* E alla fine... *

57 4 0
                                    

Jimin Pov

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Jimin Pov

Non mi preoccupai molto che Namjoon si fosse liberato perché non avrei lasciato andare quel topo che tenevo tra le mani. Ma quando Jungkook cominciò quel piccolo gioco del tiro a bersaglio, vedere le lacrime su quell'uomo mi diede da pensare. Perché, stranamente, mi rivedevo in loro; o meglio, capivo quel sentimento che li teneva in vita pronti a tutto pur di difendere la persona che amavano. Eppure quando Pinco Panco, come lo chiamava Taehyung, puntò la pistola sul mio amore, la morsa in cui tenevo Seokjin si fece più stretta. Sentendolo boccheggiare perché, il mio braccio, gli aveva stretto ancora di più la giugulare: - Shh... più provi a dire qualcosa più farà male. - dissi piano, con la bocca vicino al suo orecchio. Mi piacque la reazione di San ma non quella di Jungkook che senza timore andò a sfidare quel coglione e sentii il mio cuore perdere alcuni battiti, ringhiando sommessamente. - Come... fa... male.... a te... - cerco di dire ma lo ignorai, troppo concentrato sul mio angelo. Lì mi accorsi che nonostante tutto, Namjoon era differente da Yoongi, aveva avuto la possibilità di uccidere quell'unico che l'aveva sfidato e qualcosa nel suo sguardo, mi fece capire che non era solo per Seokjin che non premette il grilletto. Socchiusi gli occhi quando la mano di Jungkook toccò di nuovo la mia pelle, quella costanza era vitale per me; soprattutto in quei momenti. Feci come richiesto e vidi quei due tornare a stringersi come stavamo facendo noi, anche se quel sentimento di disprezzo non mi aveva ancora abbandonato; soprattutto verso l'hacker. Guardai negli occhi del mio uomo, soppesando le sue parole e non potei non pensare a Taehyung; mi avrebbe odiato se avessi fatto quello che realmente volevo? Non ne avevo alcuna certezza ma davvero mi importava? Poggiai la testa sul suo petto, ingoiando quel grumo che andava formandosi, non è ancora il momento mi dicevo, poi sarei potuto cadere. - Jiminie, dimmi solo se Taehyung sta bene. - disse quasi in un soffio. Senza staccarmi da Jungkook, voltai lo sguardo verso di lui: - Non hai il diritto di saperlo. Non dopo quella che hai fatto. - e di nuovo sentii la voce di quel ragazzino nella testa. "Non c'è proprio niente che si possa fare?" Nonostante tutto lo amava ancora, nonostante tutto sarebbe stato disposto a perdonarlo; se fosse stato presente l'avrebbe protetto con il suo stesso corpo e io lo odiai ancora di più. Non senza sforzo, mi allontanai dalla mia luce, dandogli il consenso muto di poter fare quello che voleva; mossa sbagliata la mia. Probabilmente mi ero rilassato un po' troppo e se non fosse stato per la prontezza di San, che anche in quelle occasioni non lasciava che il suo sguardo si spostasse dal mio, sarei caduto; raddrizzando la schiena in meno di un secondo guardai i suoi occhi sperando capisse il mio muto imploro, ovvero di fare silenzio, almeno per per il momento.

Jungkook Pov

Il silenzio di Jimin fece male così come il suo allontanamento, non capii quel suo gesto ma sicuro era più lento del dovuto nei movimenti e piegai la testa di lato nel vedere una piccola esitazione in lui. Se lo spirito è forte non vuol dire che lo sia il suo corpo... Nulla di più vero, ogni volta che riceveva una ferita, le sue membra sembravano andare in standby quasi volessero conservare le energie prima di cedere e stava accadendo di nuovo; immagini veloci di lui riverso per terra immobile in una pozza di sangue si fecero pressanti sulla mia ragione e dentro ogni buon sentimento si frantumò facendomi sfoderare quelle che ritenevo le lame per eccellenza tenute pulite solo per quella occasione speciale. - Tranquillo, farà giusto un po' male. - osservai avvicinandomi di gran passo a quel piccolo essere dagli occhi diversi e non trovai alcuna resistenza mentre, con una mano afferrai la gola già provata e con l'altra lo infilzai li dove sapevo che non avrebbe arrecato gravi danni dall'ucciderlo subito. - Ts... Sei già morto dentro e non te ne rendi conto. - non un lamento, non un fremito venne da lui quasi stessi infilzando un manichino e non ebbi alcun piacere nel farlo. Per la prima volta compresi le parole di Jimin, quelle in cui mi rivelava il suo piacere nel vedere l'anima di qualcuno lasciare il corpo e, forse, avrei fatto uno strappo alla regola per quella volta. - Ancora non capisco fino a che punto tu possa essere idiota Min Yoongi... ti sei fatto scappare Jimin... e poi Tae... - sussurrai al suo orecchio e mi fu facile sovrastarlo per via della mia statura cercando di innescare una qualche reazione in lui; qualsiasi cosa mi sarebbe andata bene per avere anche un minimo di piacere in quel che avrei fatto ma solo il pensiero che avesse in qualche modo segnato Jimin tanto da rendergli difficile parlarne mi fece stringere ancor di più la presa sulla sua giugulare fino a sentire l'aria incespicarsi ad entrare. Alle sue spalle San non aveva smesso di accompagnare Jimin che non mi mostrava altro che la sua schiena; l'essere tra le mie grinfie si era permesso a sporcare indelebilmente, aveva cercato di strappargli quelle bellissime ali che solo a me sembravano mostrarsi ed un ringhio uscì da me mentre sentivo che la rabbia cresceva e occupava la mia visione ma era una rabbia diversa. Sentivo una leggera venatura di tristezza e freddo dentro, desolazione sorda e straziante per quelle parole non dette tra Jimin e Tae in quella sera in cui quest'ultimo si era presentato da noi più piccolo del solito ed ancora quegli sguardi mi trafissero come fossero stati di fronte a me. - Perché Yoongi? Perché ti viene così difficile? - Amare normalmente? Perché tu lo sai fare? Gli sferrai un pugno con tanto di impugnatura del coltello spaccandogli ulteriormente lo zigomo e sentendo le ossa di entrambi incrinarsi sotto quel colpo lasciandolo cadere per terra con un tonfo sordo mentre ancora aspettavo una qualunque reazione da parte sua. Il respiro faticava ad entrare anche nei miei polmoni perché non sarebbe stato l'ossigeno a liberarmi. Con due passi gli fui sopra e sorrisi, sembrava tanto il cristo redentore lì immobile e, prendendo la lama come meglio conoscevo, mi abbassai e ne posai il filo poco oltre la vena giugulare iniziando a fare pressione e vedendo le prime perle color cremisi adornare l'acciaio lucido.

𝐵𝓁𝒶𝒸𝓀 𝒮𝒽𝒶𝒹𝑜𝓌  *𝒥 𝒥𝒦. & 𝒫.𝒥𝓜*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora