi e lui sorrise. Fu inevitabile per i miei sensi, sentire l'imminente presenza di quel ragazzino che si era insinuato dentro di me in modo prepotente; voltai lo sguardo verso l'entrata opposta a quella del mio arrivo, fissando i miei occhi in quelli suoi.
San Pov
Sorrisi dentro di me constatando fosse davvero un figlio di puttana in quel senso ed ancora avevo il ricordo di quel suo sguardo supplicante durante la battaglia chiedendomi tacitamente di non far parola di quelle sue debolezze. Mi appoggia sullo stipite della porta incrociando le braccia sul petto. - Chi non muore si rivede mmm? Come sta Kookie? - cercai di studiare il comportamento di Junho e mi parve così ovvia la sua frustrazione non appena mi vide arrivare quasi volesse restare ancora un altro po' con il mio hyung preferito ed arricciai il naso facendo qualche passo nella loro direzione per sedermi sul tavolo proprio accanto a Jimin. Stranamente non si mosse da quella posizione e mi andava bene così anche perché non avrebbe visto lo sguardo che lanciavo al suo sottoposto. - Come mai sei solo? - sporsi di poco le labbra pensando fosse strano ed iniziando a giocare con il cappuccio della felpa di Jimin inconsapevolmente.
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𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
FanficLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...