Hoseok Pov
Erano passati all'incirca tre giorni dalla visita di Namjoon, da quella, era successo di tutto. Shadow e Black che si combattevano in territorio neutrale. Quel piccolo pazzo che si metteva contro la sua stessa razza e infine un altro piccolo, almeno di statura, che portava via... no, in salvo, il cane degli Shadow. C'era qualcosa sotto e se i miei sospetti erano fondati, sapevo chi era quella persona incappucciata. Dovevo comunque tenermi caro Yoongi, alla fine sarei stato io quello a consolarlo dai continui tradimenti. Quando arrivai alla villa lui non c'era e nemmeno quel sacco di spazzatura che non lo lasciava un attimo in pace. La mia fortuna era che potevo girare indisturbato: - Park è con Yoongi? - chiesi ad uno dei ragazzi messi a fare di guardia. - No, è da Doc. - un sorriso sottile spuntò sulle mie labbra e quasi ogni pezzo stava tornando al suo posto. Andai dritto nella stanza di Jimin, quella specie di astronave dove capivo la metà della metà di quello che conteneva; lì, avrei trovato qualcosa che avrebbe messo in atto il mio piano: distruggere le fondamenta di Yoongi. Come sempre il computer con otto schermi, era acceso, emettendo un suono leggero ma fastidioso; non era il mio obiettivo. Esaminai attentamente quelle che erano le carte di uno dei più bastardi hacker in circolazione e per lo più erano numeri e coordinate che non riuscivo a comprendere. Vi fu una cosa però che attirò la mia attenzione: più di tutto il resto, foto che venivano ripetute e analizzate con attenzione. Le foto di Jungkook... - Sei così meticoloso che studi il tuo avversario così a fondo? - e nel cerchio di foto degne di uno stalker con le contro palle, la Eun di Jimin ma non con lui alla guida. La mia giornata era iniziata meglio di quello che mi aspettavo. Sventolai le mie dita al ragazzo di fronte la porta e con il cuore a mille, portai la mia persona dall'unico che avrebbe davvero potuto fare qualcosa. Conveniva a lui esattamente come conveniva a me. Era un aiuto reciproco, tolti i traditori di mezzo, ognuno avrebbe potuto farsi la guerra che tanto bramava. Non mi fu difficile arrivare al nuovo palazzo degli Shadow, molti dei miei clienti risiedevano nei loro territori, bastava fare le domande giuste. Così come sapevo che gli occhi esperti di Kim Seokjin avevo già notato la mia figura scorrazzare per i suoi territori; scesi dalla macchina e con un sorriso ampio sul volto, andai dritto nella bocca del leone. Alzai le mani in alto, una decina di pistole mi furono puntate alla testa, nonostante questo continuavo a tenere il mio comportamento gioviale. Qualcuno avrebbe dato l'ordine di spararmi o di lasciarmi passare ed ero certo che quell'ordine sarebbe partito da colui che sarebbe diventato il mio "alleato".
Nam pov
Jin mi avvisò di quell'ospite inatteso avvicinarsi a colpo sicuro alla nostra struttura e mi chiesi cosa lo aveva portato così vicino a noi ed in bella vista tanto da rischiare la sua stessa vita ma poi mi ricordai che era una persona propensa al suicidio psicopatico e mi divertii nel vederlo affrontare con arroganza le sentinelle. Ringraziai il cielo che i cani di Kook non erano nei paraggi o lo avrebbero fatto fuori a vista. - Jin, fallo scortare! Credo che avremo un bel pomeriggio pieno di sorprese. - Questo ci si poteva aspettare da un uomo che manovrava i fili della vita in modo da aizzare odio e sospetto da dietro le quinte. Poteva sembrare annoiato e disinteressato ma dentro portava i peggiori segreti di Seoul e non mi sarei fatto sfuggire quell'occasione. - Bene bene, vado ad accoglierlo nel mio studio, se non ti dispiace potresti assicurarti che Kook stia lontano? - conoscevo bene l'astio che cresceva tra i due, nonostante avessi la profonda certezza che insieme avrebbero potuto svolgere un ottimo lavoro, e non avrei mai voluto mandare all'aria un altro mio piano di conquista. Così, una volta accertandomi di averlo lontano feci entrare il nostro ospite scortato da due occhi di Jin.
Fui scortato da due individui davvero brutti, tanto che non gli prestai la benché minima attenzione. Quel palazzo era anche più lussuoso di quello del vecchio Sik, riconobbi il sopraffino gusto di Namjoon. Quando mi portarono davanti ad un grande ufficio, capii che avrei dovuto parlare con il capo prima di arrivare al mio obiettivo. - Sono passato per un saluto veloce. - dissi una volta entrato. Dovevo ammettere che la visuale di quella stanza era da perderci il fiato, ottima per una sana e liberatoria scopata: ne potevo sentire quasi il potere. - Come vanno le cose? Ultimamente mi sembra che abbiate qualcuno in meno. - continuai sorridendo divertito. Fremevo dal desiderio di parlare con quel Seokjin, di tastare se le voce su di lui gli rendessero giustizia. Sperai che quel manichino si sbrigasse a fare gli onori di casa e andasse a giocare con qualche macchinina o pezzi di lego, vedesse lui.
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𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌 *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*
FanfictionLa vita non regala nulla, ogni cosa che ci concede ha il suo prezzo. Alle volte e misero ma altre... Altre ti mette davanti un conto che ti chiedi se riuscirai mai a saldare, ed allora la vedi giocare. Divertita ci prende come fossimo pupetti nelle...