* Pensieri folli *

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Taehyung Pov

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Taehyung Pov

Non mi sarei mai abituato a svegliarmi in quel letto, con Yoongi sul mio petto, il suo respiro regolare interrotto da qualche leggero spasmo muscolare, segno che stava sognando qualcosa che lo infastidiva. Così come non mi sarei mai abituato a quella strana normalità, fare le più semplici cose insieme o aspettare il suo rientro da qualche riunione che non comprendevo. Solo in quei momenti, no sono un pessimo bugiardo, perché la mancanza di Jimin non era soltanto in quei momenti; lo leggevo negli occhi del mio amato e lo sentivo nel mio cuore. Esattamente come sentivo la mancanza di Jungkook, era come se la mia vita procedesse a metà; perché entrambi i ragazzi erano diventati parte di me e mi era diventato difficile andare avanti senza la loro presenza. Anche i pugni di Jimin mi mancavano, risi a quel pensiero, quel nano si faceva ricordare per tante cose. Fu un pomeriggio di tranquillità, mentre accarezzavo i capelli di Yoongi che in silenzio, leggeva un libro in mezzo alle mie gambe; fu in quel momento che la mia mente partorì un pensiero malsano quanto desiderabile. - Sarebbe bello se da quella porta entrasse Jimin, non credi? - chiesi e lo sentii irrigidirsi. Non rispose subito, sapevo che stesse pensando a cosa dire senza ferirmi: - Piacerebbe anche a me Tae, ma sappiamo che non accadrà. - e nel dirlo, una punta di rabbia si fece spazio tra quel dolore che non cessava di battere nel mio hyong. Sospirai: - Perché non chiedi semplicemente scusa? Piuttosto che arrancare scuse per quello che h... che è successo. - la mia linguaccia stava per dire che hai fatto ma volli evitare. Se volevo ottenere qualcosa da Yoongi, non potevo di certo attaccarlo. - Puoi anche dirlo sai? Hai fatto. Perché è questa la verità. Ho mandato mio fratello a morire e ne sto pagando le conseguenze. - rispose, chiudendo il libro. Sospirai nuovamente, dovevo tentare, almeno provare a fargli comprendere cosa si stava formando nella mia mente. - È da un po' che ci penso hyong, ho questa idea che continua a girarmi nella testa. - dissi, cercando di richiamare la sua attenzione su di me. - Perché non gettate l'ascia di guerra e uniamo le due fazioni? Sareste l'associazione mafiosa più temuta a Seul e dintorni. - ma mentre parlavamo, vedevo già il volto di Yoongi cambiare espressione. - Io e quel cazzone insieme? Hai la febbre Taehyung? - alzai gli occhi al cielo. Sapevo di voler sfondare un muro di cemento: - Sto alla grande, idiota. Non capisco perché non possa essere così. Avremmo indietro Jimin e Jungkook, potremmo prenderci tutta la città e plasmarla a modo nostro. - risposi infervorendomi. - Perché non vedi la splendida opportunità che una coesione potrebbe portare? - chiesi, agitando le mani. Serrò la mascella, spostandosi del tutto: - Una volta, mio padre, ha detto le stesse cose sai? - chiese. Spostai la testa di lato sperando che continuasse: - Conosci il risultato. - ovvero il mio rapimento e la distruzione di quel sogno. - Erano dei vecchi coglioni incapace di parlare come gente normale. Ma tu e quell'altro siete diversi, potreste prendervi l'intera Corea del Sud se solo lo voleste. - fu lui stavolta a sospirare. Si alzò dal letto guardandomi come non aveva mai fatto prima: - Non accadrà mai! Né che stringa la mano a Kim Namjoon né che quel reietto di Jungkook entri di nuovo in casa mia. Discorso chiuso. - e senza darmi la possibilità di dargli del testa di cazzo, uscì dalla camera. - Testa di cazzo! - Strinsi i pugni agitandoli per aria, aveva la testa più dura del marmo quel nano del cazzo, si il mio nano ma era comunque un nano del cazzo. Potevo solo affidarmi a chi avrebbe compreso, o almeno speravo, ciò che volessi dire; con quella scusa, li avrei rivisti e avrei potuto passare del tempo con loro. Mi vestii, salii sulla macchina che mi aveva lasciato Jimin e, uscendo da quella casa, andai dritto dritto dai miei due ragazzi preferiti. Sperai di non aver creato casini tra di loro, più di quanto già non avessi fatto; non ci misi molto ad arrivare, sorprendendomi di riuscire a ricordare la strada. Sentii il cuore esplodermi quando vidi Jimin davanti la porta, con le braccia conserte e di nuovo di quel rosa che gli donava particolarmente. - Cos'è ragazzino, hai sbagliato strada? - nonostante il suo viso corrucciato, vidi il suo vano tentativo di nascondere un sorriso. - Mi sei mancato nano bastardo. - dissi raggiungendolo per abbracciarlo forte a me. Se per un attimo rimase immobile, quando sentii le sue braccia stringermi di rimando per poco non scoppiai a piangere. - Entra dai, Jungkook sarà felice di vederti. - fui sorpreso di non trovare alcuna sfumatura di gelosia in quella frase. Fui anche felice, perché per me non erano altro che i miei due fratelloni.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora